Amnesia: A machine for pigs

vabbe dai, facile fare un "horror" oggi.
Script, corridoio, evento, bu. Script, corridoio,evento, nasconditi, bu.

Mi spiace, ma questi "giochi" non sono per nulla spaventosi.
Paradossalmente il fatto di non poter difendersi rende il tutto ancora meno pauroso perchè sai come l'incontro con il mostro andrà a finire. Script iniziale, nasconderella, aspetti che finisce tutto e via.

Se invece hai un arma, con pochi colpi, e sai che ogni pallottola vale ma non sai cosa troverai dietro l'angolo, e quel "cosa" quanti proiettili necessita per essere affrontato secondo me hai davvero un oppressione addosso costante.
Davvero vale più un outlast di un cliver barker's undying? Son giochi diversi, probabile, ma nel panorama horror nel videoludo di oggi questo c'è. Vogliamo fare un paragone più sensato? bhe, vale più un outlast di un i have no mouth and i must scream?

Per tutti questi motivi, aspetto con vigore the evil within.
Oddio, undying è uno sparatutto, non mi pare molto calzante
Caso mai il confronto dovrebbe essere fatto con i Penumbra, che però aveva pochi nemici, o il primo Condamned, armi improvvisate da corpo a corpo e pochissime armi da fuoco con pochissimi proiettili.

Personalmente, la soluzione del primo Amnesia l'ho trovata ottima, uno scenario quasi completamente aperto con i mostri che si muovevano random, quindi le varie fughe e i nascondigli improvvisati non erano mai eventi scriptati e tutti uguali. Ed era una cosa che ti metteva ansia anche durante la risoluzione degli enigmi, visto che i nemici potevano sbucare da un momento all'altro.


bho che sembra un altro simil-resident evil odierni...



tra l'altro con il mostro col cappuccio simil-assassins creed .... plz


Sinceramente non sono d'accordo, per me uno dei fattori "vincenti" del primo Amnesia era proprio la sensazione di impotenza nei confronti del pericolo, la coscienza che "diventare bravo" per affrontare le situazioni semplicemente non costituiva (più) una soluzione.
Il punto è che Amnesia fa un ottimo lavoro di gestione delle comfort zone del giocatore, proponendogli continuamente ambienti sicuri e al contempo mettendolo in una posizione in cui è costantemente costretto ad allontanarsene di propria spontanea volontà.

Questo, unito ad una struttura narrativa che personalmente ho trovato molto ben costruita e interessante, con una premessa disturbante a sufficienza, ha contribuito a creare un risultato decisamente comunicativo.
il problema è che questi giochi stanno sostituendo nell'immaginario collettivo il genere del survival horror. Secondo me sono delle evoluzioni involontarie dettate dal successo di molti titoli scrausissimi ma che evidentemente pigliano (non parlo del primo amnesia che è un bellissimo gioco). E dire che il genere secondo me ha ancora tantissimo da dire.. però con l'apoteosi di questi giochi/esperienze dove il gameplay è ridotto all'osso, il survival è oscurato agli occhi delle stesse case di produzione.

@The End: bhe, dietro ad evil within c'è il tizio di resident evil 4 eh, quindi si sarà un survival ma dio si spara.

@Niymiae: Il concetto di paura è soeggettivo. Io parlo di un tipo di survival oramai perso in favore di giochi molto furbi, che ti creano situazioni scriptate limitando le scelte con la scusa del nemico impossibile.
Lo stesso lovecraft permetteva ai suoi personaggi di difendersi, non spesso e la maggior parte delle volte inutilmente, ma la possibilità esisteva. Questo è completamente sparito.


Il survival horror è un genere diverso, che per quanto mi riguarda è molto più affascinante qualora provi a richiamare il modello di Alone in the Dark piuttosto che quello di Resident Evil, sempre per un discorso di push/pull.


Lo sta facendo Shinji Mikami, te che dici?...un pò di rispetto cmq è un dei pochi che ancora non ha failato, diamogli un pò di fiducia.


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fiducia dopo cosi tanto fail in quest'anno? mi chiedi troppo



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quotone per nymaiai

Bhe, in alone in the dark davi calci e sparavi.
Vogliamo parlare di realms of the haunting?Il mio concetto non cambia, questi giochi horror tutta immersione e poca sostanza sono giochi estremamente furbi, ma che allo stesso tempo stanno sancendo la fine di un genere che, dai tempi di alone in the dark appunto, è continuato a crescere e che ha ancora molto da dire oltre al semplice "nasconditi, passa lo script, scappa".
Forse l'ultimo titolo del genere che ho apprezzato tantissimo è stato call of cthulhu, dark corners of the earth. Un connubio (almeno per 3/4 del gioco) di azione, enigmi, e un pizzico di gunplay che poteva essere realizzato sicuramente meglio.
Da un paio di anni aspettavo sto gioco.

