[COLOSSALE WALL OF TEXT]Help situazione bipolare

Salve a tutti

Il topic potrebbe autodistruggersi in qualsiasi momento.

Uso questo fake per mantenere il più possibile il riserbo sulla mia reale identità tenendola ignota a voi miseri mortali.
Scrivo sto topic perché ho bisogno di aiuto in una situazione che mi ha gettato in un buco nero dal quale non riesco più a uscire e che pian piano (il che è esattamente quel che temevo avvenisse anni fa, come vedremo) ha risucchiato tutto quanto.

Lungo antefatto

Dunque, dal 1991 ho un amico.
E’ sempre stato un tizio decisamente strano e sopra le righe ma dimesso, iper timido e generalmente molto posato nei modi. Estremamente (ma estremamente) colto e intelligente, fanatico del voler a tutti costi essere diverso dagli altri per sociopatia estrema e ostentato disprezzo verso il genere umano. Ovviamente mascheramento di una violentissima fobia sociale e immaturità emotiva, ma non siam qui a parlare di questo.

Fatto sta che siam cresciuti pressoché assieme, fino a circa i miei 18 anni.

Mia madre lo ha sempre detestato, sostenendo che abbia avuto un effetto molto nefasto sulla mia personalità in adolescenza (a sentire lei prima ero un estroverso allegrone cuor contento, ma son fantasie di cuore di mamma) portandomi a chiudermi in me stesso.

Poi attorno a fine '90 le strade si sono abbastanza distinte, io sempre più sociale e orientato verso una coesistenza col genere umano e lui ancora cocciutamente intento al rifiuto ostentato verso ogni forma di normalità relazionale.
Io che simulo e accentuo tratti weird per fare il simpatico giullare, lui che non deve simulare un cazzo di nulla, sforzandosi al massimo simula buone maniere.
Io faccio di tutto per essere good, lui fa di tutto per essere evil.

Ognuno ha le sue esperienze.
Io coltivo comitive, relazioni, lavori, lui pianta la casa e fa lo squatter in giro per l’Europa massacrandosi di ogni droga possibile per distanziarsi dalla madre e dalla società. Rimaniamo in sto periodo in saltuario contatto telefonico per i tantissimi interessi comuni (presenti effettivamente tuttora).
Gli anni passano, torna in Italia, ci si vede qualche volta, ma saltuariamente, oramai le mie compagnie e le mie abitudini sono altre, non più i giochi di ruolo e i videogames di continuo (anche), preferisco uscire, bere, avere relazioni, divertirmi, giocare, dominare il mondo intero sui forum schiacciando senza alcuna pietà ogni forma di resistenza al potere invincibile della mia aura divina di più grande troll e flamer mai esistito sulla faccia della Terra. Ho distrutto, creato, plasmato, rivoluzionato e condizionato ogni realtà virtuale in cui mai abbia messo piede da sempre. Ma non siam qui a parlare di me, che poi sono anonimo.
Quando ci si becca ci si diverte, comunque. Siam maturati entrambi, ognuno a suo modo. Io decisamente più stabile ed equilibrato (e qui qualcuno conoscendomi potrebbe dire "e la madonna, lui allora chi cazzo è se te sei quello equilibrato). Si vedono amici comuni, ci si unisce a nuove compagnie.
Riparte, questa volta se ne va all’estero per diversi anni. Essenzialmente quel che fa è rinchiudersi in una casa all’estero e massacrarsi di puttane e droga (thc e cocaina). Spende un patrimonio ESAGERATO.
Si noti che da quando è nato non ha mai lavorato un solo giorno in vita sua. Non ne ha mai avuto bisogno avendo delle rendite immobiliari ereditate dal padre mancato in giovane età. Con abili investimenti, ha per sempre evitato questo ingresso nella società.
Qualche anno e ritorna.

Stessa solfa di prima.

In tutto questo, in realtà, lui è da fine ‘90 e inizio 2000 nell’abisso della depressione marcia e totale. In cura con psicofarmaci di ogni tipo, in terapia, in costante autoanalisi e rimuginio feroce e spietato di se stesso. A un certo punto, credo negli anni 10, gli viene diagnosticato un disturbo bipolare e inizia ad andare sempre più giù.
Lo si continua ad invitare in compagnia ed alle feste (e nei primi 2010, quando si gira in compagnia assieme, io son quello strambo che se ne sta anche tutta la sera in silenzio a osservare, lui quello in “mood social” ostentato e fastidiosissimo, loquacerrimo e rumoroso, che scopa in giro qua e là; tanto che alle volte mi rende esausto e preferisco stare in casa a riverire Lady Sylvanas o terrorizzare utenti su forum e social. Se si va per locali o a ballare, lui è quello che attacca bottone, io quello che affascina).
Ma qualcosa inizia ad essere strano non solo per chi già lo conosce bene, ma diventa vistoso un po’ per tutti. Alle feste si scatena, pure troppo. O cerca la rissa coi fidanzati delle tipe con cui attacca bottone, o si distrugge di benzodiazepine finché non bisogna riportarlo a casa a braccia, barcollante, o si droga a manetta (“ma mi avete portato un drogato”, alcuni diranno), o nelle discussioni polemiche sulla qualunque e sull’universo mondo che adoro fare anche dal vivo si lancia in affermazioni talmente pazzesche da portare me a urlargli contro, altri, sempre più persone, semplicemente ad evitarlo. Ad esempio quando sostiene che la società non ha alcun bisogno di leggi, dovrebbe solo piegarsi al più forte ed il mondo ideale è quello hyboriano di Conan il Barbaro, oppure che le razze inferiori vanno sterminate, oppure che dovrebbe vigere la libertà estrema e se qualcuno si sente di dover pisciare su un tavolo davanti a tutti che lo faccia, chi non è d’accordo lo meni, i giudizi altrui non servono a un cazzo e ognuno deve far quello che vuole quando vuole, ma che i sub umani stiano zitti e che si limitino a lavorare in silenzio senza dar fastidio.
In sto periodo mi fregio di essere l’unico fra tutte quante le persone che lo conoscano ad avere il potere, il diritto e la capacità di zittirlo, contraddirlo, confutarlo e mandarlo a fare in culo quando se ne esce (costantemente) con le sue balordate; gli altri si limitano a fare spallucce, gli occhi al cielo o andarsene via, io ne faccio un punto d’onore di dirgli MACHECAZZODICIBRUTTOPIRLA e provare a farlo ragionare.

