La resa (e la figuraccia). Le gare di bob, slittino, skeleton e parabob dei Giochi olimpici e Paralimpici invernali di Milano- Cortina 2026 non si svolgeranno a Cortina come inizialmente previsto dal masterplan della candidatura nel 2019 ma si dovrà andare all’estero (St.Moritz, Svizzera). Lo ha annunciato questa mattina Giovanni Malagò, presidente del Coni, nonché membro Cio e presidente della Fondazione Milano-Cortina, in occasione del suo intervento dal palco della 141esima Sessione del Comitato Olimpico Internazionale che si sta svolgendo a Mumbai in India. Malagò ha spiegato che due giorni fa ha avuto la comunicazione del governo “Milano-Cortina 2026 dovrà individuare un’altra sede fuori dall’Italia. Solo due giorni fa – ha spiegato - il governo ci ha comunicato di considerare l’opzione migliore e più sostenibile. Stiamo già lavorando per sondare tutte le possibili alternative insieme al Cio e alle Federazioni Internazionali, prima di presentare il tutto al cda della Fondazione per l’approvazione definitiva. A questo proposito, è importante ricordare che una decisione come questa avrà conseguenze sul budget del Comitato Organizzatore e sull’intera operazione”.
Già nei giorni scorsi Malagò era stato molto pessimista (sapeva come sarebbe finita) in occasione del summit dei Comitati europei olimpici a Istanbul (vedi Spy Calcio dell’11 ottobre). Il governo avrebbe dovuto mettere altri 50-60 milioni, rifare il bando e trovare una ditta disposta a costruire. Alla fine sarebbero stato oltre 140 milioni per una pista dal futuro assai incerto. Gli ambientalisti si erano messi di traverso, ora Cortina avrà pochino ai Giochi, il curling e lo sci femminile. Non si farà un Villaggio olimpico da 1400 posti, ma uno più ridotto. Ci saranno risparmi, vero, ma anche mancati guadagni. Il governatore Luca Zaia aveva caldeggiato molto questa pista, Thomas Bach gli aveva consigliato di andare all’estero. In un primo tempo, dopo il no della Raggi a Roma olimpica, si era pensato anche a St.Moritz, dove ora si andrà, ma poi eramo prevalse considerazioni politiche. Ecco il risultato.
Ora la Fondazione, presidente Malagò, deciderà dove andare, cioè a St. Moritz, pista naturale, pochi chilometri da Livigno e Cio soddisfatto. Si è perso tempo, la Simico del commissario Sant’Andrea ha cercato inutilmente una ditta che costruisse a Cortina. Si era intromessa Innsbruck adesso, respinta: costi troppo alti, e impianto poco ecologico (quintali di ammoniaca). Era tornato alla carica il Piemonte con Cesana, 110 milioni buttati via in occasione di Giochi di Torino 2006 e pista ridotta subito ad uno scheletro. Il ministro Abodi aveva spiegato che non era possibile con un altro spreco e rischio di irritare il Cio con un’opera che dopo i Giochi sarebbe stata smantellata come volevano i sindaci delle Valle. Ora a Torino protestano ma il Piemonte si è mosso male sul fronte olimpico sin dai tempi di Chiara Appendino. La scelta di non costruire a Cortina è stata elogiata oggi in occasione del summit del Cio a Mumbai: il principe Alberto di Monaco, presidente della commissione sostenibilità, ha detto che è coerente con il cambiamento climatico. Bach ha ringraziato il governo italiano per l’appoggio e ha detto di avere incontrato la presidente Meloni varie volte, l’ultima 15 giorni fa a New York, e di aver riscontrato un entusiastico e fondamentale appoggio. Il governo ha stanziato sinora 3 miliardi e 600 milioni per i Giochi: basteranno? Si risparmierà adesso a Cortina, ma la figuraccia resta. Si risparmierà a Milano, niente medal plaza a Piazza del Duomo.
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Si è risparmiato anche con Baselga di Pinè: la pista per il pattinaggio di velocità costava troppo e così le gare sono stati dirottate alla Fiera di Rho. Impossibile costruire anche il Palasharp di Milano: gare di hockey 2 (femminile) anche queste alla Fiera di Rho. Si sta costruendo ora l’impianto di Santa Giulia a Milano per hockey 1 (maschile): costi cresciuti in questi anni fra Covid e guerre. Si è salvato il laboratorio antidoping: anche qui questione di soldi e rischio ennesima figuraccia. Insomma, da quando ci hanno assegnato i Giochi, 24 giugno 2019, è stato u n percorso ad ostacoli. I tempi impongono di stringere la cinghia. Lo ha fatto anche Parigi 2024, dopo le raccomandazioni di Macron. Ma l’Italia coi Giochi si muove davvero male.
