Ukraine: The clankening. (Part 2)

Sembra che Wagner abbia iniziato a ritirarsi da Bakhmut

Comunque i pezzi persi di artiglieria nell’ultimo mese sono raccapriccianti, anche seguendo Orix siamo ormai a 10500 mezzi vari documentati di cui quasi il 30% sono stati catturati, c’è da dire che indipendentemente dalla qualità hanno disintegrato l’arsenale completo di un paese normodotato

non capisci, la russia usa tecniche innovative per abbattere i patriot, in questo caso ha usato jet ed elicotteri, la NATO non sa come reagire a queste strategie innovative, meglio arrendersi adesso prima che la loro superiorità strategica, tattica e tecnologica sia evidente a tutti

MA CHE CAZZO :rotflfast:

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qui se volete c’è la spiegazione:

e se volete negli episodi prima c’è una bella spiegazione di come funzionano le difese aeree.

per essere ancora più “realistico” ogni caccia o elicottero si sarebbe sacrificato counterando almeno 3-4 missili ciascuno, dei novelli Boromir vs Frecce orchi.

9 posts were split to a new topic: Nazibellicapelli

Ieri pare abbiano tuonato due SU sopra la Crimea, 250km da Odessa ben oltre il raggio dei patriot, si inizia a pensare che l’ UAF li abbia fatti fuori

oddio non so eh, magari numericamente sono meno ma indubbiamente più pericolosi (organizzati militarmente ecc ecc).

certo tutto questo discorso aveva più senso farlo prima dell’invasione russa, quando quell’organizzazione militare al massimo potevano usarla contro immigrati ed ebrei :asd:

Dici prima del 2014 ? Boh li non ti saprei dire ma i voti che prendevano quelle frangie politiche erano risibili rispetto ai nostri. La Destra brutta quella armata è andata alla ribalta quando un aggressore ha effettivamente violato l’integrità territoriale. Ma se ci pensi è normale, in caso di pericolo reale con gente che spara sono i violenti che vanno a difendere per primi la patria.
Ci si dimentica sempre che Zelensky fu votato come “moderato” per cercare di stemperare il conflitto. Il problema è che Mosca voleva un suo burattino al governo e invece si sono permessi di votare qualcuno che aveva delle idee “sue”.
Sti cazzo di Ukraini nazisti che voglio governarsi :asd:

son questi?

prima del 14 non so, di certo ben prima del 22 giravano già svariati articoli sulle organizzazioni militarizzate neonaziste in est Europa, e ovviamente l’Ucraina aveva le sue.

Ma non mi pare che si stia dicendo niente di particolarmente nuovo, di certo non erano un motivo per definire “nazista” uno stato tout court :asd:

hai detto la cazzata dei nazi e ora cerchi di arrampicarti sugli specchi. sei fail

Libero quotidiano si vuole distinguere per i toni pacati

Russia, “dispiegate le armi nucleari”: a un passo dall’Apocalisse atomica

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gli articoli scritti da paperino:

Armi nucleari strategiche russe al confine con l’Ucraina . I ministri della difesa bielorusso e russo, Viktor Khrenin e Serghei Shoigu, hanno firmato oggi a Minsk i documenti che regolano il dispiegamento di armi nucleari non strategiche russe in Bielorussia

c’è un po’ di confusione :asd:

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ecco perchè gli ucraini sembrano avere meno problemi di artiglieria da un po’:

  • Wsj: «Seul invia munizioni artiglieria all’Ucraina»

Seul ha inviato a Kiev centinaia di migliaia di proiettili di artiglieria e la fornitura è in viaggio attraverso gli Stati Uniti: lo scrive il Wall Street Journal (Wsj), che cita fonti anonime. Il Wsj sottolinea che Seul ha raggiunto un “accordo confidenziale” con Washington per trasferire le munizioni negli Usa e consegnarle all’Ucraina, dopo che gli Usa avevano chiesto al Paese un supporto di artiglieria. Il portavoce del ministero della Difesa sudcoreano ha detto oggi che Seul ha avuto colloqui con il Pentagono sull’export di munizioni, ma che ci sono imprecisioni nell’articolo del Wsj, riporta la Reuters sul suo sito.