Qualche anno dopo, completamente dal nulla, mi attacca su Facebook per un mio post in cui parlo di un film. Come altre volte quando straparla e ostenta, gli do del poser e a quel punto ne nasce un litigio online furibondo (furibondo da parte sua) a seguito del quale “dichiara sciolto il patto di amicizia” e mi bandisce dalla sua esistenza.
Pace. Sollievo, quasi.
Un mio amico lo frequenta ancora e quando manifesta atteggiamenti idioti o opinioni idiote estreme da “superiore” e da “distinguersi” dalla massa lo prendo violentemente per il culo dicendogli di non farsi traviare con le stronzate del Signore dei Sith che cerca di fottergli il cervello.

Tutto va bene per una decina buona d’anni.

Dopodichè, questo mio amico (maledetto lui) che lo sta frequentando mi fa una telefonata molto seria per sincero affetto e preoccupazione nei suoi confronti, chiedendomi di tornare a stargli un po’ vicino dal momento che è peggiorato molto, ora fa uso anche di eroina.
Entro in un primo stato di shock emotivo, tutto mi dice che non posso farci niente, che la vita è andata avanti e che sarebbe un errore tornare a frequentarlo, ma mi lascio convincere e si organizza una partitella di ruolo, solo in tre.

Lo trovo effettivamente dannatamente peggiorato. Ora non ha più praticamente alcun rapporto sociale con nessuno a parte una compagnia storica con cui si gioca di ruolo nella quale gradualmente si reinserisce. Parla con più incertezza, sembra spaurito, inebetito. Il problema è che la madre ha sviluppato l’alzheimer, e lui vive con essa.
Passa la vita a dilapidare tutti i soldi in puttane e coca, e la madre peggiora. Ad un certo punto peggiora fino al punto che lui cessa completamente di uscire di casa, per due anni, perché lei è ingestibile. Già prima se era fuori con noi lei telefonava ogni 10 minuti, ogni volta dimenticandosi della telefonata precedente. Lo si vede sforzarsi per tenere il controllo, ma è sempre più dura. Chiuso in casa, ci giochiamo di ruolo tenendolo in remoto via skype, e sentiamo durante ogni sessione le continue violente aggressioni verbali e fisiche della madre, che peggiorano di giorno in giorno. Gli consigliamo, sempre velatamente (perché abbiam tutti paura che scleri di brutto), di farla ricoverare, così non si va più avanti. Cosa che in effetti a un certo punto fa.
E qui si arriva a una situazione di relativa stabilità per qualche anno, lo vedo una volta ogni due settimane per masterizzare al gruppo con cui va d’accordo, nessun altro contatto, io faccio la mia vita, son pieno di amici e interessi, e va bene così.

Arriviamo agli effetti nefasti su di me.

Fatti recenti

Nel 2019 a un certo punto dice di volermi vedere da solo, è importante, per parlare di certe cose della sua vita, perché deve affrontare un processo per l’affidamento delle proprietà della madre, responsabilità, amministrazione eccetera eccetera. Concordiamo un pomeriggio. Quel pomeriggio esco tardi dal lavoro per cazzi vari, devo vederlo alle 19 ma ho un contrattempo perché devo vedere mia madre, lo avviso, ci vediamo dopo cena… impazzisce, mi telefona, mi insulta, mi dice “ma chi cazzo ti credi di essere, non fare il superiore con me, domani ho un processo che vale da solo più di quanto tu abbia guadagnato nella tua vita, ma chi sei, vedi di venire subito, fai il prezioso, incontrare te bisogna chiedere udienza ed è più difficile che vedere il papa (qui non ha torto in effetti ma vabbè)”. Io sbalordisco, sento tutti gli amici che mi dicono che in effetti sta sbroccando in maniera durissima, mi metto subito in auto per andare da lui, lo avviso, in macchina mi insulta e mi dice di non andare, di non permettermi, non ne vuole più sapere.
Inizio a stare male, molto male, MALISSIMO, un mix esagerato di paura incredibile di quello che può succedere, paura generale, ansia, senso di colpa estremo. Non posso farci niente, vado avanti qualche settimana con la mia vita, poi lo sento al telefono. Pesantissimamente alterato da farmaci e droga, la telefonata dura tre ore ed è un flusso inarrestabile di frasi sconclusionate e totalmente disconnesse fra di loro, nessun senso logico, salti di pali in frasca continui, insulti, minacce, scuse, racconti, aneddoti, tragedie della sua vita che non conoscevo, un delirio totale. Pace fatta, ma è totalmente fuso.

La gente attorno a me inizia a vedermi turbato, cupo, diverso, sempre preoccupato e scostante. Cerco di andare avanti nonostante tutto ma impercettibilmente divento ogni giorno più irritabile e scontroso.

Nel frattempo gli si erano installati in casa dei malfattori che si spacciano per amici ma in realtà sfruttano il suo quadrilocale e i suoi soldi per pippare scopare fare il cazzo che vogliono e trasformargli la casa in un porto di mare in cui girano film porno e fanno ogni casino possibile sperperando il suo denaro. Lui sembra felice di avere degli amici così strambi, dei personaggioni. Dopo un anno ha un momento di lucidità dalla droga e dalla malattia mentale e li caccia in modo violentissimo di casa, spaventandoli a morte.

