Comunque Jambi, mi dispiace tantissimo.
Il periodo scolastico per alcuni può essere devastante e ci vogliono genitori/zii che ti seguono anche in queste cose che t’imparano a reagire quando non sai che fare.
Quando andavo a scuola ho capito l’andazzo e in sintesi mi sono molto uniformato alla delinquenza, proprio per salvarmi dal bullismo che era imperante.
Pensa che in quinta superiore 2 nostri compagni non sono venuti alla gita a Barcellona per paura di prendere mazzate ed è stato un caso, con tanto di intervento della preside che alla fine non ha sortito effetto.
Da una parte ero un delinquente anch’io e di nascosto andavo a trovare a casa quei poveracci che subivano per non lasciarli completamente soli.
Veramente una classe di pazzi dove le mazzate volavano come niente, gli scherzi erano pesanti verso i deboli.
Un semplice esempio che mi ricordo, abbiamo regalato un casco di banane ad una ragazza che era un po’ libertina, consegnandolo davanti a 500 persone ad un’assemblea d’istituto in un cinema gremito di studenti e professori.
Ancora oggi mi porto qualche senso di colpa e mi comporto male, con il cinismo che mi hanno insegnato per non soccombere.
Ti insegnano, dai sono l’una di notte.
Poi scrivere ste cose un po’mi fa pure ribrezzo.
Le mazzate che ho dato controvoglia, sono simili a come averle prese.
Purtroppo me ne accorto tardi, era un circolo vizioso. O le davi o le prendevi.
Quando ho capito mi sono uniformato.
Alle medie qualcosina ho subito pure io perché ero un’anima gentile, dal terzo liceo in poi con l’entratavdi 3 ripetenti la cosa ha preso una piega mostruosa. Difficile da spiegare, ho deciso di sopravvivere sopraffacendo (boh si dice mah?!).
Per questo ho iniziato pure l’uso smodato di sostanze, alla fine uniformandomi alla comitiva. Non è stato sempre così, un crescendo.
Da precisare che io rimanenevo sempre nel goliardico, i veri aguzzini purtroppo mi erano vicini e in sintesi il peggiore era il mio compagno di banco. Un nazista che ha più denunce che capelli.
Per assurdo ho passato l’insegnamento a mio nipote, come me figlio di divorzati, senza una figura paterna presente.
Quando ho visto che le prendeva e la madre peggiorava la situazione dando di matto e mettendo in mezzo altri genitori e insegnanti (che puntualmente peggioravano la situazione), l’univa cosa che mi è venuta spontanea è stata quella di mostrargli come si reagisce.
Mi ha preso in parola, lui sta benissimo e non si ritroverà come Jambi.
Magari però a quarant’anni farà la riflessione che ho fatto io, cioè che siamo impreparati alle violenze di gruppo e ad un sacco di altre cose.
Immagina vedere tuo nipote tornare come un Jambindi turno a casa, perché ha preso mazzate o l’hanno sfottuto fino alle lacrime.
Vederlo che non vuole più andare a scuola.
Alla fine ho dovuto dire che quello che la vita mi ha fatto vedere.
Picchia più forte quando vieni picchiato.
E alla fine così ha fatto, conquistandosi un penoso rispetto (pure perché è un armadio).
Certo con le dovute rassicurazioni di non aggredire mai, di evitare lo scontro.
Ma quando arrivi al.limite devi reagire altrimenti diventa giornaliera la situazione e ti ghettizzano.
È una merda.
Immagino come alcuni miei compagni, vedere la.trasformazione anche di un loro amico, le povere vittime rimaste. Ecco quello mi dispiace.
Certo Phobos, ma non nascondo che comunque si creano delle dinamiche per cui poi i picchiatori diventano nel tempo anche tuoi amici, dentro e fuori la.scuola.
Dovresti intervenire continuamente.
Con quel nazista che ti dicevo ho avuto pure uno scontro perché menava una mia amica che era la sua ragazza (e anche mia ex).
Era il mio compagno di banco e picchiatore professionista, ripeto denunce vere non cazzate da ragazzi.
Però nel tempo la nostra amicizia è rimasta, se ci vediamo ci salutiamo. Ci conosciamo da 30 anni, abbiamo fatto viaggi assieme da ragazzini e da giovani adulti. Perché era anche un difensore ecc ecc.
Sono dinamiche di paese, perché io l’adolescenza l’ho fatta lontano da Roma.
In uno di quei posti dove si credeva di vivere un sogno ma alla fine era un piccolo girone dantesco di soprusi e chiusure mentali. Troppo complicato, comunque non sono un bullo.
È così e a lei le piaceva, ci stava assieme.
