…e aggiungiamo che non è nemmeno stato fortunato, perchè sui punti chiave alla fine del primo set Alcaraz ha sparato due ace prendendo un millimetro di riga ( bravo per carità ma anche culo) + quella palla in rete sanguinosissima caduta mezzo metro dentro il campo di Jannik
Il problema di Alcaraz è sempre comunque la presenza o no di Sinner, questo significa che se bene o male Jannik riesce a tenere alto il suo livello, per Alcaraz sappiamo che non è così, è capace di fare il fenomeno in finale con il top player ma altrettanto capace di addormentarsi e uscire agli ottavi con un Nakashima qualunque. Carlito è croce e delizia… se la tattica funziona e lo fa esaltare (vedi domenica con Sinner) è show… ma se non funziona comincia pure lui a sparacchiare a destra e sinistra, sulla terra magari riesce a cavarsela ma sul veloce ogni tanto ci lascia le penne.
Il problema di Sinner è invece la pianificazione. Si innervosisce se non è tutto pianificato e funzionante come ha in mente, deve essere tutto perfetto al 100% deve essere tutto controllabile, ma a differenza di Carletto sa aggiustare le cose in corsa.
Comunque da settimana prossima parte il roland garros e visto che è una terra veloce sarà un bel torneo.
sta cosa che roma continua ad essere un campo particolarmente lento, rispetto a superfici come barcellona, monaco o madrid per esempio, non riesco ancora a capirlo.
Anche un fattore climatico. Non so se siete mai stati al foro italico ma è molto coperto, i campi, soprattutto quelli “piccoli” dietro, sono molto bui e riparati da alberi. Inoltre è “affossato” in una conca fra una collina e il tevere. Tutto questo per dire che è molto umido e, a parte il pietrangeli che è un po’ più aperto, i campi sono molto umidi e pesanti. Soprattutto a maggio, quando si disputa il torneo e di notte fa ancora freschino.
La terra non ha il tempo e il modo di seccarsi e diventare veloce.
Vengono bagnati continuamente perché è così che si fa nei campi in terra rossa, altrimenti diventano sabbia e si gioca a racchettoni in spiaggia invece che a tennis. Il “problema” è il sottofondo che non ha il tempo di battersi e seccarsi.
Ma non è un problema, è il bello della terra, il campo varia e cambia a seconda del clima e dell’ora di gioco. Ma è uguale per entrambi e sta al più versatile imparare a sfruttare le caratteristiche del campo a proprio vantaggio.
Alcaraz ha una varietà di gioco e una capacità atletica maggiore per cui, su campi del genere, gioca meglio. Ma è un po’ il timbro della scuola spagnola, ad essere sinceri.
Da picchiatore mancino io gioco meglio sul veloce, ma la terra ha quel suo fascino per cui è la mia superficie preferita.. E per cui Rafa è il mio tennista preferito.
I rimbalzi imprevedibili, le righe che deviano la pallina, le scivolate, la varietà di gioco, la polvere che lascia la riga sulla caviglia quando abbassi i calzini, gli scambi lunghi, il sole negli occhi, i recuperi in spaccata..