Estratto dalla mia prima creazione letteraria in prosa.

Questa è una parte della prima creazione in prosa non brevissima della mia immaginazione che provo a mettere per iscritto. O, almeno, è la prima, negli ultimi 10 anni, di cui provo a portare a compimento la redazione, essendo la meno impegnativa tra le tante che ho iniziato. Sono attualmente uno studente di giurisprudenza, ma ancora oggi, e da sempre, adoro gettarmi nella riflessione e nell'immaginazione. La mia occupazione preferita è staccarmi dalla realtà, senza fare alcun uso di droghe, creare mondi fantastici, popoli, personaggi e storie e, nello svolgere mentalmente questi mondi e queste storie, rinviare alla realtà ed ai suoi problemi, dopo la fuga da essa. In sintesi, la mia principale occupazione è evadere riflettendo, estraniarmi reimmergendomi ulteriormente. Fuggire, ma senza divertissement, e tuttavia divertendo con l'umorismo me e l'eventuale lettore.
"Worried about a Worm" è o dovrebbe essere l'esempio di qualcosa che classificherei come "Psicofantasy umoristico inepico quasi-lirico allegorico con sfumature e fallite tensioni high fantasy ed ambientazione urban fantasy, con spunti potteriani ed inaspettabili influenze manzoniane".
Inepicità, per me, significa presenza permeante dell'ineroismo. L'ineroismo è, per me, forte presentimento di dover compiere qualcosa di molto buono, estremamente giusto, eroico, che attui e realizzi nel migliore dei modi molti valori, volontà di compierlo, ricerca del significato concreto di questa "missione" eroica, protratta indecisione sul da farsi, estrema difficoltà nel bilanciare i valori confliggenti in astratto ed in concreto, aumento progressivo della volontà di fare il bene e dell'indecisione tormentante. Ecco, in questo tormento sta la quasi-liricità. Dall'indecisione e dal contrasto tra la sua negatività e la volontà di fare il bene, nasce il tormento. Dalla difficoltà nel classificare il soggetto da affrontare (è solo un nemico da debellare o è anche un amico o un simile da aiutare o redimere?) nasce altro tormento. Dal tormento nasce la tensione lirica. Questa tensione lirica, tuttavia, è smorzata e compressa, quindi genera la quasi-liricità. Tutto ciò è visto in chiave umoristica. L'umorismo può scaturire dalle situazioni assurde (come quella del dialogo tra i due vegani estremisti ed i loro compagni di fuga, in un momento in cui il Basilisco si riposa ed i fuggitivi si arrestano), dalla stranezza dei personaggi e della loro compresenza, dai giochi di parole, dal tentato utilizzo (da parte di alcuni personaggi) di forme poetiche non più utilizzabili, o non utilizzabili in quel contesto, dall'inepicità e dalla quasi-liricità.
"Worried about a Worm" è la storia di un basilisco dall'animo in parte umano e di un ragazzo-mago che, nella fogne, è inseguito da questo basilisco, sente di doverlo affrontare e di dover salvare da esso la sua comunità magica e forse l'umanità, ma non riesce a capire come esattamente è bene che si comporti. Nel corso della narrazione, al "maghetto" Worried Wormer fanno compagnia, ed insieme a lui fuggono dal basilisco o corrono comunque nelle fogne, altri personaggi, tra i quali: 3 superbi e litigiosissimi professori di diritto, una coppia di bambini dell'asilo, Julian Assange, un cavaliere confuso che cerca una dama od il Graal, alcuni pistoleri, alcuni Semi-Nani Giganti che rivendicano il Regno Dentro la Fogna, un aedo immaginario con le sembianze del menestrello Cantagallo della Disney e lo Gnomo Da Orecchio di Worried.
Nel brano che qui presento, la scena è tolta a Worried ed al Basilisco, i due Protagonisti, ed è conquistata da due stravaganti vegani estremisti.

Premetto che non considero terminato il lavoro di sistemazione e revisione del testo. Per questo potrebbero essere presenti errori di punteggiatura.


