[Trekking] Corsica - GR20 nord - da Vizzavona a Calenzana

L'idea di affrontare quello che è stato definito "il trekking più duro d'Europa" ci è venuta qualche mese fa. Abbiamo racimolato un po' di informazioni e siamo partiti, ma nessuno di noi aveva capito quanto sarebbe stata dura. Da qui, questo resoconto di viaggio. Spero di aggiungere qualche dettaglio che abbiamo scoperto sui nostri garretti e qualche particolare organizzativo in più rispetto a quello che si trova in giro, dato l'interesse che l'altro thread ha riscosso.

Un avviso preventivo, copio quanto scritto di là:



Il percorso è classificato EE, ma qualche esperienza di arrampicata tornerà decisamente utile. A seconda del periodo, il tracciato può essere molto affollato, e dato che le roccette e i tratti di ferrata sono percorribili uno alla volta è meglio essere in grado di affrontarli con una certa rapidità e disinvoltura senza ovviamente sacrificare la sicurezza.

Il sentiero molto spesso non esiste come tale, ma i marker bianchi e rossi che segnano il percorso sono abbondanti. State MOLTO attenti a seguirli perchè se per caso perdete il tracciato non ci sono riferimenti visuali diversi dai marker che consentano di ritrovarlo senza tornare sui propri passi. In generale comunque nei tratti meno tracciati da un marker è visibile il successivo, e ci sono un po' di omini lasciati dai precedenti randonneur che aiutano a ritrovarsi.

Ciò anticipato, procediamo.

Da Vizzavona a Calenzana si procede verso nord, quindi in direzione opposta rispetto al percorso 'canonico' del GR20 che da Calenzana procede verso sud fino a Conca. La scelta, peraltro, è sensata dato che in questo modo le tappe più toste sono in fondo, e il sole è alle spalle (quando c'è, nel nostro caso praticamente mai ).

Si viaggia da rifugio a rifugio, in nove tappe. Benchè siano piccoli e spartani, tutti tranne uno (Petra Plana, il termine della seconda tappa) offrono la possibilità di un pasto caldo e vendono generi (più o meno) alimentari, quindi non è necessario portarsi in spalla il cibo per tutto il viaggio. I prezzi del cibo sono piuttosto alti, ma tutto sommato può valere la pena spendere qualcosa in più e viaggiare più leggeri.

Il pernottamento in rifugio costa 10€ (tra 4 e 6€ per il posto tenda all'esterno), la cena tra 12 e 20, la colazione tra 6 e 10. E' possibile e decisamente consigliabile prenotare (http://www.parc-corse.org/vad/) in anticipo, dato che già adesso a giugno erano praticamente pieni.

Diversamente dai rifugi alpini le coperte non sono considerate fornitura standard, quindi è *necessario* il sacco a pelo (basta uno leggero, quelli del Decathlon pensati per i 15 gradi vanno benissimo). Non fate il mio stesso errore di credere di essere sul continente, anche dormire con addosso TUTTO potrebbe non bastare .

Allo stesso modo, la carta igienica è da portarsi dietro, e l'acqua calda è un lusso da dimenticare. E' alquanto probabile che si puzzerà come capre morte (specie se il tempo è inclemente e non consente di fare un po' di bucato da asciugare al sole) ma la cosa è da mettere in conto.

Limitate il più possibile il peso sulle spalle, idealmente attorno ai 10 chili acqua compresa. Tutti i rifugi hanno una sorgente a pochi passi, ma durante le tappe in generale non è possibile rinnovare le scorte. Fate conto almeno due litri al giorno, ma le tappe sono lunghe e il percorso è per la maggior parte in pieno sole quindi il consumo può essere elevato.

Scegliete bene cosa portare, le condizioni climatiche sono abbastanza variabili, la tecnica della cipolla mi sembra la scelta più saggia per affrontare tutte le situazioni (quindi almeno una combinazione maglietta-camicia calda-pile-antivento-giacca impermeabile, più la cerata per i forti temporali, sempre possibili). I bastoncini telescopici sono questione di scelta personale, a me fanno molto comodo ma potrebbe risultare necessario metterli da parte per i tratti più complicati in cui è meglio usare direttamente le mani.

