aiuto finisce il mondo



possibile, ma quanto è fondata la tua tesi? Borsellino non era sua madre, e seppur uomo di destra, innanzi tutto era siciliano.
L'odio per la mafia solo perché ha aiutato lo sbarco degli americani avrà influito all'1% delle motivazioni di Borsellino al massimo...
senza contare che ingroia che lavorava con lui era gia all'epoca tuttaltro che di destra, l ipotesi piu semplice che borsellino benche di destra (come del resto lo era falcone) era schifato dalla mafia non per ragioni storico politiche ma per ragioni di civilta umana ed istanze di giustizia che evidentemente non vengono ne comprese ne perseguite da chi ancora nel 2013 si ammazza di seghe sul busto del crapone.
vai a chiedere alla famiglia di de mauro (che fascista lo era davvero e della peggior specie) quanta solidarietà abbia trovato dai suoi camerati dopo la sparizione, ando talmente bene che si ridussero a chiedere aiuto al pci locale...

in ogni caso uscite del genere sono sinceramente imbarazzanti e danno l idea di come tutto il ciclo dei cosiddetti "moderati" sia nient'altro che un revanscismo imbarazzate dovuto alla sconfitta del fascismo durante la seconda guerra mondiale.
qui molta gente si strappa i capelli se mobilito le categorie dell'antifascismo ma la realta e che c'è un sotto insieme non proprio piccolo di italiani che manderebbe il paese a troie, pur di far passare dal camino tutti quelli che percepisce come "comunisti".

che poi, paradossalmente, la storia della collaborazione fra estremismo nero del secondo dopoguerra e mafia è piu che appurata da qualsiasi fonte storica a partire da salvatore giuliano per arrivare alle stragi del 92 passando dalla rivolta di reggio e agli assassinii collegati


Falcone era socialista, e fu all'epoca ostacolato da tutti (compresa la corrente di sinistra della magistratura) proprio perchè non abbastanza di sinistra ma anzi considerato quasi governativo.



What? Ma se ti ho detto che pur di abbattere il fascismo è stato giusto chiedere l'aiuto alla mafia, ma quale revanscismo?



I comunisti oggi non sono più un pericolo. 15-20 anni fa in parte lo potevano essere, perchè la gente di cdx era senza partiti, senza riferimenti, persa, e se fosse salito al potere Occhetto chissà che Italia orribile avrebbe modellato... ma adesso, dopo 20 anni di B e metà di cdx al Governo, il cdx è ben forte, e la sinistra ha capito che non può governare il paese come vorrebbe perchè il paese non è suo.

Diverso il discorso dei decenni dopo la 2a gm. Io (ma credo di essere in ottima compagnia, anche se forse non qua) considero l'Unione Sovietica dannosa quanto (se non di più visto che è durata molto più a lungo) la Germania nazista... le cose che hanno in comune (tutte negative) sono molte. E non è colpa mia se il PCI in Italia per troppo tempo non ha rinnegato quel mondo. Io stimo Berlinguer, e di lui probabilmente ci si poteva fidare, ma non posso dire lo stesso per tutti gli altri che aveva attorno e che soprattutto c'erano prima di lui, quindi è perfettamente normale che qualsiasi alternativa al PCI io l'abbia considerata migliore.



Ma tu devi distinguere tra REGIME fascista e fascisti wannabe dei decenni successivi. Il regime fascista, è un DATO DI FATTO, con la mafia ci faceva la guerra e si odiavano tra di loro, non c'è molto da dire. Poi è vero che nei decenni successivi, mafia ed estremisti di destra, si sono spesso aiutati per fini comuni.


E forse tu non lo sai, ma la mafia e' anche quella che ha attivamente aiutato i fascisti a controllarle, quelle zone.

Quindi no, non hanno fatto bene per nulla.


