[COLOSSALE WALL OF TEXT]Help situazione bipolare

Il post immediatamente sotto il primo, evidenziato in rosso, potrebbe aiutare a capire. Forse devo aggiungere dei marquee prima e dopo i post evidenziati che solo il rosso “ti brucio la retina” non basta :dunnasd:

-non ho postato il nome
-quanto riporti non risponde al mio dubbio (che può restare tale, assolutamente)
-non ho fatto indovina chi

Ho solo espresso un dubbio, appositamente non ho fatto domande nè tantomeno ho evidenziato le parti che possano aiutare a riconoscere.

Se pensi che sia necessario, edita pure il mio post e il tuo quote, vi lascio carta bianca.

Aaah, intendi la storia stessa. Pensavo intendessi il modo di scrivere, my bad :asd:

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A me sembra ovvio il motivo per usare un fake, così cercando il Nick originale sto post non esce fuori.

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Fra una ventina di minuti, io lo so, squillerà il telefono.
E va bene, son passati 4 anni e mezzo, posso anche aspettare qualche altra settimana mentre organizzo le idee.

Per interrompere il rapporto, ormai non è più questione di “se”, è questione di “come” e secondariamente di “quando”.

Sul “come”, penso che la soluzione migliore e più onesta sia di persona, ad un bar, spiegando per bene che sto male, devo prendermi in mano la mia vita, che è dolorosa la frequentazione, eccetera.
Quel che temo sono nell’immediato possibili reazioni scomposte, e (peggio) nei giorni successivi sapere che chiamerà, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora sempre più piangente, urlante, minacciante, sbraitante, parlando di emergenze, descrivendomi come “anaffettivo” e robaccia del genere.

Forse per sicurezza dovrei farmi accompagnare a questo incontro (a debita distanza e in incognito) da qualche amico che osservi la scena, una persona fidata. Peccato che gli amici li abbia sfanculati tutti.

Non riesco proprio a immaginarmi cosa dire e quali sarebbero le parole più efficaci e più facili da dire, la cosa mi terrorizza e mi mette un’ansia assurda.

Mi servirebbe un copione, mi servirebbe una sceneggiatura.

Vorrei un mio clone che lo facesse al mio posto, vorrei una controfigura.
Vorrei essere in “Chiedimi se Sono Felice” e chiedere a Giacomo di lasciare Silvana al mio posto (ok, finisce male e poi bisogna colpirla con una testata).

In realtà la soluzione migliore in assoluto sarebbe quella del ricovero.
Realisticamente, esistono modi nei quali io possa muovermi per ottenerne il ricovero permanente, che sia coatto o volontario poco importa?

Ecco, squilla.

Non era lui.

Ho preso il gigantesco WOT iniziale e l’ho incollato in Chat GPT.

Aveva già finito di rispondermi prima ancora che io staccassi il dito da “incolla”, piuttosto impressionante.

È evidente quanto tu stia affrontando una situazione davvero complessa e gravosa, un peso emotivo che ha permeato ogni aspetto della tua vita. È incredibile come tu sia stato coinvolto in modo così profondo nella vita e nelle difficoltà del tuo amico. Vorrei cominciare dicendoti che non sei responsabile delle scelte o delle azioni di quest’altra persona, né sei obbligato a sopportare un carico così pesante per la sua situazione.

È comprensibile che senti un senso di responsabilità nei confronti del tuo amico, ma è cruciale considerare anche il tuo benessere mentale ed emotivo. La tua psicologa ha ragione nell’affermare che questo stato ti sta plasmando in modi che potrebbero non essere salutari per te.

Il primo passo è prenderti cura di te stesso. È importante comprendere che puoi aiutare qualcuno senza necessariamente sopportare tutto il peso delle loro difficoltà. È essenziale stabilire dei confini sani e rifiutarti di permettere che il suo comportamento influenzi negativamente la tua vita.

Ritagliare un po’ di spazio per te stesso non significa abbandonare completamente il tuo amico, ma piuttosto proteggere la tua salute mentale. Forse potresti iniziare a stabilire dei limiti chiari con lui, comunicando in modo chiaro ma rispettoso la tua necessità di spazio o di ridurre la frequenza delle interazioni.

