dire di no, dire di sì

ma che merda che è quest'uomo


Viva la semplicità.
io dico praticamente sempre di si, tanto di momenti per stare da solo ne ho fin troppi
mi sono reso conto di essere succube del mito della scelta perfetta, ovvero di quella scelta che non ha mai riscontri negativi e che porta solo aspetti positivi se intrapresa.
è questo che mi blocca, sostanzialmente: l'incapacità di accettare a priori eventuali fastidi derivanti da un qualunque sì. questo credo che sia un problema che prescinde il mio attuale stato depresso, e che invece contribuisce ad alimentarlo. il fatto è che per una ragione o per l'altra mi trovo nella condizione di essere spavantato da mille piccole cose che la maggior parte delle persone assorbe senza il minimo sforzo o senza rendersene conto: mentre io mi muovo a passettini, gli altri viaggano a lunghe falcate, incuranti di ciò che li mette a disagio. io invece il disagio lo percepisco prima ancora di fare qualcosa, e resto bloccato, incapace di mettermi alla prova e quindi poverissimo di risultati che non arriveranno mai.
Non c'è un modo specifico per non essere immobilizzato dalle prospettive delle proprie scelte.
Imo l'assennatezza vale fino ad un certo punto, dopo un po' dovrai fidarti delle tue sensazioni e di una buona dose di incoscienza, durante la quale, prenderai decisioni che, eventualmente ti porteranno da qualche parte.
Potresti fare la scelta più saggia al mondo, che potrebbe finire comunque in una pila di merda fumante, come il contrario. Prova a vivere pensando un po' di meno in prospettiva futura ed un po' di più al momento.
credo di dover imparare ad ascoltarmi maggiormente, un po' come diceva sopra sergio

Dipende anche dagli ambiti, ma spesso e' importante ragionare anche nel modo "dico di si' a questa cosa che mi sembra ok anche se potenzialmente potrebbero esserci problemi (imperfezioni) ma saro' IO a farla funzionare". Perche' altrimenti, anche se non te ne accorgi, finisci con lo stare ad aspettare l'opportunita' perfetta a cui sai che dirai si', ma ovviamente questa opportunita' non arriva mai, e' gia' tanto se il mondo di propone delle possibilita' anche solo parzialment/potenzialmente perfette, secondo me Pensala come "l'amico invitandomi ha fatto il 50%, io faro' il resto trovando un modo per rendere l'esperienza qualcosa di bello". E' un po' come le persone che quando si deve uscire dicono sempre di no perche' la serata "non ispira" quando invece non capiscono che la festa, se la vuoi, innanzitutto devi provare a portarla tu, e al massimo il resto segue.
anche perchè se l'opportunità è già perfetta di suo, io lì che ci dovrei stare a fare?
ma il mio problema al momento è proprio che non mi ci vedo a fare nulla, altrimenti risponderei positivamente. il fatto che sto in depressione per me è ormai un po' come il quesito dell'uoovo e della gallina: sono depresso per la mia malattia e quindi non riesco a fare le cose o il non fare nulla per paura/pigrizia/scostanza mi porta ad perpetrare questo mio stato di depressione? i medici propendono per la prima ipotesi, io comincio ad essere stufo di guardare la vita dalla finestra ma ho ancora delle resistenza interiori che mi bloccano. ultimamente sono un po' meno pessimista, a dire la verità, ma di strada ne ho da fare...
non esistono scelte giuste e sbagliate, esistono solo scelte.

Partiamo da questo primo principio (imho), vedo molte persone, troppe (tra le quali lo ero pure io) che cercano di non scegliere e di fare scegliere agli altri. è comodo non scegliere ma iniziando a farlo si è già un passo avanti.

Poi abbiamo il si o il no, come dice neenster sei te che crei la festa, posso andare in discoteca con centinaia di persone attorno a me che si divertono mentre io sono triste in un angolo, se invece sono io che parto e mi butto in pista per divertirmi la percezione di quello che hai attorno cambia, le altre persone si divertono con te e tu ti diverti con loro.
Valuta cosa offre la serata, molti non escono perchè "tanto è uguale". Invece sto vedendo che il fatto di essere in "di più" aumenta proporzionalmente il fatto di divertirsi. Cerca le uscite di gruppo, e nel gruppo cerca di essere attivo, fare qualcosa. Cerca di essere la ciliegina sulla torta che di suo è già perfetta, ma con te ha quel qualcosa in più che la rende speciale.

cazzo mi sembra di parlare come il tizio di "empowerment personale".

In fin dei conti, stare a casa cosa ti porta? a me porta il rage continuo nel giocare, i genitori che scassano i maroni ecc ecc, l'uscire mi porta a divertirmi, a passare tempo con persone a cui voglio bene e che mi chiamano perchè stanno bene con me.


Impara ad ascoltare te stesso ma anche gli altri.
sì, lo stavo scrivendo poi ho lasciato perdere

Questo reply è bellissimo
è vero però, lo stavo scrivendo poi volevo fare un post diverso da come sarebbe venuto e l'ho mollata lì
quando mi sono lasciato dalla mia fidanzata, piu di un anno fa, mi sembrava di non riuscire a vivere.

ho fatto quello che si é buttato, dove mi dicevo: non ho voglia di uscire, mi sta sul cazzo quello, sarà una noia, mi sono ricreduto e ho rivalutato meglio le situazioni. in altri casi, ho riconfermato la noia e lo sbatta. ma ne son nate delle conoscenze interessanti
la mia ragazza dice sempre di si quando facciamo all'ammmore!
e io dico sempre di no no no no
ok, ho searchato il mio nick su yt, è venuta fuori questa perla sarà la mia canzone d'ammore "I cant' Face the World without Youuuuuuu"



imho c'è potenziale per un thread lulz

Sempre si, al massimo pacco
comincio a stare meglio e a sorridere un po' di più alla vita, le cose alle quali riesco a dire di sì sono diventate il metro di valutazione del mio stato di salute mentale.
è bello riuscire a fare qualcosa in più di ieri, fosse anche una minima cazzata, per me è una conquista bellissima... e il bello è che ne ho una infinità di conquiste che mi aspettano davanti.
passo dopo passo le sblocco tutte
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tranquillo, è il classico ottimismo di primavera, aspetta che arrivi la fine dell'estate e vedrai che tornerai a dire no a tutto e a tutti
tranquillo, è il classico ottimismo da episodio maniacale, e tu nemmeno sai di che parlo