Se mio nonno avesse avuto tre palle, probabilmente sarebbe stato un flipper.
Leggetevi questo che e' scritto bene.

http://www.economist.com/news/obituary/21577350-giulio-andreotti-many-times-prime-minister-italy-died-may-6th-aged-94-giulio-andreotti?frsc=dg%7Ca&fsrc=scn%2Ftw_app_ipad


Ottima sintesi. Potresti elencarci una bibliografia succinta (ossia, testi che ritieni indispensabili)?

Luis Vernet.


Beh, Borsellino era iscritto e pure membro esecutivo provinciale del FUAN (gli studenti universitari missini), quindi non è che la madre era molto a destra e lui guardava dall'altra parte. Adesso è pieno di giovani di destra che non hanno niente a che fare con il fascismo, ma qui parliamo di fine anni 50... 15 anni dopo la fine della guerra... e chi si iscriveva al FUAN in quel periodo certo non detestava il fascismo.

Comunque può essere anche come dici tu... ci mancherebbe...


Ok, faremo sapere al Governo USA che non concordi con le sue scelte dell'epoca.

Che poi, che cacchio di ragionamento fai? Tu puoi aiutare qualcuno, renderti conto nel tempo che quel qualcuno fa disastri, e aiutare un altro ad abbatterlo.

Come con Andreotti, insomma.


Non ti preoccupare, mi arrangio da solo. Penso di avere piu' agganci con la casa bianca di te



Cioe' mi stai dicendo che quando Andreotti aiutava la mafia non sapeva che la mafia era la mafia?

Guarda che lui, le nipoti di Mubarak, le conosce di persona.
Comunque io sapevo che durante il fascismo la mafia ha subito una dura repressione grazie al Prefetto Mori, che ha operato con il pieno appoggio politico di Mussolini. Poi furono le cosche mafiose rimaste latenti e non debellate a favorire, in contatto con la mafia italoamericana, lo sbarco degli alleati, probabilmente per vendicarsi contro il regime fascista, con il quale non c'era modo di convivere, come invece la mafia riuscì allegramente a fare con la dc.

Del resto ê chiaro che la mafia è diventata quello che è diventata perché fu la classe politica del dopoguerra a lasciarla fare.
Il nemico del mio nemico è mio amico?

Bel modo di pensare, ci ha portati all'attuale situazione in Iran, in Iraq, in Afganistan. Senza parlare delle dittature sudamericane e orientali di cui non frega nulla perché acqua passata o perché non ha coinvolto di ritorno chi le appoggiava.
Perpetuare il male per garantire il bene.
Ragionamento da sciocchi e ipocriti.


Classicissima trattazione sulla storia della mafia siciliana è Cosa nostra di John Dickie, su mafia e servizi segreti utile I servizi segreti in Italia di De Lutiis, altro classico (purtroppo l'ultima edizione risulta già esaurita). Su Andreotti grandi biografie non ce ne sono - comprensibilmente, direi; solo ora l'archivio sarà reso disponibile agli studiosi e, per quel che se ne sa, con notevoli limitazioni - ma mi dicono non essere male la recente biografia di Michele Gambino.



Su Cesare Mori è fiorita molta agiografia, un classico italico quando si tratta di fare storia; soprattutto in chiave nostalgica e revisionista, nel tentativo di usare Mori per riabilitare parzialmente il fascismo attraverso la leggenda rosa di una sua contrapposizione "senza se e senza ma" alla mafia. La verità è che Mussolini si aspettava da Mori la repressione della bassa manovalanza mafiosa nell'ottica dell'indisponibilità del fascismo a tollerare la presenza di poteri antagonisti nel controllo del territorio (vedi, mutatis mutandis, la miope politica coloniale in Etiopia di "nessun accordo con i ras").
Ma Mussolini non era pronto alla possibilità che le indagini di Mori iniziassero a colpire i legami gli alti vertici mafiosi, i latifondisti aristocratici, l'alta borghesia ed i loro rapporti organici con la politica (visto che i baroni siciliani, nell'Italia postunitaria, erano stati l'una e l'altra cosa, mafiosi e al contempo esponenti dell'élite politica liberale). Quando iniziarono a cadere personaggi come il federale Alfredo Cucco, il generale Antonino di Giorgio, Mussolini per un po' continuò ad appoggiare Mori salvo poi nominare il quadrumviro Bianchi, personaggio gradito alla mafia, sottosegretario agli Interni (ossia ministro de facto, dal momento che Mussolini, oltre agli Interni, si era intitolato altri due dicasteri). Bianchi mise a riposo Mori per raggiunti limiti di età e questi, promoveatur ut amoveatur, venne nominato senatore e richiamato a Roma.


