Ho letto La trilogia di New York di Paul Auster. Tre storie newyorkesi (ma manco tanto, mi aspettavo un affresco cittadino ma questa New York potrebbe essere qualsiasi posto) non-gialle che, ovviamente, si legano nel finale dell'ultima. E' un libro che ha avuto un certo successo e posso capire anche perché possa risultare interessante, il fatto è che è brutto purtroppo. E' un gioco di prestigio letterario dal punto di vista degli avvenimenti ma al di là di questo è una reprise dei temi della grande letteratura continentale. Visto però che l'america è il posto dove le idee vanno a diventare stupide *cit Iroel anche lo strutturalismo e la filosofia del linguaggio lacaniana si istupidisce in giochi di specchi, scambi di personalità e via dicendo: come negli anni '70 gli scrittori di fantascienza si interessavano di Einstein e dopo non aver capito la relatività scrivevano racconti brutti coi viaggi nel tempo, qui Auster ha letto Lacan, non l'ha capito, e scrive di gente che si scambia il nome nel tentativo di fare filosofia del linguaggio, poi se la prende con Hegel cercando di tirarsi dietro Chesterton (il secondo racconto è un po' L'uomo che fu giovedì) in salsa kafkiana (l'impossibilità di concludere una storia, di morire ecc...). C'è anche un sentire di quel senso di caduta, di straniamento che è stato proprio di certi classici moderni, ma risulta artefatto al contrario dei casi in cui, almeno per quanto mi riguarda, certi autori (Camus, Kristof...) avevano avuto la capacità di trasportarti "alla fine del mondo"; per questa mancanza finisce anche a cadere un po' nel surreale.
Ho finalmente terminato anche La donna giusta di Marai che invece è un libro molto bello, una sorta di Rashomon in cui diversi personaggi si "confessano" riguardo la loro vita in comune tra la fine della prima e la fine della seconda guerra mondiale. La storia, le posizioni estetiche e politiche dell'autore si formano come un puzzle nei contrappunti tra i vari racconti dei protagonisti toccando mille temi con diversi toni e sfumature. Purtroppo è veramente troppo reazionario per le mie corde, e pensare che molti dei miei autori di riferimento sono reazionari, ma qui siamo a un livello veramente eccessivo per me.