Ho quella Bompiani, ma del 2002, peccato avrei sempre voluto quella Rusconi perché è la prima che ho letto a metà anni 90, ma figurati se pago quelle cifre
Per me è il contrario, lavoro nel campo della traduzione e quella nuova è l’opposto di quello che per me è un bell’adattamento.
Mi sembra frutto della moda di reddit e di Cannarsi per cui si creano traduzioni goffe e forzate pur di essere sempre letterali. Una traduzione non è questo, deve tenere conto del suono della lingua target, delle consuetudini linguistiche e della cultura. Nessuno chiamerebbe la propria taverna “Cavallino”, è un termine che nella nostra lingua suona buffo, molto meglio Puledro.
Bada, sono d’accordo che dopo tanti anni si può e si deve aggiornare la traduzione: l’italiano è cambiato, frasi che negli anni 70 erano scorrevoli oggi risultano goffe, è giusto metterci mano. Non sono un tradizionalista e mi sta sul cazzo la Crusca, per capirci
Ma non ha senso andare a ritradurre un testo i cui nomi sono entrati nell’immaginario comune facendo finta di essere il primo e reinventando tutto. Non penso che nessuno lo chiamerà mai Passolungo, rimane e rimarrà Grampasso (anche perché è una traduzione migliore )
Da ex traduttore, ma anche da fruitore, sono d’accordo con Paranoid. Fatica ha fatto un lavoro tremendo. Non che la traduzione di prima fosse esente da difetti, l’appiattimento di cui parlavi tu c’era per davvero, gli hobbit campagnoli che parlano con la stessa complessità degli elfi erano certamente una stortura ad esempio, ma la situazione nel complesso è nettamente peggiorata. Non si ottiene un registro complesso e armonioso cercando a tutti i costi la traduzione letterale, lo si fa adattando i testi con maestria. Fatica, in alcuni punti, sembra proprio aver tirato dritto senza star lì a pensarci due volte.
Io non ce l’ho fatta a leggerlo quello nuovo, era un facepalm continuo, suona tutto sbagliato.
Ehi, ho la medesima edizione, non sapevo avesse un valore collezionistico, davvero curioso la prima traduzione dall’inglese del 1967 sia dovuta al lavoro indefesso di una sedicenne-diciasettenne, tra l’altro pregevolissimo.
Per carità, io non lavoro nel campo delle traduzioni ma sono un lettore forte e sopratutto tendo a non affezionarmi alle cose. Ho letto più volte Il Signore degli Anelli nella vecchia traduzione e trovo che la nuova traduzione -seppure non esente da difetti- dia nuova linfa vitale all’opera di Tolkien.
Con questo non voglio dire che la sua traduzione sia perfetta (o che io abbia smesso di immaginare Granpasso come “Granpasso”), ma leggendo la nuova traduzione ho percepito l’aprirsi di una nuova complessità di quel mondo. I registri evidentemente sono molto più importanti di quanto pensassi…
Ti consiglierei di provare a leggere la nuova traduzione senza fare un confronto con quella precedente, ma approciando il libro come un testo completamente nuovo…potrebbe stupirti
La traduzione di Vicky Alliata di Villafranca mi sembra, con la nuova traduzione di Fatica, ingenua nella forma e anche un po’ colpevole di trasformare in epico ciò che epico non è. E lo dico con tutto il rispetto per il lavoro imponente che fece all’epoca.
Ma pure la decisione di ritirare la traduzione e minacciare di querela di qua e di la non le fa onore. Non è mica suo il libro e non è sua l’esclusiva nella traduzione, anzi ben vengano le critiche anche feroci e la volontà di decostruire immaginari e smontare miti e leggende per ridargli nuova vita.
Erano passati troppi anni per poter dire che “ho fatto un confronto” con quella vecchia, oltre al fatto che non sono andato a confrontare frase per frase e non ricordo i passaggi a memoria. Con quella nuova sono arrivato a Glorfindel che porta frodo a Gran Burrone, poi non ho retto più. Direi che mi sono impegnato a sufficienza.
Siamo d’accordo di non essere d’accordo, quindi
Mi auguro comunque con tutto il cuore che ne venga fatta una nuova al più presto.
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