Spoiler

I DUE VEGANI ESTREMISTI.
“Nessuno osi toccare il basilisco. Nessuno osi avvicinarsi con cattive intenzioni a questa povera creatura” disse il Vegano maschio, protendendo un affilato coltello verso i propri interlocutori e compagni di fuga. “Nessuno osi riaffermare che è una bestia mostruosa e pericolosa, né tantomeno che per questo l'adorabile serpuccia deve essere abbattuta. Nessuno osi offendere la nostra nobile Causa. Nessuno osi paragonarci ai comuni Vegani smidollati o senza palle, altrimenti chi avrà osato farlo scoprirà sulla propria pelle la differenza tra noi e loro. Nessuno osi mettere in discussione noi ed il nostro pensiero, nessuno osi omettere di ascoltare le nostre parole, la nostra Buona Novella Definitiva, o noi non esiteremo a sopprimere più di una vita umana, per salvare un animale vittima della società e far trionfare la Causa.”
“Ehmmm, con tutto il rispetto” replicò Worried in tono massimamente moderato e rispettoso “Non vi sembra di eccedere, nelle vostre intenzioni sanzionatorie? Mi rendo conto della meritevolezza della vostra causa, comprendo la vostra sensibilità nei confronti della natura, capisco la vostra intenzione di salvaguardare gli animali, più o meno innocenti, dalla furia ingiustificabile dell'uomo, intuisco che questo vostro comportamento può essere dovuto al fatto che abbiate visto fallire metodi persuasivi e sanzionatori migliori e più moderati. Tuttavia vi prego di chiedervi se sia necessario questo estremismo, se abbia senso questo eccesso di zelo, se sia proprio dovuto ed inevitabile questo vostro smodato sistema sanzionatorio dell'umana arroganza nei confronti di quel Regno Animale del quale, per la scienza biologica, l'Uomo stesso fa parte. Insomma, è proprio necessaria ed inevitabile, da parte vostra, questa abdicazione alla moderazione? Io penso che non lo sia, ma non voglio giudicarvi, né tantomeno condannarvi. Preferisco lasciare a voi il giudizio, con la speranza che capiate perché io sono portato ad avvertire l'errore nel vostro agire e nel vostro pensare, che facciate vostri quei valori minimi alla base della mia impressione e che ne ricaviate le migliori e più coerenti conseguenze. La moderazione è quanto di meglio vi possa essere nell'uomo, se conduce a comportamenti retti e non porta a condotte meschine. Astrattamente potrebbe essere sommamente apprezzabile il grande coraggio che, almeno a parole, state cercando di dimostrare, ma vi prego di tenere a mente che nella ricerca della moderazione e nel tendere sempre più al suo raggiungimento sta la realizzazione dell'Uomo. In questo stesso percorso di ciascun individuo verso la moderazione sta anche ciò che, più di tutto, ci può distinguere in meglio dagli animali. Senza sguardo e piedi rivolti a questo nobile e ponderante sentiero, saremmo necessariamente peggiori delle creature non umane.”