Le cartine consigliate sono quelle dell'IGN al 25000: IGN 4250 OT e IGN 4251 OT (mancherà l'ultimo tratto dell'ultima tappa ma non è fondamentale, costicchiano e 12 euro per l'ultima ora di camminata è un overkill ). Consiglio anche l'uso dell'ottimo sito http://www.geoportail.fr/visu2D.do?ter=corse che include le cartine suddette.

Ultime noticine: i cellulari NON prendono per il 95% del tempo. Prendono più o meno a muzzo nei posti più alti, e nei primi rifugi, poi basta. Quindi non fateci affidamento, nè per comunicare con l'Italia nè tra di voi. Alcuni si portano le radio ma obiettivamente sono quasi sempre un peso inutile.

Ultima cosa, in shameless self-promotion: le foto con velleità artistiche e non prettamente di guida sono sul mio flickr.

Tutto ciò preposto, si va a incominciare. Farò un resoconto della mia personale esperienza, quindi con i tempi e gli orari miei che possono ovviamente essere diversi da quelli di altri. Tutto sommato mi ritengo un buon camminatore ma tutt'altro che eccezionale, in generale sto abbastanza dietro ai tempi indicati da guide e cartelli, quindi dovrebbero essere criteri applicabili in modo abbastanza ampio.


Prima tappa, 30 maggio 2011, Vizzavona-Refuge de Onda

Da Ajaccio c'è il treno alle 8.40 per Bastia. E' un piccolo treno diesel che fa un bel percorso tra le montagne (hint: sedetevi nel vagone di dietro, è *molto* rumoroso ) e nel giro di un'oretta arriva alla stazione di Vizzavona, quota 900 circa.


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C'è una sorgente poco sotto la stazione, approfittatene per riempire le borracce. Il ristorante della stazione vende generi alimentari da uso rapido per la camminata (barrette, cioccolata, scatolette ecc), potrebbe essere una buona idea prendere qualcosa per i momenti di crisi che, vi assicuro, non mancheranno

Uno zaino è andato perso in aeroporto il giorno prima, abbiamo aspettato che l'Air Corsica ce lo portasse a Vizzavona in mattinata, quindi siamo partiti attorno alle 11.30.

Il sentiero parte ampio e in leggera salita verso il Col de Vizzavona e le Cascade des Anglais


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con alberi che danno spettacolo


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il che sarà un motivo ricorrente in tutto il trekking. I boschi sono lasciati liberi e selvaggi e ci sono degli esemplari davvero notevoli in posti assurdi, ne vedremo qualcuno più avanti.

Raggiunte le cascate attorno alle 12, si inizia a fare sul serio. Il sentiero diventa sassoso e infido


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e dopo poco si esce dal bosco e si passa nel paesaggio di lastroni e pietraie che ci accompagnerà quasi sempre


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Uno sguardo all'indietro...

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e uno in avanti:

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Alla fine di questo pezzettino scolliniamo a 2020m nel punto chiamato Muratellu, attorno alle 16.40.


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Questo è il panorama dal passo. Il rifugio de Onda (1400 m) è visibile piiiiiiiiccolo sulla destra. Il primo tratto della discesa, fino alla cresta che si vede al centro, è molto ripido e anch'esso richiede attenzione.

Raggiungiamo il rifugio alle 18.30, appena in tempo per la cena nella bergerie sottostante (alle 19). L'impressione non è granchè:

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ma al contrario di me ci arriverete preparati

Seconda tappa, 31 maggio 2011, Refuge de Onda - Refuge de Petra Plana

La seconda tappa offre due possibilità: la variante passa in alto sulle creste della Serra di Tenda, ma dato il tempo incerto optiamo per la strada ufficiale. Si parte alle 8.30 e si scende verso est per un sentiero nel bosco, accettabilmente camminabile


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Nel giro di un paio d'ore si è scesa comodamente la vallata fino a quota 950, da dove si comincia a salire, ancora nel bosco


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Il dislivello che ci attende è 900 metri circa, ma la valle è molto lunga e le 4 ore che stimo a inizio salita si riveleranno corrette. Si sale abbastanza bene fino ai 1400, poi l'ultima rampata è su un terreno da capre


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e si raggiunge Petra Plana sotto una pioggia insistente attorno alle 17


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Questo è il rifugio più piccolo e affollato che troveremo. Non c'è servizio di pasti, ma la cucina è a disposizione, è l'unico caso in cui sarete costretti a cucinare quello che vi siete portati. Il dormitorio è particolarmente angusto e pieno di roba più o meno umida, l'impatto odorifero è abbastanza importante ma ci si farà l'abitudine


