[CAA] Riforma Gelmini e Legge 133



eh si tutte le volte proprio.



"...non è ancora il momento di farci i pompini a vicenda!" (cit.)
insomma son stato via una giornata e trovo liquid che torna sulle sue posizioni?

potrei commuovermi

speriamo che il precedente lo renda più gestibile prossimamente
Grazie signore grazie, grazie signore grazie .cit
Ok, dai, passiamo oltre

Segnalo che in questo momento sul sito dell'Economist si sta svolgendo un dibattito sulla questione del finanziamento pubblico all'università:

http://www.economist.com/debate/debates/overview/135

Molti interventi interessanti, anche se ovviamente non pertinenti l'attuale situazione italiana.
Cercavo un post del genere in "politica" e l'ho trovato solo ora
Ci tenevo a leggere gli interventi per capire se sono io che vivo in un mondo a parte oppure no... non ce l'ho fatta a leggere più di 10 pagine e spero di non dire cose trite e ritrite.

Partendo dalla riforma Gelmini... sulla legge c'è scritto che ci sarà un maestro unico. Poi il presidente del consiglio in un'intervista dice: il maestro unico sarà affiancato da quello di lingue, quello di informatica e quello di religione.
Quindi sono 4 in tutto gli insegnanti? O 1 più sconosciuti che di tanto in tanto capitano in classe? Oppure domani il premier dirà che le sue parole non erano da leggere altrimenti si trattava di opposizione irresponsabile?
Devo dire che la sua riforma mi riguarda poco per il momento, ma fra le varie cose opinabili ma a cui lascio il beneficio del dubbio ce ne è una che mi fa storcere il naso e tanto:
Dare valore legale al titolo di laurea per chi esce da scienze della formazione in modo che siano tutti abilitati all'insegnamento.
Per il voto in condotta facciano pure, io non ho mai avuto problemi ma ci sono professori che sono caricature di loro stessi. Inizino a valutare veramente i docenti in base alla loro capacità di insegnare.
Per i libri: mediamente alle superiori spendevo 3-400 € all'anno per usare la metà dei libri. Credo che in molti siano stati o siano nella mia situazione. Non vedo perchè a questo punto il professore delle superiori non può fare come quello universitario preparare lui le dispense, dopotutto credo che un docente universitario sia mediamente più impegnato


Passando alla legge 133, di Tremonti, approvata in silenzio quest'estate e solo ora la si scopre tutti quanti.
Cercando sui siti dei vari ministeri, e leggendo buona parte del testo di legge mi sono fatto un'idea degli investimenti nei settori "spesa pubblica" per Sanità, Difesa, Istruzione.
I dati sono questi:

La difesa, intesa come interna ed esterna, dovrebbe aver avuto per il 2008 21,13 miliardi di euro. Non ho trovato sostanziali tagli in numeri nella legge, si accenna a qualcosa per quanto riguarda gli stabili ma non mi è chiaro, si parla di economia di spesa di 304 milioni di € per il 2010.

Il fondo sanitario nazionale per il 2008 ha avuto 100,6 miliardi di €. Per il 2009 sno previsti 102,7 mld, per il 2010 103,9 mld, per il 2011 106,6 mld di €.

Istruzione, comprensiva di tutte le scuole pubbliche e università compresa di FFO: 7,5 miliardi a cui vanno aggiunti circa 0,5 miliardi per borse di studio (dottorandi, sostegni, ricercatori).
I tagli previsti, come si può leggere sulla legge, per quanto riguarda l'FFO (e solo questo) sono di:
63 milioni nel 2009
190 milioni nel 2010
316 milioni nel 2011
417 milioni nel 2012
455 milioni nel 2013.

Ma non è finita... Capo II, Art 64, comma 6 si parla di economie di spesa che dovranno essere di (in milioni):
456 per il 2009
1650 per il 2010
2538 per il 2011
3188 per il 2012

Su 8 miliardi di stanziamenti , 3 ne verranno tagliati nei prossimi 4 anni.

Questo il quadro complessivo per questi 3 settori della spesa pubblica. Altro punto fondamentale è il blocco del turn-over, che non solo blocca l'assunzione come spesa, ma anche come numero.
In parole povere se mi va in pensione un docente che guadagna 5000€/mese, non posso assumere ad esempio 2 ricercatori da 1200€/mese + 2 dottorandi da 1000€/mese.

Una curiosità interessante è l'EXPO2015 di Milano. Nella legge è possibile leggere il seguente:
Spese consentite per l'EXPO 2015 di Milano (in milioni):
30 nel 2009
45 nel 2010
59 nel 2011
223 nel 2012
564 nel 2013
445 nel 2014
120 nel 2015

Sono contento di sapere dove vanno a finire poi i soldi insomma.