Nell’estate, improvvisamente tutto va in vacca. Sbrocca in maniera pazzesca. Gravissima crisi di psicosi acuta. In pochissimi giorni sfancula tutti quanti in modo violentissimo, tagliando in modo brutale i rapporti riempiendo di insulti e minacce tutti coloro che lo circondano.
Quasi tutti, tranne me e due amici.
Apriamo un canale whatsapp in tre per cercare di aiutarlo. Uno dei tre (quello che sfottevo come seguace del Signore dei Sith) viene sfanculato quasi subito, si becca una sfuriata senza alcun motivo al mondo, soltanto perché “è un subumano che ama il MCU e le serie tv”, non vuole mescolarsi con gente del genere.
Rimaniamo in due, io ormai sono sempre più terrorizzato e voglio sganciarmi a tutti i costi, l’altro amico da sempre buontempone e facilone invece vuole sanare i rapporti, vuole che tutto torni come prima. Ma quello che subisce le telefonate, i dialoghi, gli sfoghi e i discorsi deliranti sono io.
Io sono già nel terrore totale e sto presagendo perfettamente come andrà a finire: rimarrò solo io a sobbarcarmi emotivamente il peso di una enorme e ingestibile follia che ha distrutto tutto quanto sulla sua strada e continuerà a farlo: so che passeranno anni e non mi si staccherà mai di dosso, come una sanguisuga, prosciugandomi di ogni energia mentale ed emotiva e privandomi della possibilità di proseguire serenamente la mia esistenza senza il costante pericolo di telefonate di “emergenza aiuto aiuto”, se no sono uno stronzo che deve sentirsi in colpa.

Gli altri due fessi mi rassicurano che andrà tutto bene, che non sarà così, ma io ne sono sicuro, e cerco in tutti i modi di venirne fuori, senza riuscirci.

Una sera ha uno sbrocco totale, mi telefona mentre sto dirigendo e presentando un evento di raccolta di fondi con decine e decine di persone. Gli è saltata la luce in casa, i malfattori “amici” si sono pippati via i soldi datigli per pagare la bolletta. Ci parlo un po’, ma devo tornare all’evento, lo saluto. Richiama. Lo ascolto, è andato di testa, ancora in psicosi grave, sbava, piange, urla. Gli spiego che non posso, richiama. Richiama. Richiama. Demando ad altri la gestione della serata. Amici storici si accorgono che sudo freddo, che sono nervosissimo, che le cose non vanno. Vengo preso in disparte, spiego la situazione, e spiego che mi conosco: adesso pianto tutto e vado ad aiutarlo, non posso fare altrimenti. Lo conoscono bene, e cercano di dissuadermi in ogni modo. Ma io ormai ho già deciso. So che sto distruggendo la mia vita, ma saluto tutti (anzi, dico di salutarmi tutti e dire genericamente che ho avuto un problema), prendo e vado lì.
Sulla strada, chiamo l’altro pirla (il buontempone, che nel frattempo ha già ricevuto i suoi vocali su whatsapp piangenti e deliranti in cui ci descrive come due mostri senza affetto e senza emozioni perché non siamo corsi lì’ immediatamente). Il pirla nicchia, “è a un compleanno”, come fa. Gli faccio capire che è una colossale testa di cazzo e di muoversi porca puttana, che sto andando da solo in casa di un pazzo totale in psicosi completamente fuori controllo, e che deve venire immediatamente, può andarne letteralmente della mia vita. Ok, mi raggiunge.
Naturalmente arrivo prima io, e trovo lo sclerato in casa sua in uno stato incredibilmente pietoso, la prima cosa che mi chiede è quella di essere colpito, picchiato. Inizio aggressivamente (col piglio di un tempo) a cercare di riportarlo alla realtà bruscamente facendolo ripigliare, ottenendo innanzitutto un risultato immediato per la mia incolumità: lo trascino fuori da quella casa, a parlare sì ma quantomeno in pubblico.
Dopo mezz’ora arriva anche l’altro fesso, la serata/nottata è un confuso delirio totale in cui ci rimpie di stronzate farneticanti, cerca di fare batman quando sente urlare dall’altra parte della strada, vanta le sue ragioni, minaccia ritorsioni e azioni eclatanti contro chiunque lo abbia deluso in qualsiasi modo, cerchiamo di farlo ragionare e gli pago sta minchia di bolletta.
Quando rientra in casa, io e il mio amico ci abbracciamo e sudiamo freddo entrambi dicendo di non essere mai stati tanto in ansia e in angoscia come questa sera.

Passano i giorni, il delirio è costante, due giorni dopo io prendo e me ne scappo a fare due settimane al mare. Sapendolo mi tempesta di telefonate, minacce, pianti, gli urliamo di CALMARSI CAZZO, non torno indietro sono in autostrada porca troia adesso basta. Un attimo, fa arrivare lunedì e ti torna stacazzo di luce, ho pagato, cristo.

Mentre sono al mare, un paio di giorni dopo (in un’ansia totale), vedo sui social che posta dei filmati in cui urla e sbraita contro i vicini perché lo guardano male, in cui intima (chissà a chi) di portargli cibo e acqua, di voler trattare la sua resa, grida come un pazzo in casa, per strada e sul pianerottolo.
Chiamo immediatamente la polizia. E il 118.
Dopo 10 minuti, richiamo.
Dopo 10 minuti, richiamo.

Mi richiamano loro: non dovrebbero farlo per motivi di privacy, ma mi han sentito così in allarme che la tipa del 118 lo ha voluto fare. Sono intervenuti, lo hanno portato via, in ospedale. TSO.
Il mattino dopo (vabbè, il mio mattino, per voi mortali son le 13) vedo su instagram un suo video in cui parla col medico e gli dice di non fare il fenomeno, non vuole farmaci. Il video sparisce.
Il giorno dopo chiama dall’ospedale, ma quel che dice è inintelligibile. Poi scrive, dice gli orari di visita.

Mi sento finalmente rasserenato. Non credo che ne verrà fuori mai più.
Invece, con sgomento, dopo una settimana scarsa lo dimettono.

Io, tornato a Milano, cerco di rarefare il più possibile le mie risposte e la mia presenza, ma il coglionissimo buontempone nostalgico dei vecchi tempi che è troppo scemo per capire la situazione e secondo cui ogni problema della vita si risolve a tarallucci e vino facendo spallucce insiste perché tutto torni come prima. Insiste, insiste, insiste, e intanto quello chiama, chiama, capisce che son spaventato A MORTE (anche perché a un certo punto glielo dico pure chiaro e tondo), mi rassicura, dice che è tornato normale.

