Università

Quello che sta facendo preoccupare i docenti delle università italiane è il decreto Brunetta cioè la legge 133.
http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/scuola_e_universita/servizi/universita-2009/appello-docenti/appello-docenti.html
http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/scuola_e_universita/servizi/universita-2009/proteste-13-ottobre/proteste-13-ottobre.html

I 3 aspetti che generano preoccupazione sono:

-Tagli al fondo di finanziamento ordinario per un miliardo e mezzo di euro in 5 anni.

-Una riduzione del 20% del turn over per cui ogni 5 docenti che andranno in pensione se ne potrà assumere soltanto più uno.

-La possibilità per il rettore di deliberare a maggioranza semplice il passaggio da università pubblica a fondazione privata.

Da un lato si tira una bella mazzata alle università italiane riducendone drasticamente il numero di docenti e dall'altro le si obbliga così a una privatizzazione.

Trovate un'analisi della questione anche qui:
http://www.osservatorio-ricerca.it/nuovo/doc/Autunno2008/PoliticaGov1ott2008.htm
Purtroppo la legge Brunetta e una legge generalizzata che va a colpire un po tutti i dipendenti statali , era quindi necessaria farla come l' ha fatta senza discriminare a priori categorie di dipendenti pubblici.
Ora dovrebbe vedere i problemi che si sono creati in certe categorie , e risolverli.



Eh certo. Uccidiamo i topi con un bazooka e poi ricostruiamo lo scantinato


Affermazione esagerata ...

Però ad esempio quando curi una mela mezza marcia , puoi star sicuro che togli anche una parte di mela sana , anche perchè non puoi vedere come è la mela all' interno , e non penso che nessuno faccia una TAC per curare una mela , o che la operi al microscopio per togliere solo le cellule marce.

Anche per curare i tumori si sterminano cellule sane , ma nessun paziente anche se soffre si lamenta , proprio perchè sa che l' obbiettivo è la guarigione.


Non e' tanto colpa di Brunetta, questo e' un tipico taglio alla Tremonti. Deve ridurre le spese? Invece di selezionare le universita' da premiare e quelle da chiudere si fa un taglio generale a tutte le facolta' Italiane.
E' sintomatico del governo di destra, il tentativo di non prendere mai decisioni.


Devo precisare: più che alla questione in se, mi riferivo alla tua affermazione, che suonava un po' come:"Prima agiamo, e poi pensiamo.".
Non mi sembra il caso; il sistema scolastico ed il settore della ricerca non sono pezzi di mela, e nemmeno singoli organismi umani.


allora meglio far niente giusto ??
In economia di solito e' meglio cosi'


No, meglio prima pensare e poi agire
Oggi a Pisa c'è stata una assemblea studentesca estremamente partecipata. Qua potete trovare delle foto della piazza gremita di studenti, i quali si sono poi mossi ad occupare rettorato e un polo didattico. Questa iniziativa fa seguito ad altre a livello di facoltà quali ad esempio consigli aperti al pubblico e lezioni dedicate al tema della riforma.

Questa notizia fa seguito ad occupazioni di singole facoltà a Firenze, Sesto e Torino.
I media: totalmente assenti.
Spegnete la TV, e se ne avete una in casa ( e siete i proprietari della stessa ) buttatela ...
Anche oggi una grossa manifestazione a Pisa, un corteo composto da mamme, precari, studenti medi, studenti universitari e *nessun* partito.

Continuano senza problemi l'occupazione di uno degli edifici dell'università e le assemblee che in esso vi si svolgono.

Alcuni consigli di facoltà hanno deciso la sospensione della didattica dalla prossima settimana, altri ancora devono svolgere consiglio.

La buona notizia è che parrebbe che repubblica domani si occupi della questione.
Un interessante articolo del Sole24Ore che parla della situazione economica universitaria in Italia e dei tagli attuati da questo governo.



Interessante , ma mi pare che faccia un ragionamento come se gli altri stati fossero allo stesso livello del Italia , non tiene quindi per niente in considerazione il debito pubblico e l' arretratezza in molti altri campi.


Interessante, ma tu non consideri la situazione che attualmente situazioneggia situazionando. Si potrebbe fare come si fa altrove ma stando attenti di non fare come si fa qua e la. In questo modo si avrebbe una riforma condivisa e soprattutto utile


e proprio quello che volevo dire anche io , solo che non mi venivano le parole.
http://www.corriere.it/politica/08_ottobre_17/lettera_universita_gelmini_scuola_584b8d44-9ba1-11dd-a5ca-00144f02aabc.shtml

Questa è una bella lettera scritta da una studentessa del mio dipartimento, più informativa di molti degli articoli finora pubblicati da molti giornali.


Bha a me sembra una lettera salva laurea e salva futuro posto di lavoro ..
Tra l' altro dovrebbe sapere la matematica , visto che ha conseguito una Laurea .. quindi facciamo un po di conti..

Quanti cazzo di Laureati sforna ogni professore in 5 anni di studio ?? un professore dopo 5 anni e da buttare ?? quanto dura la carriera di un professore universitario ?? quanti laureati sforna ogni professore ??

A me sembra che se ogni studente come obbiettivo abbia quello di andare a sua volta a insegnare la stessa materia , il numero di insegnati universitari si eleverebbe a potenza anno dopo anno.

Quando invece , trovato il numero giusto di insegnati , ci vorrebbe un ricambio 1-1 .
Non possiamo mica aumentare di anno in anno il numero di professori ..

Dottorato =/= Laurea

Anche se non mi pare una lettera eccelente, sottolinea quello che in fondo questa riforma e': una sospensione del turnover



Questo discorso andrebbe bene se i professori esistenti fossero sufficienti a portare avanti la didattica.

La situazione invece e` che la didattica si basa sull'utilizzo di ricercatori che si prendono incarichi di insegnamento fuori dal contratto e non retribuiti che permettono ai dipartimenti di andare avanti nella speranza un giorno di entrare di ruolo.

Infatti la sospensione da parte dei ricercatori di non adempiere a nessun compito non incluso nel contratto a bloccato molte facolta` (ingegneria a pisa per esempio).

Questo vuol dire che di insegnanti nell'universita` ve ne sono troppo pochi.

Poi se vogliamo prendere ad esempio i beati stati uniti dove l'ideale didattico viene considerato 1 professore ogni 8 studenti, ma sono consapevole delle differenze a livello finanziario dei due sistemi.