Cosa ne pensa della SuperLega portata avanti da Agnelli?
“Credo che ci sia un grandissimo misunderstanding. Una grande ignoranza, nel senso di ignorare le cose non avendo partecipato a tutte le riunioni dell’ECA. Bisogna spiegare che l’ECA è l’associazione dei club europei, 232 club.
Più di 100 sono fattivi e decisionisti nel consiglio, altri invece sono dei soci con presenza, con possibilità di suggerire, ma non di decidere. Anche se adesso pare si voglia modificare e allargare questa possibilità anche a tutti gli altri club.
L’ECA è stata l’unica associazione di club privati che s’è contrapposta con educazione e fermezza alla UEFA e alla FIFA, declamando il ruolo importantissimo dei club.
Attraverso l’ECA si sono ottenuti, in dieci anni, una serie di vantaggi.
Io sono il chairman di comunicazione e marketing per l’ECA ( ) e posso assicurarvi che non è nelle intenzioni di Agnelli quella di fare una SuperChampions per pochi eletti. Lui ha cercato di allargare democraticamente la possibilità di parteciparvi anche a club meno blasonati.
Il problema va impostato in un altro modo. Come? Se noi parliamo del 2024-27, parliamo di un periodo così distante che sarebbe illogico parlarne fin da adess. E questo l’ho detto anche ad Agnelli. Oggigiorno anche 6 mesi è lontanissimo.
Qui c’è questa stupida abitudine di stabilire le cose di triennio in triennio perché la gente crede che così si può ottenere di più, ma non è così.
Chi ha capacità commerciali deve sapere ottenere cose giuste e logiche anche in un lasso breve di tempo. Questa gente io la manderei a casa. Il calcio che vorrei dovrebbe essere animato da giovani, non da persone che basano le decisioni sulle stantie esperienze passate. Bisognerebbe proiettarsi al futuro e, soprattutto, essere capaci di prevedere quello che sta per accadere. Ad Agnelli ho detto che lui prima di tutto deve interessarsi di come far trovare i bambini al calcio.
I bambini si stanno allontanando dal calcio a causa dei videogiochi elettronici. Ma perché? Perché questo sport è noioso, a parte qualche partita. Specie nelle fasce minori del calcio le partite non destano grande interesse. Dobbiamo immaginare quali saranno i nostri prossimi fruitori. Noi viviamo in un contesto in cui i millenials e la generazione Z praticano gli E-Games e si allontanano dal calcio. Io ho una idea per il Ministro dell’Istruzione, da proporgli: mettiamo nelle scuole elementari italiane tecnica e tattica del calcio; due ore a settimana in cui far vedere ai bambini le partite più belle, studiarle, far capire come si gioca, cosa deve fare un attaccante o un difensore, cosa vuol dire il modulo.
I bambini vanno coinvolti in maniera ludica. Il nostro Paese è stato fregato dai politici, che non hanno mai pensato ai giovani e si sono preoccupati soltanto di un bisticcio tra scuola pubblica e privata. Io ho vissuto il ’69 e ho sentito delle cazzate gigantesche portate avanti. I valori essenziali sono i giovanissimi e gli anziani, entrambi da proteggere. Ho gettato lì una mia idea, prendendo lo spunto da Tebas, che ha fatto il rivoluzionario a oltranza. Perché uno per fare una rivoluzione deve ottenere anche dei risultati. Non puoi andare a Nyon e lasciare tutti così andando via dopo cinque anni. Bisogna prendere Ceferin e dirgli: ‘Caro Ceferin, se lei non sta con noi, noi la togliamo’.
Io ho parlato male di Platini e Blatter e i fatti ora dicono che non mi ero sbagliato. ( )
Ora bisogna parlare e pensare. Bisogna organizzare cosa i media desidererebbero, visto che i media rappresentano il pubblico. Dove vogliamo andare? Cosa vogliamo fare? Che interesse vogliamo creare? Dobbiamo rovinare il calcio nazionale? Giammai, perché è una fucina dei valori culturali di una nazionale. E va tenuto nel weekend. Perché dobbiamo fare una Champions League e un torneo per morti di fame ( ) a cui si dà il contentino (Europa League, ndr)? Tu UEFA, perché coi nostri investimenti vuoi fare la parte del leone? Il secondo torneo dobbiamo gestirlo noi. Benvenute a FIFA e UEFA, ma devono concentrarsi su regolamenti uniformate e sulle nazionali. Tebas ha ragione a dire che l’ECA deve organizzare il campionato europeo. Deve esserci un’unica Champions League. Per evitare un dislivello di potere economico si può fare una Champions League tra chi può permettersi determinati calciatori e un’altra Champions League per gli altri club. Poi i primi 4-5 dell’una e i primi 4-5 dell’altra potrebbero sfidarsi alla fine”.
Come vede l’introduzione del tempo effettivo nel calcio?
