Dei delitti e delle pene(30) [NGI Remix]

ueue posa il ferro :asd:
ho detto che ora ho capito chi sei perchè ti ho visto postare recentemente sul topic di manicomio su palestina-israele (dove ero finito per sbaglio)

ho ricontrollato ed eri effettivamente tu quello a cui mi riferivo (Quello con le qualifiche sull’accademia militare che discuteva con Brom dei razzi) quindi non ho detto niente di sbagliato :dunnasd:

we are legion :asd:

Strano che uno sbirro cerchi un circolo chiuso con solo rinforzi positivi sulle sue idee un po’ del cazzo, chi lo avrebbe mai dettohh

:smack: non mi Swattare :cry:

allora ho aperto la porta e sono con le mani dietro la testa sdraiato ok? salite pure

E anche “fascista”, se uno vuole, altro termine che vedo spesso usato a random ma che in questo caso calza a pennello.

il punto è che non lo puoi decidere in modo arbitrario PRIMA se il punto 1 non lo puoi applicare, ci devi comunque provare
poi ci sono cmq casi in cui la somma di pene (per esempio per i mafiosi), non ti permetterà praticamente mai di uscire dal carcere a meno di situazioni speciali (es. collaboratore di giustizia)

i prossimi che postano solo per far polemica tra utenti, scoprono l’efficacia delle pene ri-educative
ah e pure le cotestazioni tra sezioni tenetevele per voi, avete liberà di postare in entrambe o in nessuna, ma evitate questo continuo “ah agorà di qui, ah manicomio di la ecc ecc”

3 Likes

Manicomio un circolo dove avrei ricevuto solo rinforzi positivi? :asd:
Io?

Forse la cosa meno vicino alla realtà che ho letto oggi :asd:

È implicito in “reazionario”

Ecco, potremmo usare questo esempio, poiché per esempio in questo messaggio si può trovare:

  1. La funzione generalpreventiva della pena, poiché ha un’efficacia deterrente, tendendo a dissuadere i membri della comunità a compiere un’azione sanzionabile;
  2. La funzione specialpreventiva potrebbe entrare in gioco in gioco nel caso in cui qualcuno dovesse violare questa specifica normativa, si ritaglierebbe la pena in funzione del soggetto autore della violazione, isolandolo dalla comunità e comminando una pena nella speranza che non commetta nuovamente in futuro la medesima violazione;
  3. Qui ci colleghiamo alla funzione retributiva, cioè il reo sarebbe isolato dalla comunità, gli verrebbe impedito di postare, si tratterebbe di un’afflizione, il cui scopo è quello di punire per il male commesso in quanto tale;

Manca però la funzione rieducativa della pena, dove il reo si troverebbe a postare solamente in uno specifico angolo della nostra comunità, venendo messo in un programma di re-inserimento specifico, con un percorso apposito per poter tornare a far parte della comunità e integrarsi con la stessa.
Su NGI il programma potrebbe consistere in poderose gomitate.

Queste funzioni si mischiano anche nel nostro ordinamento, anche se la finalità principe è quella rieducativa, come stabilito dall’art. 27 della Costituzione. Intorno poi si sviluppano, inevitabilmente, anche tutte le altre funzioni.

Aaaaaa aspetta, hai ragione
Tu sei quello che si è sbagliato in buona fede ed è entrato in un giro di schiaffi senza accorgersene :asd:
Ma ci tengo a dire che IO non ti ho detto nulla, giusto una battutina sarcastica che non penso possa essere viatico di chissà quale atavica rivalità, né sufficiente per caratterizzare un utente e metterlo automaticamente nella squadra dei cattivi, su

Il problema quale è stato? Che poi qualche cheerleader che ora non ricordo ti ha aperto (immagino non richiesto) una lamentela per interposta persona su FF? Dai faceva oggettivamente ridere, chiedevano il delisting “perché poi la gente si sbaglia” e altre cose di questo tipo, tipico caso di eterogenesi dei fini dove si parte per fare del bene e si finisce per fare male. :asd:

Ma anche lì, io che ti ho detto? Manco ci siamo scambiati messaggi dai. A parte che mi sono fatto una piacevole risata bon, è finita lì.
Poi @oath, il cui verbo per me è legge, mi ha già piemmato qualche giorno fa redarguendomi e dicendo di farla finita che di forum wars non si vuole più nemmeno parlare, e va bene, ci sta. Ribadisco, non era quella l’intenzione.

lo so! Infatti non ho detto che mi hai detto qualcosa ne che io e te abbiamo discusso.
Rileggi il mio reply!
ho pure scritto che mi interessano anche le tue opinioni qui e quindi gentilmente smettila di fare forum war o di generalizzare “voi su agorà” :asd:
fine che poi feror si arrabbia :love:

Ma io sono d’accordo con te e infatti mi bisticcio sempre :asd:

Maaaa… Split?

Feror splitman.