Nel frattempo io ho abbandonato i miei precedenti interessi e nessuno mi vede più in giro. Me ne sto chiuso in casa, al massimo ricevo amici in casa mia. Sono sempre più intrattabile e mi chiudo, mi nego a chiunque mi cerchi, evito ogni occasione. Lo notano tutti, mi esortano a risolvere, ad affrontarlo, a tagliare i rapporti per sempre in modo garbato, pacifico ma deciso spiegando che ho la mia vita da mandare avanti. Di sganciare questa “bomba” su di lui, la si chiama “bomba” perché è molto difficile da fare, ma una volta fatto starò meglio, ricomincerò tutto. Prometto che lo farò.
Ma non l’ho fatto. Non l’ho mai fatto.
Senso di pietà, senso di paura. Ma non l’ho mai fatto.

Qualche mese raffazzonato, si fa qualche uscita a tre, sempre meno convinti.
Le telefonate si intensificano.
E’ tornato razionale, non delira più, non ci sono più i flussi di parole e i salti di palo in frasca sconclusionati, piano piano gli ritorna un’esame di realtà umano. Ma è un concentrato d’odio rabbia negatività e malattia mentale faticosissimo da sopportare.
Arriva il covid, arriva l’isolamento sociale.
Continuano le telefonate, i dialoghi, io cerco di tenerlo sul piano della realtà ma le sue follie sono uno stillicidio.
Litigo con tutti quanti, allontano tutti. Gli amici mi abbandonano fra sfuriate reciproche. Inizio a mandare a fanculo chi mi cerca, a non voler vedere nessuno. Inizio a trovare tutti stupidi, sfigati, mi fanno incazzare, meglio stare da solo, mi deprimono con la loro idiozia.
Il terzo, il buontempone che usciva con noi e con cui condividevo il carico emotivo, si defila. “Eh, mi fa troppo male vederlo così.”. Inutile pezzodimmerda. Ora il GIGANTESCO fardello è tutto unicamente gravante solo e soltanto sulle mie spalle, “eh, mi fa male vederlo così”, testadimerda, per questo motivo non lo perdonerò mai e lo continuerò a considerare per tutta la vita un vigliacco buono a nulla, ci conosciamo tutti e tre dal 1991 e lui *puff, molla lì, tanto ci sono io.
Mia madre ha un infarto, sta malissimo, io vado in ansia ancora di più. Paradossalmente, ora ho un’unica e sola valvola di sfogo e frequentazione: il bipolare, con cui ci raccontiamo vicendevolmente le sfighe e le fasi della vita.
Mia madre esce dal ricovero, inizio a sentirmi più sereno, ma intanto di amici non ne ho più manco uno, qualcuno ancora mi cerca, altri ne mando a fanculo con ogni motivo polemico per troncare i rapporti con rabbia.
Sono irritabilissimo, basta un nulla per farmi scattare, un’opinione “errata”, una notizia, una battuta razzista, un commento politico che non mi piace, divento una bestia, pure con i miei genitori.
Il covid è finito, ma oltre alla solitudine la mia salute è andata completamente a fare nel culo, sono malato continuamente e non si capisce lo stracazzo di perché. Chi mi dice che è psicosomatico muore domani lui e il suo cane, psicosomatico stocazzo, il motivo esiste e forse ci stiamo arrivando, ma il fatto è che sono sempre più furioso, sempre più ansioso, più triste, più incazzato, più depresso, completamente solo.
Tranne per quel telefono.
Ora è come un orologio, ogni 48 ore mi chiama e mi inchioda con un’ora ogni volta circa di chiacchiere sulla sua esistenza o su pareri politici vari, su fumetti, gdr, sa il cazzo. Logorroico a livelli epici. Io sento cazzate apocalittiche per le quali una volta lo avrei sbranato urlandogli quanto è idiota per farlo ragionare come un essere umano e niente, assecondo, assecondo tutto, tanto ragionare a una certa è diventato impossibile, ci sono certe fissazioni granitiche che mi propina ogni volta, fuori dal mondo, fuori da ogni buonsenso, fuori da ogni logica.
Ogni telefonata è un vampiro psichico, è un buco nero, mi svuota completamente e al tempo stesso mi riempie di una negatività assurda, un’incazzatura, un rimuginio continuo, un senso allucinante di totale impotenza e ineluttabilità che mi impedisce in tutti i modi di riprendere in mano le fila della mia vita (almeno quel che potrei fare con la febbre costante).
Ogni volta, mi ci vuole del tempo per buttare fuori tutta questa energia negativa che mi consuma come fosse Fel Energy, come fosse il Lato Oscuro della Forza. Ci vuole un po’ di tempo. Circa 48 ore. Poi il telefono squilla di nuovo.

Ho completamente perduto tutta la sicurezza in me stesso. Vivo in uno stato di costante ansia, costante paura e angoscia. Non pensando a lui, per i cazzi miei sono passato da divinità a tremebondo coglione che salta come una molla ad ogni sollecitazione e vuole essere lasciato in pace, non mi si riconosce più

