Salve a tutti
Il topic potrebbe autodistruggersi in qualsiasi momento.
Uso questo fake per mantenere il più possibile il riserbo sulla mia reale identità tenendola ignota a voi miseri mortali.
Scrivo sto topic perché ho bisogno di aiuto in una situazione che mi ha gettato in un buco nero dal quale non riesco più a uscire e che pian piano (il che è esattamente quel che temevo avvenisse anni fa, come vedremo) ha risucchiato tutto quanto.
Lungo antefatto
Dunque, dal 1991 ho un amico.
E’ sempre stato un tizio decisamente strano e sopra le righe ma dimesso, iper timido e generalmente molto posato nei modi. Estremamente (ma estremamente) colto e intelligente, fanatico del voler a tutti costi essere diverso dagli altri per sociopatia estrema e ostentato disprezzo verso il genere umano. Ovviamente mascheramento di una violentissima fobia sociale e immaturità emotiva, ma non siam qui a parlare di questo.
Fatto sta che siam cresciuti pressoché assieme, fino a circa i miei 18 anni.
Mia madre lo ha sempre detestato, sostenendo che abbia avuto un effetto molto nefasto sulla mia personalità in adolescenza (a sentire lei prima ero un estroverso allegrone cuor contento, ma son fantasie di cuore di mamma) portandomi a chiudermi in me stesso.
Poi attorno a fine '90 le strade si sono abbastanza distinte, io sempre più sociale e orientato verso una coesistenza col genere umano e lui ancora cocciutamente intento al rifiuto ostentato verso ogni forma di normalità relazionale.
Io che simulo e accentuo tratti weird per fare il simpatico giullare, lui che non deve simulare un cazzo di nulla, sforzandosi al massimo simula buone maniere.
Io faccio di tutto per essere good, lui fa di tutto per essere evil.
Ognuno ha le sue esperienze.
Io coltivo comitive, relazioni, lavori, lui pianta la casa e fa lo squatter in giro per l’Europa massacrandosi di ogni droga possibile per distanziarsi dalla madre e dalla società. Rimaniamo in sto periodo in saltuario contatto telefonico per i tantissimi interessi comuni (presenti effettivamente tuttora).
Gli anni passano, torna in Italia, ci si vede qualche volta, ma saltuariamente, oramai le mie compagnie e le mie abitudini sono altre, non più i giochi di ruolo e i videogames di continuo (anche), preferisco uscire, bere, avere relazioni, divertirmi, giocare, dominare il mondo intero sui forum schiacciando senza alcuna pietà ogni forma di resistenza al potere invincibile della mia aura divina di più grande troll e flamer mai esistito sulla faccia della Terra. Ho distrutto, creato, plasmato, rivoluzionato e condizionato ogni realtà virtuale in cui mai abbia messo piede da sempre. Ma non siam qui a parlare di me, che poi sono anonimo.
Quando ci si becca ci si diverte, comunque. Siam maturati entrambi, ognuno a suo modo. Io decisamente più stabile ed equilibrato (e qui qualcuno conoscendomi potrebbe dire "e la madonna, lui allora chi cazzo è se te sei quello equilibrato). Si vedono amici comuni, ci si unisce a nuove compagnie.
Riparte, questa volta se ne va all’estero per diversi anni. Essenzialmente quel che fa è rinchiudersi in una casa all’estero e massacrarsi di puttane e droga (thc e cocaina). Spende un patrimonio ESAGERATO.
Si noti che da quando è nato non ha mai lavorato un solo giorno in vita sua. Non ne ha mai avuto bisogno avendo delle rendite immobiliari ereditate dal padre mancato in giovane età. Con abili investimenti, ha per sempre evitato questo ingresso nella società.
Qualche anno e ritorna.
Stessa solfa di prima.
In tutto questo, in realtà, lui è da fine ‘90 e inizio 2000 nell’abisso della depressione marcia e totale. In cura con psicofarmaci di ogni tipo, in terapia, in costante autoanalisi e rimuginio feroce e spietato di se stesso. A un certo punto, credo negli anni 10, gli viene diagnosticato un disturbo bipolare e inizia ad andare sempre più giù.