Queste sono solo alcune cifre che, prima di accendere il cervello, ho voluto controllare di mio per capire cosa succede.
Mi sembra banale osservare che il tentativo è semplice, si affronta il problema costi non ottimizzando i processi ma tagliando le spese.
E non si tagliano gli sprechi, perchè allora si sarebbe una cosa giusta.. ma si taglia tutto indiscriminatamente ed è questo che più di tutto non sopporto.

Io magari rappresento quella piccola "elite" di persone che invece di pensare a guadagnar soldi e trovarsi un lavoro ha scelto di studiare e di tentare di fare ricerca scientifica...
La cosa più assurda del sistema per come è adesso è che i nostri ricercatori, italiani, vengono pagati dallo stato... ma lo sapete per chi fanno ricerca? Per le aziende che sovvenzionano...
Sì avete capito bene, i ricercatori italiani vengono pagati dallo stato ma le aziende estere comprano la nostra preparazione per ottenere ricavi.

In poche parole lo stato, fin da quando ha iniziato a spendere un mucchio di soldi per farci studiare alle elementari, medie, superiori, università... si ritrova ora a dover stipendiare un essere che produce ricchezza non per il paese o per le industrie del paese ma per quelle estere.
Questo lo trovo sconcertante, semplicemente. E questi tagli vanno a incidere ulteriormente su questo punto.

Poi non è che ce l'ho con questo governo in particolare... fra "destra" e "sinistra" tutti tagliano da sempre sull'istruzione. E questo genera sempre meno ricchezza, c'è poco da fare.
ti rispondo per quello che so.



per quello che ho capito si torna al modello rimasto in voga fino ad una ventina di anni fa.
In pratica si, il maestro unico, che non sarà uno solo ma a seconda del numero di classi si spartiranno il monte ore, si chiama cosi' perchè insegnerà piu' materie, scienze matematica, grammatica e le altre...non ci sarà piu' un team di maestri uno per ogni materia.

naturalmente per le materie come lingua straniera, religione, sostegno, informatica ci vuole un maestro "specialista" di quella materia, religione una volta era tenuta direttamente da preti, lingue da laurati in lingue.




beh ma il voto in condotta non centra nulla con la preparazione del singolo maestro, è un voto dato da tutti gli insegnanti all'alunno, che torna ad avere valore sul giudizio finale e non un inutile numerino in piu' in pagella.




perchè se non sbaglio i testi devono essere approvati dal collegio degli insegnanti anche secondo canoni di imparzialità e correttezza delle informazioni, le dispense anche all'università di solito sono un sussidio al libro di testo, e rendono il corso molto personalizzato dal docente, cosa che non mi sembra il caso di fare fin dalla scuola dell'obbligo.



prego ?



credo che le cifre in ballo per l'expo fossero già note da anni, in tempi non sospetti, visto che tanti lavori che finiranno per l'expo erano previsti da anni.

senza contare il fatto che l'expo farà spendere tanti soldi quanti ne farà entrare, si spera almeno...




perchè la cosa ti stupisce ? è cosi' in tutti i paesi, la ricerca non è mai del tutto finanziata dallo stato per lo stato, cosi' come le aziende non è vero che siano sempre estere, i soldi li investono le aziende interessate, anzi spesso sono privilegiate quelle italiane rispetto a società estere, proprio per il fatto che chi gira procacciando fondi lo fa prima in italia di solito, anche per motivi di logistica.


Le aziende investono soldi anche loro, anzi, in realtà investono la maggior parte dei soldi, e logicamente vogliono guadagnarci, non lo fanno per la gloria, che siano aziende italiane o estere.



Sì ma un'azienda italiana a differenza di una estera paga le tasse in italia sul suo fatturato. E' questa la grande differenza. Non mi illudo che si faccia ricerca per gloria anche se la cosa sarebbe auspicabile. Dico solo che la realtà italiana è carente di aziende con la mentalità di investire in ricerca... con le giuste eccezioni (io studio fisica quindi per me il campo di aziende interessante nella ricerca base è molto più basso ma la cosa è piuttosto generale.. per fare ricerca servono tanti soldi).

La siemens (questo è il caso che conosco ma ce ne sono altri) ha delegato la ricerca da noi, ci sono voluti 2 anni per la ricerca in se, e nel giro di 5 anni dalla data di commisionamento hanno aumentato il fatturato (la prof ha parlato di un 5% ma mi sembra troppo anche se fattibile e comunque non credo che fossero l'unico gruppo ma fossero all'interno di un progetto più ampio ).

Queste sarebbero storielle da ridere se però si pensa che: I nostri laboratori (tranne alcuni centri importanti) non sono proprio di ultima generazione... la mia tesi la sto facendo anche utilizzando strumenti rotti da rammendare alla bell'e meglio per riuscire a farci certe misure. E credo che così come a Bologna (che poi insieme a Pisa è l'unica italiana fra le prime 200), sia in molte altre parti d'italia.