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Terza tappa, 1 giugno 2011, Refuge de Petra Plana - Refuge de Manganu

Sveglia alle 7, sole e vento freddo. Partenza alle 8, subito aggressiva


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seguita da un tratto in costa intervallato dalle prime roccette e dal primo nevaio


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che alle 9.30 ci porta ad affacciarci dai 2206 metri della Bocca Muzzella


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Da qui le cose si fanno cazzute. Quella cresta che ci si trova davanti è da oltrepassare. E la oltrepasseremo, anche se al momento di questo scatto nessuno ha bene idea di come si farà

Il tracciato da qui diventa un insidioso saliscendi in roccette, con solo i marker a indicare la via da seguire tra le rocce e le nuvole


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L'ultimo tratto è decisamente il più pericoloso, questo nevaio è praticamente uno scivolo verso il lago qualche centinaio di metri più sotto. Ho detto pericoloso, non difficile, ma comunque meglio stare attenti


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Sono le 11 quando superiamo il suddetto nevaio e ci affacciamo dalla Bocca de Sorbo


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La discesa è relativamente tranquilla, c'è solo l'ostacolo del nevaio più grande che incontreremo in tutto il trekking


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ma per il resto è una discesa quasi rilassante verso il rifugio Manganu (comprate i Canestrelli e il salame che sono buoni! ) che raggiungiamo attorno alle 15


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Quarta tappa, 2 giugno 2011, Refuge de Manganu - Refuge de Ciottolu di i Mori

Tappa lunga, molto lunga, ma grazie a dio camminabile. E' una tappa unica e particolare, è l'unica tappa che si svolge in buona parte su terreno quasi pianeggiante e erboso, fornendo così una graditissima pausa dopo l'impatto con la cresta del giorno prima. Restano comunque 26 chilometri da percorrere, quindi la sveglia suona alle 5 e alle 6.20 siamo per strada. Per le prime tre ore si cammina in scioltezza nell'ampia Piana di Campotile


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tra alberi astrusi


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e pascoli con cavalli


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fino a superare il Lac de Nino


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e a scollinare a Bocca a Reta alle 9.20


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Da qui si scende in cresta prima e in costa poi lungo la Serra San Tomaghiu


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cosparsa di alberi plasmati dal vento


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fino a raggiungere alle 10.40 il Passo San Petru.


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Qui attenzione, si potrebbe essere portati a tirare dritto su per il sentiero che sale la cresta esattamente di fronte, ma il GR20 in questo punto fa una netta curva a destra non evidentissimamente indicata e scende ripido in costa


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in una direzione che sembra non entrarci per nulla con il nostro obiettivo e che potrebbe lasciare il dubbio di avere sbagliato strada. In realtà quando si raggiunge il bivio successivo è indicato chiaramente, a quel punto si gira secco a sinistra a si prosegue in piano (ritmo di marcia: "trita'l giàs sul cul, trita'l giàs sul bus del cul")


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si passa Jabba the Hut in versione arborea


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e si raggiunge attorno alle 12 la strada al Castello di Vergio (1200 m) dopo una ripida rampatina di un centinaio di metri.


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Ci si sente un po' pirla a trovare le automobili, ma approfittatene. Il rifugio è sulla destra, noi non ci fermeremo qui stanotte ma ci sono docce e bagni puliti e con l'acqua non gelata come altrove (nemmeno calda ma vabè). Nessuno ci ha fatto storie per avere usato indebitamente le docce, non so se sia normale o se ci sia solo andata bene, ma dato che era la prima lavata decente da quattro giorni vale decisamente la pena tentare. Adiacente al rifugio c'è l'unico posto in cui è possibile acquistare pane fresco (ottimo!), frutta e verdura oltre ai soliti formaggi-salumi-scatolette, può tornare utile.

Dal Vergio ripartiamo, rinfrancati e riposati, attorno alle 13.30. E qui è finita la pacchia, gli ultimi chilometri della tappa tornano all'ormai abituale terreno roccioso.


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Si passano le Bergerie de Radule alle 14.45, si oltrepassa un ent


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si incrocia il Mare a Mare Nord


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si saluta un albero solitario e ribelle


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poi la valle si spiana leggermente in vista dell'ultima rampata verso il Ciottolu di i Mori (al centro della foto)


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.