Ottimo intervento di Stirpe sugli ultimi avvenimenti:

Giorno 455
Bene: cosa è successo negli ultimi dieci giorni?
Alla fine, niente di decisivo, anche se ovviamente c’è stato molto di cui parlare.
Se non ho perso il conto come per i giorni di guerra (455 è giusto?), Bakhmut è stata data per caduta per la settima o ottava volta. Questa volta è stato Prigozhin a dare l’annuncio, e come tutte le altre volte la stampa italiana si è affrettata a prendere la cosa per buona. In realtà, non è importante se i russi abbiano effettivamente preso fino all’ultimo isolato oppure no: non esiste una definizione matematica per dare una località per “caduta” oppure no, anche perché non ha senso definirla tale combattimento durante. Poiché non esiste alcun elemento tattico particolarmente importante nell’area urbana di cui si parla – sono mesi che cerchiamo di spiegare come Bakhmut non rivesta alcuna reale importanza militare di suo ma ne abbia acquisita una puramente virtuale a causa della sua sovraesposizione mediatica – non è possibile individuare un punto sul terreno che consenta di marcare il possesso dell’intera città, anche in quanto questa ha cessato di esistere in quanto tale ormai da tempo.
In generale, una posizione si definisce “caduta” quando la presa di un elemento tattico specifico determina il termine dei combattimenti. Nel caso in esame questo non è avvenuto, e la battaglia è ancora in atto, proprio in quanto le rovine dell’area urbana rappresentano semplicemente una parte dell’area contesa, e che questa area è contesa per ragioni che nulla hanno a che vedere con l’area urbana stessa: per i russi si tratta di strappare un successo mediatico, e per gli ucraini di impegnare quante più forze di élite russe possibile distruggendone una percentuale consistente.
In base ad entrambi i punti di vista, la battaglia è sempre in corso e non ha cambiato molto fisionomia: gli ucraini cercano di protrarre il dissanguamento dei russi il più a lungo possibile per facilitare la loro prossima controffensiva, e i loro avversari cercano di smarcare il risultato positivo che inseguono da mesi. Significativo l’entusiasmo con cui i fiancheggiatori nostrani di Putin hanno salutato l’annuncio di Prigozhin, peraltro non suffragato da alcunché.
Più significativo dal punto di vista strategico l’annuncio sugli F-16. La tentazione di scrivere “ve l’avevo detto, io…” è piuttosto forte, ma cercherò di resistere ai miei impulsi infantili. Il fatto è che gli F-16 non sono affatto decisivi, come non lo è alcun altro pezzo di equipaggiamento occidentale: si tratta semplicemente di un altro pezzo del “puzzle” che si sta mettendo laboriosamente insieme per trasformare le forze armate ucraine in un avversario sempre più solido e ormai già impossibile da debellare per le malandate truppe di Putin.
La guerra ucraina ha assunto una fisionomia tale per cui la terza dimensione occupa un ruolo marginale nelle operazioni, e questo aspetto difficilmente cambierà con l’arrivo degli aerei occidentali: in ogni caso non saranno in numero tale da poter acquisire quella superiorità aerea che la dottrina occidentale richiede per un’offensiva manovrata di successo. La controffensiva ucraina si svolgerà con il supporto decisivo di mezzi e dottrine occidentali, ma si svilupperà comunque in base alla dottrina ucraina; questo in quanto sarà condotta da soldati ucraini comandati da generali ucraini.
La presenza però di una crescente potenza aerea ucraina renderà via via sempre più difficile un ritorno offensivo russo e limiterà ulteriormente le già scarse opzioni operative di Putin.
Quello che è veramente significativo a livello strategico è la conferma ulteriore – e per certi versi ormai definitiva – di come l’impegno dell’Occidente nel conflitto sia definitivo.
Da mesi mi sforzo di far capire come la politica occidentale di sostegno a Kyiv sia non solo coesa e unitaria, ma soprattutto coerente con uno sforzo di lungo periodo, e rappresenti un investimento politico ed economico prima ancora che militare, tale da configurare l’intento di procedere fino in fondo garantendo la vittoria difensiva ucraina e la completa sconfitta politica e militare del regime russo.
Detta più direttamente ancora: America ed Europa hanno deciso ormai da tempo che qualsiasi soluzione di compromesso sia meno conveniente di una che preveda la sconfitta chiara ed inequivocabile dell’aggressore. Putin ha esagerato e non c’è più spazio per il suo regime sull’arena internazionale, per cui è desiderabile che il suo regime cada e qualsiasi eventualità di un suo ritorno offensivo sia eliminata per sempre. La famosa “reductio ad Hitlerum” è questa: così come con Hitler, occorre farla finita anche con Putin in modo definitivo, in quanto entrambi i personaggi si sono rivelati incompatibili con l’ordinamento internazionale.
L’impegno sugli F-16 dimostra la coerenza della politica unitaria dell’Occidente in questo senso: ogni notizia che sembrerebbe scalfire l’unità di intenti di questa politica unitaria è da intendere come una mistificazione giornalistica, oppure come una vera e propria “maskirovka” occidentale tesa a gettare fumo negli occhi al regime russo.
Il livello di investimento già fatto dalle nazioni occidentali nel perseguire questa politica ormai è tale da rendere del tutto impensabile un ripensamento: l’Ucraina sarà sostenuta fino al totale recupero dei suoi territori e alla loro messa in completa sicurezza. Ne va della credibilità dei governi in carica, e questa è la migliore garanzia per l’Ucraina.
E poiché sicuramente il regime di Mosca è consapevole di non poter sopravvivere ad un’ammissione di sconfitta, occorre che i sostenitori della trattativa ad ogni costo si mettano il cuore in pace: si tratterà solo dopo la conclusione militare del conflitto, come del resto è sempre stato nel caso di conflitti totali.
Un altro evento significativo, anche se privo di effetti immediati sull’esito del conflitto, è la conferma della capacità dei sistemi contraerei avanzati occidentali di intercettare tutti i missili russi, compresi quelli ipersonici.
La stampa nazionale ha trattato la cosa come una specie di duello fra missili, ma ovviamente il succo del discorso è tutt’altro. A parte che la sola idea di usare da parte russa un Kinzhal per distruggere un lanciatore (e solo il lanciatore!) Patriot è ridicola in termini di costo-efficacia, un po’ come sacrificare un carro armato per distruggere un missile controcarri, quello che è interessante è che i russi stanno impiegando nei bombardamenti missili appena prodotti. In sostanza lanciano ciò che hanno potuto produrre il mese prima, in maniera artigianale più che industriale; di ciò che lanciano però meno del 10% arriva a bersaglio.
Questo significa che la campagna di bombardamento strategico russa è fallita.
Che poi la tecnologia militare occidentale sia molto più avanzata di quella russa (e quindi cinese che di quella russa è sostanzialmente una copia) si sapeva già da tempo, anche se a stampa e apologeti del Cremlino faceva comodo o piacere rappresentare un’immagine opposta. Dire che il Patriot è “tecnologia degli Anni ‘70” può anche essere di effetto e dare un’idea di arretratezza, un po’ come i Leopard 2 che sarebbero “vecchi”; ma se ne frattempo nessuno ha prodotto niente di meglio, anche sistemi disegnati cinquant’anni fa rimangono al top. Soprattutto se contrapposti a roba ancora più vecchia come quella russa.
Veniamo infine ai fatti delle ultime ore a Belgorod.
Una diversione ucraina in territorio russo nell’ambito della preparazione per la controffensiva era ed è nella logica delle cose. I russi si sono incredibilmente cullati nell’illusione che “gli americani non avrebbero permesso” attacchi in territorio russo, ma era semplicemente ovvio che gli attacchi a cui gli americani sono contrari (come la NATO e ogni analista militare di buon senso) sono quelli di natura strategica o anche solo operativa, non tattica.
Una violazione del territorio russo che non implichi un’invasione o anche solo una penetrazione in profondità non mette a rischio l’esistenza della nazione russa e non attiva quegli automatismi di solidarietà nazionale che portarono i russi a stringersi attorno a Stalin nel 1941 a dispetto della sua impopolarità quando i nazisti puntarono dritti su Mosca: quei meccanismi che si vuole assolutamente evitare di far scattare per tenere per quanto possibile separati il regime dalla popolazione russa.
Una dimostrazione di incapacità da parte del governo e delle forze armate nel proteggere la popolazione anche solo da un’incursione limitata – perché di questo si tratta – è invece un buon metodo per screditare il regime davanti alla popolazione.
Se poi fa anche scattare un riposizionamento delle magre riserve mobili russe verso territori lontani dagli obiettivi fissati per la controffensiva ucraina, è ancora meglio…
Orio Giorgio Stirpe

