[Elezioni USA] Operation orange shitstorm, Neo-Trump vs Agent Harris

[email protected]

1 Like

Però ignoranza != istruzione, puoi essere un laureato master PhD di stocazzo ed essere ignorante come la merda oppure avere la quinta elementare ed essere consapevole

1 Like

ai laureati fanno pure cacare i poveri quindi non voterebbero mai partiti dove votano anche loro anche perché la sinistra ora rappresenta solo la borghesia

:asd: Tutti a parlare solo di ignoranza, sono convinto che la percentuale maggiore e mossa da egoismo.
Nessuno e disposto a rinunciare a niente, neanche se fosse uno 0.01%.
E per quello che ancora si sente dire “eh non puoi mica girare le spalle a Israele solo perche adesso a andato full genocidio. CI SERVE COME PARTNER.”
Non possiamo mica lasciare che i poveri escano fuori dalla situazione dimmerda che abbiamo creato per arricchirci, ci costerebbe troppo.
Da quando e uscita la notizia di Epstein tipo, le liste segrete con nomi che si sanno e pure registrazioni :omg: peccato che quella roba e ancora li tenuta nel vuoto perche nessuno vuole prendersi una L gigante mandando i compagni di merenda alla forca.
Le cose non cambiano perche per migliorare le situazioni attuali serve prendersi una pigna in culo e rimediare alle stronzate fatte prima per tornaconto personale.

https://x.com/lorepregliasco/status/1831659952256983196?t=yjKln7PW-N58l9uF2NM3iw&s=19

Uscite le regole del dibattito

Quella mi sa che era l’effetto “erba del vicino”.
Si arrivava da secoli di monarchia e nobiltà che opprimevano il popolo, quindi c’era molta voglia di determinare la propria sorte liberamente.

Ora lo si da per scontato, essere liberi di decidere che scuole fare, che lavoro fare, dove vivere etc…

:love: microfoni disattivati :love: trump non può fare il suo show

1 Like

Un po’ OT, però non posso fare a meno di notare che alla fine dell’800, gli operai si organizzavano in gruppi di solidarietà, parlavano di politica, organizzavano i sindacati, STUDIAVANO (la frequentazione dei corsi serali per imparare a leggere era caldamente consigliata). C’era la condivisa opinione che il progresso della loro classe sociale passasse dalla collaborazione, la conquista dei diritti e lo studio era uno degli strumenti per togliere potere alle classi superiori.
Oggi il panorama è tristemente diverso: i sindacati sono sempre meno popolari, invisti dai datori e dileggiati dai lavoratori che sono spesso i primi a considerarli vestigia del passato, inutili, parassitari, collusi. Lo studio è visto come necessario per ottenere lavori di un certo livello, ma i costi sono spaventosi e alla fine la laurea non è alla portata delle tasche di tutti e comunque non basta per salire di livello. In genere, come per i sindacati, c’è una sorta di ritorno indietro per cui si dileggia la scuola, si considera tempo perso, si legge di meno e via dicendo.

Aggiungo: una volta si studiava per imparare e per non farsi fregare; oggi lo studio è visto come un mezzo per trovare un lavoro migliore. Magari la differenza può sembrare sottile, ma per me non lo è. Se studio perché riconosco l’importanza dello strumento leggere-scrivere e so che se parlo meglio, so leggere e so scrivere è più probabile che abbia potere contrattuale e non mi freghino, ho un incentivo di un certo tipo. Il mindset di chi studia è non tanto per il certificato, ma per apprendere e saper usare strumenti che considera fondamentali.
Al contrario se studio solo per accedere a un certo lavoro, guardo al documento, guardo alle informazioni che devo avere per fare quel lavoro (medico, dentista, ingegnere, contabile) e basta. Non sto studiando per imparare a ragionare, ma sto studiando per apprendere un lavoro. Del resto mi frega un cazzo (e poi abbocco alla prima puttanata novax che lggo su internet perché sono un analfabeta funzionale con la laurea)

5 Likes

È il contrario, i microfoni disattivati li volevano i suoi perché sanno che non riesce a stare zitto e direbbe qualcosa di cui poi si pente.
Evidentemente la Harris ha ceduto.

Di nuovo niente fact-checking

1 Like

ok.
Io sono per microfoni disattivati a prescindere, perché sennò viene fuori il solito cagnarone alla [insert here talkshow politico italiano a caso]

hai spiegato perfettamente quello che mi pesava il culo scrivere :love:

ma non penso si dileggi lo studio, il mercato delle università rimane importantissimo come lo è sempre stato, l’italia è un caso isolato nella sfera occidentale.

si dileggia il senso di comunità e si subisce inevitabilmente la supremazia del potere del capitale.

storicamente l’istruzione è sempre stata il primo tra gli agenti socio-politici iperconformizzanti, tranne rarissime parentesi storiche durate poco. Gli operai non imparavano la coscienza di classe a scuola, veniva insegnata a loro tramite un enorme sforzo politico con l’ausilio di gente che ha potuto studiare. Questi facevano parte di una minoranza di “educati”, il restante 99,9% erano iperconformi alla forma culturale che la borghesia aveva strutturato in quel determinato momento storico.