Poco oltre questo punto, sorpresa: benchè ci sia il sentiero chiaramente segnato a fondovalle che porta dritto al rifugio, il GR20 svolta a sinistra su per un ripido costone


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e prosegue in cresta sul lato sinistro della valle


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suppongo a puro scopo di ammirare il panorama...


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oh che spettacolo! -.-

e si raggiunge il rifugio (1991 m) alle 17.40.


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Consiglio importante: la notte METTETE DENTRO LE SCARPE. Non importa quanto possano puzzare. Vi assicuro che svegliarsi il mattino dopo, uscire a lavarsi la faccia e notare con orrore che è rimasto uno solo dei tuoi scarponi è una sensazione bruttissima. La faccia appropriata, poi, quando il burbero custode spiega che "Ahhh sì è a vulpe, ogni tanto lei fa... ma di solito no va lontano.. ecco là tuo scarpone" indicando un punto qualche metro più in là in mezzo alle rocce, non può essere altro che


Quinta tappa, 3 giugno 2011, Refuge de Ciottolu di i Mori - Refuge Tighiettu

Tappa breve ma non banale. Sceglia alle 7, partenza alle 8 in costa, alle 8.20 si raggiunge la Bocca di Foggiale e si inizia a scendere duro per roccette prima


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e per boschi poi


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Da questa tappa in avanti (siamo a metà tracciato!) si intensificano gli incontri con i randonneur che scendono da Calenzana, alcuni con simpatici amici al seguito


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Alle 11 si raggiunge la Bergerie de Vallone


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in cui si possono tranquillamente perdere anche un paio d'ore in relax, mangiare qualcosa e prendere un po' di sole, tanto è presto e il Tighiettu è vicino.

Noi ripartiamo alle 12.25, dopo poco avvistiamo il rifugio sopra di noi


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e lo raggiungiamo con calma alle 13.10


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.

E' uno dei rifugi più grandi e spaziosi che troveremo sul GR20, sono tre dormitori separati per un totale di una quarantina di posti letto. Si mangia piuttosto bene e Charly il guardiano è un tipo piuttosto peculiare, assicuratevi di restare in giro dopo cena che se attacca a fare il pirla con la chitarra e tira fuori l'ignobbile sgnappone clandestinamente prodotto c'è da ridere.
Sesta tappa, 4 giugno 2011, Refuge Tighiettu - Refuge Asco Stagnu

La tappa più attesa, quella che prevede il passaggio dal Cirque de la Solitude.

Sveglia alle 6,30, partenza alle 7,40, tempo accettabile, freddino, nuvole sparse, non sembra voler piovere: ottimo. Si parte con la solita salitaccia tagliagambe (almeno per me che al mattino ho le gambe come tronchi), sono 600 metri di dislivello a perdifiato, come al solito tra rocce


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e lastroni


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Si avvista un trio di mufloni corsi da lontano


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e alle 9.40 siamo a Bocca Minuta: l'ingresso alla Solitude. La vista è un'eccellente rappresentazione delle porte degli inferi se solo ci fosse del fumo che esce dal fondo


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un catino largo mezzo chilometro circondato da creste puntute che prevede 300 metri in giù e 250 in su, tutto per roccette e ferrate e nevai e canaletti franosi. Mi premuro di raccomandare a fare MOLTA attenzione a dove si mettono i piedi: il rischio maggiore non è tanto di volare di sotto quanto quello di spedire sassi addosso agli altri camminatori, rischio corso più volte. Ciò detto, lascio parlare le immagini:


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Alle 11 siamo al punto più basso, dopo qualche problema di terrore sui punti più ripidi che ci hanno rallentato un po'. Questo è il panorama giù per la valle


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Uno sguardo alla discesa appena percorsa...


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uno sguardo d'insieme...



e via che si riparte


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(l'incontro con l'intrepido cagnolo mi ha lasciato piuttosto )


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per spuntare alle 12.10 a Pas Perdu


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e iniziare la discesa verso la stazione sciistica di Haut Asco.