Ora ha completamente esaurito ogni traccia del suo patrimonio. Vive di sussidio di invalidità e quel che resta del reddito di cittadinanza. Lo segue un’assistente sociale, lo segue la psicologa del serd, lo segue lo psichiatra con una rigida farmacologia. E’ totalmente incapace di resistere a qualunque tentazione e non può tenere denaro senza spenderlo. Se raggiunge 40 euro chiama il pusher e se li pippa (ha venduto l’intero arredamento di casa), se ne ha meno entro 2 ore ha speso tutto in cappuccini e caffè. Si è messo d’accordo con un’amministratrice di sostegno che detiene l’intero importo dei suoi redditi, dandogli pochissimo alla settimana, il lunedì alle 9. Alle 10, ha già speso tutto: per cautela, corre al supermarket e spende tutto quel che ha in cibo da tenere in casa o prodotti multimediali (legge tantissimo), sapendo che altrimenti spende tutto entro pochi minuti.
Una volta al mese, arriva un tot minimo di reddito di cittadinanza in cash che lui si pippa subito, nascondendolo astutamente all’efficentissimo serd non andando all’esame delle urine. Alla psicologa mente. Odia la sua psicologa, lo giudica, gli dice di diventare normale e frequentare persone. “è stupida”. Trova, in maniera maniacale, ogni trucco possibile per convertire in cash quel che ha sul bancomat (di cui non ha la tessera per accordo con l’assistente sociale), ad esempio piazzando scommesse sportive per ritirare in tabaccheria e ovviamente pippare. Alle volte mi ha implorato in mille modi di dargli 40 euro per pippare. Le prime venti volte ho sdegnosamente rifiutato. Poi, ho ceduto. Ora avviene una volta al mese circa. Va detto che mi restituisce TUTTO, maniacalmente, in tessere di credito steam. Ormai ho abbastanza credito per comprarmi la Valve.

Devo sganciarmi.
Ma non so come fare.
So che lo devo fare, perché sono a un vicolo cieco.
So che non lo devo fare, perché senza il suo UNICO contatto sociale rimasto darà di matto e si suiciderà.
Se lo faccio, non ho idea di come farlo. Cattivo? Di botto? Gradualmente? Chiaramente? Cripticamente? Apertamente, con onestà? E come gestisco gli strascichi?
E poi? Mi scuso con tutti e riallaccio rapporti vari?

Secondo la mia psicologa (che medita ormai di abbattermi) ha vinto lui: mi sta dominando e mi ha plasmato a far quello che vuole lui, odiare il mondo intero, odiare i subumani e distaccarmi da tutto e tutti. E devo troncare assolutamente. Ma come?

Questo topic non servirà a niente, ma almeno ho passato un paio d’ore a sfogarmi e magari sentirò qualche parere e qualche ispirazione. E poi chi cazzo se ne frega, tanto uso un fake. Equidistante.

Grazie mille a tutti.

Con fare stanco e rassegnato vi ricordo che non siete su Agorà, non siete su Manicomio, l’argomento è serio e quindi:

  • Niente consigli cazzata
  • Niente Indovina Chi per scoprire di chi è il fake (sì, è facile, bravi, se ha postato con un fake significa che non vuole il suo nome non compaia in sto thread, quindi evitate)
  • Niente deragliamenti molesti

Tanto lo so già che non serve a niente visto che ho fatto esattamente lo stesso post nell’altro thread e due giorni dopo stavate a tirarvi le noccioline. Però quantomeno è utile per dire “ve l’avevo detto” quando vi bannerò a pioggia la mattina di Natale.

2 Likes

Per prima cosa complimenti per la costanza, davvero.
Ci vuole tanta bontà d’animo e spirito di abnegazione per stare dietro ad una storia così triste e complicata.

Il punto è che la storia è sua, appartiene a lui.

Ognuno a questo mondo è salvatore di se stesso. Ognuno sceglie la strada da percorrere in questa esistenza che ci è concessa.

Lui la sua, per ragioni che forse era bene affrontasse prima di cadere nel buco nero della droga, ha deciso di sprecarla.
Vorrei farti notare però che tu di riflesso stai facendo la stessa identica cosa. Non con la droga, ma bruciando tutte le tue energie psichiche risucchiate dal ciclo distruttivo che il tuo amico genera.

Quello che ti consiglio di fare è di staccare ogni contatto, liberati dai sensi di responsabilità. Hai già dato fin troppo.
Si suiciderà? Sarà una sua scelta. Tu hai teso la mano. La società ha cercato di aiutarlo.
Di più purtroppo non ci è concesso fare.

C’è un limite indifendibile della nostra apertura verso l’altro e oltrepassarlo significa andare incontro ad un’autodistruzione.
E’ davvero questo quello che vuoi?

Parlaci un’ultima volta, spiegagli tutto l’amore che hai dato durante questi anni. Digli che l’amore rimarrà per sempre nei gesti che hai fatto e che se vorrà, da solo, da lì può ripartire verso un percorso di guarigione che deve affrontare da solo.

Fagli capire che il tuo allontanamento non è un gesto d’odio nei suoi confronti, ma semplicemente un “io oltre questo non posso più andare, ora spetta a te”.

1 Like

Lebowski Walter

La mamma ha sempre ragione a quanto pare.

Facendo il serio per un momento: Mollalo. Non lo puoi “fixare” ne’ e’ tua responsabilita’.

Avevo scritto questo leggendo solo il pezzo lungo iniziale, lo lascio perche' imho cambia poco.

Sicuramente c’e’ un aspetto emotivo che chiunque puo’ vedere da come ne scrivi e che, ovviamente, ti rende la cosa terribilmente difficile ma a un osservatore esterno e’ chiaro che e’ un cazzo di rapporto abusivo e una persona orrenda che, in parte per situazioni pre-esistenti (famiglia, educazione, etc) e in parte per scelte prese coscientemente, semplicemente ha deciso di non voler avere a che fare con il resto del mondo.
Potrei provare un po’ di empatia per il lui ragazzino / adolescente ma ormai e’ adulto e da parecchio e purtroppo ha i mezzi per continuare a vivere nella sua bolla in cui la realta’ e’ completamente distorta e lo porta a credere in quello che dice e quindi auto-alimentarsi di quelle idee che lo porteranno sempre piu’ verso una alienazione da tutto e tutti.

Tristemente, da quel che racconti, non fara’ una bella fine. L’unica cosa che puoi fare di “salutare” e’ iniziare a metterci una pietra sopra (sorry, non vuole essere una battuta) cosi da non restarci sotto in maniera devastante quando succedera’. Oltre al fatto che ti aiuterebbe a raggiungere una certa stabilita’/pace personale non avere una persona cosi distruttiva che arriva ogni tanto tipo tornado, fa casini senza la minima idee delle conseguenze e poi sparisce di nuovo.