Mah, non sono molto convinto.
Hai qualche lettura in proposito?
Perché la mia posizione si concilia molto di più con l’opinione espressa da Barbero in non ricordo quale convention.
Cioè che a partire dal momento in cui la scuola e l’istruzione sono diventate di più facile accesso anche alle masse, la classe padronale ha iniziato a sminuirne il valore.
Arrivando fino ai risultati che vediamo oggigiorno, il focus sul lavoro, la finalità dello studio non è più la cultura ma il mondo del lavoro, che la cultura in quanto tale diventa inutile ed è buono solo lo studio finalizzato a farti diventare un bravo lavoratore specializzato.
Perché quello che conta è il lavoro, se poi non hai voglia di studiare, beh, fa niente, approcciati al mondo del lavoro fin da piccolo e via (alternanza scuola-lavoro), lascia lo studio e inizia a fare soldini.
Il conformarsi a questa visione, in cui molti ricadono, è conseguenza dello sminuire la cultura e l’istruzione, dell’appiattimento dell’istruzione sul lavoro, fino a confonderli.
Si è perso il valore dell’istruzione, della cultura, dell’importanza dello sviluppare il pensiero critico e anche, banalmente, il saper pensare.
Tutto in favore di, boh, una visione distorta dell’istruzione, presa e ficcata dal capitalismo sui binari del Pil.

Edit - e anche negli anni settanta si cercava di dare una visione della cultura come negativa. Gli studenti, che si avvicinavano alle idee socialiste, marxiste o comuniste, venivano sminuiti, considerati poca roba, fucine di fannulloni e fancazzisti bohémien. La cosa fece presa pure sulla classe operaia e come viene dipinta, con una sorta di contrasto tra studenti e lavoratori (es. Che si vede pure ne “anche la classe operaia va in paradiso” di Risi) tanto che, a sto punto, neanche l’operaio vuole più il figlio dottore (cit.) o se ne fotte.

Edit 2 - poi, anche la coscienza di classe, non è mica una cosa che si insegna in aula.
La coscienza di classe non si “impara”, la si vive, si è parte, la si capisce perché fai parte di una fetta di popolazione ed è (era) autoevidente. Il noi e il loro.
Gli operai di inizio novecento o fine ottocento lo sapevano benissimo a che classe appartenevano. Ma mica c’era bisogno di insegnarlo loro.
Il capitalismo ha annacquato il concetto delle classi, lo ha reso “fluido”, spingendo sull’’individualismo più sfrenato e, soprattutto, illudendo la gente di “potercela fare”, di potersi ergere dalla massa.
Cresci nell’illusione di poter essere l’eroe che sta a combattere sulla macchina un’orda di zombie, quando in realtà sei uno di quelli accalcati intorno alla macchina.
È questa la roba migliore che ha ottenuto il capitalismo e la classe padronale delle più alte, strappare la coscienza di classe.
Poi moh con TikTok, Instagram e co, l’illusione di poter diventare qualcuno la hai in tasca… cazzo, aprilo, scorri, guarda il successo!

5 Likes

tutta la sociologia però in particolare la teoria della riproduzione di bourdieau. Sennò pure tutta la topica sulla riproduzione del potere di foucault

Cercherò qualcosa da leggere, e quel “tutta la sociologia” mi pare un po’ esagerato.
Farò acquisti.

:dunno:

Da un lato è vero ma dall’altro la scuola non è solo programma scolastico. La scuola significa anche stare a contatto giornalmente con persone della tua stessa età e (spesso) ceto sociale. E questo aiuta sia a formare un senso di comunità sia a far circolare le idee.

4 Likes

Sì è vero che c’è aggregazione ma non basta la vicinanza tra povers per creare coscienza di classe. I programmi scolastici sono programmi di conformizzazione quindi anche le scuole dei povers insegnano quello che vuole la classe borghese e questo si può declinare in mille modi: partecipare alla ratrace, assorbire gli ideali della borghesia, insegnare il falso mito del merito, preparare i poveri alla scuola della bassa manovalanza, iper competitività, iper individualismo etc… e niente di quello che insegna parla di coscienza di classe. Cioè la scuola è a tutti gli effetti una scuola poiltica e in questa politica non si parla mai di conflitti di classe: come dici tu le idee circolano ma circolano quelle che vuole la classe dominante.

La scuola come anche l’ambiente lavorativo crea spazi di aggregazione, ma sono inerti. Anche in ambiente di lavoro si riproducono comunque le dinamiche sociali e si insegna la cultura dominante, e anche più della scuola mette insieme getne appartenete alla stessa classe. Come vediamo tutti i giorni però non basta per sviluppare la coscienza, perché quello che manca non è lo spazio di aggregazione ma lo spazio per fare politica.