Communication Skillz0r [Figli/e/æ]

Buondì a tutti gli stronzi che si preoccupano per l’educazione dei propri figli.

Lavorando nelle vendite per tanti anni mi sono reso conto da praticamente subito che la comunicazione è una skill.

Un’abilità delle più importanti in assoluto se si vuole avanzare nella pirade che è la nostra società. Da quando ho imparato a comunicare in maniera efficiente sono sempre stato avvantaggiato rispetto a chi è una ““persona normale”” (inteso come, persona che non bada al tono di voce con cui parla ecc…)

Quest’estate andrò col merda su una strada, abbastanza trafficata, che porta alla spiaggia e imbastirò un piccolo stand per limonata e/o una cagata simile.

Perché?

Perché voglio che il ciccio impari a non essere timido (cosa che mi ha distrutto l’adolescenza) e a rapportarsi-confrontarsi con la società + capire il valore del soldi.

Mi è venuta una mezza idea di fare una specie di homeschooling in comunicazione: come si parla? con che tono? come costruisco una frase con senso compiuto, che mi aiuti ad ottenere ciò che desidero? E quant’altro.

Voi? Fate qualcosa a riguardo?

Ma perché lo vuoi traumatizzare così :rotfl:

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pls stay IT o volano schiaffi

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No, sono serio. Tu pensi che questa cosa abbia del valore pedagogico ma io non sarei altrettanto sicuro. Faccio un esempio, se gli poni una sfida e stati di successo/insuccesso, come pensi reagirebbe nel caso di non raggiungimento del successo? Considerato che ad esempio, tali stati potrebbero essere sia al di là della sua reale capacità di influenza, sia al di là della sua capacità di astrazione.

Il periodo che sta attraversando la tua prole è quello dove si cementano i disturbi di personalità, che sono al 95% causati da traumi generati dal rapporto con i caregiver.

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non ho mocciosi che girano in casa ma quello che mi chiedo, il suo svezzamento timidoso non dovrebbe essere portato avanti facendolo interagire con i suoi pari età?
Lo vedrei meglio se lo droppi in qualche colonia piena di altri bipedi della stessa età dove può fare attività che lo “prendono” di più.

Ok, capisco cosa intendi char. Prima di fare qualcosa di nuovo gli dico sempre i possibili outcome, e prima di tutto gli chiedo se è una cosa che vuole fare. Non è una cosa che impongo.

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Ma invece di premeditare robe mostruose e potenzialmente traumatiche non fai prima ad accettare a priori personalità e disposizioni di tuo figlio in maniera sana?

“Impari a non essere timido” ma che oh

Ok, però ricordati che ha 6 (? mi pare? a memoria?) anni.
Non ha minimamente la maturità per prendere decisioni per conto proprio.

A immaginazione mia gliela puoi porre più come gioco che come reale sfida: considera che se la prendesse troppo sul serio, c’è il rischio che sia il primo passo verso lo schifare totalmente il concetto di lavoro perché collegato a traumi internalizzati.

Con i bambini non ha problemi, è abbastanza sociale, nonostante tutti gli altri in classe già parlano -chi più chi meno- inglese, si è già fatto i suoi amichetti/e ed è socialmente accettato, gioca sempre con gli altri e non è mai da solo.

stand limonata → esperienza traumatica - roba mostruosa

Comunque vorrei precisare che ho aperto il thread per chiedere pareri se anche voi faceste qualcosa di simile a quello che ho menzionato ad inizio topic e se avete qualcosa da consigliare.

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boh se interagisce bene con i suoi “simili” (:asd:) credo che la sua personalità si stia formando correttamente e non abbia grossi blocchi di comunicazione :dunno:

Yep, anche quando lo aiuto a fare i compiti è tutto un gioco e/o una sfida. I bambini hanno bisogno del gamified o si scazzano facilmente.

Ovviamente lo stand di limonate tutto in nero, sotto il sole e minimo 10 ore di lavoro, così si abitua anche alle skillz lavorative.

/s

Ma infatti non ho mai detto che ha problemi di timidezza, siete voi che avete travisato il thread lol.

E il N se lo prende il babbo per comprare lo spoiler della macchina in fibra di carbonio, ez.

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Sorry allora ho capito male :dunnasd:

Beh, potrebbe esserlo, certo.

Costretto contro la sua reale voglia (perché assumere che la risposta che da a te, suo caregiver, suo modello di ruolo, suo riferimento che non deve mai tradire perché è inimmaginabile la cosa, sia qualcosa che esce da una valutazione razionale, non lo puoi assumere) a mettersi in una zona di discomfort, senza possibilità di disinnescare la situazione stressante e senza filtro a certi comportamenti molesti di eventuali “clienti”?

Questa è una ricetta basilare, veramente da manuale, per un trauma che si converte in un sistema di difesa irrazionale nell’età adulta.

Guarda, mi mordo la lingua perché so che al mondo non esiste creatura più fragile di un genitore che riceve una critica, però la mia esperienza te la porto lo stesso nel caso possa contribuire a risparmiare traumi ad una creatura.

Sono figlio di due narcisisti, uno in particolare non ha MAI accettato il mio essere caratterialmente e attitudinalmente diverso da lui e ha passato la mia intera esistenza a testarmi e a buttarmi giù anche con giochini dementi paragonabili a “facciamo lo stand della limonata così impari ad essere hustler”. Il non sentirmi MAI riconosciuto per quello che sono innatamente e i costanti tentativi di sovversione delle mie attitudini naturali hanno contribuito a portarmi a goccine, psicoterapia e una costante ed irrefrenabile pulsione verso la sovversione violenta di qualunque forma di autorità.

Nel caso in cui il problema sia anche legittima preoccupazione: ho avuto una vita piena e ho fatto una barca di soldi pur non essendo un hustler narcisista e rimanendo un nerdino a cui piacciono le arti, farsi i cazzi propri e insultare la gente su internet.

Fai un respiro profondo.

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come costruisco una frase con senso compiuto, che mi aiuti ad ottenere ciò che desidero? E quant’altro.

ma ha 6 anni…

Per me son tutte cose che imparerà a scuola

io di pedagogia non ne so un cazzo ma alla fine la vita e’ costellata di insuccessi.

insegnarli a metabolizzare gli insuccessi da piccolo non e’ una cosa buona in se?

I SUOI insuccessi, non quelli che tu fabbrichi per lui per motivi boh

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