Fremente, il Vegano maschio replicò: “Basta con queste pippe mentali arraffone, canicide, felicide, pantericide ma panteresche, assassine, antiquate, schifosamente moderate, buoniste! È ora di finirla! Troppo a lungo l'uomo, senza averne alcuna legittimazione, ha sfruttato, depredato, schiavizzato, martoriato, devastato, violentato, sanguinosamente sottomesso il mondo animale! Ah, ma ora la vostra era è finita, sozzoni carnefici carnivori schiavisti! Noi odiamo i carnivori ed odiamo i moderati. Sono le due categorie che proprio meno tolleriamo. Se poi incontriamo sul nostro cammino dei moderati che sono anche carnivori, noi moltiplichiamo tra loro questi nostri due odi. Non ci limitiamo a sommarli. Noi odiamo AL QUA-DRA-TO i moderati carnivori! Oh, ma sento che tu sei un estremista della moderazione! Ma bene! Oltre che un inverecondo carnivoro, nemico dei vegani e dei loro protetti, sei un lurido esempio della feccia dell'estremismo moderato! No, forse è meglio chiamarlo con un altro nome. Moderazione estrema, forse. Moderatismo estremista! O moderatismo estremo. Voi, se poteste, dovendo prendere una decisione, vi ficchereste un pollice in bocca e, dopo tre ore di sempre più estrema indecisione e di consumazione del pollice, chiamereste la mamma. Col vostro EstreMO Moderatismo. Basta! Siete condannati! Siete circondati! Vi circonderemo in tutte le posizioni che accennate a prendere e che mai prenderete! Vergognatevi! Siete degli zombie dal momento della nascita! Siete morti, sempre più morti! Ah, ma ci penseremo noi Vegani Estremisti, a farvi vivere intensamente. Sì sì, vivrete pienamente ed intensissimamente, durante quelle emozionanti e brevi fughe, quando noi vi inseguiremo per farvi morire nei modi più barbari possibili! Sì, perché noi amiamo gli estremismi, che sono tutti figli della fiamma ardentissima ed imperitura del Dio Estremismo, ed amiamo il pensiero vegano portato alle sue estreme conseguenze e depurato dalla mollezza. Animati da questi due nostri grandissimi amori, noi odiamo profondamente e radicalmente tutto ciò che questi stessi nostri amori intimano di disprezzare, odiare e debellare. Noi possiamo risparmiare gli estremisti nostri nemici, dopo aver impedito le loro azioni e stroncato od almeno ostacolato le loro intenzioni, MA MAI, NEMMENO CON LA MOLLETTA AL NASO, CI ABBASSEREMO A TOLLERARE DEI NEMICI MODERATI, DEI MODERATI NON VEGANI! MAI! MAI E POI MAI! MAI NOI VORREMO RISPARMIARE LA MISERABILE ED INUTILE VITA ALLA FECCIA MODERATA E CONTEMPORANEAMENTE CARNIVORA, DOPO AVERLA SORPRESA AD ATTENTARE ALLA SALUTE DEL LIBERO ED INCONTAMINATO MONDO ANIMALE! Io ti dichiaro eterna ed inossidabile inimicizia, Worried Wormer, ed altrettanto fa la mia ragazza. Vero?”
“Sì, Sì, Amore.” si affretto a rispondere la Vegana, guardando il compagno con maggiore ammirazione e stringendogli più forte la mano.
“Brava, Amoruccia, tu non mi deludi mai.” continuò sognante il Vegano “E vivremo sempre insieme, e sempre felici, gioiosi per la sempre più ampia collezione di scalpi umani (che dobbiamo ancora iniziare) e circondati da tantissimi bei cani, di tutte le razze.”
Il vegano si incupì, corrugò spaventosamente la fronte, poi continuò: “Hmmm, cani! Saremo costretti ad abbattere anche loro, se sbarreranno il nostro percorso. Incolpevoli vittime della Causa! Sì, abbiamo deciso che, se necessario, dovremo trattare anche gli amatissimi Cani come mezzi e non come scopo. Saranno, col loro sangue, strumenti della Causa. Sapete, di solito i cani, se muoiono barbaramente, sono vittime dell'uomo, ma anche noi ne dovremo sopprimere alcuni! Infatti, come è ben noto, il cane è fedele amico dell'uomo, e questo rapporto vi è a prescindere dalla crudeltà che un singolo uomo, padrone di cane, manifesta nei confronti di altri animali. Ebbene, quando noi cercheremo diligentemente di rimuovere dal mondo un uomo carnefice ed estremamente carnivoro, ma magari dal pensiero moderato, ed il suo fedelissimo cane farà il possibile per impedire la nostra Altissima Azione, noi sacrificheremo quell'adorabile cane. L'UOMO DEVE MORIRE! E DEVE MORIRE ANCHE CHI L'AIUTA!”
“E così voi sopprimereste barbaramente anche un cane, nobile esponente di quel mondo che volete tutelare?” domando perplesso Worried.
“Sì” rispose la coppia, scoppiando a piangere.
“Davvero? Voi, proprio voi che amate immensamente i cani e li ponete al di sopra dell'Uomo e di altri animali, fareste questo per salvare degli animali, compresi degli animali che voi considerate inferiori ai cani?”
“Sì” rispose, piangendo, la Vegana “però non so se ce la farei ad uccidere un retriever! No, non sono degna della Causa! Voglio morire! So che dovrei uccidere un adorabile retriever, se questo ci impedisse di far fuori quel suo padrone intenzionato ad eliminare dei piranha, ma non me la sentirei! Non me la sento! Vi prego! Uccidetemi!”
“Su, su, tranquilla, non esagerare! La vita vale la pena di essere vissuta!” le dissero in coro l'Intenazionalista, l'Internazionalprivatista ed Arangio Ruiz.
“Amore, io dovrei ucciderti per diserzione, ma me lo vieta fortemente ed impedisce il mio cuore.” le rispose invece il compagno.
Il Vegano si interruppe, pensieroso, per qualche istante. Poi scoppiò in un forte pianto angosciato: “No! Lei desiste, io sto desistendo! Noi abbiamo ceduto! La Causa! Povera Causa, malissimo servita, e da persone indegne! Inammissibile debolezza, avvisaglia di un possibile cedimento alla moderazione! Ah, sappiate, comunque, Signori Nemici, che noi non puniamo gli uomini ed i loro collaboratori in base all'effettiva offesa, né in base alla sproporzione tra il valore delle vite da salvare e quello delle vite da sacrificare. No, a noi interessa l'umana intenzione, già manifestata con atti pratici, di costringere, reprimere o sopprimere una vita animale. Proprio per questo principio, se un labrador volesse permettere una soppressione di pesci piragha, noi saremmo ben felici di sopprimere lui. Vero, Amore, vero che ti sei sbagliata? Confermamelo, e faremo l'amore tra i resti di quel retriever, un giorno.”
“Oh, certo, Amore, è proprio come dici tu.” rispose la sventurata.
“E come fate a sapere se davvero l’uomo ha colpevolmente o dolosamente posto in essere gli atti diretti in via immediata a sopprimere o maltrattare animali? Come fate a sapere se questi atti sono stati commessi per errore non causato da colpa?” chiese l’Internazionalista.
“Aaargh, mi hai rubato la domanda! Questo è un affronto che non posso sopportare! Volevo porre io questo problema” sbottò l’Internazionalprivatista.
“Impossibile che tu volessi chiederlo.” replicò l’Internazionalista “Tu non ti intendi di crimine e di diritto penale. Ah, figuriamoci se possono interessarti profili di diritto penale naturale individuale ed anarchico, problematiche di vendetta per mezzo di rappresentanti autonominati ed autogiuridicizzanti! Il tuo è un affronto, non il mio! Pivello spocchioso! Sbruffoncello tracotante! Quanto vorrei scrivere su pezzettini di carta tutte le tue stupide affermazioni, incollare i pezzettini ad un bersaglio ed esercitarmi con le freccette su ogni tuo dictum!”
“Ragazzi, basta così! Si stava parlando della nostra Causa e della nostra breve crisi valoriale, che ora con certezza possiamo dire di aver brillantemente superato!” li interruppe il Vegano “Non stavamo certamente discutendo su chi tra voi sia il migliore ed il più competente! Ah, già, l’Internazionalista ci ha fatto una domanda. Che domanda ci ha rivolto? Uhmmm, vediamo, colpevolezza, intenzione… errore… causa dell’errore… ah, già, riguardo agli atti contro gli animali, sì. Beh, basta che ne abbiamo l’impressione. Come vi ho già detto, noi odiamo la moderazione. La moderazione è solo fonte di mali, ed è essa stessa il male. A dire il vero, un minimo di moderazione ci sarà, perché ci sarà il confronto tra l’impressione mia e quella della mia Amata. Se entrambi avremo l’impressione che l’uomo è colpevole, non ci sarà alcun problema e noi passeremo immediatamente in azione. Se solo uno di noi avrà questa impressione, allora discuteremo e ciascuno dei due farà ragionare l’altro. Ecco, questa cautela e questa moderazione sono molto più che sufficienti, perché sopra a tutto conta solo la Causa, e la presenza di questo contraddittorio è solo una necessità imposta dalla differenza tra le corrette impressioni di due amanti della Causa.”
“E se si trattasse solo di una erratissima comune impressione?” osservò Worried “E se l’apparente carnefice malvagio fosse in realtà l’uomo più innocente del mondo ed un uomo molto più adepto di voi alla vostra stessa Causa? Voi uccidereste barbaramente quest’uomo probo e seguace fedele della Causa, insieme a tutti i suoi retriever?”
“Sìhihihiihiihii!” scoppiarono a piangere i due Vegani “Noi lo faremmo! Noi dobbiamo farlo! Ma noi non sappiamo! Come facciamo a sapere? Noi non dialoghiamo col Nemico, non dopo che ha fatto cose brutte! Ah, ma voi volete farci disperare, volete metterci in crisi, volete che cediamo e che abbandoniamo la causa! No, no, forse siamo noi che non riusciamo ad essere coerenti! Nohohohohohohoh, vogliamo morire, la Causa non ci merita! Cioè, no, noi non ne siamo degni! No, no, su, ne siamo degni, ma fino ad un certo punto. Oh, ora dovremmo farvi fuori per aver attentato alla nostra fedeltà alla Causa! Noi cercheremo di attuare e servire la Causa, ma speriamo con tutto il nostro cuore e con tutta la nostra mente che non capitino mai quelle situazioni che voi ci avete malignamente proposto. No, Amore, nohohon capitehehehehrahahahahanno mahahahahaihihi!”
I due vegani erano visibilmente scossi, piangevano e singhiozzavano penosamente, tanto che tutti i loro interlocutori, protendendo dei fazzoletti verso di loro, chiesero in coro: “Volete dei fazzoletti? Sembra che ne abbiate bisogno.”
Il Vegano, prendendo uno dei fazzoletti, rispose: “Sì grazie, siete gentilissimi. Siete delle persone d’oro.”
La Vegana, dopo aver accettato un fazzoletto, si fermò, restò pensierosa per 15 secondi, poi strappò il piccolo dono e, sconcertata, esclamò: “Ma Amo, cosa fai!? Fraternizzi col nemico? Amo, non farmi piangere. Lo sai che, in base alle tue regole, dovrei punirti con la morte? Ma ti amo troppo, Amo! Dimmi cosa devo fare! Sono sempre più insicura!”
A quel punto, il Basilisco si spazientì. Si mosse, ricominciò a strisciare verso i fuggitivi ed emise un potente ruggito.
I due vegani, che gli davano le spalle, si spaventarono quasi a morte e persero immediatamente la propensione al singhiozzo. Iniziarono per primi a correre. Correvano a gambe levate e nel giro di un minuto sparirono dalla vista dei compagni di fuga.
Un minuto dopo la loro scomparsa, il Bambino dell’Asilo, avvicinandosi, nella corsa, a Worried, gli confidò: “Che belli, i due morosetti Vegani! Fanno ridere molto di più degli Internazionalisti e dell’Internazionalprivatista. Sono molto più divertenti. Spero di rivederli presto.”