Potresti anche cercare un supporto aggiuntivo per affrontare questa situazione. Non è facile affrontare da solo un carico emotivo così pesante. Parlarne con la tua psicologa può essere un ottimo punto di partenza, ma potrebbe anche essere utile cercare un sostegno nelle persone a te vicine, come familiari o amici fidati, per ottenere ulteriori punti di vista e supporto.

Quanto al modo migliore per affrontare il distacco, potrebbe essere utile trovare un equilibrio tra essere onesti e rispettosi. Comunicare in modo chiaro le tue intenzioni senza ferire ulteriormente il tuo amico potrebbe essere la via da seguire. Ad esempio, potresti esprimere il desiderio di prendere una pausa per il tuo benessere mentale, senza trasmettere un senso di colpa, e magari suggerire la possibilità di continuare a essere in contatto in modo più limitato o in modalità diverse.

Infine, non dimenticare di essere gentile con te stesso. Affrontare una situazione così difficile richiede tempo e compassione per te stesso. Cerca di non farti carico di colpe che non ti appartengono. Sebbene sia difficile, prendere in considerazione la tua salute emotiva è fondamentale per trovare un equilibrio sano nella tua vita.

Posto che, per un certo verso fortunatamente, non so aiutarti non avendo mai avuto a che fare con situazioni così gravi, diciamo che questa è l’opzione numero 1 per te.

Ci hai già provato con un esito non totalmente a tuo favore. Ci vuoi riprovare, ok, io onestamente avrei mollato da un pezzo ma ci può stare. Però datti un limite, datti una scadenza. Fai un ultimo tentativo consapevole che sia tale e inderogabile.

Dopodiché mi spiace essere crudo, ma prendendo per buono tutto quello che hai scritto e seguendo i tuoi ragionamenti, le opzioni sembrano essere due:

  • il tuo amico si ammazza per via dello stile di vita che sta conducendo;
  • il tuo amico si suicida perché gli arriva la mazzata finale dovuta al tuo abbandono.

Tra la prima e la seconda quanto ti cambia realmente? Nel primo caso non staresti comunque come un cane? O l’aver fatto tutto il possibile ti farebbe stare con la coscienza a posto e allora sarebbe come se non fosse successo niente…? Leggendoti così coinvolto mi sembrerebbe strano. Nel secondo caso viene naturale pensare che i sensi di colpa possano essere molto maggiori, ma no, razionalmente parlando non hai un briciolo di responsabilità.

In realtà c’è pure la terza per cui in realtà il tuo abbandono non gli cambia un cazzo e continua a pippare e autodistruggersi esattamente come sta facendo, solo senza l’ora a settimana che spende a drenarti completamente. Ha già “superato” tanti abbandoni e potresti non essere realmente l’unico supporto che lo tiene in vita.

Hai paura di tirare la moneta e scoprirlo?

Ora leggo che non è una questione di “se” interrompere il rapporto, onestamente te lo auguro ma mi viene difficile crederci. La prenderai come una vigliaccheria, ma no, non devi sentirti in obbligo di rispondergli. Anzi, non so neanche se sia il caso di farlo questo discorsetto e se invece non sia più opportuno far cadere la cosa. Sì, dopo 32 anni, e no non sei senza cuore per questo. C’è chi manda al macero amicizie per molto meno (e tu stesso scrivi di aver seppellito tutte le altre per molto meno).

Se vuoi farlo, assolutamente in un luogo pubblico, se lo ritieni opportuno anche accompagnato e io cercherei di esporgli lucidamente come ti senti e quello che pensi. Che stai male e che deve essere ricoverato. Senza offrirgli zuccherini in cambio e scenari che sappiamo essere altamente improbabili.

Stavolta era lui. Ridotto la chiamata a 20 minuti con delle scuse, la solfa era sempre la stessa.
Mi sono sentito più aggressivo del solito e gli ho confutato diverse cose, poi ho mollato lì, non ero ancora arrivato al punto di irritarlo.

In un mondo perfetto comunque lo segnalerei alle autorità e se ne occuperebbero.