Dopo aver letto il pezzo dopo… non cambia un cazzo.
Se non che e’ molto peggio di quanto sembra se uno legge solo il primo pezzo. E’ gia’ nella fase piu’ ripida della spirale e ovviamente a meno che lui stesso non si faccia ricoverare sul serio e abbia pure culo di trovare un posto onesto e non uno dove semplicemente vogliono tenerlo e spillargli soldi finche’ non passa a miglior vita, la robe tipo TSO etc. si occuperanno sempre e solo delle situazioni di “emergenza” per poi rimetterlo in strada non appena l’emergenza e’ rientrata.

Nel mentre a te sta distruggendo l’esistenza.
Questo, specialmente:

Paradossalmente, ora ho un’unica e sola valvola di sfogo e frequentazione: il bipolare, con cui ci raccontiamo vicendevolmente le sfighe e le fasi della vita.

E’ una pietra angolare del cespuglio di schiaffi psicologici in cui ti stai rintanando comodo comodo. E il momento in cui lo rimuovi non sara’ mai troppo presto.

Ah, nota a margine: Non ti sta restituendo un cazzo quello che gli hai dato. Ti sta dando buoni sconto per videogiochi quando tu gli dai soldi che potresti usare per qualsiasi cazzo di cosa vorresti (una cena fuori, vestiti nuovi, un weekend da qualche parte fuori per staccare, un regalo a tua madre) facendo ricariche comprate probabilmente online in qualche store russo in cui con 2€ prendi una tessera da 20€. Per quello se lo puo’ permettere. (No, non chiedete link, se non conoscete sta roba vi fareste scammare come coglioni)

Hai ragione che devi sganciarti e non ha ragione la tua psicologa a dirti che ha vinto lui. Se ti ha detto davvero una roba del genere, nello stato psicologico in cui sei, e’ da mandarla a fanculo e cercarne un’altra. Ci son diversi tipi di approcci psicologici e se questa sta seguendo quello che sembra (a giudicare da questa uscita) in questo momento non e’ quello che ti serve. Poi vedi tu. Occhio perche’ il rapporto con uno psicologo puo’ diventare dipendenza facilmente e se lo psicologo non se ne accorge, ti fa del male e neanche lo sa.

Per il troncare tutto. Suppongo purtroppo che lui sappia tutto di te (dove abiti, etc) quindi e’ dura troncare tutto perche’ anche se fai robe incredibilmente scomode tipo cambiare numero di telefono, mettere filtri email, etc. ti puo’ sempre venire sotto casa o andare da parenti e decisamenti. Se te la senti sul serio, se davvero ti senti che “e’ ora di basta, porco cazzo”, chiedi un ordine restrittivo e tronca tutti i contatti. Nessuna spiegazione, nessun avviso. Chiudi e basta e alla prima volta che si azzarda a venire vicino a te o a tua madre o chiunque che non deve, chiama la polizia o chi cazzo e’ che chiami in Italia per far rispettare un ordine restrittivo.

Se non ha piu’ i fondi economici, il danno che ti puo’ fare e’ decisamente piu’ limitato. Era molto piu’ pericoloso quando ancora aveva soldi a sfottere.

Auguri di cuore :sad:

ma tu vuoi troncare o no?

io ho una situazione simile e, senza entrare nei dettagli, dopo averci riflettuto ANNI ho capito che forse non voglio troncare

questo per dire che secondo me innanzitutto devi fare chiarezza su cosa vuoi tu

Quoto l’ultimo messaggio.

Non ho capito se tu voglia effettivamente troncare ogni rapporto con lui.

Pure io ho sto dubbio, mi sembra che l’utente anonimo abbia compreso di doversi staccare ma che non voglia davvero farlo, forse per senso di responsabilità o forse perché per come lui stesso sta descrivendo la situazione, pure lui non ha altri amici ormai e quindi questo vampirismo psichico che subisce è diventato anche un poì simbiotico e il rapporto tossico tra due persone si auto alimenta.

Comunque la mia opinione, avendo anche io ex amici tossici che ho smesso di frequentare da anni (mai vissuto situazioni così estreme a dirla tutta però) è che l’unica soluzione sxia il taglio unilaterale, senza spiegazioni, senza un cazzo, tanto se questa persona è come la descrivi non le capirà

Però è una decisione con cui devi essere disposto a convivere, perché questa persona si sta suicidando e chiunque sia minimamente empatico il senso di colpa quando le cose andranno come è ovvio andranno a finire è una cosa con cui poi devi convivere, io ho smesso di frequentare un amico del liceo perché passava il tempo a pippare, qualche anno fa si è suicidato e non ho potuto non chiedermi se avrei dovuto fare qualcosa invece che ghostarlo e lasciarlo con le sue amicizie tossiche, è una cosa con cui si deve convivere e la risposta è che no, qualunque cosa succeda tu colpe non ne hai.

1 Like

Mi spiace per la situazione.
Spero di non semplificare troppo pensando che una cosa costante in tutta questa storia mi sembra essere la dipendenza da sostanze di questa persona, che mi pare abbia contribuito ad “esasperare” ogni suo comportamento e azione, al netto del disturbo di bipolarità. Secondo me quindi il primo passo per aiutare sia OP a prendere le distanze, sia l’altra persona, potrebbe essere contrastare in qualche modo questa dipendenza e queste sue manie (tipo anche lo spendere soldi in maniera compulsiva). Non so neanche se sia anche solo fattibile o pensabile a questo punto… ma magari OP potrebbe sfruttare la sua posizione di vicinanza con questa persona per convincerla in qualche modo ad entrare in una comunità di recupero o qualcosa di simile. Lo so che leggendo il tipo di persona di cui stiamo parlando sembrerebbe assolutamente super impossibile… però magari un tentativo si potrebbe fare, o comunque mi chiedo se OP abbia fatto tentativi simili in passato per provare a “ripulirlo”.

La tua psicologa ha ragione a metà - per me è impensabile vederla come una vittoria per lui.
Per contro, certo è che hai perso tu.

Non hai percorsi facili: qualsiasi tipo di distacco sarà traumatico, anche solo per le ansie e i possibili rischi che inevitabilmente si avvolgeranno attorno alla questione.