Perdona la franchezza, ma allora perché dovremmo farlo noi?
Non ti ho chiesto di correggere la punteggiatura. =)
Perdonami, ma quel periodo medesimo è stato il mio più grande refuso. Riconosco che, scrivendolo, ho servito su un piatto d'argento, ai malevoli ed ai prevenuti, uno spunto per criticare negativamente il testo senza nemmeno leggerlo. Ti ringrazio per avermi fatto notare questo grosso errore che non avrei dovuto commettere.
La revisione del testo è fondamentale, soprattutto se vuoi presentare qualcosa che hai scritto ad altri. Se non hai riletto con attenzione, dovresti prenderti altro tempo per farlo e poi pubblicare il tuo racconto su un forum.

Inoltre, ti conviene dividere il testo in paragrafi, perché così è illeggibile.
A dire il vero, io intendo la revisione del testo come un processo suscettibile di continuare per sempre, fino alla morte dello scrittore. Virgilio revisionò l'Eneide sino alla morte, mi pare.
grazie mille per il consiglio riguardante il layout.
Io non c'ho voglia di entrare nei dettagli perche` come dici la riscrittura va a avanti e chissa` a che punto e` la storia addesso. Ma e` proprio brutta.
Grazie, Iroel.
Brutta perché e in base a che parametri?