Lo si continua ad invitare in compagnia ed alle feste (e nei primi 2010, quando si gira in compagnia assieme, io son quello strambo che se ne sta anche tutta la sera in silenzio a osservare, lui quello in “mood social” ostentato e fastidiosissimo, loquacerrimo e rumoroso, che scopa in giro qua e là; tanto che alle volte mi rende esausto e preferisco stare in casa a riverire Lady Sylvanas o terrorizzare utenti su forum e social. Se si va per locali o a ballare, lui è quello che attacca bottone, io quello che affascina).
Ma qualcosa inizia ad essere strano non solo per chi già lo conosce bene, ma diventa vistoso un po’ per tutti. Alle feste si scatena, pure troppo. O cerca la rissa coi fidanzati delle tipe con cui attacca bottone, o si distrugge di benzodiazepine finché non bisogna riportarlo a casa a braccia, barcollante, o si droga a manetta (“ma mi avete portato un drogato”, alcuni diranno), o nelle discussioni polemiche sulla qualunque e sull’universo mondo che adoro fare anche dal vivo si lancia in affermazioni talmente pazzesche da portare me a urlargli contro, altri, sempre più persone, semplicemente ad evitarlo. Ad esempio quando sostiene che la società non ha alcun bisogno di leggi, dovrebbe solo piegarsi al più forte ed il mondo ideale è quello hyboriano di Conan il Barbaro, oppure che le razze inferiori vanno sterminate, oppure che dovrebbe vigere la libertà estrema e se qualcuno si sente di dover pisciare su un tavolo davanti a tutti che lo faccia, chi non è d’accordo lo meni, i giudizi altrui non servono a un cazzo e ognuno deve far quello che vuole quando vuole, ma che i sub umani stiano zitti e che si limitino a lavorare in silenzio senza dar fastidio.
In sto periodo mi fregio di essere l’unico fra tutte quante le persone che lo conoscano ad avere il potere, il diritto e la capacità di zittirlo, contraddirlo, confutarlo e mandarlo a fare in culo quando se ne esce (costantemente) con le sue balordate; gli altri si limitano a fare spallucce, gli occhi al cielo o andarsene via, io ne faccio un punto d’onore di dirgli MACHECAZZODICIBRUTTOPIRLA e provare a farlo ragionare.
Qualche anno dopo, completamente dal nulla, mi attacca su Facebook per un mio post in cui parlo di un film. Come altre volte quando straparla e ostenta, gli do del poser e a quel punto ne nasce un litigio online furibondo (furibondo da parte sua) a seguito del quale “dichiara sciolto il patto di amicizia” e mi bandisce dalla sua esistenza.
Pace. Sollievo, quasi.
Un mio amico lo frequenta ancora e quando manifesta atteggiamenti idioti o opinioni idiote estreme da “superiore” e da “distinguersi” dalla massa lo prendo violentemente per il culo dicendogli di non farsi traviare con le stronzate del Signore dei Sith che cerca di fottergli il cervello.
Tutto va bene per una decina buona d’anni.
Dopodichè, questo mio amico (maledetto lui) che lo sta frequentando mi fa una telefonata molto seria per sincero affetto e preoccupazione nei suoi confronti, chiedendomi di tornare a stargli un po’ vicino dal momento che è peggiorato molto, ora fa uso anche di eroina.
Entro in un primo stato di shock emotivo, tutto mi dice che non posso farci niente, che la vita è andata avanti e che sarebbe un errore tornare a frequentarlo, ma mi lascio convincere e si organizza una partitella di ruolo, solo in tre.
Lo trovo effettivamente dannatamente peggiorato. Ora non ha più praticamente alcun rapporto sociale con nessuno a parte una compagnia storica con cui si gioca di ruolo nella quale gradualmente si reinserisce. Parla con più incertezza, sembra spaurito, inebetito. Il problema è che la madre ha sviluppato l’alzheimer, e lui vive con essa.
Passa la vita a dilapidare tutti i soldi in puttane e coca, e la madre peggiora. Ad un certo punto peggiora fino al punto che lui cessa completamente di uscire di casa, per due anni, perché lei è ingestibile. Già prima se era fuori con noi lei telefonava ogni 10 minuti, ogni volta dimenticandosi della telefonata precedente. Lo si vede sforzarsi per tenere il controllo, ma è sempre più dura. Chiuso in casa, ci giochiamo di ruolo tenendolo in remoto via skype, e sentiamo durante ogni sessione le continue violente aggressioni verbali e fisiche della madre, che peggiorano di giorno in giorno. Gli consigliamo, sempre velatamente (perché abbiam tutti paura che scleri di brutto), di farla ricoverare, così non si va più avanti. Cosa che in effetti a un certo punto fa.