“A poco più di due anni dai Giochi Olimpici e Paralimpici, il Governo ha assunto una posizione logica e responsabile sulla pista di bob, skeleton e slittino prevista nel dossier olimpico a Cortina, comunicando l’indisponibilità di ulteriori risorse finanziarie pubbliche (60 milioni di euro) per realizzare l’opera. Questo è il dato. Abbiamo lavorato in costante, quotidiana, collaborazione con il comitato organizzatore, la Fondazione Milano Cortina 2026, e la società Infrastrutture Milano Cortina, soggetto attuatore delle opere pubbliche relative ai Giochi, inclusa la procedura di affidamento dei lavori della pista, aperta quattro mesi fa, con l’obiettivo di arrivare alla soluzione più sostenibile, da tutti i punti di vista. Non è stata scelta la sede di gara delle tre discipline e nei prossimi giorni, insieme alla Fondazione e a SIMICO2026, il Governo farà ulteriori valutazioni di carattere tecnico sulla base di dati oggettivi”, ha dichiarato il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi.
Parigi 2024, 13 milioni in più dal governo a Coni e Cip
Nella bozza del Dl Anticipi approvata oggi in CdM, all’articolo 16 ("Misure inerenti lo sport) è incrementato di 13 milioni di euro nell’anno 2023 il contributo complessivo per Coni e Cip per le attività connesse alla preparazione olimpica e paralimpica al supporto delle delegazioni italiane per i Giochi Olimpici di Parigi 2024. L’articolo prevede inoltre un contributo di 8 milioni per il 2023 in favore della Federazione ciclistica italiana “al fine di assicurare il completamento della realizzazione di un Velodromo nel comune di Spresiano”.
Urso: “I pesi a Los Angeles 2028? Una gioia enorme”
La Pesistica Olimpica resta nel programma dei Giochi di Los Angeles 2028. La notizia ufficiale arriva dalla sessione odierna del Cio svoltasi a Mumbai, in India, e sancisce la nuova vita della disciplina. Una decisione che riflette i grandi progressi compiuti dalla Federazione Internazionale sia nell’ambito della governance che della riforma antidoping, avvenuti sotto la guida del rinnovato comitato esecutivo dell’Iwf eletto nel giugno dello scorso anno, di cui il presidente Fipe Antonio Urso è il segretario generale e tesoriere. ''Questo è il risultato di un lavoro molto duro e dell’impegno dell’IWF per un cambiamento di cultura nel nostro sport -afferma Urso-. L’onda d’urto iniziale provocata dalla nostra esclusione dal programma olimpico nel 2028 ci ha obbligato a scegliere una nuova direzione. In una riunione dell’8 luglio scorso, il Cio ci ha chiesto risposte immediate. Lavorando uniti, in modo trasparente e determinato, abbiamo fatto un enorme miglioramento in due dei settori che richiedevano tutte le nostre attenzioni: la governance interna alla Federazione Internazionale e la politica antidoping. Attraverso un dialogo costruttivo e continuo con il Cio, questo cambiamento è stato debitamente valutato e il nostro amato sport è tornato al posto che merita: l’arena olimpica. Ovviamente, però, questo è solo il primo passo; dobbiamo continuare a dimostrare il nostro valore, la nostra affidabilità e responsabilità. I nostri atleti e i sostenitori di tutto il mondo meritano sicuramente questo".
Calcagno: ”Scommesse? Il nostro mondo ha fatto tanto ma non basta“
‘‘Sono molto dispiaciuto, perché in queste giornate si è puntato tanto il dito su questi ragazzi, mentre penso che il mondo del calcio e il sistema sportivo non possa essere lasciato da solo di fronte a problematiche di ragazzi di 20 anni, il problema è molto più ampio’’. Queste le parole di Umberto Calcagno, presidente dell’Assocalciatori, a La Politica nel Pallone su Gr Parlamento, la trasmissione di Emilio Mancuso, sul nuovo scandalo. “Non si parla di illeciti ma di giocate che non hanno inciso sulla regolarità degli incontri fino ad oggi a nostra conoscenza. Dobbiamo anche dire quanto il nostro sistema ha già fatto tanto, con norme e sanzioni molti forti. Siamo anche un sistema che in questi ultimi decenni ha fatto tanta formazione, anche nei ritiri delle squadre. Incontri dell’Integrity Tour e gli incontri estivi, ma evidentemente averli informati non è bastato per creare degli anticorpi, ma il sistema ha fatto veramente tanto ma il mondo del calcio da solo non può risolvere questo”, ha aggiunto. ‘‘Il ministro Abodi, da ex presidente della Lega di Serie B, si rende bene conto di quanto abbiamo fatto in questi anni e ci dobbiamo interrogare su quanto in più si deve fare’’, ha spiegato il n.1 dell’Aic. ‘‘A questi ragazzi dobbiamo stare vicini, accompagnarli, Fagioli ha già riconosciuto di aver sbagliato precisando sempre che non si tratta di illeciti. Poi è facile puntare il dito sui calciatori’’, ha aggiunto il numero uno dell’Aic. ‘‘Il controllo sui comportamenti personali non si più spingere troppo, da soli ripeto che non si può risolvere il problema. Non credo oggi faccia bene cercare le responsabilità, sono ragazzi che sanno di aver sbagliato e in realtà andrebbero formati con un ragionamento che va al di là del mondo del calcio’’, ha spiegato Calcagno.