La storia, comunque, non è incentrata sulle vicende dei due vegani estremisti. Questi sono solo dei personaggi che Worried, i Giuristi del il Basilisco incontrano ogni tanto. Non sono i protagonisti dell'intera storia, anche se possono essere considerati idue personaggi principali di questo brano.
Perche` non hai uno stile maturo. Perche` sei troppo attaccato alla componente auditiva piuttosto che quella scritta (solitamente questo vuol dire che ti sei formato piu` sulla parola parlata tramite magari film e cartoni piuttosto che sui libri). Perche` manchi di controllo.

Insomma frasi come: No, Amore, nohohon capitehehehehrahahahahanno mahahahahaihihi!

O questo eccesso di punteggiatura che sembra direttamente presa da una chattata su msn: Ma Amo, cosa fai?!?!?

Sono uscite imperdonabili.

Anche: “Ehmmm, con tutto il rispetto”

Perche` "Ehmmm"? Non sei mica un registratore, la scrittura non e` un resoconto fedele della realta`, non c;e` ragione di riportare ogni grugnito e rutto di un personaggio. Ma anche volessi a tutti i costi, perche` le tre m? Perche` non "Ehm" ?

E queste sono solo alcuni degli appunti che ptrei fare.

Non ti dico di smettere, continua, ma leggi di piu` e con piu` attenzione e rileggi il tuo testo e ricorda che uno scrittore deve aver pensato ad ogni dettaglio del testo.

Poi un consiglio personale e`: impara l'eleganza dello stile prima di provare ad essere diretto. Ma io sono un conservatore di quelli che dicono "prima impara a disegnare le mani".
Ah, comprendo. Insomma, tu non hai capito che stavo INTENZIONALMENTE deridendo ciò che accade sui social network. I due vegani estremisti sono (non solo, ma anche) l'estremizzazione fino all'assurdo dell'utente folle di facebook.
Non ho mai usato Netlog, né MSN, né Twitter. Non ho mai usato internet fino al 14 agosto 2010, data in cui mi sono iscritto a facebook per scopi letterari. Nella scrittura dei miei post su facebook metto la stessa cura che mettevo nell'elaborazione dei temi al liceo. Anzi, a volte li curo anche di più di quanto curavo quei testi.
Alle elementari mi è stato insegnato che, per ottenere alcuni effetti, è possibile mettere insieme punto di domanda e punto esclamativo.
Alcune espressioni giovanili (come "Amo", abbreviazione di "amore") possono starci, visto che si tratta di dialoghi e non è necessario che i personaggi si esprimano in modo impeccabile. Quello tenuto ad esprimersi bene è il narratore.
Ho pensato a lungo, prima di scegliere se scrivere "No, Amore, nohohon capitehehehehrahahahahanno mahahahahaihihi!" o "No, amore, non capiteranno mai!". Alla fine ho sceltola prima forma, che, anche se era una storpiatura, mi permetteva meglio dell'altra di comunicare l'idea del pianto.

Di solito la mia scrittura non è caratterizzata dagli eccessi e dagli imperdonabili errori che ti hanno fatto inorridire. Non è colpa mia, ma dei miei personaggi, se questi si esprimono con un linguaggio intollerabile e, pronunciando le frasi, le storpiano orribilmente e pretendono che io indichi al lettore come essi le hanno enunciate.
Questo è l'inizio della storia:




" Il giovane mago che sapeva parlare la lingua dei serpenti era inseguito da un nemico mortale: il Basilisco".
Questo era ciò che ripeteva compiaciuto, comodo e nascosto dentro il canale uditivo, lo stupido e scomodo Gnomo da Orecchio, e questo era esattamente ciò che stava accadendo.
Worried -questo era il nome del ragazzo- aveva sempre sentito dire che andare al Liceo può portare molte rogne, ed ora si chiedeva: "Perchè non ho scelto l'Istituto Tecnico?".
A causa della propria scelta scolastica, ora si trovava a dover correre per i sotterranei della prestigiosa Scuola di Sillbat, nel tentativo forse vano di salvare la pelle da quel Mostro. E non aveva a che fare con una Bestia qualsiasi, ma con una che in gioventù aveva avuto simpatie per il partito Radicale (l'unico serpente vivente che fosse mai stato vicino a tale schieramento), i cui esponenti era solita vedere in televisione. Delle suddette simpatie il suo stomaco sentiva ancora l'effetto.
Inoltre, recentemente gli si era rotto l'apparecchio televisivo, sua quasi unica e costante compagnia nei precedenti 60 anni.
Con molta fatica, dopo giorni di vuoto incolmabile, durante i quali la sua tolleranza era stata messa a dura prova, il povero serpente era riuscito, con l'aiuto di alcuni Elettrognomi suoi schiavi, a riparare l'amata Porta Cubica sul mondo esterno.
Tuttavia, la ritrovata felicità era stata breve: 6 ore dopo l'avvenuta riparazione, c'era stato il passaggio al digitale. Tragedia. Tale cambiamento delle leggi dell'etere aveva vanificato la vittoria dai suoi schiavi difficilmente raggiunta, il vittorioso recupero del portentoso pezzo di tecnologia, ora destinato a mostrare al pubblico, in verità più che decimato, solo la propria morte.
Dopo 6 tristi giorni passati a fissare gli incomunicanti puntini sul panciuto schermo, i quali non gli donavano più le care immagini di Yogi e Bubu, Stanlio e Ollio, Signorini e Malgioglio, si era riscosso dalla mestizia e, ricco di risentimento e propositi vendicativi, aveva deliberato unilateralmente ed all'unanimità (poichè gli ultimi gnomi erano spariti nella sua bocca qualche minuto prima) la cogente statuizione.
Un po' per volontà di restare in contatto con quel mondo che prima soleva vedere attraverso il tubo catodico, un po' per desiderio di farsi nuovi amici e conoscenti, un po' per improvviso bisogno di aria fresca, un po' per incazzatura-delusione da passaggio al digitale e per i suddetti propositi vendicativi, forse un po' anche per le conseguenze delle proprie prove di giovinezza, aveva deciso di uscire dal luogo in cui era stato rinchiuso per tutti quegli anni.
Aveva seminato panico nella scuola, forse anche troppo, era quasi riuscito a saziarsi varie volte, ma, dopo l'entusiasmo iniziale, era divenuto sempre meno felice e sempre più arrabbiato. Sentiva che la gente lo odiava, lo detestava sempre di più, nessuno gli voleva bene, lui stesso si era scheggiato vari denti per aver tentato di mordere delle vittime talmente prevenute nei suoi confronti che avevano osato restare di sasso nel vederlo.
Come se non bastasse, dei piccoli rompiscatole con la mente lucida ed il sangue non avvelenato erano riusciti a trovare il suo rifugio, che era divenuto il suo unico riparo contro la ferocia e le ingiustizie del modo esterno. Ciò lo aveva fatto imbestialire.
In particolare, gli stava dando molto filo da torcere un ragazzino dall'aria stupida e con una cicatrice, da graffio di gatto, a forma di testuggine.
Le tartarughe erano sempre state il cibo preferito del serpente, che, di consegenza, mai e poi mai avrebbe potuto tollerare l'affronto di quel marmocchietto sbruffone.


Il fatto che tu faccia qualcosa con impegno o intenzione non rende la scrittura meno brutta e nemmeno piu` ricca.

David Foster Wallace era brsvissimo a fare questo tipo di imitazione ed infatti James Wood ha buon gioco a dire che fa schifo:

http://www.newrepublic.com/article/the-digressionist
Per Lei i personaggi sono autorizzati o no ad esprimersi con uno stile diverso da quello del narratore? Un personaggio può comunicare con uno stile diverso da quello con cui si esprime un altro? I personaggi dei drammi di Shakespeare parlano tutti allo stesso modo? Lei ha mai letto un discorso di Rubeus Hagrid, il Guardiacaccia di Hogwarts creato da J. K. Rowling? Hagrid parla in modo terribilmente sgrammaticato, ma la Rowling, nella narrazione e nei discorsi diretti diversi da quelli del Guardiacaccia, si esprime decentemente.
Forse ho sbagliato esempi, poiché Harry Potter è solo un fenomeno commerciale e Shakespeare è solo un corvo parvenu che si fa bello con le piume degli altri uccelli. Visto che questi scrittori sono dei poveri stronzi arricchiti e dei pessimi esempi, l'unica cosa da fare è seguire l'esempio dei grandi Poeti. Prendiamo Dante...
Uhm, siamo sicuri sicuri dell'assenza, nell'opera dell'Alighieri, di espressioni gergali o popolari? Il buon Dante scriveva solo con stile rispettabile?
Io non sono così sciocco da voler utilizzare quel lessico da social network in tutta la redazione di "Worried about a Worm". Ho progettato di inserirci anche terzine dantesche, con uno stile non certo da chat tra minus habentes, proemi (scritti da me) di poemi cavallereschi in ottave e discorsi in prosa con stile più elevato di quello con cui si esprimono i due esaltati.



Nonostante Lei mi abbia demolito, mi ha fatto molto piacere che Lei mi abbia dato questi preziosi commenti.
Mi rendo conto di avere gravemente errato, nel pubblicare qui il testo lessicalmente meno rappresentativo del mio progetto.
ricontrolla la parte formale e rivedi il contenuto rendendolo piu' appetibile e un filo piu' originale e se ne può ragionare.

così no.



Questo vale sia per il testo con cui ho iniziato la conversazione che per l'inizio della storia, che ho inserito nel post numero 10?

Dove sta, soprattutto, la mancanza di originalità? Nell'aver mischiato "Harry Potter E La Camera dei Segreti" con la demenzialità di facebook e con l'epica e nell'aver usato questo mix per criticare umoristicamente le prese di posizione ideologiche estreme e per confrontare tra loro più idee di eroismo e di virtù?
tutto di tutto.

schiarisciti le idee, butta nella monnezza la bozza fatta finora e ricomincia da zero.