Il punto è che ripeto, non arrivo proprio a comprendere quale possa mai essere il percorso riabilitativo e di ammenda per esempi agghiaccianti come Brusca, o Erika e Omar e via discorrendo.
Lo so, non puoi fare giurisprudenza sui singoli casi. Mai sostenuto!
E tra l’altro la legislazione contempla un ventaglio di opzioni quindi ripeto, non è che al primo omicidio esclamo “ergastolo!” e via.
Quello che sostengo da sempre è che la presenza nella società di certi individui deve essere esclusa.
Il perché è nel gesto stesso da essi compiuto. Uno che scioglie nell’acido un ragazzino non può aver più posto nel quotidiano.

1 Like

Allora, se volete discutere qui della questione di quale deve essere lo scopo e la durata delle pene ovviamente bene, una cosa che non voglio vedere però (al di là dei classici insulti etc) è “ah ma quelli di Agorà” “Ah ma te sei di Manicomio”, come già sottolineato da Feror.

Discutete degli argomenti, non delle sezioni.

qualcuno ha detto pene?

Come è stato intelligentemente detto sopra a livello concettuale se sei contro la pena di morte non puoi, in nessun caso, negare il bisogno di fare un tentativo di recuperare un condannato. Anche di quello che ha commesso i crimini più efferati.

O è da rinchiudere perché psicotico, e allora è un pericolo per sé e gli altri, ma non questa misura è una pena ed è indipendente dal fatto commesso.

Dire che uno va tenuto in carcere a vita, o 50 anni, o 30, comunque indipendentemente da quello che succede dopo la condanna perché va punito, va tenuto lontano dalla società in quanto pericoloso, è pericolosissimo.
Se sosteniamo che esiste un nucleo di diritti inviolabili di cui ogni individuo è titolare indipendentemente dal fatto che la società glieli riconosca o meno, e tra questi diritti c’è - per citarne solo due che il carcere comprime - la libertà individuale e il diritto a un’esistenza dignitosa allora non si può ammettere che per un fatto commesso, per quanto grave, la compressione di questi diritti arrivi al punto di fatto di toglierteli per sempre e senza possibilità di redenzione.

L’alternativa è lo stato etico ovvero lo stato che è fine ultimo della vita degli individui e che decide lui quali diritti riconoscere e quali no.
Non vi dico dove porta lo stato etico perché tanto il fasciosegnale è sempre acceso qua dentro quindi non serve dilungarsi

3 Likes

ora il titolo è più corretto per NGI

1 Like

Non capisco cosa vuoi dire qui.
Una cosa e’ lo stato etico, un’altra che esista un’etica diffusa che lo stato segue.
Di fatto ogni stato gia’ ora decide quali diritti riconoscere e quali no. E non vedo come possa essere altrimenti.

Quindi perché mi triggero?

Perché “buttate via le chiavi” è una bestialità, certo, chiaramente figlia della non -conoscenza delle condizioni disastrate del sistema carcerario, ci mancherebbe, ma è anche una cosa che mina alla base le fondamenta dello stato non dico democratico ma addirittura liberale per come uscito dall’illuminismo e dalla rivoluzione francese, roba che son passati più di 300 anni ormai.

Mi spiego dopo che in effetti è messa lì un po’ così e ora sono un po’ impicciato, purtroppo le vostre tasse non mi pagano per scrivere su un forum :(

Con stato etico mi riferisco alla concezione Hobbes/Hegeliana secondo cui lo stato è il decisore, il concessore dei diritti.
Il capo dello stato infatti viene considerato al di sopra delle leggi, e lo stato essendo il fine ultimo della vita degli individui (precisamente se ricordo bene, realizza la fusione senza residui degli individui nello stato) può decidere di toglierti un diritto e, per la realizzazione dei suoi sacri suoi fini, importi di rinunciare anche alla vita, o alla famiglia, in casi estremi, perché no, all’uguaglianza.
E qui i più studiati dovrebbero cominciare a sentire l’eco di stivali chiodati che marciano al passo dell’oca.

Esatto ma il punto è proprio questo termine che usi tu, “riconosce”, che è lo stesso che usa la nostra costituzione.
Riconosce non vuol dire che li crea, ma che prende atto della loro esistenza che è indipendente dalla forma di stato e dalla costituzione stessa.

Dice l’art 21 che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, diritti che esistono indipendentemente da essa e che sono indisponibili, irrinunciabili anche dall’interessato, ma soprattutto inalienabili, non posso essere tolti ma solo temporaneamente compressi in virtù di diritti di pari rango di altri individui, che occorre soddisfare.

Per questo non si può dire “carcere a vita”, e da qui discendono tutti i problemi con l’ergastolo ostativo dato ai mafiosi, dove il sistema rischia oggettivamente il corto circuito

Carcere a vita indipendentemente da quel che succede dopo la condanna vuol dire che il diritto alla libertà individuale tu lo perdi, non lo hai più, non ti può più venire ridato, e se passa questo crolla tutta l’impalcatura dello stato di diritto.

2 Likes