E qui si arriva a una situazione di relativa stabilità per qualche anno, lo vedo una volta ogni due settimane per masterizzare al gruppo con cui va d’accordo, nessun altro contatto, io faccio la mia vita, son pieno di amici e interessi, e va bene così.
Arriviamo agli effetti nefasti su di me.
Fatti recenti
Nel 2019 a un certo punto dice di volermi vedere da solo, è importante, per parlare di certe cose della sua vita, perché deve affrontare un processo per l’affidamento delle proprietà della madre, responsabilità, amministrazione eccetera eccetera. Concordiamo un pomeriggio. Quel pomeriggio esco tardi dal lavoro per cazzi vari, devo vederlo alle 19 ma ho un contrattempo perché devo vedere mia madre, lo avviso, ci vediamo dopo cena… impazzisce, mi telefona, mi insulta, mi dice “ma chi cazzo ti credi di essere, non fare il superiore con me, domani ho un processo che vale da solo più di quanto tu abbia guadagnato nella tua vita, ma chi sei, vedi di venire subito, fai il prezioso, incontrare te bisogna chiedere udienza ed è più difficile che vedere il papa (qui non ha torto in effetti ma vabbè)”. Io sbalordisco, sento tutti gli amici che mi dicono che in effetti sta sbroccando in maniera durissima, mi metto subito in auto per andare da lui, lo avviso, in macchina mi insulta e mi dice di non andare, di non permettermi, non ne vuole più sapere.
Inizio a stare male, molto male, MALISSIMO, un mix esagerato di paura incredibile di quello che può succedere, paura generale, ansia, senso di colpa estremo. Non posso farci niente, vado avanti qualche settimana con la mia vita, poi lo sento al telefono. Pesantissimamente alterato da farmaci e droga, la telefonata dura tre ore ed è un flusso inarrestabile di frasi sconclusionate e totalmente disconnesse fra di loro, nessun senso logico, salti di pali in frasca continui, insulti, minacce, scuse, racconti, aneddoti, tragedie della sua vita che non conoscevo, un delirio totale. Pace fatta, ma è totalmente fuso.
La gente attorno a me inizia a vedermi turbato, cupo, diverso, sempre preoccupato e scostante. Cerco di andare avanti nonostante tutto ma impercettibilmente divento ogni giorno più irritabile e scontroso.
Nel frattempo gli si erano installati in casa dei malfattori che si spacciano per amici ma in realtà sfruttano il suo quadrilocale e i suoi soldi per pippare scopare fare il cazzo che vogliono e trasformargli la casa in un porto di mare in cui girano film porno e fanno ogni casino possibile sperperando il suo denaro. Lui sembra felice di avere degli amici così strambi, dei personaggioni. Dopo un anno ha un momento di lucidità dalla droga e dalla malattia mentale e li caccia in modo violentissimo di casa, spaventandoli a morte.
Nell’estate, improvvisamente tutto va in vacca. Sbrocca in maniera pazzesca. Gravissima crisi di psicosi acuta. In pochissimi giorni sfancula tutti quanti in modo violentissimo, tagliando in modo brutale i rapporti riempiendo di insulti e minacce tutti coloro che lo circondano.
Quasi tutti, tranne me e due amici.
Apriamo un canale whatsapp in tre per cercare di aiutarlo. Uno dei tre (quello che sfottevo come seguace del Signore dei Sith) viene sfanculato quasi subito, si becca una sfuriata senza alcun motivo al mondo, soltanto perché “è un subumano che ama il MCU e le serie tv”, non vuole mescolarsi con gente del genere.
Rimaniamo in due, io ormai sono sempre più terrorizzato e voglio sganciarmi a tutti i costi, l’altro amico da sempre buontempone e facilone invece vuole sanare i rapporti, vuole che tutto torni come prima. Ma quello che subisce le telefonate, i dialoghi, gli sfoghi e i discorsi deliranti sono io.
Io sono già nel terrore totale e sto presagendo perfettamente come andrà a finire: rimarrò solo io a sobbarcarmi emotivamente il peso di una enorme e ingestibile follia che ha distrutto tutto quanto sulla sua strada e continuerà a farlo: so che passeranno anni e non mi si staccherà mai di dosso, come una sanguisuga, prosciugandomi di ogni energia mentale ed emotiva e privandomi della possibilità di proseguire serenamente la mia esistenza senza il costante pericolo di telefonate di “emergenza aiuto aiuto”, se no sono uno stronzo che deve sentirsi in colpa.