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Sulla destra si intravede il Monte Cinto, il più alto dell'isola, avvolto tra le nubi


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Rendiamo omaggio al grande Cthulhu in forma arborea,


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e poco dopo si arriverà al fondo della vallata. Si può scegliere tra il rifugio vero e proprio e l'albergo, a seconda di quanto vi mancano certe comodità. In teoria anche al rifugio sono promesse le docce calde, in pratica c'era "un fusibile rotto" e la doccia era ghiacciata. Resta comunque l'unico posto con camere da 2-4-6 invece di camerate, e ha l'indubbio vantaggio di avere i bagni all'interno dell'edificio, quindi calda o fredda che sia è la migliore possibilità di docciarsi che si ha. Il rifugio ha la cucina a disposizione, non sono sicuro se offra anche pasti caldi, noi ci siamo rivolti sia per cena che per colazione al ristorante annesso all'albergo.

Settima tappa, 5 giugno 2011, Refuge Asco Stagnu - Refuge Carrozu

Altresì nota come "la tappa della paura". Consiglio CALDISSIMO: cercate in ogni modo di ottenere le previsioni del tempo quanto più possibile precise. La fine di questa tappa si svolge in una stretta gola che rischia di diventare una trappola mortale in caso di forti temporali. Non sto nè scherzando nè esagerando, in quel budello mi sono trovato veramente a cagarmi in mano e vagamente convinto che le foto che stavo scattando sarebbero state le ultime. Quindi, fate conto 5 ore circa dalla partenza per arrivare nella zona pericolosa (la parte degli Spasimata Slabs) e se temete o sono previsti temporali attorno a quell'ora valutate bene se fermarvi o accelerare. Assolutamente cercate di non farvi sorprendere dall'acqua da quelle parti, o la situazione può farsi veramente brutta. Le foto che vedrete dopo sono scattate dopo il momento peggiore quindi possono non sembrare così terribili, ma fidatevi di me, aggiungerò qualche ulteriore dettaglio dopo le foto (sarà nel post successivo, qua mi finiscono le immagini).

Sveglia 6,45, partenza 8.30, salita in bosco anche questa piuttosto ripida


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[segue]
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Alle 10.20 siamo alla Bocca Stagnu, da cui parte un pezzo in costa intervallato da molti passaggi in roccetta


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Nel giro di un'ora si raggiunge la Bocca a Muvrella e si scende per la solita discesa da capre, con aggiunta di nevaio per buona misura


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Alle 12.30 si entra nella zona delle Spasimata Slabs


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Si tratta di una lunga serie di lastroni di granito, lisci e inclinati verso il torrente sottostante, alcuni di essi sono dotati di catene di sicurezza lungo la parete, altri no. Se il tempo è buono non presentano particolari problemi. Alle 12.35, pensa un po', inizia a piovere con una certa insistenza


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Alle 13 arrivo alla fine dei lastroni e entro in una valletta semicircolare, circondata da pareti lisce e ripide. Inizia a piovere MOLTO forte e nel giro di neanche 5 minuti iniziano a venire giù cascate dalle suddette pareti,


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che si incanalano giù per dove dovrebbe passare il sentiero


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Queste foto le ho scattate dopo, quando già il flusso era più lento e moderato. Prima di questi scatti ho passato un'ora abbondante fermo sotto una paretina dal lato del torrente,


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(poco visibile sulla sinistra a mezza altezza), sotto un diluvio incessante misto grandine mentre la cascata della prima foto sopra occupava tutto il fronte della montagna con il triplo della forza che ha nell'immagine, gettando una gragnuola di sassi grossi come pugni giù per la vallata a distanza sgradevolmente ridotta dal mio riverito cranio. E' stato un momento bruttissimo, ero solo come un pirla perchè i soci erano passati pochi minuti prima che si scatenasse l'iradiddio, mi sono tenuto su a suon di "Sono una rupe nella tempesta" e porconi sapientemente alternati. Non potevo tornare indietro nè andare avanti, i telefoni non prendevano, come del resto succede per il 95% del tempo su tutto il GR20, quindi neanche potevo avvisare che ero ancora vivo. Comunque, finita la buriana, avevo ancora da affrontare il passaggio del torrente che si era creato lungo il sentiero, ho trovato in qualche modo una strada alternativa poco più sopra e con l'aiuto di tre provvidenziali skyrunner "fatti di ferro e incoscienza" (secondo la precisa definizione di uno degli amici) che stavano andando in su ho saltato il fosso e sono uscito dal punto del casino attorno alle 14.45.

