C.L.N - Circolo letterario di NGI

Nono calma, entro il 12 si era messa la scadenza per leggere i racconti di sto giro e postare pareri e critiche andiam ben con calma

Sì, intendevo revisioni e critiche. :P

Ottimo!
Giovani, vi ricordo che domani è il termine per la lettura e la critica dei racconti

Io sto seguendo questo metodo: nei pdf dei racconti evidenzio le parti che secondo me sono sbagliate o comunque potrebbe essere rimaneggiate meglio e di fianco ci metto una nota; domani vi posto i pdf con le correzioni insieme ad una critica più generale ad ogni racconto.

Mi raccomando, siate esaustivi e precisi

Io ho provato a fare un qualcosa del genere, ma alla fine ho optato per una critica generale con dei suggerimenti.
Non riesco sinceramente ad essere puntuale nella revisione e nella critica, ho troppa poco esperienza e conoscenze.

Domani comunque posto.
Causa trasloco e cazzi vari non ho avuto moltissimo tempo, spero di riuscire a postare i miei pensierini su tutti e tre i racconti entro domani.
Purtroppo per lavoro sono lontano da casa.
Lo posto al più tardi venerdì.
Hei ragazzi, che fate, i furbini? sotto con la critica!

Questi sono i miei due cent; abbiate chiaro che tutto ciò che ho scritto (sia qui che nei pdf) è frutto del mio giudizio e quindi potenzialmente erroneo
I pdf che linko sono quelli a cui ho aggiunto le mie evidenziazioni e le note. Pare che da dropbox le note non te le faccia leggere; mi sa che dovete scaricarvi il pdf per farlo.

Kilgore
Il testo mi è piaciuto, nonostante qualche caduta di stile (io sono dell'idea che le parolacce in un testo narrativo siano da evitare, soprattutto quando a pronunciarle è il narratore e non uno dei personaggi).
Il punto è che, beh, mi pare non sia propriamente un racconto Non c'è un protagonista e, anzi, non c'è proprio nessuna narrazione; è una semplice descrizione di situazioni una dietro l'altra, situazioni che hanno certo un senso ma che non formano un racconto. Spero di essermi spiegato
Secondo me era meglio metterci un protagonista e fare narrare a lui la sua epopea o, anche, scrivere tutto direttamente in prima persona.

licher
L'idea mi è piaciuta molto, ma con me sfondi una porta aperta perché le metanarrazioni mi affascinano sempre Il racconto mi pare ben congegnato nelle sue ironie (tipo l'osservazione sull'ascensore che non è ancora arrivato al piano, ma again con me vai sul facile) e il finale funzia molto bene.
L'unica cosa, licher, è che nemmeno il richiamo metanarrativo esplicito (gli errori di battitura) può salvare il racconto dall'abisso sintattico e grammaticale in cui l'hai cacciato Al di là degli errori veri e propri, poi, spesso usi parole auliche col senso sbagliato; a volte narri cose che il lettore difficilmente si riesce a rappresentare e che, quindi, finiscono col perdere di senso; altre volte usi dei paragoni che non stanno né in cielo né in terra (nel senso che non esistono proprio, vedi la storia della preda e del predatore)
Insomma, buona l'idea, migliorabile la realizzazione; soprattutto secondo me potresti puntare un po' più in basso con lo stile narrativo

VVisp
Il racconto non è male, ma imho è minato da un problema di fondo: il ritmo della narrazione non rispecchia per niente il ritmo delle scene e, dunque, ciò che doveva essere angosciante è invece piuttosto noioso. Secondo me è per metà un problema di grammatica (ovvero di punteggiatura: troppe virgole che ammazzano il ritmo) e per metà invece proprio un problema di narrazione; vedasi ad esempio quando l'assalitore si mette a rincorrere Vasilia e, nonostante lei avesse fatto al massimo dieci metri, non la raggiunge mai. Anche la troppa ricchezza di dettagli, che all'inizio funziona, una volta che la narrazione dovrebbe cambiare ritmo rallenta troppo il tutto: non c'è bisogno di raccontare ogni singolo movimento della fuggitiva, anzi!

In generale per me come prima prova è andata bene e continuerei volentieri Voi che dite? Vogliamo continuare?
Non riesco a visualizzare i commenti ai pdf e non riesco neanche a scaricare i file che ha postato Attela. Fra l'altro, vedo delle virgole giuste evidenziate come fossero errori

Ecco i miei commenti sui racconti.

Quello di VVisp mi è piaciuto abbastanza. Mi sembra ben scritto e, in generale, in grado di comunicare una certa tensione durante la fuga della prostituta. E' breve, dà poche spiegazioni riguardo a ciò che succede, ma questo non è affatto un problema: in qualche modo si cerca di porre il lettore nei panni della ragazza, che nulla sa di quello che le sta accadendo intorno, perché non c'è alcuna spiegazione logica per quello che succede.