“Io vedo che lei è illuminato. Ci sono stadi che sembrano degli acquari. Il tempo si ferma e, tranne in qualche momento, per il fatto che non c’è un commento sembriamo veramente in un acquario. Allora mi sono sempre chiesto: forse è il momento di evitare questa interruzione di 15 minuti tra primo e secondo tempo? Sarebbe bello, come negli altri sport, interrompere la partita ogni 10 minuti con una pausa di 2 minuti, dove l’allenatore può confrontarsi con i suoi calciatori. Un’altra cosa che io farei, sono le sostituzioni illimitate, come nel basket: un giocatore quando entra, può uscire e può anche rientrare. Perché non farlo anche nel calcio??”.
Il Napoli è una grande famiglia?
“Il Napoli ha sempre avuto una levatura internazionale. Prima c’era quel genio di Maradona, poi siamo arrivati noi che, tornati in Serie A, abbiamo avuto i Quagliarella, i Cavani, i Lavezzi, gli Higuain. Tanti calciatori che dimostrano che l’internazionalizzazione di questo club era avviata. Il Napoli purtroppo ha vinto poco, soltanto due scudetti. Ma sono cambiati anche i tempi e il calcio. Probabilmente il Napoli ha perso tempo nei suoi primi 50 anni, ma non se ne può fare una colpa a nessuno oggi. Quando incontro i tifosi, vorrei sempre accontentarli. Mi chiedono quando vinciamo lo scudetto? E a me fanno venire un po’ d’amarezza, ma mi fanno tanta simpatia. Io rispondo che la cosa più importante è l’appartenenza sociale a questa maglia. Voi siete napoletani, non potete non gioire del fatto che in questi ultimi 10 anni siamo l’unico club italiano ad albergare in Europa. Mi dispiace se qualcuno non è soddisfatto e contento, ma per me sarebbe facile prendere i plausi, conquistare lo scudetto o una coppa europeo e fallire un attimo dopo. Non credo, però, che questo sia nell’interesse di Napoli e della Campania. Poi ci sono quei napoletani che sono sempre insoddisfatti che si sono legati a Milan, Inter e Juventus. Noi andiamo avanti per la nostra strada, con tutta la cazzimma che non deve mai mancare. Rispettando sempre le regole e l’economia di un club che, rispetto all’econonomia dei maggiori club, non ha un euro in meno”.
Sulle discriminazioni territoriali, i Napoletani sono stanchi. Bastano le norme che prevedono anche la sospensione degli stadi? Come si comporterà la società in questo senso?
“Se il calcio negli stadi è ciò che serve ai Governi per tenere tutti buoni, sereni e tranquilli, invece di scendere nelle piazze a fare le rivoluzioni, va benissimo. Però, mi chiedo: perchè solo in Inghilterra il Governo è riuscito a trovare delle soluzioni? Avete mai visto in uno stadio inglese episodi razzisti? Se accade, arriva un bodyguard e ti butta fuori”. Lo interrompe una telefonata…
La telefonata arriva dalla Colombia presidente?
“Si, forse è James, è nei nostri cuori. Specialmente nel cuore di chi l’ha allenato meglio di chiunque altro, e sto parlando di Ancelotti. Il problema è che dobbiamo fare i conti col Real. Noi, però, siamo duri, non vogliamo cedere alle ingiuste richieste dei blancos. Non abbiamo fretta perchè la nostra squadra è già forte così. Dobbiamo fare soltanto dei colpi, nulla di particolare. I colpi si fanno in due, tra chi vuole acquistare e chi vuole vendere. Noi vogliamo acquistare, ma non vogliamo correre rischi”.
Si torna poi a parlare della politica nel mondo del calcio.
“I politici sanno intervenire per punire, ma non per curare. Bisognerebbe comportarsi come gli inglesi. Come si può non prendere i colpevoli quando si parla di discriminazione? Al San Paolo abbiamo installato 400 telecamere, investendo un milioni di euro, che lavorano con algoritmi e sono utilizzate addirittura dai servizi segreti in America. Queste telecamere ti fanno l’identikit di chi è sugli spalti. Da quando ho cominciato, abbiamo speso 4-5 milioni in multe, comminate dalla Lega, per accensione di fuochi, esplosioni di petardi. Noi, con questi soldi, avremmo potuto potenziare il reparto giovanile. Non è sicuramente una scusa, quindi. Chi non sa comportarsi in maniera degna al San Paolo, sarà prelevato e non gli sarà dato più l’accesso, anche se ha pagato già l’intero abbonamento. Ma lo Stato perché è assente? Perché a Salvini servono quei voti? Basterebbe poco. Perché la gente deve comportarsi male negli stadi? Perché la gente si dà appuntamento negli autogrill per distruggere tutto e fare a cazzotti? Questo non è sport, questo non è calcio”.
Presidente è arrivata una piccola indiscrezione e approfitto della sua presenza, ma domani c’è un incontro segreto con Wanda Nara?
“Questa è una grossa stupidaggine. Enorme. Io ho incontrato la Signora Wanda Nara tre anni fa e non ho intenzione di incontrarla di nuovo. Mi è stato sufficiente quell’incontro. Icardi non rientra nelle necessità attuali del Napoli. Quando lo chiesi era un altro momento storico, era quando s’era infortunato Milik e volevamo trovare una sostituzione a lui, ma fu bravo Sarri a far diventare il nostro folletto Mertens uno capace di superare i trenta gol”.