Non che i guai fossero precisamente finiti, dopo la valletta teatro di questa merda restava da passare un altro torrente gonfiato dalla pioggia


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un'infinita serie di passaggi per lastroni scivolosi verso il torrente in fondo alla valle, per di più con i pochi passaggi anch'essi invasi dall'acqua


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e una passerella sospesa stile ponte tibetano, solida ma dondolante in modo piuttosto inquietante data la paura di prima, la fatica e la vista del torrente gonfio sotto di essa


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Alle 15.40 sono al rifugio, scopro che gli amici non vedendomi arrivare avevano chiamato il soccorso un quarto d'ora prima, ma si fa in tempo a disdire. Al rifugio la scena è vagamente apocalittica, data la presenza di persone che sono dovute tornare indietro data la tempesta rinunciando alla tappa del giorno, alla fine oltre alla camerata da 50 stracolma ci saranno state una quindicina di persone che dormivano sul pavimento in cucina, oltre alle tende fuori.


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Ottava tappa, 6 giugno 2011, Refuge Carrozu-Refuge Ortu di i Piobbu

Memori dell'esperienza del giorno prima e scoperto che anche per oggi erano previsti temporali nel pomeriggio, sveglia alle 5 e partenza alle 6.20. Ennesima salitaccia mattutina, peraltro dentro una molestissima e umidissima nube che tutto sommato l'ha resa decisamente sgradevole


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per arrivare alla Bocca Innuminata alle 8.05


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E sì, il sentiero non passerà comodamente in costa giù per la valle, ma TUTTO quel giro di cresta se lo fa:


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Alle 10.50 inizia la lunga discesa verso il rifugio, anche questa tra pietraie,


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rocce e lastroni


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che a questo punto cominciano a mettere decisamente alla prova la nostra pazienza, per concludersi attorno alle 13.10.


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Rifugio ampio e accogliente, la cena era eccellente ed è l'unica che sento di consigliare senza riserve anche a chi voglia andare al risparmio portando le provviste. Unico difetto, la nuvola che è ostinatamente rimasta immobile sul rifugio per tutto il pomeriggio, costringendo le birrette in terrazzo a essere decisamente umide.

Nona tappa, 7 giugno 2011, Refuge Ortu di i Piobbu-Calenzana

Ultima tappa, siore e siori, le nostre fatiche sono alla fine e ne siamo tutti decisamente soddisfatti. Come gli altri trekking lunghi che abbiamo fatto, ma per la prima volta con una tale intensità, gli ultimi due giorni si è raggiunto un livello di esasperazione e fatica accumulata che ha reso molto difficoltoso andare avanti, e il tempo perennemente coperto e umido non ha aiutato.

Sveglia alle 6.30, partenza alle 7.40, si parte in leggera salita sul solito terreno reso viscido dall'umidità, la stanchezza è molta e si prendono un po' di culate.


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Quando alle 8.40 arriviamo a questa vista


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i nostri cuori si sollevano: basta roccette da qui si scende! No, col cazzo, non cascateci:


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Il vero inizio della discesa lo raggiungeremo solo alle 9.50, a Bocca U Saltu. Da lì sì si proseguirà su un sentiero finalmente camminabile (ritmo di marcia: "Cassonetto differenziato per il frutto del peccato") che tra alberi, alberelli


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e paesaggi vagamente surreali


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porta finalmente all'abitato di Calenzana


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e all'inizio del GR20.


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In alto i calici, è stata una faticaccia ma anche un'esperienza bellissima!

A vostra disposizione per ulteriori chiarimenti.
Ottimo, ora me lo leggo intanto metto il link all'altro thread Gr20 trekking in corsica Forse le immagini è meglio se le metti in spoiler? giusto per la scorrevolezza della pagina.


giusto, spoilerato

Nel pomeriggio faccio le ultime tappe, prometto ^^
La mia invidia per non essere venuto con voi rimane, molto sminuita ma rimane

e vedo che la tradizione delle ciabatte appese allo zaino è rimasta


eccerto, vorrai mica dover frugare in tutto lo zaino per liberare finalmente i piedi, no?
E' bellissimo, voglio andare a morire in quei posti.
Complimenti anche per il thread, molto preciso e ricco di immagini.
Oggi ho fatto un po' di skyrunning
Bellissimo resoconto mi ha toccato il cuore.
Quanta preparazione richiede? Sembra molto difficoltoso come persorso.
Volevo provare questa esperienza , ma oltre a praticare sport 'normali' (Bici , calcio..ecc ) non faccio nulla di estremo.
Bellissimo reportage...certo che siete stati ben sfigati con il meteo!