Quello di licher è illeggibile ed evito ulteriori commenti perché qui siamo su Libri e non in altre sezioni, non vorrei "svaccare".

Vado con quello di Attela.

- Mi sembra che il racconto non abbia uno “scopo”e che manchi di un finale efficace. Ho letto l’ultima riga credendo che la narrazione continuasse, invece l’interruzione è brusca, fastidiosa (e non credo sia un effetto voluto).

- Non capisco la necessità di raccontare, all’inizio, la scena del corteo, quando il personaggio principale non ha modo di avere a che fare con la manifestazione. Forse sarebbe stato più produttivo introdurre la scena del corteo direttamente dal punto di vista del protagonista.

- Spesso ho trovato dei punti e virgola usati male. Conviene usare il punto e virgola con parsimonia e solo quando è strettamente necessario.

- Vorrei poi soffermarmi su una frase in particolare, cioè la prima del racconto: "Era poco dopo l'alba di un giorno di maggio piuttosto caldo, ma il corteo si era formato nelle ore buie della mattina ed era quindi già in marcia da tempo". Mi sfugge a cosa serva quel "ma", che dovrebbe avere un valore avversativo, usato per congiungere quelle due frasi.

In sostanza, il racconto non mi ha convinto molto.

Rispondo poi alle critiche, comunque apprezzate.

Per come la vedo io, si può discutere se una parolaccia sia una caduta di stile o meno solo considerando quanto sia utile il suo uso all'interno di un dato testo narrativo. Dire che, a prescindere, si tratti di una caduta di stile, non è un ragionamento che condivido.
Stesso discorso vale per la seconda critica, cioè che per essere un racconto, un testo debba avere quella determinata struttura. E' una pagina di diario in cui chi narra, idealmente, rende impersonale la propria esperienza nel tentativo di raccontare ciò che ha vissuto come se fosse una storia comune a molte altre persone.
E' più condivisibile criticare la scelta di una determinata struttura, sostenendo (come fa Attela) che con delle scelte diverse il racconto sarebbe stato migliore.

Scusate per il papiro

Hai ragione
Posto l'unica che ho quì, completo le altre entro venerdì.

Attela
Mi è piaciuta l'idea della divisione in tre parti.
La seconda e la terza nettamente migliori, nella prima manca una sensazione di "tensione" che farebbe da controaltare alla seconda parte producendo uno stacco più netto.
Nella parte centrale della descrizione userei più avverbi di modo, in particolare quelli che finiscono in -ente, e giocherei più sui colori, in particolare colori freddi tipo marrone, rosso mattone, grigio, etc.
per dare un piglio più di "routine", noia, frustrazione e "grigiore".
Contrapponendolo così alla violenza della terza parte e alla tensione della prima in maniera più netta.
Manca però secondo di una sensazione forte dietro, non emerge la noia e l'apatia del protagonista in maniera chiara e lampante, il racconto si trascina soprattutto nel finale mentre la parte con la madre è sicuramente la parte che esprime più chiaramente il concetto.
@Attlea
sei riuscito perfettamente a descrivere e rendere quella sensazione di amore odio verso la madre che il protagonista (non so quanto ci sia di autobiografico e non mi permetto di indagare, ma davvero è ben reso) prova, quasi fosse un racconto in prima persona e non in terza.
Partendo da semplici situazioni, lo hai reso qualcosa di più. Ben fatto, forse il migliore che ho letto

@Kilgore Trout
francamente non è un racconto. Sembrano gli incipit, che solitamente un autore inserisce per poi andare dritto nel racconto. Più che un racconto appunto, sembra un testo di pensieri e opinioni personali, che appunto dovrebbe introdurre al racconto e non essere il racconto stesso

@VVisp
Sei un buon caratterizzatore, cioè hai descritto molto bene la situazione, comunicando al lettore tutta l'atmosfera della scena. Poi però le tue qualità di caratterizzatore non sei riuscito ad inserirle nel ruolo di narratore vero e proprio, e il racconto nella parte finale un po' si abbassa in tensione e aspettativa. Ma lo ritengo comunque un buon testo
Kilgore, come mai non riesci a scaricare il pdf? Dovrebbe bastare addirittura cliccare col destro e fare "salva con nome".

Provo a commentare le critiche che avete fatto



Se il messaggio del racconto non arriva sono cazzi VVisp qualcosa ha colto, ma non il messaggio centrale, che a me pareva piuttosto chiaro ma che evidentemente non lo era Aspetto di vedere che dice licher e poi al massimo lo spiego.
Pure la scena del corteo raccontata da vicino al corteo stesso avrebbe il suo senso nella narrazione; se l'avessi mostrata solo alla fine, con gli occhi del protagonista, il senso sarebbe venuto meno.