Quindi è inaccettabile l'idea, alla base dell'intero progetto, che un ragazzo-mago, pur sentendo la necessità di fare del bene liberando la società dalla minaccia di un mostro assassino nel migliore e più virtuoso possibile dei modi, sia costantemente indeciso tra le seguenti opzioni:

1) Affrontare coraggiosamente la bestia per quello che appare essere ed abbatterla.

2) Farsi martorizzare dal Basilisco, al fine di correggerlo, redimerlo ed indurlo ad agire benignamente in futuro, avendo capito che in lui c'è qualcosa di umano, che nell'animo umano del basilisco albergano sia un lato buono che uno cattivo, che esso è così non solo per la propria natura, ma anche perché è esso stesso è vittima della società.

3) Trovare delle buone ed efficaci parole, cercare il dialogo con lui evitando il più possibile di rimetterci la pelle, far emergere grazie ad un discorso il buono che c'è nel mostro e cercare di rieducarlo senza violenza o privazioni di libertà.

4) Continuare a fuggire, sperando che il basilisco si stanchi, che capisca di dover migliorare o che il problema si risolva altrimenti, anche perché Worried non è sicuro, nè delle proprie intuizioni sui lati umani del Basilisco, né di essere colui che lo deve fermare, né delle proprie capacità, né che sia fonte di merito fermare un serpente.

L'idea di deridere i superbi personaggi che Worried ed il mostro incontrano nelle fogne durante la loro corsa, almeno, può andare bene? O dici che manca di originalità ed è plagio da Ludovico Ariosto?

Deve essere cestinata anche l'idea del menestrello immaginario che in ogni capitolo manifesta in ottave di endecasillabi il desiderio di cantare le gesta di Worried, ma subito dopo canta l'impossibilità di celebrarle, dovuta al fatto che il tormentato studente non si decide a far nulla e lotta solo contro se stesso e, perdendo, contro le proprie incertezze?

Dovrei scartare anche la mia intenzione di far apparire Oreste, il Tasso ed Alcide De Gasperi sia al Basilisco che a Worried?
Ho letto quello che hai scritto, cosa che faccio di rado quando qualcuno posta le proprie 'creazioni letterarie'. Più che altro la mia attenzione è stata attirata dalla tua reazione alle critiche ricevute, e quindi ho fatto lo sforzo.

Secondo me non hai qualcosa di abbastanza interessante da dire: quello che scrivi non è 'witty' e non è psicologicamente acuto. Al termine di ogni capoverso ho l'impressione d'aver letto una serie di concetti assai ordinari e per di più espressi in uno stile inutilmente magniloquente e ridondante.
E' possibile - perché è l'errore di molti aspiranti scrittori - che tu ti sia un po' attaccato all'idea dell'originalità (presunta) della storia e del tema complessivi: l'originalità e l'arte, invece, devono essere in ogni singola connessione fra due parole. E no, un po' di absurde (sempre 'complessivo') non basta.

Condivido anche la notazione di Iroel, alla quale probabilmente dovresti rapportarti con maggiore recettività. In sostanza, il fatto che tu 'lo possa fare', non significa che funzioni o che sia bello.
Hai poi l'abitudine di difenderti tirando fuori qualche nome grosso d'artista, per lo più a sproposito. 'Il buon Dante', per esempio, scriveva solo con stile rispettabile, sì. L'Inferno non tenta certo d'imitare il parlato. Le espressioni volgari e/o del parlato, quando occorrono (nell'Inferno come in altre parti della Commedia), sono infatti facilmente individuabili e presentano altrettanto individuabili funzioni: per esempio arricchiscono la rappresentazione con una sfumatura psicologica, oppure chiudono una scena con una punta comica. E il tutto è sempre filtrato e adattato. Dante non scrive 'ehmmmmmm'.

Ora, non è detto che le osservazioni mie e di altri costituiscano l'esatta fotografia del valore di quello che hai scritto: a te sta comunque se considerarle oppure fare spallucce, perché tanto pare che il primo dattiloscritto di Moravia o Pavese o chi altri fosse tutto sbrindellato, e allora qualunque dattiloscritto sbrindellato sarà un grande romanzo.


14 agosto 2010. Non dimenticherò mai quel giorno.
Mi ero sempre tenuto alla larga da quell'abisso di folle ignoranza che chiamano "internet". Circondato fin dalla tenera età dalle opere dei miei padrini letterari, l'esigenza di abbassarmi a condividere la parola scritta con gli illetterati della rete non mi aveva mai sfiorato.
Che bisogno potevo avere degli anemici messaggini di Twitter, quando avevo a mia disposizione l'eloquenza di Dante? Quale attrazione poteva riservare il caotico Facebook, di fronte alla chiarezza dei sonetti di Shakespeare? Perchè perdere tempo a cercare risposte sui forum, quando tutte le risposte sono già scritte nel magnum opus di JK Rowling?