Gli altri due fessi mi rassicurano che andrà tutto bene, che non sarà così, ma io ne sono sicuro, e cerco in tutti i modi di venirne fuori, senza riuscirci.
Una sera ha uno sbrocco totale, mi telefona mentre sto dirigendo e presentando un evento di raccolta di fondi con decine e decine di persone. Gli è saltata la luce in casa, i malfattori “amici” si sono pippati via i soldi datigli per pagare la bolletta. Ci parlo un po’, ma devo tornare all’evento, lo saluto. Richiama. Lo ascolto, è andato di testa, ancora in psicosi grave, sbava, piange, urla. Gli spiego che non posso, richiama. Richiama. Richiama. Demando ad altri la gestione della serata. Amici storici si accorgono che sudo freddo, che sono nervosissimo, che le cose non vanno. Vengo preso in disparte, spiego la situazione, e spiego che mi conosco: adesso pianto tutto e vado ad aiutarlo, non posso fare altrimenti. Lo conoscono bene, e cercano di dissuadermi in ogni modo. Ma io ormai ho già deciso. So che sto distruggendo la mia vita, ma saluto tutti (anzi, dico di salutarmi tutti e dire genericamente che ho avuto un problema), prendo e vado lì.
Sulla strada, chiamo l’altro pirla (il buontempone, che nel frattempo ha già ricevuto i suoi vocali su whatsapp piangenti e deliranti in cui ci descrive come due mostri senza affetto e senza emozioni perché non siamo corsi lì’ immediatamente). Il pirla nicchia, “è a un compleanno”, come fa. Gli faccio capire che è una colossale testa di cazzo e di muoversi porca puttana, che sto andando da solo in casa di un pazzo totale in psicosi completamente fuori controllo, e che deve venire immediatamente, può andarne letteralmente della mia vita. Ok, mi raggiunge.
Naturalmente arrivo prima io, e trovo lo sclerato in casa sua in uno stato incredibilmente pietoso, la prima cosa che mi chiede è quella di essere colpito, picchiato. Inizio aggressivamente (col piglio di un tempo) a cercare di riportarlo alla realtà bruscamente facendolo ripigliare, ottenendo innanzitutto un risultato immediato per la mia incolumità: lo trascino fuori da quella casa, a parlare sì ma quantomeno in pubblico.
Dopo mezz’ora arriva anche l’altro fesso, la serata/nottata è un confuso delirio totale in cui ci rimpie di stronzate farneticanti, cerca di fare batman quando sente urlare dall’altra parte della strada, vanta le sue ragioni, minaccia ritorsioni e azioni eclatanti contro chiunque lo abbia deluso in qualsiasi modo, cerchiamo di farlo ragionare e gli pago sta minchia di bolletta.
Quando rientra in casa, io e il mio amico ci abbracciamo e sudiamo freddo entrambi dicendo di non essere mai stati tanto in ansia e in angoscia come questa sera.
Passano i giorni, il delirio è costante, due giorni dopo io prendo e me ne scappo a fare due settimane al mare. Sapendolo mi tempesta di telefonate, minacce, pianti, gli urliamo di CALMARSI CAZZO, non torno indietro sono in autostrada porca troia adesso basta. Un attimo, fa arrivare lunedì e ti torna stacazzo di luce, ho pagato, cristo.
Mentre sono al mare, un paio di giorni dopo (in un’ansia totale), vedo sui social che posta dei filmati in cui urla e sbraita contro i vicini perché lo guardano male, in cui intima (chissà a chi) di portargli cibo e acqua, di voler trattare la sua resa, grida come un pazzo in casa, per strada e sul pianerottolo.
Chiamo immediatamente la polizia. E il 118.
Dopo 10 minuti, richiamo.
Dopo 10 minuti, richiamo.
Mi richiamano loro: non dovrebbero farlo per motivi di privacy, ma mi han sentito così in allarme che la tipa del 118 lo ha voluto fare. Sono intervenuti, lo hanno portato via, in ospedale. TSO.
Il mattino dopo (vabbè, il mio mattino, per voi mortali son le 13) vedo su instagram un suo video in cui parla col medico e gli dice di non fare il fenomeno, non vuole farmaci. Il video sparisce.