Del libro di Gambino ho sentito parlare bene anche io. Hai mai sentito parlare di/letto questo?

http://www.amazon.com/Politics-Faction-Christian-Democratic-Italy/dp/0300022859/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1368279901&sr=1-1&keywords=The+Politics+of+Faction%3A+Christian+Democratic+Rule+in+Italy

p.s. ho trovato una copia del De Lutiis in edizione 1998, che tu sappia e' molto diversa dall' ultima?

Ho sentito parlare dell'autore (peraltro morto recentemente) ma non conosco quel libro, mi spiace.



Che io sappia la quarta ed ultima edizione, rispetto alla terza, comporta solo un capitolo aggiuntivo sul post-2001 (mentre l'edizione del 1998, rispetto alle due precedenti, conteneva nuovo materiale sul caso Moro e su Gladio); quindi, in merito al tema di cui stiamo discutendo, il testo dovrebbe essere identico, salvo integrazioni bibliografiche.


L'ho appena ordinato. Si', e' morto di recente, conosco bene uno dei figli, ho studiato sotto di lui. Uno dei piu' brillanti sociologi dell' economia Americani (e mio vicino di casa ).



Ok, allora visto che a quanto pare e' piuttosto raro, me lo ordino. Intanto l'ho richiesto via ILL, ce l'hanno ad Harvard.


Non era mia intenzione proporre letture revisioniste sul fascismo, riferivo quanto sapevo sulla repressione operata dal prefetto Mori, che in effetti fu efficace, sebbene è cosa nota che non debellò la mafia non potendo arrivare ai piani alti ed alle vicinanze con la politica.
Ma ė altrettanto vero che la mafia dovette patire anni di contrazione in quell'epoca, contrazione che poi non ci fu dal dopoguerra in poi in cui il neonato stato repubblicano dovette/volle scendere a patti con cosa nostra e spartirsi la gestione del potere in Sicilia.
Ma non ti ho accusato di proporre letture revisioniste, facevo semplicemente notare come la vulgata circolante su Cesare Mori risenta di questo bias di fondo. Per il resto l'efficacia della sua azione rimane oggetto di dibattito, anche in mancanza di un serio profilo biografico dedicato all'uomo o di uno studio organico su quel periodo (la biografia dedicatagli da Petacco, uno dei suoi classicissimi libretti all'acqua di rose, non è ovviamente né l'uno, né l'altro). Sicuramente Mori riuscì, per il periodo in cui rimase in carica, ad asserire l'autorità dello Stato sul territorio, e per chi abbia minimamente presente la sua tradizionale assenza nel meridione d'Italia già questo potrebbe essere un titolo di merito. Ma rimane la transitorietà dell'azione, l'impossibilità per il venir meno di adeguata copertura politica ad alzare il tiro e colpire le collusioni fra mafia, politica ed alta società, la debolezza delle code processuali all'azione del prefetto (il ricordato federale Cucco, ad esempio, riuscì a concludere tutti i suoi processi con l'assoluzione nonostante le prove raccolte da Mori). Né va dimenticata la discutibilità dei metodi nell'azione di repressione poliziesca, il ricorso sistematico alla tortura - quello che oggi si chiamerebbe waterboarding era di prammatica - fatti la cui gravità sfuma nel quadro della generale violazione dei diritti e delle libertà personali propri di una dittatura ma che meritano d'essere ricordati.