Parto da una considerazione molto personale, ovvero che in questo periodo, per depressione o forse per altri motivi di carattere più prettamente psicologico, mi trovo a dire di no a praticamente tutte le proposte che mi arrivano, e siccome comincio a non sentirmi tanto normale volevo condividere con gli utenti di addio questa mia problematica.
voi dite sempre di sì? riuscite a essere tanto positivi da non tirarvi indietro di fronte a nulla? oppure siete più simili a come sono io ora e trovate difficoltà ad aderire a quanto vi viene proposto dagli altri, dalla vita, dalle occasioni?
ponderate le scelte o siete impulsivi e non ci ragionate più di tanto?
che valore ha il "no" nell'affermare la propria identità? che valore ha il "sì" nel delineare una personalità vincente? cosa significa avere una personalità davvero "vincente"? cosa ti fa vincere davvero nella vita?
scrivo questo perchè come già accennato io mi trovo sul "95% no" in questo frangente della mia esistenza, e invidio moltissimo quelle persone che riescono a fare mille cose e a condurre una vita piena e colorata. vorrei magari dei consigli o delle esperienze di chi era come me ed è riuscito in qualche modo a trasformarsi nel tempo, riuscendo a godere di molte cose che prima gli sembravano precluse per qualunque ordine di motivi.
spero che la discussione vi interessi, perchè francamente ho un gran bisogno di riscontri su questo fronte, e la mia socialità in RL è davvero spicciola e chiusa ad argomenti di questo tipo. a voi
A detta dei miei colleghi direi sì pure se mi proponessero un uscita in clinica per una colonoscopia di gruppo. Non c'è molto da trasformare in realtà, basta spegnere il cervello e dire sì, una volta fatto non riuscirai a tirarti indietro poi. Con me ha funzionato.
do what thou wish will be your only law.
con gli adeguamenti dovuti ai nostri tempi, è ancora una gran bella linea guida
con gli adeguamenti dovuti ai nostri tempi, è ancora una gran bella linea guida
già visto, non è il mio caso.
nice try cmq
Cosa ti fa essere un vincente nella vita lo stabilisce la società.
Oggi e qui essere vincente significa aderire a certi standard ecc...
Avere reddito, una posizione, una certo comportamento, essere iunserito in certi meccanismi e via dicendo.
Se Guardi il topic del "cosa volete" hai un'idea chiara di quali siano questi standard. La maggiorparte degli utenti cerca un lavoro che lo faccia campare, qualcosa intorno al cazzo e boh, la tv via cavo. Cose così.
Se invece intendi cosa può farti vincere sulla vita temo che la risposta sia nulla, al massimo puoi paraggiare se hai tanto culo, leggi sei ricco e un'educazione decente da garantirti la possibilità di una ragione retta.
Per quanto mi riguarda sono perma annoiato e pigrissimo quindi i miei si vanno alle proposte che mi incuriosiscono il resto mi risulta meh e lo snobbo. Infatti passo per snob, quando in realtà sono solo annoiato, anche se snob sarebbe meglio.
Oggi e qui essere vincente significa aderire a certi standard ecc...
Avere reddito, una posizione, una certo comportamento, essere iunserito in certi meccanismi e via dicendo.
Se Guardi il topic del "cosa volete" hai un'idea chiara di quali siano questi standard. La maggiorparte degli utenti cerca un lavoro che lo faccia campare, qualcosa intorno al cazzo e boh, la tv via cavo. Cose così.
Se invece intendi cosa può farti vincere sulla vita temo che la risposta sia nulla, al massimo puoi paraggiare se hai tanto culo, leggi sei ricco e un'educazione decente da garantirti la possibilità di una ragione retta.
Per quanto mi riguarda sono perma annoiato e pigrissimo quindi i miei si vanno alle proposte che mi incuriosiscono il resto mi risulta meh e lo snobbo. Infatti passo per snob, quando in realtà sono solo annoiato, anche se snob sarebbe meglio.