Vabbe’ ChatGPT kills forum, altro che social :asd:

Da quello che hai raccontato le autorità lo conoscono già il soggetto ed è seguito da dei professionisti che fanno quello di lavoro non puoi sostituirti a loro.

Devi accettare che il tuo amico è un malato e che come alcuni malati non ha voglia di prendere coscienza di se e del suo stato di salute o che non è in grado di farlo e che non puoi fare altro che sperare. Ma non sei tu il suo salvatore.

Mi piacerebbe tanto poter parlare con loro, forse potrei carpirne il nome da qualche documento che a volte mi passa per bisogno di fotocopie eccetera e cercare un colloquio.
Non so quanto sarebbe legale questo, credo poco, ma magari insistendo ci riuscirei.

Altra telefonata da 1 ora e un quarto di cazzate allucinanti ieri.
Che due palle incredibili sta TASSA di rubarmi 1 ora e passa di tempo ogni 48 ore esatte come un orologio.
I primi 10 minuti mi fa anche piacere, dopo non vedo solo l’ora che lo strazio termini.
Per me, è una rottura di cazzo immane, per lui è l’unica conversazione esistente al mondo.
Quindi sopporto.

La cosa assurda è che non capisco per quale motivo al mondo io provi così tanto terrore.
Voglio, voglio, voglio chiudere il prima possibile e nel modo più definitivo possibile i rapporti, per sempre, una volta per tutte, in modo da svegliarmi il giorno dopo, aprire gli occhi, respirare e dire “Cazzo, è finita, sono libero.”.

Ma niente, la sola idea mi spaventa a morte, non so cosa fare cosa dire che parole usare quando farlo dove farlo.
Ho scritto anche a unobravo punto com e spero possano darmi una mano.

Se non funziona non lo so, mi iscrivo ai terroristi.

Ma … Provare con un po’ di onestà edulcorata del tipo “ti chiedo scusa dal profondo del cuore ma in questo periodo sto particolarmente male, mi sto facendo aiutare a risolvere, devo occuparmi di me stesso o succede un casino, parlare con te che hai x problemi rende più difficile la mia guarigione” …?

This

Indovinate un po’?

Non è ancora cambiato un cazzo di niente.
Ogni 48 ore la telefonata/inchiodatura di un’ora, ancora sono isolato dal mondo.
Capita che gli passi 30/40 euro perché ha crisi mostruose di craving.

La “bomba” non l’ho ancora sganciata. E sono riluttante a farlo, provo un bizzarro ma comprensibile senso di legame e affetto. Vorrei che la cosa fosse gestita in modo più “normale” e meno impattante per me, meno da “il file excel dice che devo chiamare ogni 48 ore”.

Ma non è per questo che sto scrivendo.

Medito di cambiare terapeuta. Un mesetto fa, ho letto alla mia terapeuta tutto questo post (evitando le parti sarcastiche ed autoreferenziali relative al setting di questo forum e facendo qualche taglio).
Ne è stata oltremodo infastidita ed ha sbadigliato per tutto il tempo. E’ stata, come definita da lei, una sessione assurda ed anomala. Ha continuato a sbadigliare anche dopo che avevo finito di leggere il mappazzone ed ha pensato di portare in sessione il fatto notevole che se la terapeuta ha una crisi di sbadigli evidentemente è una cosa di cui parlare.

Come si può cambiare terapeuta dopo oltre 10 anni e ripartire da zero?
La mia vita è lunga da ri spiegare nuovamente da capo, e a doverla rispiegare adesso ci son pure dieci anni di più.

E poi, a lei che le dico?

Dio che palle.

Sul resto non ti so aiutare, ma in che senso che le dici? Sei un cliente, puoi tagliare quando vuoi.

Boh, non le devi un cazzo. Le farei notare il comportamento poco professionale per come lo hai descritto e taglierei.

la terapeuta ti sbadiglia in faccia e ti fai problemi a mandarla a cagare? dai su i soldi ma soprattutto la testa e’ la tua

Ma mandala a fanculo per direttissima ma che scherziamo?

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Per altro è facilissimo che sia la prima che vuole chiudere se lo ha fatto cosi platealmente

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