Io li ho visti di notte passando con il motorino, sono intervenuto e alla fine sono finito al pronto soccorso.
Sarei dovuto intervenire almeno altre x10 volte l’anno ma non solo con lui, nell’intera comitiva.
Ho visto un pestaggio da parte di alcuni della mia comitiva di una ragazzo gay che girava nel paese, un pestaggio di un povero uomo che guardava le sdraio di notte il 15 agosto, una caccia all’uomo per una risposta sbagliata dentro una villetta comunale, su base di discriminazione territoriale (erano due poveri ragazzi del campano). Il tizio una volta ha dato fuoco ai dreadlocks di un altro mio amico dentro un pub.
C’era da mettersi le mani nei capelli.
all’Università ho mandato tutti a cacare.
Fai conto che la comitiva era forse sul centinaio di persone, molto fluida e molti provenivano dalla mia classe/scuola, quindi un casino.
Dinamiche di paese, dove la gente si credeva superiore e con il gruppo la forza, la discriminazione e tutta la carrellata di merda.
Fai conto che ho visto più di un professore piangere.
Quelli che resistivano erano appunto i “collaboratori” ridevano, ci facevano fare come volevamo.
In 5 anni abbiamo fatto 5 occupazioni, un paio sono durate oltre un mese con intervento della polizia finale per mettere termine.
Con gli scooter dentro la scuola, sala con i dischi hardcore, fra parentesi il dj ho notizie che adesso è eroinomane. Insomma ne ho viste di tutti i colori, di certo le persone “normali” tipo Jambo facevano una brutta fine, gli altri stavano al gioco e qualche d’uno invece era il vero aguzzino
Racconto un episodio dell’epoca e poi chiudo, se volete splittare, mi spiace deviare il topic di Jambi, spero le cose vadano bene soprattutto conoscendo l’origine dei suoi blocchi.
In terza subentrano 3 ripetenti più grandi.
Ad uno di questi muiono la madre e il padre nel giro di pochi mesi, meno di un anno scolastico.
Siamo andati come classe ai funerali.
Scaturiscono due avvenimenti.
In primis al secondo funerale, organizziamo nel garage/sala giochi di un compagno una festa post funzione.
Si beve. Scendiamo a piedi da questa collinetta, una grande discesa che porta al centro di un paese vicino, siamo in trasferta.
Vedo una mia compagna, sbronza, tirata da più parti da un’orda di ragazzi di una zonaccia. Fai conto una zona di camorra.
Altri compagni che scendevano si danno alla fuga, sono quei poveri indifesi, uno ci prende le mazzate.
Intervengo per salvare la cara compagna, tirando più cazzotti che potevo e poi accellerando i piedi a più non posso.
Questi prendono tutto il focus su di me e m’inseguono con uno scooter e a piedi.
Tiro calci a questo typhoon argento che ancora me lo ricordo come fosse oggi cercando di farli cadere, uno più alto di me mi tira una testata sulla fronte e si fa più male che altro, un altro mi tira un pugno in pieno occhio, durato 15 giorni.
Infilo un autobus, pur avendo il motorino su a casa di questo mio amico che ospitava la festa.
Alla fine abbiamo dovuto ricomporre la situazione con un altro mio compagno di scuola, “boss” di quella zona, che ha interceduto altrimenti non ci avrei mai potuto mettere piede lì, visto che avevo un mirino sulla testa.
Vedi la.dinamica, chi avrebbe mai chiesto aiuto a questo, eppure lo conoscevo, ci parlavamo, vabbè.
Tornado al compagno a cui sono morti i due genitori, con tutti che gli siamo stati vicino il più possibile, ha lasciato la.scuola.
I professori chiedevano a noi, alla fine l’intera classe per goliardia diceva che stava a fare il benzinaio ecc ecc.
Una cosa seria trasformata in tragicomica.
Quando ho avuto un incidente e sono stato veramente male, un mese al cto con ematomi cranici e varie, questi stronzi avevano messo la voce che anch’io mi ero ritirato e stavo fare il benzinaio.
Mi viene da ridere a pensarci, mi chiamavano e sono persino venuti a Roma a trovarmi in gruppo e poi qualcuno a coppiette.
Ma erano veramente degli stronzi, perché io mi sono ritrovato “ritirato” quando sono riapparso a scuola dopo molto tempo.
Nessuno del corpo docente si è preso la briga di contattare mia madre, si sono fidati delle voci.
che merda a volte la gente, mi spiace per te, lo dico sinceramente
ricordo che alle elementari e alle medie ero abbastanza emarginato, per varie ragioni
poi con il primo anno di liceo ed uno stravolgimento familiare tipo beautiful è successo qualcosa, è scattata una molla e sono diventato un’altra persona
mi sono liberato