Dici? Io sono un fan delle pause medie (punti e virgola e due punti) e, per contrario, odio le virgole perché secondo me danno un senso di piattezza incredibile. Tempo fa usavo una quantità industriale di virgole e mi capitava che, rileggendo, mi venisse addosso la tristezza perché mi accorgevo di metterle veramente ogni tre per due E mi sono ripromesso allora di usarle di meno e provare a variare con le pause.
Per dire, prendo una frase a caso:

Forse il periodo qui è troppo lungo e avrei potuto smorzarlo, ma il secondo punto e virgola (che, ammetto, è quello che un po' stona) dovrebbe avere il senso di mantenere il collegamento tra le due parti della descrizione concedendo al tempo stesso un attimo di pausa al lettore; pausa che con una semplice virgola non si sarebbe sentita.

Ammetto però che rileggendo anche solo la prima parte ne ho usate tantissime Oh beh, vedi, per evitare di usare troppe virgole sono andato dalla parte opposta Ci farò caso la prossima volta.


Il "ma" dovrebbe voler dire che nonostante fosse l'alba a maggio (e quindi più o meno le 5:45, dunque molto presto), il corteo era in viaggio già ben da prima (dunque molto molto presto); l'avversativo doveva servire a dare il contrasto tra l'orario infimo della mattina (soprattutto in relazione alla città semideserta) e il fatto che il corteo fosse invece già attivo da tempo


VVisp, quello che dici tu ha del vero Nel senso che una delle idee era proprio contrapporre le tre parti anche emotivamente oltre che tramite la narrazione. Se il risultato non è perfetto purtroppo è a causa dei miei mezzi poco affilati Ma già il fatto che tu l'abbia notato è una mezza soddisfazione.



E grazie licher, quello era effettivamente il secondo scopo del racconto, mostrare la dipendenza/odio/amore del protagonista per la madre E anche questo dovrebbe avere il suo senso nella economia generale del racconto. Non c'è granché di autobiografico, per fortuna
Vabbeh, comunque dato che il senso generale non è arrivato lo devo spiegare

La mia idea (che poi, in realtà, ho in parte raccolto da Storia di un impiegato di de' André) era di contrapporre due situazioni opposte tramite un'analogia: l'attività dei manifestanti, che si scontrano apertamente contro l'autorità (lo Stato), e l'inattività del protagonista, che vorrebbe scontarsi con l'autorità (la madre) ma non ci riesce. Per quello il finale, nella mia testa, c'entra e esaurisce completamente la narrazione: il protagonista vede i manifestanti e sente nuovamente montare in sé la voglia di ribellione, ma alla fine sceglie di sottomettersi nuovamente, deviando semplicemente il suo percorso per giungere al lavoro.

Non si capiva, eh?

Se la madre si fosse raccomandata o avesse fatto un riferimento alla manifestazione, probabilmente, il riferimento sarebbe stato più lampante.

Licher
L'idea è carina, mi è piaciuto il carattere ironico della storia, che comunque continua a mantenersi per tutto il racconto senza annoiare.
Pecchi secondo me di cali di tensione all'interno, alcuni volontari e alcuni involontari, questi ultimi mi hanno fatto chiedere a volte "e quindi?" soprattutto nella "seconda" parte, da circa il paragrafo che inizia con "Continuò Roque “Tu hai detto di conoscere Stefansen, lo scrittore giusto?”,[...].
L'impostazione del testo invece mi ha dato un gran senso di confusione, a volte perdevo il filo del dialogo.
Migliorato il modo di scrivere quella parte secondo me il testo scorre più in fretta mantenendo sia il ritmo che l'ironia su livelli più "elevati".
Il finale invece è secondo me la parte migliore, quasi da b movie d'azione in cui si riesce proprio a immaginare il ghigno ironico del protagonista.


Vedo se riesco a recuperare quanto avevo scritto per il terzo racconto. :O


Ti ringrazio innanzitutto del commento. E come avevo detto in precedenza, nei primissimi post, il mio problema non era tanto scrivere una bella storia, ma riuscire a utilizzare al meglio lo strumento letterario, il linguaggio
Aspettiamo l'ultimo commento di VVisp e poi decidiamo se continuare o no?

Io, vi dicevo, continuerei volentieri possiamo pure contattare quell'utente che si voleva unire

Eccomi chiedo perdono
Kilgore
Devo dire che il testo è veramente ben scritto, non c'è una parte in cui mi sono annoiato o perdeva di ritmo.
Unico neo secondo me è il finale troppo mieloso, rovina non poco l'atmosfera di "rabbia\frustrazione" che istiga il racconto.
Come detto dagli altri non è propriamente un racconto, la cosa però non pesa secondo me.
Nel senso che si può tranquillamente vedere come un incipit o un interludio.
Secondo me il titolo è fuorviante, mi sarei aspettato un qualcosa che scandisse il tempo stile diario.
Come suggerimento potrebbe essere "testamento di un disoccupato italiano" per esempio.


Per me è ok.
Daje licher? Kilgore?

Ad almost mo je scrivo un pm
Io sono d'accordissimo per continuare
Almost dice che non c'è
Suggerisco qwqf