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Eh sì, spendere soldi per un gioco morto che non porta soldi. Proprio quello che vuole ogni finanziatore

E lo sanno tutti che ciò che vogliono i finanziatori è uguale identico a ciò che è meglio per i giocatori e per la società in generale

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Vabbhe ma che discorso è?
Se è per quello - in linea teorica - gli imprenditori dovrebbero acnhe immaginare che quando hanno finito di produrre devono lasciare la fabbrica senza che il terreno sia completamente avvelenato. Si, lo so che poi di fatto alla fine pulisce lo stato, ma qui si parla di regolamenti.
Se sai che a fine vita dovrai rilasciare la magica patch che sblocca o il serverino stand alone che fa giocare 50 persone, lo metti in conto, come teoricamente i costi di bonifica dovrebbero stare nei conti delle aziende.

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Eh si, i giochi sono proprio un bene primario e sono sviluppati per fare beneficenza! I finanziatori lo fanno per perdere soldi, non per guadagnarci! Se viene fuori che già dal inizio un gioco ha il doppio dei costi di sviluppo per una stupida legge, semplicemente il finanziatore dice di no e il gioco non viene sviluppato.

No, qui la situazione è diversa, qui ti stanno dando la licenza per giocarci e semplicemente ad una data a non sapersi questa licenza può essere revocata (scritto ovunque se leggi la EULA).

Il serverino che fa giocare 50 persone non è quello il problema, il problema sono i giochi sviluppati per supportare decina di migliaia di giocatori, come un eve online.
Sviluppare una versione dei server che può girare localmente mentre stai anche giocando col client vuol dire sviluppare il gioco praticamente da zero.

Ci ho provato anche col mio gioco di merda una volta morto, ci ho lavorato per due mesi alla versione “co-op/single player” ma l’unica soluzione era quella di rifarlo da zero.
Lo so che ogni gioco ha la sua casistica, ma ti posso assicurare che sviluppare un gioco per essere un MMO o un gioco co-op è completamente diverso!
La maggior parte dei server MMO non girerebbe su un normale desktop e fare la versione “co-op” vuol dire ripensare tutta la logica di gioco. Vuol dire praticamente sviluppare due giochi diversi (non in tutti i casi, ci sono molte casistiche diverse e tipi di MMO diversi).
E se una software house che vuole sviluppare un MMO (un mmo vero, non quelli a istanze dove vedi al massimo 40 giocatori alla volta) deve per forza anche sviluppare una versione co-op per perchè la legge glie lo impone vuol dire che non ci saranno più MMO.

Magari a te non interessa niente dei MMO e ci sta benissimo, ma c’è ancora chi ci gioca o chi ne sta aspettando dei nuovi.

Tra parentesi, chiudere (o non rilanciare) i servizi è spesso anche vantaggioso per i publisher perché non vogliono farsi concorrenza (anche se minima) da soli. A titolo di esempio quando è uscito Mass Effect Remastered alla EA hanno deciso di non ripubblicare il multiplayer perché avevano paura che il gioco potesse sottrare giocatori (e denaro) alle altre IP del gruppo.

Comunque voglio ripetermi, che qua su NGI è facile tirarmi fuori le parole sbagliate dalla bocca. In fin dei conti sono d’accordo per una legge del genere, ma solo per i singleplayer o comunque giochi che non sono pubblicizzati come MMO o online only.

Però se ci stanno i server privati di wow non ufficiali, perché non possono esserci anche per altri mmo?
Cioè boh Eve ok ma è anche un caso limite FFXIV o guild wars 2 sicuro saranno più simili a wow che ad eve

Vedi qual è la differenza fra me e te? A me i videogiochi piacciono davvero, non li considero solo un prodotto per passare il tempo come evidentemente fai tu, per me sono strumenti espressivi e sono parte integrante della cultura dei nostri tempi, e sono sicuro che fra 50 100 200 anni chi vorrà studiare la società degli anni 2000 non mancherà di prendere in considerazione anche i videogiochi nei suoi studi, esattamente come oggi per capire la società ottocentesca ne studiamo le opere narrative, il teatro, la pittura e l’architettura.

E se credi questo è naturale anche essere convintissimi dell’importanza della loro conservazione, perché non può essere un laureato in Business a Yale a decidere cos’è cultura che vale pena rendere disponibile alle future generazioni e cosa no, e quindi nel dubbio si cerca di conservare il più possibile per lasciare che siano gli studiosi del futuro a trarre le loro conclusioni.

Per dire, pensi che le case editrici fossero contente quando si è deciso che al momento della pubblicazione dei loro libri almeno due copie andavano mandate alle biblioteche nazionali di Roma e Firenze? Però la legge si è fatta lo stesso, perché si è deciso che era importante non solo tutelare la cultura promuovendone la conservazione, ma anche assicurarsi che potesse essere disponibile a tutti. E quindi secondo me vanno prese misure simili anche per i videogiochi, perché a me della bottom line di un venture capitalist che non ha nemmeno idea di che forma abbia un controller me ne frega meno di un cazzo.

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Tizio non mi fare il solito pippotto del dualismo licenza/bene perché non stai parlando con chi ha acceso il computer per la prima volta due mesi fa. All’industria del software ha fatto sempre comodo parlare di licenza quando tornava utile e di bene (“non ruberesti mai una borsetta, non ruberesti mai prosciutto dal salumiere…”) nelle altre occasioni, a giorni alterni. Sviluppare software considerando il fine vita costa di più? No problemo, si alzeranno per tutti i costi di sviluppo che finiranno cmq pagati dai consumatori e non certo dai poveri CEO che dovranno rinunciare alla 15esima porsche.
Se per preservare questa espressione della creatività umana è necessario tirare fuori soldi, basta saperlo e magicamente in futuro, in fase di pianificazione, si prenderanno accorgimenti per arrivare al giorno in cui stacchi l’RJ45, spegni il server, e rilasci uno stand alone che replica - anche in miniatura - l’esperienza.

