[topic di lavorazione] Le radici dell'hard'n'heavy

Allora allora... qui dentro metterò tutto quello che produco. Il punto è che essendo un casinista cronico ho appunti e testo sparsi per tutto il pc in una maniera che definire disorganica sarebbe un complimento

Ho già pronte le rece di "Sad wings of destiny" e la bozza di quello che sarà il discorso generale, che tra l'altro è fottutamente lungo... le posterò appena il mio correttore di bozze (sempre io) non le avrà sistemate secondo le regole del buon italiano.

La rece di cui sotto, che fa riferimento a quello che IMHO, assieme a SWoD dei Priest, può essere considerato l'abc del metallo pesante, è di "The Soundhouse Tapes"... cioè il primo EP dei Maiden.

Verrò inserita in un contesto più ampio, ma io la posto lo stesso per far vedere che qui si lavora

A presto nuovi aggiornamenti.




Iron Maiden – The Soundhouse Tapes EP
1979, Rock Hard Records


Formazione: Steve Harris (basso) , Dave Murray (chitarra), Doug Samson (chitarra) , Paul Di Anno (voce)
Tracklist: 1.Iron Maiden – 2.Invasion – 3.Prowler

Ci troviamo in Inghilterra alla fine degli anni ’70. La scena musicale britannica, in pieno periodo punk, vede il lento tramonto dei giganti dell’hard rock che sino ad allora avevano dominato le charts inglesi in favore della sguaiata e ben più “forte” proposta musicale di band come i Sex Pistols.

Tuttavia, il movimento underground dei pub londinesi è in fermento. Numerose band si contendono le serate live pur di portare a conoscenza del pubblico “giusto” la propria proposta musicale e d’immagine, snobbata dalla maggior parte delle case discografiche, ed orientata ad un sound “nuovo” che negli schemi e nell’impostazione si discosta dall'hard rock rispettando maggiormente quanto fatto dai Priest di “Sad Wings of Destiny”.

Tra queste band ottiene un enorme successo di pubblico quella degli Iron Maiden di Steve Harris, vera e propria macchina da palcoscenico, determinata a raggiungere il successo differenziandosi dalla massa attraverso una proposta musicale del tutto differente, una maggiore perizia tecnica e professionalità ed un impatto visivo shockante (ricordo l’utilizzo dei più disparati, quanto chiacchierati, strumenti scenici: maschere, fumo, sangue finto).


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Perchè il sound della band di Steve Harris può considerarsi tanto differente dal resto delle altre band?
Gli Iron Maiden si distinsero fondamentalmente per due fattori:
- la struttura complessa della loro musica (relativamente alla proposta musicale rock del periodo);
- l'importanza data al ruolo della sezione ritmica nell'economia del suono.
In particolare, questo secondo fattore merita un'attenzione particolare: di fatti, ciò che veniva comunemente considerato "rock pesante" mostrava un certo ostracismo nei confronti del basso e della batteria, mero accompagnamento di chitarra (o meglio, chitarre, ma quest'aspetto fa parte del discorso "Priest") e della voce.
Non bisogna dimenticare che Steve Harris, oltre a essere il maggiore compositore del gruppo, è un bassista, per cui il suo strumento ha assunto un ruolo assolutamente basilare negli schemi della sua musica. Il suo personalissimo stile elude il concetto di basso come strumento di "accompagnamento", e si pone in veste quasi "solistica". I suoi giri armonici molto veloci gli permettono di seguire tutte le variazioni ritmiche della batteria sul rullante, toms e timpani anzichè tenere sempre le stesse note. Altra caratteristica di Harris è la sua capacità di "stoppare" le note con la mano sinistra ottenendo un suono ben distinto e mai caotico. Quando nella formazione entrò il batterista Clive Burr gli Iron Maiden poterono contare sulla sezione ritmica più effervescente del metal inglese, grazie al loro tandem che dettava la struttura dei brani, rendendoli agili e complessi allo stesso tempo grazie ad una fitta serie di cambi di tempo e di scosse ritmiche di grande effetto.
E' bene sottolineare il tratto 'progressive' in certi passaggi di brani del primo periodo come “Phantom of the opera”, “Remember tomorrow” o la strumentale “Transylvania”.
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Spinti dal crescente successo, nel dicembre del 1978 giunse il momento di concretizzare quanto di meglio la band fosse riuscita a proporre nel corso dei suoi primi 3 anni di vita, anni di estenuante attività live in cui la band plasmò il proprio sound e la propria attitudine attraverso il continuo contatto con il pubblico.

Per Steve Harris si trattava d’incidere il compendio di ciò che la propria vena creativa aveva prodotto sin dai tempi della militanza nei Gipsy’s Kiss e negli Smiler (band per la quale scrisse "Drifter", "Burning Ambition" ed "Innocent Exile") : canzoni veloci, dirette, influenzate (eppure così distanti) dal punk e dall’hard rock che sul finire degli anni ’70 furoreggiavano in terra albionica.
Il demo fu registrato interamente nella notte tra il 30 ed il 31 dicembre agli Spaceward Studios di Cambridge, e conteneva solo 3 canzoni delle 4 originariamente registrate: la quarta traccia, “Strange World”, fu scartata da Harris per la scarsissima qualità della registrazione.