Non distaccarsi è peggio perché perpetua la situazione attuale che è evidentemente tragica per entrambi - e non solo, perché anche la gente che hai intorno è stata / sarà danneggiata, anche se in maniera meno diretta.

Io andrei cold turkey perché tanto non c’è un buon modo di farlo, non puoi ammorbidire il colpo.

Comunque tu decida di procedere, ci sarà sempre un momento in cui realizzerà il rifiuto/distacco, e a quel punto puoi solo sperare che la reazione non sia quella sbagliata, quella peggiore, quella problematica.
Non è qualcosa che sei in grado di controllare.

Tanto vale andarci diretti al punto - con una raccomandazione che non mi sembra sia stata fatta ancora: fatti due conti a livello di incolumità personale. Chiedi consiglio a chi ha avuto a che fare con casi del genere, possibilmente esperti / strutture sanitarie. Altro motivo per tagliare di netto è che puoi prepararti adeguatamente a gestire il momento peggiore perché sai quando arriva, e una chance maggiore di evitare i risvolti peggiori sia (e perdonami, ma soprattutto) per te, che per lui.

Hai bisogno di aiuto materiale e diretto, non solo di opinioni.
In bocca al lupo.

This. È quello che implicitavo. Esiste come parola?

Quasi certamente farà qualche gesto esagerato incredibilmente stupido.

Assicurarsi di avere messo già a posto le varie cose per cui quando lo fa, venga immediatamente messo di fronte alle conseguenze è il modo civile migliore a cui posso pensare per fare si che venga scoraggiato dal ripetere un qualsiasi tipo di scherzo.

Sarà poco empatico verso sto tizio ma qua io ho l’OP che “chiede aiuto” e i consigli li posso dare per la sua sanità e incolumità, non per quella del tizio che gli sta facendo passare la voglia di alzarsi dal letto ogni giorno dispari.

E’ meglio anche per chi potenzialmente reagirà male. Hai allertato chi di dovere in precedenza, hai un minimo di pianificazione alle spalle che può aiutare sia te che altri attori coinvlolti ad agire/reagire in maniera appropriata per limitare i danni, etc.

Se provi ad andarci piano, e la reazione arriva in maniera improvvisa/inaspettata, è tutto più difficile e più pericoloso, per tutte le parti in causa.

spiega al tuo amico che ti sta rovinando la vita col suo modo di fare, quindi o decide di dare una svolta alla sua vita senza distruggere la tua oppure dovrai pensare prima di tutto a te stesso e alla tua serenità

Mi dispiace dire ste cose, ma quando uno sta male non può aiutare gli altri, deve prima pensare a stare bene lui e poi potrà eventuale pensare ad altro

4 Likes

Giga *

Innanzitutto grazie a tutti per le risposte.
Quello che devo fare sembra palese, è palese, ma niente, non ne ho il coraggio (perché stringi stringi di coraggio si parla).
Si esplica bene con la battuta principale di una orribile e recente trilogia:

“Mi sento dilaniato. Voglio liberarmi da questa pena. Io so ciò che devo fare, ma non so se ho la forza di farlo.”

Ecco, ci ho provato.
Già nel 2019, in pieno terrore, ho allertato psicologa e psichiatra, ho fatto una telefonata informativa alla polizia ed ho preso appuntamento con un CPS per discutere la situazione. Il posto dove mi son trovato peggio è stato il CPS: l’indolente cretino con cui ho avuto il colloquio, capito che non ero lì per me stesso ma per discutere di un problema potenzialmente molto grave con un’altra persona, mi ha pisciato via in modo sgarbatissimo e inumano, facendo chiaramente capire che non gliene fotteva un cazzo. Se avevo problemi di droga o depressione io mi poteva prescrivere farmaci, se no ciccia, io non son qui per consigliare in merito alle malattie mentali. Ah. Volevo ucciderlo.

Quanto alla comunità, è una soluzione eccezionale. Anzi, è la migliore possibile in assoluto di tutte le soluzioni. Ha solo una minuscola controindicazione: ci dev’essere il consenso dell’internato.
Su questo, ho fatto un lavoro encomiabile durato tanti mesi, uno stillicidio di velate allusioni, girando attorno all’argomento, segnali di approvazione, suggerimenti accennati, finta denigrazione… a primavera 2023 lo avevo del tutto CONVINTO a farsi aiutare in comunità. Ed è stato anche (come sempre, se passa da una fase maniacale) estremamente efficiente, trovandone subito 4 o 5 e prendendo immediatamente i contatti, arrivando ai colloqui.
Sembravo salvo.
Purtroppo tutto è naufragato davanti ad uno scoglio insormontabile, ovvero “mi toglierebbero l’Iphone!”. Sì, perché l’Iphone è la sua vita, ha su di esso tutto quanto di multimediale esista (una quantità indescrivibile di libri e fumetti regolarmente acquistati, musica a strafottere che ama), e la policy di ogni comunità è tassativa, niente smartphone. Ho pensato subito razionalmente a come risolvere la cosa, ovvero “digli che lo terrai senza scheda sim al suo interno e che non ti farai dare la password per il wifi” ma non c’è stato nulla da fare, le policy sono letterali e devo dire ottuse in merito (senza sim e rete a tutti gli effetti diventa poco più di un hard disk con uno schermo). Così, tutto è andato in vacca.

La polizia mi ha detto che può intervenire solo se c’è reato in corso o ci si trova in situazione di immediato pericolo di reato, ergo anche quella strada è impercorribile.

Ora, proviamo a continuare su questa strada.
Io VOGLIO (per il mio bene è vero, ma anche per il suo) che questa persona sia internata. Non ce la può più fare in questo modo, gli serve una struttura che badi alle sue necessità e gli impedisca di dilapidare tutti i suoi soldi in droga e cappuccini.
Diventerebbe il parente anziano e malato che vado a trovare di quando in quando, sempre al corrente delle sue condizioni ma non più condizionato, sarebbe assolutamente PERFETTO.

Come posso raggiungere questo risultato?