Il giorno dopo chiama dall’ospedale, ma quel che dice è inintelligibile. Poi scrive, dice gli orari di visita.
Mi sento finalmente rasserenato. Non credo che ne verrà fuori mai più.
Invece, con sgomento, dopo una settimana scarsa lo dimettono.
Io, tornato a Milano, cerco di rarefare il più possibile le mie risposte e la mia presenza, ma il coglionissimo buontempone nostalgico dei vecchi tempi che è troppo scemo per capire la situazione e secondo cui ogni problema della vita si risolve a tarallucci e vino facendo spallucce insiste perché tutto torni come prima. Insiste, insiste, insiste, e intanto quello chiama, chiama, capisce che son spaventato A MORTE (anche perché a un certo punto glielo dico pure chiaro e tondo), mi rassicura, dice che è tornato normale.
Nel frattempo io ho abbandonato i miei precedenti interessi e nessuno mi vede più in giro. Me ne sto chiuso in casa, al massimo ricevo amici in casa mia. Sono sempre più intrattabile e mi chiudo, mi nego a chiunque mi cerchi, evito ogni occasione. Lo notano tutti, mi esortano a risolvere, ad affrontarlo, a tagliare i rapporti per sempre in modo garbato, pacifico ma deciso spiegando che ho la mia vita da mandare avanti. Di sganciare questa “bomba” su di lui, la si chiama “bomba” perché è molto difficile da fare, ma una volta fatto starò meglio, ricomincerò tutto. Prometto che lo farò.
Ma non l’ho fatto. Non l’ho mai fatto.
Senso di pietà, senso di paura. Ma non l’ho mai fatto.
Qualche mese raffazzonato, si fa qualche uscita a tre, sempre meno convinti.
Le telefonate si intensificano.
E’ tornato razionale, non delira più, non ci sono più i flussi di parole e i salti di palo in frasca sconclusionati, piano piano gli ritorna un’esame di realtà umano. Ma è un concentrato d’odio rabbia negatività e malattia mentale faticosissimo da sopportare.
Arriva il covid, arriva l’isolamento sociale.
Continuano le telefonate, i dialoghi, io cerco di tenerlo sul piano della realtà ma le sue follie sono uno stillicidio.
Litigo con tutti quanti, allontano tutti. Gli amici mi abbandonano fra sfuriate reciproche. Inizio a mandare a fanculo chi mi cerca, a non voler vedere nessuno. Inizio a trovare tutti stupidi, sfigati, mi fanno incazzare, meglio stare da solo, mi deprimono con la loro idiozia.
Il terzo, il buontempone che usciva con noi e con cui condividevo il carico emotivo, si defila. “Eh, mi fa troppo male vederlo così.”. Inutile pezzodimmerda. Ora il GIGANTESCO fardello è tutto unicamente gravante solo e soltanto sulle mie spalle, “eh, mi fa male vederlo così”, testadimerda, per questo motivo non lo perdonerò mai e lo continuerò a considerare per tutta la vita un vigliacco buono a nulla, ci conosciamo tutti e tre dal 1991 e lui *puff, molla lì, tanto ci sono io.
Mia madre ha un infarto, sta malissimo, io vado in ansia ancora di più. Paradossalmente, ora ho un’unica e sola valvola di sfogo e frequentazione: il bipolare, con cui ci raccontiamo vicendevolmente le sfighe e le fasi della vita.
Mia madre esce dal ricovero, inizio a sentirmi più sereno, ma intanto di amici non ne ho più manco uno, qualcuno ancora mi cerca, altri ne mando a fanculo con ogni motivo polemico per troncare i rapporti con rabbia.
Sono irritabilissimo, basta un nulla per farmi scattare, un’opinione “errata”, una notizia, una battuta razzista, un commento politico che non mi piace, divento una bestia, pure con i miei genitori.
Il covid è finito, ma oltre alla solitudine la mia salute è andata completamente a fare nel culo, sono malato continuamente e non si capisce lo stracazzo di perché. Chi mi dice che è psicosomatico muore domani lui e il suo cane, psicosomatico stocazzo, il motivo esiste e forse ci stiamo arrivando, ma il fatto è che sono sempre più furioso, sempre più ansioso, più triste, più incazzato, più depresso, completamente solo.
Tranne per quel telefono.