La scelta del particolare momento è dovuta prettamente a ragioni economiche: nelle feste natalizie gli studi sono deserti, ed è giocoforza per la band di Harris contenere i costi. La scarsità di denaro diviene determinante giorni dopo: avendo solo i soldi per pagare il demo-tape, Steve dovette rinunciare (per sole 60 sterline!) al master-tape. Quando ritornarono a ritirare le copie del demo, scoprirono che non furono incise per guasti ai macchinari: alla band di Harris rimaneva un’unica copia del demo che venne consegnata a Neil Kay, una vecchia conoscenza di Dave Murray, DJ nel locale “Bandwagon Soundhouse” a Kingsbury. Egli la utilizzò per una classifica di heavy-metal che fu ottenuta in base a richieste scritte, e che fu poi stampata nel magazine "Sounds". "Prowler" arrivò al numero uno per via delle numerose richieste.

Il demo, messo in rotazione delle serate al Soundhouse, ebbe un enorme successo, e la richiesta di materiale da parte dei fans spinse il gruppo ad autoprodurre, sotto l’ etichetta “Rock Hard”, il primo EP, il leggendario “Soundhouse tapes”, pubblicato il 10 novembre del 1979.
La tiratura del disco fu di circa 5.000 copie, che furono vendute nel giro di tre settimane e quasi tutte per posta.

La band possedeva già chiaramente le caratteristiche distintive che l’avrebbero resa una colonna portante del metal classico: la prima “Iron Maiden” si diversifica dalla versione successivamente registrata sull’omonimo full-lenght per il ritmo che qui appare leggermente rallentato, mentre il cantato di DiAnno esprime già tutta la potenza e la classe di un singer destinato a rimanere nella storia.
Con “Invasion” i nostri pongono le fondamenta del sound che caratterizzerà i primi due album della band. Ufficialmente il platter si chiude con “Prowler” che non si diversifica molto dalla versione presente sul full-lenght “Iron Maiden” anche in questo caso i ritmi sono più rallentati e alcune parole sono diverse ma l’ossatura del brano è la stessa.

Durante un concerto al Bandwagon Soundhouse i Maiden vennero notati dal direttore della EMI, Brian Shepard (accortosi che la band ad ogni concerto segnava inevitabilmente il tutto esaurito) e nell'ottobre '79 venne firmato il contratto che li lega alla casa discografica.

Agli inizi degli anni '80 la EMI lanciò sul mercato la compilation "Metal For Muthas" (patrocinata da Neil Kay) dove i Maiden presenziarono con due pezzi , "Sanctuary" e "Wrathchild".
“Metal for Muthas” fu il vero e proprio manifesto della New Wave Of British Heavy Metal: vi presero parte con una canzone ciascuno tutti i gruppi emergenti del panorama britannico, come i Samson, i Praying Mantis e gli Angel Witch.

Il 1° febbraio la band partì per il "Metal For Muthas Tour" primo mini-tour che vide gli Iron maiden come headliner.

Il 23 febbraio uscì il primo singolo "Running Free" che entrò subito al 44° posto della top 50 inglese.
La band venne invitata a suonare al programma della BBC "Top Of The Pops", il 5 marzo, e furono l'unica band che rifiutò il playback come solo gli Who avevano fatto nel '73.

I discografici cominciarono ad interessarsi a questa "nuova onda" musicale, e la EMI propose la prima offerta ai Maiden, imponendo a Steve e soci di tagliarsi i capelli e di suonare musica più "commerciale", il che equivaleva a dire fare musica punk; fortunatamente Steve rifiutò decisamente.

La EMI per ripicca aveva intenzione di offrire il contratto agli Angel Witch facendo loro produrre un EP di “assaggio”, ma che ebbe un limitato successo.

Rescisso il contratto con questi ultimi, la EMI fece marcia indietro e ingaggiò gli Iron Maiden. A questo punto la formazione era diventata stabile e pronta a produrre il primo full-lenght.

Il 14 aprile 1980 viene alla luce "Iron Maiden"
Finalmente Diableria è sceso in campo

Ottimo lavoro, poi di volta in volta fammi sapere quali pezzi considerare definitivi ed uppabili sul portale, di modo che possiamo lavorare sul reparto grafica e mazzi vari (se hai foto da indicare specificamente per i singoli articoli / recensioni ben vengano)!
Di foto ne ho una tonnellata...

Direi che il pezzo "definitivo" sarà una cosa lunghetta, me lo lavoro qui ed attendo eventualmente le correzioni/aggiunte/contributi di Busko
Ok: per le pic poi al limite fai un bel pack e le mandi a me o ancora meglio ad Alien13 visto che sarà lui ad occuparsi della veste grafica del tutto.