Cioe’ dio santo ti rendi conto che stai parlando dei costi di preservare i giochi a uno che GRATIS si è messo a ricercare, ricostruire, programmare e rilasciato gratis su steam un gioco che era andato perso? E non era nemmeno mio. Ho tirato fuori pure i 100 euro di iscrizione. E a breve rilascio la documentazione per ricostruirti il gioco a casa tua con il linguaggio che preferisci.

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Vabbè, non tutti i giochi sono strumenti espressivi da tutelare. Ci sono dei giochi che sono opere d’arte e quelle sono già praticamente tutelate in un senso o altro.
Altri giochi invece no, specilamente i live service che intanto voi odiate già. Non capisco perchè volete per forza preservare un tipo di gioco che odiate così tanto?
Opere d’arte sono ben altro, sicuramente non un sparatutto online o un gioco dove passi 2000 ore ad uccidere lo stesso mostro per salire di un livello.

Vengono rilasciati in media 50 giochi AL GIORNO su steam.
Vengono rilasciati in media 1000 giochi AL GIORNO su play store.

Secondo te tutti questi giochi devono essere tutelati?

La storia dei libri non ha senso, non venivano rilasciati più di 1000 libri al giorno. Se un libro è così interessante che un publisher decide di stamparlo e di venderlo allora può essere un’opera da preservare.

Adesso mi dici che i giochi da preservare magari sono solo quelli “seri” o non so, quelli che vendono più di 10.000 copie? Con 1000 e passa di giochi che escono ogni giorno come fai a creare una lista dei giochi che sono da preservare e dei giochi che non lo sono?

E comunque io gioco per divertirmi e solo ed unicamente per divertirmi. Appena un gioco mi stufa lo disinstallo senza pensarci due volte. Non gioco di certo per far passare il tempo.

Secondo te una roba tipo final fantasy xiv non è un’opera d’arte da tutelare?

Un post, uno, in cui non dici cazzate riesci a farlo?

E te credi veramente che square enix avrebbe sviluppato FFXIV se sapeva di dover creare anche una versione che gira in locale offline o co-op?
FFXIV l’unico modo per sopravvivere sarà tramite server privati emulati, che usciranno quando il gioco chiuderà, ma sicuro non sarà square enix a svilupparli.

Rispondi alla mia domanda

è un gioco che personalmente a me piace, ma non lo vedo come opera d’arte e comunque dal day one che ci ho giocato sapevo già che un giorno o l’altro il gioco non sarebbe più stato giocabile.

E attento, che FFXIV è un gioco ad abbonamento. La legge che vuole fare ross non va a toccare i giochi che sono già riconosciuti come servizi grazie al abbonamento mensile. Perchè già in quel caso la licenza non è più funzionante quando non paghi più l’abbonamento.

Vedi che non ci capisci davvero niente? Il fatto che a me un gioco possa piacere o meno non ha nulla a che vedere con quanto penso che sia importante preservarlo. Non giocherei mai a FFXIV o a World of Warcraft, Warframe non mi è piaciuto, su Genshin Impact ci ho passato una manciata di ore prima di annoiarmi.

Ma credo comunque che siano giochi che vanno preservati. Il perché l’ho spiegato sopra.

Guarda, io non mai dubitato nemmeno per un secondo che il tuo approccio ai videogiochi fosse limitato a questo. Però allora non è che puoi stupirti di fare brutte figure a ripetizione quando la gente cerca di parlare di cose da adulti come la preservazione della cultura.

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Beh, a me fa ridere invece che pensate che un qualsiasi videogioco dev’essere preservato e che è cultura.

Che poi ho scoperto che fanno la stessa cosa con i film

Non è che un qualsiasi film uscito viene preservato, ma c’è una associazione che li seleziona e li cataloga. E questo mi starebbe bene anche con i videogiochi.

Art 4, in particolare il comma o)

Vai, leggi alla classe cosa c’è scritto

Lo sai vero che se dal oggi al domani Netflix dovesse chiudere un sacco di film Netflix only non sarebbero più visualizzabili tranne che piratando?

È da informarsi un po’ di quella legge, ma ti posso assicurare che non tutti i film in streaming sono preservati

Sì, e tu ti rendi conto che sarebbe una cosa gravissima? O pure Netflix che cancella un Better Call Saul ti azzarderesti a difendere?

E io ti posso assicurare che a decidere cosa dovrebbe essere preservato e cosa no non è l’azionista di Netflix.

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Ma a dire il vero non credo proprio che i giochi ad abbonamento sarebbero esenti da questa iniziativa idealmente

boh ma allora non capisco tutte ste fisime, se è possibile da utenti smanettoni, l’azienda x avrà modo di fornire strumenti per facilitare il lavoro? cioè non mi sembra venga chiesto ai publishers di tenere su i server ma di fornire un modo ai giocatori di accedere al gioco, che questo sia tramite server privati hostati direttamente dagli utenti o con una versione offline dovrebbero andare bene entrambi, ovvio che l’esperienza non sarà la stessa di prima ma comunque meglio che perderli nel nulla cosmico