Una crisi cosmica

Ecco perchè la mia compagna si era così incazzata quando una volta, litigando, le dissi “non puoi stare sempre al centro dell’universo”. Era un’astrofisica quindi, non l’avrei mai immaginato… :sad:

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non è esattamente cosi qua lo spiega bene

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Non so come taggarlo perché ha il nick sminchiato, ma su Quora mexe ha fatto furore per anni con le sue teorie rivoluzionarie sulla cosmologia, la gravità e la materia oscura.

basta fare cosi @emme

E’ arrivato il professorone.

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Comunque c’e’ tutta una serie di costanti che sono chiamate tali ma non sono costanti manco per un cazzo :asd:

Tipo la costante elettromagnetica (che regola l’intensita’ dell’interazione EM) sembra costante finche’ rimani ad energie basse, ma man mano che sali diventa sempre piu’ grande (e la forza elettromagnetica diventa piu’ intensa, a parita’ di carica elettrica in gioco), perche’ il vuoto si polarizza per energie molto alte e la carica elettrica “vede” piu’ campo.

Invece la costante forte (che regola l’intesita’ dell’interazione forte) diventa piu’ piccola al crescere dell’energia.

Infatti uno dei cavalli di battaglia delle teorie di grande unificazione di tutte le forze e’ che ad un certo punto queste costanti si incontrano ad un’energia abbastanza alta, e potrebbe essere un’indicazione che in realta’ sono la stessa forza che vediamo diversa ad energie piu’ basse (come elettricita’ e magnetismo, poi unificate in elettromagnetismo quando gli strumenti hanno iniziato a produrre campi abbastanza intensi).

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ma se le costanti fondamentali potrebbero cambiare in diversi punti dell’universo come si riuscirebbe a conservare il principio di causalità? :look:

Magari non esiste ragione alcuna perché vi sia una correlazione diretta e deterministica tra azione e reazione. :asd:

Si a parte che il principio di causalita’ e’ utile e ha senso ma e’ un principio, non e’ derivato dalle proprieta’ fondamentali dell’universo, considera che comunque a seconda di come immagini lo scenario la causalita’ la preservi.

Ad esempio la relativita’ ristretta rimane, il postulato e’ che la velocita’ della luce nel vuoto sia la massima raggiungibile, il valore numerico non entra. Se per andare dal punto A al punto B cambia la velocita’ della luce, comunque puoi dividere il percorso in sottotratti a velocita’ uniforme, e in ognuno di questi la causalita’ e’ rispettata. Non so se si e’ capito.

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Io non ho capito ma forse è perchè non sono adatto al Mensa come l’utente medio di ngi. Ora provo a rileggere come leggevo i testi di analisi AB
edit: penso di aver capito ma non chiedermi di ripeterlo o inizio a balbettare

Sì, anche se sa molto di “barare” e manda un po’ a troie i postulati a cui si è abituati.

Si e’ una sensazione che ho anche io a volte :asd:

Si, sottondendiamo la velocità della luce sia la velocità di propagazione dell’informazione, e quindi c sia la velocità delle conseguenze.

Scrivo una stronzata:

la mia idea di “ampliamento” dell’universo è descrivibile come il gonfiamento di un palloncino. L’esempio è in realtà già stato fatto da altri eminenti scienziati :asd: io però lo rendo leggermente diverso, provandomi a spiegare non solo l’allontanamento delle galassie etc… ma anche lo scorrere del tempo e il generarsi degli eventi.
Ipotizziamo di gonfiare un palloncino. La superficie esterna del palloncino (ascrivibile ad una sfera) è:
S(t)=4* pi* r(t)^2

man mano che gonfio il palloncino, entra gas, il raggio aumenta, la superficie aumenta, e ad esempio aumenta la distanza tra due punti su di essa.
La superficie S(t) è un qualcosa che ha 2 dimensioni. Pensiamo a qualcosa di simile ma che abbia 3 dimensioni. Quello è lo “SPAZIO REALE”, cioè la nostra realtà.
Fin qui tutto OK, è un esempio già utilizzato da altri. Io però considero l’area del palloncino non come qualcosa né a 2 né a 3 dimensioni, ma bensì come qualcosa a 3 dimensioni spaziali più un tempo w (da non confondersi col tempo assoluto t) che non è nient’altro che il frame della pellicola del film in cui sono scritti le storie (e conseguentemente l’evoluzione) della nostra realtà.
S=S(x,y,z,t)

Quando gonfio il palloncino le figure che sono sulla sua superficie a 3 dimensioni prendono forma, si ingrandiscono, si rimpiccioliscono, si allontanano, si avvicinano. Nel caso pratico del palloncino a 2D ovviamente le figure si allontanano solamente, nel “superpalloncino” a 3D+t invece pure il contrario.
Cioè ammettiamo che sulla superficie del superpalloncino c’è disegnato Pippo e Pluto. Lo gonfio e Pippo prende forma, si avvicina a Pluto e gli dà un calcio :asd: Ecco, gli avvenimenti che accadono ogni giorno potrebbero essere il frutto di questo rigonfiamento del superpalloncino che si fa spazio nel nulla, generando la realtà

Scusa non ho resistito :asd: :volemose:

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Figa ragazzi se pure l’universo è relativo inizio ad andare a troie dicendo alla mia ragazza “baby se l’universo non è costante perché dovrei esserlo io?”

puoi usare nche la carta "anche se non me la dai c’è una variante dell’universo in cui succede, quindi tanto vale farlo qua :unsisi: "

fixed

Conoscendolo, reputo quasi certo che le formule utilizzate siano tutte farina del suo sacco :asd:

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No, no, l’esempio del palloncino è l’esempio classico che gli astrofisici usano per spiegare l’espansione dell’universo. La superficie 2D del palloncino è in realtà una superficie 3D e le distanze si allargano.
Io però l’ho chiamato SUPERPALLONCINO perché per me oltre ad essere una superficie 3D (lo spazio noto che fa la realtà) è uno spazio 3D + il tempo, proprio come una sorta di pellicola di un film. Il suo espandersi non solo crea nuovo spazio, ma crea proprio nuovi eventi, nuove azioni.
Cioè secondo questa mia (assurda, lo ammetto) teoria, io ora starei scrivendo proprio perché l’espandersi del SUPERPALLONCINO mi porta a scrivere, incontrare persone, fare delle cose etc…