Ciònonostante la scuola italiana ha da sempre creato un sapere eccellente... con il sempre solito difetto che non riesce a finalizzare questo sapere a proprio vantaggio.
Ora, da quanto è che si parla di fuga dei cervelli? A cosa porteranno questi tagli indiscriminati se non ad un rafforzamento della corsa all'estero?
Alcuni nostri professori e ricercatori ci hanno già detto che se vogliamo possono introdurci in aziende estere per "lavorare" alla tesi specialistica il tempo necessario.

Quello che invece non capisco è perchè molti studenti nella mia situazione (ok a Bologna meno ) siano invece d'accordo con tutto questo patatrac. E' una presa di posizione la loro? Hanno dei motivi per pensarla così? Perchè onestamente io, per l'università, di vantaggi rispetto ad ora, non ne vedo.



ps:
per il docente universitario impegnato: ok stavo pensando ad esempi eccezionali ma del tutto fuori dalla media


Questa mi dicono in molti che è una leggenda metropolitana, in realtà le aziende buttano nelle università non più del 20% dei soldi che poi coprono la ricerca.

Il problema poi è che le aziende sono interessate solo a ricerca con ritorni a breve termine.
Quello di cui non gli frega nulla è la cosiddetta ricerca di base, cioè la ricerca della conoscenza su fatti elementari che non portano risultati immediatamente spendibili in industria o che per loro natura non sono sfruttabili economicamente (es. come brevetti).

Non so quante aziende hanno messo i soldi in LHC, visto che da lì non usciranno (almeno nell'immediato) solzioni industriali...
http://www.giuliotremonti.it/


Epic win.


stima
http://mariastellagelmini.it/ Ora pure questo


una falsità inaudita



Sulle qualita` pedagogiche del maestro unico che vengono sbandierate io ho parecchi dubbi.

Uno di natura teorica non credo che i bambini abbiano questo impellente bisogno di sicurezza ne` che la maestra si possa sostituire visto che si instaura ben presto un rapporto conflittuale anche con la maestra.

Un'altro di natura personale dove mi sono ritrovato i primi due anni di elementari ad essere odiato da una maestra d'italiano e a ricevere costantemente il minimo dei voti con mia grande frustrazione. Una pluralita` di insegnanti evita che classi intere vengano rovinate da una personalita` didatticamente incompetente. *


*E` chiaro, per una serie di ragioni, che tali voti non dipendessero ne` dal mio impegno ne` dalla qualita` del mio lavoro.
il fatto che il maestro unico pedagogicamente sia una puttanata è provato dal fatto che a Scienze della Formazione Primaria si insegna il contrario.

fine, stop.




Siamo postmoderni non crediamo nella "Scienza" al singolare.

Se permetti questo è un argomento debolissimo. Non saranno di certo degli orientamenti pedagogici provvisori, per quanto istituzionalizzati, a valutare la bontà di una specifica linea di pensiero, soprattutto perché in questo campo entrano in gioco fattori metodologici, ideologici, psicologici e via discorrendo di non facile gestione. Ma questo vale in ogni spazio e in ogni tempo, a prescindere dalle materie e dalle teorie in esame - pensa, per un intero secolo nelle università è stata insegnata la teoria del flogisto (e ci troviamo in ambito scientifico, quindi osservabile e misurabile con relativa precisione, figurarsi in ambito sociopsicopedagogico, dove tutti i confini sono sfumati).

Ad ogni modo non sto dando ragione alla Gelmini, perché penso che un modello del genere non sia più applicabile con successo a causa della frammentazione e specializzazione dei saperi, nonché del culto del pluralismo, che dettano legge nella società postmoderna.

Tuttavia, se posso esprimere un parere personalissimo, credo che il top in ambito formativo sia il precettore privato. Se ci pensate è l'unico sistema in grado di innescare valide procedure di individuazione e formazione d'identità nel fanciullo, che non si troverà costretto a imbrigliare la propria intelligenza in programmi educativi standard senza tener conto delle specificità che ognuno di noi porta con sé. Verrebbe seguito meglio, verrebbe capito meglio, sarebbe in grado di esprimere al meglio le proprie potenzialità.
Ovviamente non si può trascurare il discorso degli spazi di socializzazione che la scuola si trascina dietro, ma a me piacerebbe una società in cui le scuole fossero deputate esclusivamente all'attività ludica, e l'educazione-formazione fosse affidata a lezioni individuali.

Però abbiam voluto la massificazione e il culto della pubblicità, e ora queste ci teniamo, con tutti i loro difetti. Purtuttavia sarebbe bene non dimenticare la splendida lezione anarcoindividualista stirneriana.


In realta` "bastano" classi di una decina di persone e professori che pensano ai loro studenti. Npn c'e` bisogno del precettore, o dei precettori, individuali.