Ora è come un orologio, ogni 48 ore mi chiama e mi inchioda con un’ora ogni volta circa di chiacchiere sulla sua esistenza o su pareri politici vari, su fumetti, gdr, sa il cazzo. Logorroico a livelli epici. Io sento cazzate apocalittiche per le quali una volta lo avrei sbranato urlandogli quanto è idiota per farlo ragionare come un essere umano e niente, assecondo, assecondo tutto, tanto ragionare a una certa è diventato impossibile, ci sono certe fissazioni granitiche che mi propina ogni volta, fuori dal mondo, fuori da ogni buonsenso, fuori da ogni logica.
Ogni telefonata è un vampiro psichico, è un buco nero, mi svuota completamente e al tempo stesso mi riempie di una negatività assurda, un’incazzatura, un rimuginio continuo, un senso allucinante di totale impotenza e ineluttabilità che mi impedisce in tutti i modi di riprendere in mano le fila della mia vita (almeno quel che potrei fare con la febbre costante).
Ogni volta, mi ci vuole del tempo per buttare fuori tutta questa energia negativa che mi consuma come fosse Fel Energy, come fosse il Lato Oscuro della Forza. Ci vuole un po’ di tempo. Circa 48 ore. Poi il telefono squilla di nuovo.
Ho completamente perduto tutta la sicurezza in me stesso. Vivo in uno stato di costante ansia, costante paura e angoscia. Non pensando a lui, per i cazzi miei sono passato da divinità a tremebondo coglione che salta come una molla ad ogni sollecitazione e vuole essere lasciato in pace, non mi si riconosce più
Ora ha completamente esaurito ogni traccia del suo patrimonio. Vive di sussidio di invalidità e quel che resta del reddito di cittadinanza. Lo segue un’assistente sociale, lo segue la psicologa del serd, lo segue lo psichiatra con una rigida farmacologia. E’ totalmente incapace di resistere a qualunque tentazione e non può tenere denaro senza spenderlo. Se raggiunge 40 euro chiama il pusher e se li pippa (ha venduto l’intero arredamento di casa), se ne ha meno entro 2 ore ha speso tutto in cappuccini e caffè. Si è messo d’accordo con un’amministratrice di sostegno che detiene l’intero importo dei suoi redditi, dandogli pochissimo alla settimana, il lunedì alle 9. Alle 10, ha già speso tutto: per cautela, corre al supermarket e spende tutto quel che ha in cibo da tenere in casa o prodotti multimediali (legge tantissimo), sapendo che altrimenti spende tutto entro pochi minuti.
Una volta al mese, arriva un tot minimo di reddito di cittadinanza in cash che lui si pippa subito, nascondendolo astutamente all’efficentissimo serd non andando all’esame delle urine. Alla psicologa mente. Odia la sua psicologa, lo giudica, gli dice di diventare normale e frequentare persone. “è stupida”. Trova, in maniera maniacale, ogni trucco possibile per convertire in cash quel che ha sul bancomat (di cui non ha la tessera per accordo con l’assistente sociale), ad esempio piazzando scommesse sportive per ritirare in tabaccheria e ovviamente pippare. Alle volte mi ha implorato in mille modi di dargli 40 euro per pippare. Le prime venti volte ho sdegnosamente rifiutato. Poi, ho ceduto. Ora avviene una volta al mese circa. Va detto che mi restituisce TUTTO, maniacalmente, in tessere di credito steam. Ormai ho abbastanza credito per comprarmi la Valve.
Devo sganciarmi.
Ma non so come fare.
So che lo devo fare, perché sono a un vicolo cieco.
So che non lo devo fare, perché senza il suo UNICO contatto sociale rimasto darà di matto e si suiciderà.
Se lo faccio, non ho idea di come farlo. Cattivo? Di botto? Gradualmente? Chiaramente? Cripticamente? Apertamente, con onestà? E come gestisco gli strascichi?
E poi? Mi scuso con tutti e riallaccio rapporti vari?
Secondo la mia psicologa (che medita ormai di abbattermi) ha vinto lui: mi sta dominando e mi ha plasmato a far quello che vuole lui, odiare il mondo intero, odiare i subumani e distaccarmi da tutto e tutti. E devo troncare assolutamente. Ma come?
Questo topic non servirà a niente, ma almeno ho passato un paio d’ore a sfogarmi e magari sentirò qualche parere e qualche ispirazione. E poi chi cazzo se ne frega, tanto uso un fake. Equidistante.
Grazie mille a tutti.