Riprovo la via di andare io a informarmi, di andare a parlare con le comunità e i consultori vari?

Cosa deve fare un malato di mente in questo paese per essere ricoverato permanentemente? A quanto pare neppure uccidere la sorella a coltellate, dato che in quel caso si finisce in carcere (imho del tutto innocenti) a farsi torturare e massacrare.

Nessuno sa quanto sia impattante la malattia mentale sulla vita di chi ti circonda. Tutti pensano a Joker, o al simpaticissimo personaggio Malkavian che ho fatto a quella sessione di Vampiri, ahahah che lol era troppo pazzerello.

E’ un vortice inarrestabile di puro male.

Ok. Tu vuoi aiutarlo.

Consiglio specifico che mi sento di darti è di provare a lavorare almeno sul distaccarti un po’ emotivamente. Perché ti leggo troppo coinvolto.

Visto che ci sei andato così vicino un altro tentativo lo proverei a fare… magari provando a cercare comunità con regole meno stringenti. Magari anche fuori dalla vostra città/regione, ma non troppo in modo che puoi andare a trovarlo ogni tanto.

Comunque mi sembra incredibile che a uno che magari si deve riabilitare dall’utilizzo di droghe pesanti non venga manco consentito di tenere uno smartphone… quindi immagino neanche un PC o simili?

di sofferenza, se fosse malvagità sarebbe più facile troncare ogni rapporto :asdsad:

Vicenda straziante.

Penso che l’amicizia sia uno dei sentimenti più difficili da gestire.

Spesso effimere, utilitaristiche o di fascinazione.

Ma come si fa a distruggerne una che ancora esiste. Forse richiede di diventare un mostro?

Qui mi arriva enorme il dilemma dell’abbandono che fa dell’op una persona di cristallino valore ai miei occhi in uno slancio di umanità oggi divenuta una rarità, forse a ragione, conseguenza del sacrificio emotivo che comportano le relazioni umane.

Ci hanno costruito così. Portati all’amicizia e all’amore.

Ma vi è una questione di autoconservazione. Ed è qui che secondo me va trovato un senso profondo.

Solo l’op può in cuor suo trovarvi la salvezza secondo me.

Il punto razionale che sommariamente si profila è annientarsi o annientare.

Orrendo da scrivere ma questo mi appare.

Vi è una terza ipotesi?

È il quesito che mi sorge. Forse esiste, ma è una strada durissima.

Quale futuro può avere questa vicenda mi appare drammaticamente profilarsi come l’ultima scena di una vita. Come nel film dei dormienti.

Cercarvi un rimedio razionale mi appare compito lacerante e forse inutile.

Voglio comunque esprimere vicinanza all’op e augurargli di trovare serenità interiore per le scelte che vorrà prendere o che non vorrà prendere perchè mi è evidente che lui è di fatto già un’anima bellissima a prescindere, e di non sentirsi in colpa per quello che potrà accadere in futuro e avere cura di se innanzitutto.

Io ho avuto amici trovati appesi a una corda, e altro di più orrendo da scrivere. Gente con cui giocavo da bambino. Gente che da ragazzi erano degli angeli bellissimi poi finiti malissimo perchè questa è una società di merda. C’è chi nasce nel fango e chi nella bambagia, ma poi si diventa quello che incontriamo.

Una pista di cocaina al liceo, tutti a ridere, e nel frattempo quello finisce nel baratro e tu invece ti salvi.

Perchè boh, il karma? È questione di come gira la sfiga? Non lo so. Certe volte mi chiedo se non è meglio nascere insignificante. Essere figo è un dito in culo. Però tutti vogliono essere fighi. Tutti ti cercano. La maggior parte per proprio tornaconto. La cumpa, la strada, i soldi.

I soldi maledetti.

Op, non puoi sentirti in colpa per non essere un buon amico.

Tu sei di fatto il miglior amico che si possa mai desiderare di incontrare secondo me.

Ma ora devi essere l’amico di te stesso che ti salva.

Perchè l’altra opzione è il terzo scenario dove vi salvate entrambi e sappiamo che accade una volta ogni milione di casi.

Capisco la situazione in cui ti trovi ci sono passato molti anni fa con mia madre che ha sempre sofferto di depressione ed era anche bipolare. Ad un certo punto della mia vita mi sono ritrovato da solo a doverla gestire, i miei avevano divorziato e mio padre si era allontanato fisicamente da dove vivevo e mi dava una mano come poteva. Il resto della famiglia di mia madre oltre a qualche telefonata di supporto non faceva. Passavo il tempo a cercare di recuperare la sanità mentale tra una crisi e l’altra ed ovviamente tutto ciò aveva ripercussioni sulle amicizie, sul lavoro e ovviamente anche sulla vita di coppia.

Mi ricordo perfettamente il senso di colpa che non mi faceva dormire di notte per aver " abbandonato" mia madre per non “fare abbastanza” . Alla fine però ho capito che ne andava della mia vita dato che mi stavo annullando per lei e ho preso un pò le distanze.

La situazione si è risolta quando con l’ultimo ricovero a mia madre è venuta un’ischemia e si è presa paura ed ha deciso su suggerimento mio e del resto della famiglia di farsi ricoverare in una RSA da quel momento lei non ha più avuto grosse crisi ed ho recuperato il rapporto con lei come non avevo fatto da decenni.

Hai tutta la mia solidarietà ma non puoi annullarti per un’altra persona per quanto tu le voglia bene, devi anche volere bene a te stesso e pensare a stare bene.

2 Likes

non ho capito l’uso del fake, dato che scrivi cose che ti rendono riconoscibile.
In ogni caso, vale solo una regola: “mors tua, vita mea”

Il come non importa.
Importa solo il “quando”.
Il poi, non è neanche importante. Sicuramente starai già meglio una volta interrotto il rapporto.

Il perché non sei riuscito fin ora a farlo, è qualcosa che dovrebbe riuscire a dirti la tua psicologa.

trovo questo tuo incipit in disaccordo con il resto del tuo post.
A mio avviso queste cose non sono da complimentare, al limite il contrario.