La delusione mi farà rosicare per parecchio tempo


Alone in the Dark è un survival horror, ma ha un'impostazione molto diversa che si riflette poi molto profondamente nelle meccaniche di gioco.
Resident Evil si rifa ad Alone in the Dark, ma ne stravolge il principio, secondo un'impostazione meno problematica psicologicamente per il giocatore.

Sostanzialmente, in AitD sei costretto ad avvicinarti al pericolo pur sapendo che dovrai fare di tutto per non affrontarlo, perché devi capire cosa sta succedendo se vuoi salvarti la pelle.
Non solo - ma riprende il principio Lovecraftiano secondo il quale comprendere il male è un rischio per se (terribile, per i tempi, la scena in cui muori leggendo il libro sbagliato).

In Resident Evil invece sei in qualche modo costretto ed incoraggiato ad affrontarlo, perché devi farlo fuori se vuoi salvarti la pelle.
Inoltre, il male è evidente, l'investigazione si sposta dalla natura del male (che è invece ovvia) alla fonte del male (che è, per contro, umana).

Questa è la differenza tra push e pull narrativo, col secondo (proprio di AitD) che tendenzialmente si presta meglio ad implementazioni più virtuose.



Il survival horror si è ammazzato da solo quando ha deciso di virare verso l'action in maniera più marcata, mettendo l'accento sull'"ammazza lo zombie" piuttosto che sulle implicazioni psicologiche del concetto di mostro, malvagio e sovrannaturale.
Poi ci sarebbe da discutere più approfonditamente della cosa - pur non avendolo ancora provato (ma lo farò a breve, l'ho trovato in sconto ), pare che Zombi U sia l'unico gioco recente che abbia cercato di riproporre un certo tipo di approccio.

Eppure ha "tirato" ben poco.
Non c'entra moltissimo ma mi avete fatto venire in mente che tra poco arriva Deadly Premonition su PC -> http://gaming.ngi.it/showthread.php?p=17035465#post17035465
Io non ho ancora capito quando intendono far uscire la release di darkwood


P.s.: In questo sia The Cat Lady sia la serie di Trilby fanno un buon lavoro, se interessa.
Con impostazione radiclamente diversa ovviamente, ed entrambi sono prodotti spiccatamente amatoriali non esenti da difetti anche grossolani.
Però meritano di essere giocati e sono sicuramente molto interessanti in relazione a questi argomenti.
Ecco zombie U vorrei provarlo carnalmente. Ma comprare un altro mattone.. no grazie
Ma quindi il responso è che Amnesia 2 fa cagare? Per intenderci, a me Dear Esther ha fatto vomitare a idrante quindi se devo aspettarmi un suo seguito spirituale faccio finta che non sia uscito il gioco
Non fa cagare.

Come è stato già detto audio e atmosfera sono perfetti. Il problema è che dopo la prima metà di gioco, quando ti rendi conto appunto che è troppo lineare, non puoi interagire con niente, gli enigmi sono troppo facili inizia ad annoiare e inizi a sentire quel senso di dovere nel completarlo.


Dopo averlo finito ti sentirai l'amaro in bocca e la domanda "ma perché non hanno riutilizzato gli elementi di gameplay del primo, per renderlo più interessante?".


E' un bel gioco.

Ma non a quel prezzo.

E non con quel nome.


Aspettate uno sconto del 50% se proprio ci tenete a giocarlo.
Se ti è piaciuto il primo passa oltre.
Se lo vuoi giocare fa finta che non sia un amnesia, e fa finta che non sia dear esther 2, ed è comunque un gioco accettabile ma non entusiasmante.

Edit: si, in sostanza quello che ha detto snake.


E' molto più bello di Dear Esther, se non altro per ambientazione e storia (che si sviluppa molto bene, secondo me). Però no, non è un gioco, esattamente come Dear Esther o il più recente Gone Home

Io ribadisco, mi sembra abbian voluto fare un "Pathologic for Dummies". Se avete le palle (anche metaforiche, quindi Annie e Youtsuba siete chiamate alle armi) giocatevi Pathologic. Mi odierete a morte, ma è un capolavoro.