Metabolizzare l’insuccesso senza rendere traumatica la cosa vorrebbe essere l’obiettivo, presumo.
La domanda è proprio, pronti al deep dive pedagogico su come ottenere questo risultato? Perché lo scenario di inserirsi in un contesto di “produciamo valore” senza alcun paletto su quanto questa cosa sia un gioco, a me non sembra crei le condizioni per la metabolizzazione.
Sono tranquillo e respiro bene, capisco cosa intendi ma non sono quel tipo di padre.
Per esempio, faceva Thai, nonostante io voglio che lui impari a na certa ho capito che non voleva farlo e andava solo per fare contento me. Ho detto alla madre di chiedergli se effettivamente voleva andare, ha detto di no e di non dirmelo (lel).
Fin, ci ho parlato e mi ha detto che non voleva più andare. Ora fa scacchi e nuoto.
Sono il primo ad essere preoccupato per eventuali traumi e salcazzo (perché ne ho io stesso), per quello rispondo così. Al momento non ho bisogno di ngi che si preoccupi per la salute psicologica di mio figlio, ci penso io a quello. E penso di essere abbastanza decente come genitore fino ad ora.
Non mi sento assolutamente di sposare l’idea che causare dei “traumi” sia una cosa da evitare a priori perché è il tipo di ragionamento che porta ai genitori spazzaneve di oggi.
la vita e la crescita sono fatti di traumi più o meno grandi che correttamente interiorizzati ci portano a diventare adulti funzionanti.
Poi eviterei di buttare un bambino che non sa nuotate dentro una piscina coi piedi legati “così si indurisce”, quello magari si, le esperienze vanno messe in prospettiva, accompagnate e sopratutto spiegate, quindi boh si ok il chiosco della limonata se pensi che il bambino lo possa prendere con il giusto spirito (quello del gioco) e trarne qualche insegnamento.
Peró mi sento di concordare con chi dice che il grosso della formazione a questa età avviene con l’interazione coi propri coetanei, e d’altra parte ci siamo evoluti per crescere così. Anche per mia figlia mi sono detto che per il “coaching personalizzato” aspetteremo l’adolescenza, quando magari ascoltarla ripetere o fare le “prove” delle interrogazioni dandogli dei suggerimenti sarà già un esercizio valido
Seguendo il tuo reply, secondo te è troppo presto (ne fa 7 a luglio)?
Non capisco il perché, però. E’ ora che impara a rapportarsi con le persone, sia della sua età (cosa che fa con discreto successo), sia con persone più adulte.
I genitori spazzaneve di oggi sono la conseguenza dei traumi senza senso a cui sono stati sottoposti.
Chi fa terapia e cerca di aggiustare il tiro, non fa lo spazzaneve ma cerca almeno di spezzare il cerchio, arginare i traumi che può causare direttamente, visto che la vita da sola ci mette il suo carico.
Si sta dicendo solo a Madian di pensarci perché alcuni di noi sono stati sottoposti proprio a questo tipo di atteggiamento che ha causato traumi EVITABILISSIMI.
Non so se riuscite a capire la differenza tra difficoltà e trauma.
mentre con i suoi pari età ci dici che è tutto secondo piani… non capisco però cosa ti aspetti da questo task
Cosa dovrebbe imparare un bambino di 6 anni in un eventuale dialogo e rapporto con un adulto ,considerando che ha già voi con cui interagire e immagino insegnanti a scuola
Comunque, per tornare al paragrafo uno dell’OP, se non ti sembra che abbia problemi di comunicazione in senso generale, se la tua preoccupazione è che sappia comunicare con intento, non è più il caso di guardare nell’ottica dell’intelligenza emotiva e dell’empatia?
Madian, ma perché non consulti un terapista dell’età dello sviluppo che ti possa dare indicazioni più precise del genitore di ngi che va a tentoni come tutti?
Te lo dico col cuore di una che ha avuto la vita rovinata da genitore narcisista e genitore depresso
Boh mi domando se ha gli strumenti e il “processing power” per interiorizzare poi nel modo corretto gli insegnamenti che vorresti dargli, a 6 anni.
Questo puoi saperlo tu in base a quanta capacità di introspezione e riflessione autonoma dimostra, credo che il più a quella età si faccia nella scuola o comunque in ambienti tra pari
Poi non mi voglio contrabbandare come educatore eh, faccio un altro mestiere
Perché lo sminchiamento è un ciclo, e i figli sminchiati sono figli di genitori sminchiati a loro volta figli di altri genitori sminchiati che al mercato mio padre (sminchiato) comprò. Nel dubbio, il mio personale ciclo di sminchiamento finisce con me.
In compenso, faccio fatica a prenderti seriamente se mi dici che causare traumi volontariamente non è necessariamente così male, forse abbiamo un problema con la definizione di trauma.
Comunque non so che infanzia abbiate vissuto ma una giornata con mio padre quasi in spiaggia con una bella giornata di sole, a scherzare e vendere limonata, minchia… avrei pagato oro.
Il mì babbo è un ottimo padre ma lavorava parecchio e spesso tornava tardi.
Scusa Madian ma mica è la stessa cosa, tuo padre è tuo padre, tu sei tu e tuo figlio è tuo figlio… non dare per scontato che quello che piace a te o ritenevi per te figo lo è anche per tuo figlio.
Oh gli vuole fare aprire uno stand per transare limonate per conio, avesse voluto fargli aprire lo stand della poesia guerriglia per la guarigione emotiva stavamo a dire fuck Jund, e invece…