I posti mi hanno ricordato il mio viaggio: nella foto in cui commenti il Monte Cinto, la via normale sale esattamente in quel canalone che si vede al centro nella tua foto, fino ai ghiaioni pensili in alto e poi sulle crestine perse nelle nubi....inutlile dirti che anche quell'itinerario è un massacro su roccette, lastroni e ghiaia


Come preparazione fisica non serve niente di estremo, io faccio vita alquanto sedentaria e ho fatto giusto 4-5 passeggiate nei weekend precedenti la partenza. Poi chiaro che più esperienza di montagna hai meglio è, devi essere sicuro di essere in grado di affrontare senza paura i passaggi più complicati, di saper dosare lo sforzo e di essere in grado di mantenere la concentrazione su dove metti i piedi per tutta la giornata. Precedenti esperienze di arrampicata fanno comodo, anche qui niente di estremo ma ce ne sono TANTE.
Bravo! Bel report!


Questo è forse il pezzo più spaventoso, quello che mi ha dato l' impressione peggiore, per quanto mi riguarda.

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Cioè.....tutte queste storie e c'è gente che lo fa tutto in poco più di 1 giorno


33 ore

la puttana della puttana
Alla fine abbiamo deciso di partire anche noi e siccome ci vogliamo fare male facciamo tutti e 180km da sud a nord, nel caso a metà dovessimo non farcela abbiamo proogrammato di fermarci un giorno intero in un rifugio per un riposo totale = guardiamo le foglie crescere.

Un unico dubbio sul tuo resoconto, avete mangiato sempre nei rifugi? ho letto i costi e per il dormire non è molto ma fare anche 2 pasti al giorno li per me comincia ad essere tantino anche se non è cosi per i miei due compagni di avventura al riguardo non so come ci organizzeremo.

riguardo al cibo mi organizzo cosi:

colazione: tea/caffè liofilizzato, biscotti secchi, pane nero dolce e marmellata in bustina
pranzo/cena: riso/pasta ecc. liofilizzata, carne secca, tocchetti parmigiano e pane nero tedesco (mattone)
extra: barrette energetiche e quelle della kellogg's che fanno stracagare.
acqua: 2 litri in borracce, la mattina ad ogni rifugio ne bevo 1 L per colazione e mezzo quando arrivo cosi i miei 3 L o più li reintegro.

Per il viaggio ci organizziamo cosi:

Firenze ---> Livorno, in treno 14,00 € a/r
Livorno ---> Bastia, in nave 80,00 € a/r (circa)
Bastia ---> s. lucia di porto vecchio 20,00 € (al sud vicino alla partenza del gr che è a Conca)
Se arriviamo vivi a Calenzana (partenza nord del gr20) da li treno 20,00 fino a Bastia.

I mezzi nel sud della corsica sono prossimi allo zero, ci sono solo dei bus che viaggiano ad orari improbabili, il treno è solo per la parte centro nord qui c'è tutto http://www.corsicabus.org/SitePlan.html

Per quanto riguarda la logistica, quando arriviamo a S.lucia di Porto vecchio dormiamo una notte al campeggio sul mare (10,00€) e la mattina dopo partiamo, idem quando arriviamo a Calenzana.

Come peso dello zaino stiamo cercando di ridurre tutto al minimo chiaramente sono escluse le cose da tenere addosso, queste sono quelle che saranno semprpe nello zaino

Beh alla fine pagavamo un tot solo per cena+colazione, a pranzo praticamente non si mangiava, più che altro "ci si teneva su" a barrette, frutta, avanzi messi da parte e simili.

17 chili mi pare tantino, non so se e quanto vi siate allenati nel frattempo, però in effetti se vi portate dietro il cibo per tutto il trekking è un peso plausibile... la lista che hai fatto mi pare sensata e non ulteriormente limabile.

Che dire... in bocca al lupo ragazzi, che le ginocchia siano con voi

Edit: anzi no aspetta, i rifugi li avete prenotati? Li prenotate? Se li prenotate non so quanto si riesca a variare il piano inserendo un giorno di riposo non previsto a metà, come ti ho detto erano già pieni a giugno, in alta stagione dovrebbe essere molto peggio.