Non ho ben capito l'ambito a cui fai riferimento: dire si intendi in ambito lavorativo, in ambito sociale, in fatto di scelte.....?
Per quello che ho interpretato ti posso dire che : quando stai male, l'apatia è un baratro da cui devi sforzarti di restare lontano, una volta che cadi nell'apatia fai fatica doppia ad uscirne.
Darsi i propri tempi per uscire da situazioni difficili è fondamentale, ma è altrettanto importante non perdere di vista l'importanza di mettere in piedi una "ricostruzione" del proprio mondo. La strada giusta è quella che deve portarti a stare bene, quindi devi fare le cose in funzione di questo. Purtroppo non c'è un sentiero tratteggiato che ti dice cosa è meglio, ma una cosa è certa: da come dici ora non stai bene, quindi devi cambiare le cose.
A margine ti dico: preoccupati davvero quando neanche te le propongono più.
Per quello che ho interpretato ti posso dire che : quando stai male, l'apatia è un baratro da cui devi sforzarti di restare lontano, una volta che cadi nell'apatia fai fatica doppia ad uscirne.
Darsi i propri tempi per uscire da situazioni difficili è fondamentale, ma è altrettanto importante non perdere di vista l'importanza di mettere in piedi una "ricostruzione" del proprio mondo. La strada giusta è quella che deve portarti a stare bene, quindi devi fare le cose in funzione di questo. Purtroppo non c'è un sentiero tratteggiato che ti dice cosa è meglio, ma una cosa è certa: da come dici ora non stai bene, quindi devi cambiare le cose.
A margine ti dico: preoccupati davvero quando neanche te le propongono più.
Sinceramente i periodi "no" sia nel senso di negativo sia nel senso di dire "no" a tutto capitano.
Secondo me già il fatto di avere occasioni a cui dire no, da un certo punto di vista, è positivo: in alcuni frangenti della mia vita sono stato costretto a crearmi da solo le occasioni, se avessi aspettato sarei rimasto impantanato chissà per quanto.
E magari oggi hai bisogno di dire no, perchè vivresti quelle situazioni male.
Ecco magari inizia a considerare quello che può valere la pena o non pena fare senza pregiudizi e pensando che magari anche da una cazzata (dire sì ad una cena di lavoro, andare a prendere un caffè con un vecchio amico/a) puoi scatenare una serie di eventi che ti porteranno ad altro, ma allo stesso tempo senza avere aspettative e vivendoli/godendone per quel che sono (una cena di lavoro, un caffè con un amico).
Secondo me già il fatto di avere occasioni a cui dire no, da un certo punto di vista, è positivo: in alcuni frangenti della mia vita sono stato costretto a crearmi da solo le occasioni, se avessi aspettato sarei rimasto impantanato chissà per quanto.
E magari oggi hai bisogno di dire no, perchè vivresti quelle situazioni male.
Ecco magari inizia a considerare quello che può valere la pena o non pena fare senza pregiudizi e pensando che magari anche da una cazzata (dire sì ad una cena di lavoro, andare a prendere un caffè con un vecchio amico/a) puoi scatenare una serie di eventi che ti porteranno ad altro, ma allo stesso tempo senza avere aspettative e vivendoli/godendone per quel che sono (una cena di lavoro, un caffè con un amico).
Ti prego non usare più l'espressione "essere vincenti nella vita"
fottitene. preoccupati invece quando dici no a qualche cosa che volevi, perché pensi di non farcela. in quel caso accetta la sfida e prova a te stesso che invece ce la puoi fare... magari non perfettamente quanto vorresti, ma almeno ti sei scosso di dosso l'apatia e hai provato (di nuovo) a inseguire qualcosa che vuoi.
veramente ho scritto "cosa ti fa vincere davvero nella vita", che è altra cosa rispetto a quello che dici tu.
io intendevo chiedere cosa ci qualifica come persone che sono riuscite in qualcosa, a realizzarsi. cosa conta davvero, in ultima analisi... se il lavoro, la carriera, la famiglia oppure altre cose più interiori...
