Quando c’è stata la lamentela “eh ma si parla solo di donne trans nello sport” ho cambiato argomento postando due cose, una riguardo ai fasci nella questura di Verona ed una riguardo alla rappresentaizone LGBT nell’universo di Battletech.
Ho avuto forse una mezza dozzina di risposte? In tutto?
Ma si parla di trans nello sport perché é uno degli argomenti più polarizzanti.
Si altre cose siamo più o meno tutti d’accordo.
Ma ci sono gli utenti che preferiscono la circle jrrk su quanto sia terribile il post di naziyankee#3228 o nemo1986 perché così si sentono dalla parte dei giusti nelle loro battaglie. Ok
Intanto il presidente della regione lazio mette i bastoni tra le ruote al pride e toglie il patrocinio della regione all’evento.
Da repubblica:
Oltre all’assessora alla Famiglia Simona Baldassarre , che ha strettissimi rapporti con ProVita & Famiglia, in consiglio regionale è infatti stata eletta direttamente una delle fondatrici delle associazioni pro-life e pro-family: Chiara Iannarelli . Esponente di Fratelli d’Italia, ha dato vita ad Articolo 26, una rete di genitori che si battono per la “libertà educativa”. Tradotto: sono contro quella che i pro-life chiamano teoria gender e che nelle scuole altro non è che l’insegnamento del rispetto reciproco di chi si sente maschio, femmina, entrambe le cose o nessuna delle due.
La consigliera regionale è tra le firmatarie del documento dell’altra associazione, ProVita & Famiglia che a Roma ha la sua sede in viale Manzoni e che, con il suo portavoce Jacopo Coghe , battaglia continuamente contro l’aborto, l’utero in affitto e tutti coloro che non sono riducibili al binomio “maschio-femmina”. Il documento è stato sottoscritto durante l’ultima campagna elettorale nel Lazio anche dalla consigliera Laura Corrotti (FdI) e dai non eletti Tony Bruognolo (Lega) e Fabio De Lillo , anche lui di FdI. Tra gli impegni: il “contrasto alla carriera Alias nelle scuole”, nonché la difesa “della natura del matrimonio, della centralità sociale della famiglia formata da un uomo e una donna, del diritto dei bambini a crescere con un padre e una madre”. Tra le altre cose, si chiede di tutelare “il diritto all’obiezione di coscienza nei concorsi pubblici per gli ospedali”.
Il problema con questa proposta è che il numero di atleti ed atlete trans è in numero estremamente ridotto. Si finisce che gareggiano in tre nelle gare di atletica, ed una persona una negli sport “minori”.
Oh, cmq (sicuramente già detto eh) sta storia delle categorie maschile e femmiline, anche senza tirare fuori i transessuali, è da sistemare in qualche modo perché una volta bastava guardare i genitali per capire se uno era maschio o femmina, ma ora con la diagnostica che abbiamo sappiamo che esistono molte persone che sono intersex. E loro? le mettiamo nella categoria loro così non ci pensiamo più?
A me pare evidente che in qualche modo il sistema vada rifondato. Non ho idea di come, ma so che non va fatto solo per i transessuali, ma per tutti. Vedi Pistorius e mille altri casi che salteranno fuori nei prossimi anni.
Cioe’ va bene discuterne - senza preconcetti e intenti discrimintari - ma il problema delle categorie NON è il problema dei trans, ecco.