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E notate: Ukraina vuole entrare nell’eu " noooo maledetta nato vuole mettere le armi nucleari in ukraina, pazzi! Guerrafondai"

La Russia mettenarmi nucleari in Bielorussia " ha tutto il diritto di farlo. Bravo Putin ".

Io non sono così daccordo con stirpe sull’appoggio duraturo e incondizionato.

Secondo me e molto condizionato dai risultati della controffensiva: se non avrà successo si cercherà di addormentare il conflitto.

Gli ukraini ne sono consapevoli, e per questo.tardano ad attuarla. Col rischio di farsi sfuggire l’attimo.

l’unico che può sparigliare le carte è Trump se viene eletto, perchè è un coglione.

Quello che dice Stirpe è che l’investimento ormai è tale (ogni F16 costa cmq 15-25M in base al modello), che non si può tornare “indietro”, che poi è uguale per per i russi, le fish sul tavolo le hanno messe tutti, tiri avanti finche hai le carte giuste o bluffi . Se ti tiri indietro adesso per non “spendere altro”, ci rimetti anche quello che hai messo sul tavolo e nessuno vuole farlo. Tanto più che si è visto cmq che “l’Occidente” è quello che ha le carte migliori per chiudere la partita.

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No, non sarebbero persi. Semplice sarebbe finanziata e supportata solo una difesa ad oltranza, non attacchi volti a recuperare territorio.