Personalmente mi limito a seguire me stesso...nel profondo ho voglia di fare qualcosa? lo faccio. Non ne ho voglia? me ne sto per i cazzi miei.
Spesso ho bisogno di starmene da solo o cmq evitare eventi / luoghi troppo affollati o chiassosi, quindi vado molto a periodi per i "no" e i "si".
La cosa difficile, ma importante, è saper distinguere i desideri genuini dalle semplici pulsioni o spinte. Se senti una spinta verso dire "no" ma in fondo percepisci che staresti meglio (in senso profondo) dicendo "si" è bene sforzarsi, altrimenti non ti vergognare o preoccupare di rifiutare proposte.
L'unica vittoria nella vita possibile è quella di vivere una vita piena e interessante, e in questo l'unico parametro sei tu. Strafottitene dei canoni sociali.
Spesso ho bisogno di starmene da solo o cmq evitare eventi / luoghi troppo affollati o chiassosi, quindi vado molto a periodi per i "no" e i "si".
La cosa difficile, ma importante, è saper distinguere i desideri genuini dalle semplici pulsioni o spinte. Se senti una spinta verso dire "no" ma in fondo percepisci che staresti meglio (in senso profondo) dicendo "si" è bene sforzarsi, altrimenti non ti vergognare o preoccupare di rifiutare proposte.
L'unica vittoria nella vita possibile è quella di vivere una vita piena e interessante, e in questo l'unico parametro sei tu. Strafottitene dei canoni sociali.
capisco molto bene ciò che vuoi dire, hai centrato il mio problema
Condivido in toto
*
la vita diventa più interessante con qualche SI in più
se sono ubriaco dico sempre si, se sono lucido è no al 95%
nella tua situazione, per quel poco che ho capito, è necessario invertire quelle percentuali, senza ragionarci sopra
Io non ce la faccio proprio a dire di no invece, e lo studio ne risente
Il Si e il No sono due scelte che ci permettono di prendere delle strade differenti a seconda della richiesta.
Personalmente sono tendente al No, spesso lo dico per evitare di andare incontro ad eventuali umiliazioni o catastrofi pianificate dalla società, ma non nego di averlo fatto per egoismo e pigrizia, infatti a guardare le piccole scelte che ho fatto nel passato, spesso mi vien da sfoggiare un sorriso di malinconia, carico di rassegnazione.
Spesso la gente dice Si perchè non vuole vivere uno stato di freddezza, vuole contatti, ma sopratutto vuole vivere un'avventura e fare esperienza da quella che apparentemente è una scelta dove non vengono calcolate le possibili conseguenze, ma in fondo credo che sia uno dei numerosi aspetti che caratterizza l'essere umano, dove il pigro dirà "quell'uomo adora lo spirito dell'avventura e non teme nulla" mentre il vigoroso dirà l'esatto opposto "quell'uomo ha saputo calcolare gli imprevvisti di tale avventura".
Sono scelte e spesso si risponde in base al proprio stato emotivo.
Personalmente sono tendente al No, spesso lo dico per evitare di andare incontro ad eventuali umiliazioni o catastrofi pianificate dalla società, ma non nego di averlo fatto per egoismo e pigrizia, infatti a guardare le piccole scelte che ho fatto nel passato, spesso mi vien da sfoggiare un sorriso di malinconia, carico di rassegnazione.
Spesso la gente dice Si perchè non vuole vivere uno stato di freddezza, vuole contatti, ma sopratutto vuole vivere un'avventura e fare esperienza da quella che apparentemente è una scelta dove non vengono calcolate le possibili conseguenze, ma in fondo credo che sia uno dei numerosi aspetti che caratterizza l'essere umano, dove il pigro dirà "quell'uomo adora lo spirito dell'avventura e non teme nulla" mentre il vigoroso dirà l'esatto opposto "quell'uomo ha saputo calcolare gli imprevvisti di tale avventura".
Sono scelte e spesso si risponde in base al proprio stato emotivo.
Pare l'inizio del temino delle medie