Cosa stai leggendo adesso? (Part 1)

Sto leggendo contemporaneamente A che Punto è la Notte, di Fruttero&Lucentini, un giallone torinese assolutamente adorabile e scritto divinamente, e Essere una Macchina, di Mark O'Donnel, un saggio sul mondo dei transumanisti e delle sue varie forme, piuttosto godibile.


Il discorso è veramente lungo, hai ragione.
Alcune cose non le capisco, ma su altre proprio non sono d'accordo: definire il rapporto di coppia o i pensieri interiori come "pettegolezzi privati" lo trovo assurdo.
Aggiungo che io sono in terapia da ormai 1 anno e mezzo e, so di essere malato, altro che sano.
Tu mai stato in terapia?
Io capisco il muovere una critica agli psicoterapeuti, quello si. Ma non alla psicoterapia.
killing commendatore (ultimo di Murakami), come sempre mi tiene incollato

Beh si, lo sono. Lo trovi assurdo perché è minoritario nel discorso pubblico che causa i problemi di cui sopra. I "pensieri interiori" sono il modo in cui si manifesta il problema "1", per me l'inconscio è pubblico, se cerchi "dentro alle persone" non trovi nulla, solo nonsense, devi sempre guardare fuori. I rapporti di coppia sono utili alla terapia perché puoi affogarci tutti i problemi del mondo potendo dire tutto e il suo contrario, è un trick.


Sono mica matto ad andare in terapia



Ma il problema non è mai il singolo terapeuta, ce ne sono di buoni e no, il problema è l'istituzione.

A proposito di libri invece intanto ho iniziato Tenera è la notte.
Sto leggendo il libro dell'inquietudine di Pessoa, sono un po' perplesso devo dire


That's the way


Bho, non riesco a seguirti

L'inconscio è ignoto e remoto, anche all'individuo stesso: come può essere pubblico?
I problemi esistenziali sono tutt'altra cosa rispetto alle disfunzionalità della psiche.
Ma che ci siano terapeuti furbeschi è innegabili, magari sono anche la maggior parte (temo), ma in una terapia seria "non si può dire tutto e il contrario di tutto".
Detta così sembra che, stare in un rapporto di coppia in cui si è abusati o simili, a volte può andare bene e a volte può andare male. Ma non è così.
Chiaramente essere abusati è un problema ma per spiegarti meglio riprendo un esempio proprio di Benasayag, gli arriva un tossico in terapia, il ragionamento che il terapista Benasayag fa è questo: il mercato di narcotici fa girare i miliardi, non si riesce nemmeno a pensare un mondo senza traffico di stupefacenti. Questa cosa genera X tossicodipendenti. E' più rilevante nella tossicodipendenza il traffico che le ragioni che portano quell'individuo piuttosto che un altro ad essere un tossico.
Cosa fa invece l'istituzione clinica? Indaga il singolo tossico. Vede i suoi rapporti familiari, le sue relazioni amorose ecc... fa pettegolezzo. Così il discorso sul traffico di droga può essere ignorato.


non ho capito..secondo te uno psicoterapeuta dovrebbe parlare della lotta al narcotraffico al suo paziente?


Non al paziente ma nella letteratura. Rimanendo all'esempio l'eroina è stata strumento politico varie volte, negli USA durante il '68 è stata introdotta negli ambienti hippie dalla CIA e il traffico usato come finanziamento degli eserciti controrivoluzionari sudamericani, in Italia negli anni '70 c'è stata l'operazione bluemoon, recentemente con l'occupazione dell'Afganistan è raddoppiata la produzione della stessa su scala mondiale e così via.
Che fa la psicologia? Mette in relazione il consumo di eroina coi rapporti personali, e lo fa per coprire le questioni di cui sopra. Quando si, gli psi dovrebbero dire che il consumo di eroina dipende dalla guerra in Afganistan e non dalla situazione familiare. Se fa la seconda cosa fa gossip.
Quindi é come dire che uno si droga perché esiste la droga?


Io non sono così d'accordo.
Gli psi dovrebbero capire perchè, nonostante una eventuale esplosione di eroina, una persona non la usa o invece perchè, nonostante una eventuale riduzione di eroina circolante, un'altra persona la usa.
La tua visione mi sembra quasi "complottista" se mi permetti. Una cospirazione in cui i terapeuti vogliono nascondere le malefatte dei governi.

Il terapeuta, deve avere anche una visione sul singolo individuo. Perchè lui fa certe scelte? perchè ha certe debolezze?

Va anche detto che, un terapeuta bravo, valuta sempre il contesto socio-culturale e la sua evoluzione nelle decadi e come questo favorisce o meno allo sviluppo di dipendenze/nevrosi/psicosi e così via.
Almeno la mia fa così, ma sono convinto che molta della saggistica in giro parli di come "quello che accade nel mondo" va ad influenza la psiche di massa e generare storture (a volte in maniera anche priva di basi/evidenze).

Quanto si sarà parlato dei danni della tv, dei videogiochi, dei social, di internet, del troppo lavoro, dei genitori assenti e così via?



ecco, sembra tutto ridursi a questo.


Vuoi veramente vedere se ci sono più pubblicazioni su questo o sui rapporti familiari in psicologia?


ma può essere anche il 20% al 80% e a mio avviso è giusto che si occupi più del singolo che della massa


Ok se a tuo avviso è giusto problem solved


Questo solo perchè tu sei sano.

Chi è malato ha bisogno di essere curato, amen se non viene pubblicata abbastanza letteratura su come la guerra in afghanistan ha immesso molta più eroina sul mercato.


Finito, gran romanzo (ho letto la stesura revisionata da Cowley), molto amaro e stilisticamente super elaborato. Se si passa sopra a qualche WTF temporale e qualche imprecisione dovuta alla stesura tormentata è una grandissima opera.

Ora mi sono preso Splendori e miserie delle cortigiane di Balzac, La rivolta degli angeli di F. Anatole, Onnazaka di Enchi Fumiko e i Diari di Sant'Angela per il fap.
Quinn Slobodian - Globalists: The End of Empire and the Birth of Neoliberalism


Merita?


Molto. Soprattutto lui è d’accordo con noi.

Qua c’è l’intervista che me lo ha fatto scoprire:

https://www.blubrry.com/jacobin/39413663/the-dig-a-history-of-neoliberalism-with-quinn-slobodian/