La mia crescita artistica, tuttavia, era giunta a un'impasse. Ancora oggi non saprei indicare la causa di quell'improvvisa stagnazione nel mio straordinario sviluppo letterario. Forse l'eccellenza nei miei studi giuridici aveva interferito con il mio animo creativo, mettendo un freno a quella capacità che ho sempre avuto di dare ali alla fantasia, di evadere riflettendo, di estraniarmi reimmergendomi ulteriormente. O forse, e posso dirlo oggi senza vergogna, i miei mentori letterari avevano esaurito il loro ruolo. Null'altro avevano da insegnarmi l'Amleto e la Divina Commedia, nessuna ispirazione era rimasta tra le amate pagine del Prigioniero di Azkaban.

Con questo animo tormentato, quasi-lirico, ineroico, inepico, decisi finalmente di spalancare le porte della mia biblioteca ai tecnici di Fastweb, affinchè mi dotassero della più moderna delle tecnologie di connessione. Il risultato fu sorprendente. Fin dal primo impatto con Facebook rimasi travolto dal potenziale letterario nascosto tra le pagine di quel sito.
Decine, centinaia... Macchè? Milioni di utenti folli che si esprimevano con linguaggio intollerabile (eppure in qualche modo reminiscente degli splendidi disloghi del grande Rubeus Hagrid), dando prova di estremismo e demenzialità.

Com'è possibile, mi domandai, che nessuno abbia pensato di sfruttare questo straordinario materiale come ispirazione per un racconto satirico? Perchè nessuno ha avuto l'idea di estremizzare questi eccessi facendone dei personaggi caricaturali?
Ma la risposta mi sovvenne nello stesso istante: chi altri, sull'internet, aveva la mia stessa preparazione letteraria, la mia sterminata conoscenza dei grandi Poeti, la mia naturale predisposizione al pentametro giambico e la mia assoluta padronanza degli eventi dell'intera saga di Harry Potter? Chi altri su Facebook prestava la mia cura maniacale allo stile e alla sintassi di ogni post, fino ad allora riservata ai grandi temi di italiano del mio percorso scolastico?
Chiusi gli occhi, e mi lasciai andare a un sorriso nostalgico ripensando con affetto ai mie grandi maestri: Dante, Manzoni, JK Rowling, da voi ho imparato tutto ciò che potevate insegnare, ma ancora oggi non mi avete abbandonato!

Per mesi mi concentrai sullo sviluppo del mio primo romanzo. Le idee, accese come un fuoco dall'uso dell'internet, riempirono rapidamente la carta.
Scelsi di parlare di un giovane mago e di un basilisco, per omaggiare in modo sottile e non invadente uno dei miei onorati mentori.
Tra i personaggi inserii subito i tre giuristi, per includere un riferimento autobiografico in cui tutti i lettori potessero facilmente immedesimarsi.
Ovviamente scrissi subito i due vegani, acuta e pungente estremizzazione dei comportamenti su Facebook, senz'altro destinata a non essere compresa da tutti (come del resto non da tutti è stata compresa la resurrezione di Harry dopo la distruzione dell'ultimo Horcrux - tale è la sorte dei grandi scrittori!).

Inventai anche il personaggio dell'aedo, e gli diedi le sembianze del Cantagallo. Del resto, a che scopo sforzarsi di usare la propria fantasia se qualcuno lo ha giá fatto prima di te?
Infine, una scelta coraggiosa: dare al mio racconto un titolo in inglese, forse una punta di presunzione, ma sicuramente mi aiuterá a distinguermi nel momento in cui presenterò la mia opera a un editore!

Ma la più coraggiosa delle scelte è quella che faccio oggi: sottoporre il mio capolavoro alla sua stessa fonte di ispirazione. Quell'internet che il 14 agosto 2010 cambiò la mia vita e chissá, forse anche la storia della letteratura. Ecco, internet: questo psicofantasy umoristico inepico quasi-lirico allegorico con sfumature e fallite tensioni high fantasy ed ambientazione urban fantasy, con spunti potteriani ed inaspettabili influenze manzoniane è per te.


Anche io, come Number Six, non presto in genere molta attenzione agli esercizi di stile altrui.

L'incipit del tuo racconto però mi ha conquistato e, a lettura completata dell'estratto del tuo lavoro (parlo di estratto poiché confido in un seguito!), non posso che farti i miei più sentiti complimenti.

Finalmente un autore che sa delineare una figura autenticamente avant-pop e mito-modernista: il giurista rowlingiano, adeguatamente calato nelle irresolubili contraddizioni lessicali (e sociali) della comunicazione ai tempi dei social network!

L'originalissimo concetto di inepicità/quasi-lirismo che il tuo lavoro introduce - e che in maniera assai efficace sai esplicitare al lettore - merita ulteriori sviluppi, essendo forse uno dei pochi elementi di autentica novità di un panorama letterario (intendo non solo quello domestico) da anni asfittico.

Apprezzabile è la scelta del soggetto, il gioco citazionista, peraltro mai fine a sé stesso (oltre che originale per la scelta arlecchinesca e, in un certo senso, leopardiana degli interlocutori) e, infine, il controllo che dimostri nell'impiegare i vari registri letterari, senza cadere mai nell'errore dello scimmiottamento pseudo-naturalistico della lingua parlata.

Ne vogliamo ancora, se non si è capito