Come aiuto all’insulto fornisco prosa della poesia di Oath:
Cioè c’avevi un piano malvagissimo di attirarli qui così che io li potessi bannare per reati di opinione, per vendicare te?
Nell’oceano di dolore che l’autore trasmetterà nelle sue parole, l’Oath si propone come Virgilio, accompagnandoci alla lettura - “Cioè c’avevi” ci porta subito a tempi giovanili, infantili, una sorta di cantilena ermetica che prepara il palcoscenico per quanto di lì a poco si dipanerà.
Si presti anche attenzione all’emoticon asd - uno dei rarissimi smile rimasto nel tempo portatore di pace e simpatia invece che umiliazione - sicuramente importante a indurre Vegeth ad abbassare le sue difese emotive.
Mi pare che qui hai trovato spazio libero per parlare di quello che vuoi, nessuno ti ha mai levato il microfono, ti ho solo chiesto 100 volte di smetterla di fare la vittima e cercare di parlare sempre della moderazione di agora
Qui l’Oath rompe la quarta parete momentaneamente, arrischiandosi a nominare luoghi nefasti, col solo obbiettivo di preparare la preghiera alla Diva:
Mannaggia alla mia donna…
Si potrebbero spendere interi database SQL per interpretare l’autore in questo caso - la poesia è pregna di concetti tanto quanto la testa di Vegeth lo è di sperma, in fondo. Preferiamo andare direttamente al momento successivo:
di te non ce ne frega un cazzo, che sei pesante, un accollo, sei faticoso da leggere…
Momento importantissimo della lettura: l’Oath comincia con quello alcuni potrebbero interpretare come plurale maiestatis, o al più un modo per marcare il senso d’appartenenza dell’autore nei confronti dell’intero Manicomio. E’ una visione che, seppur ragionevole, rimane limitata. L’obbiettivo è invece gradualmente aumentare il danno percepito alla psiche di Vegeth:
se si è cominciato con lo stato dei fatti e del passato (“nessuno ti ha levato il microfono”), si è continuato con il fastidio generale (“non ce ne frega un cazzo”) ora si passa ad attacchi alla persona così come è (“sei pesante … faticoso da leggere”), e a breve vedremo perché ciò è molto importante
e quando finalmente riesco a dare un senso a quello che scrivi scopro che era una puttanata e mi sento come quando ho finito lost, …
Lost, controverso romanzo di fine 800, viene usato come pietra di paragone per l’inutilità della stessa essenza di Vegeth. L’Oath vuole da un lato strizzare l’occhiolino agli amanti della letteratura medievale, dall’altra sta esplicitamente citando il Fu Viennetta - grande fan di LOST e personaggio che decise di abbandonare il forum proprio perché Vegeth è un cazzo di coglione di merda (1) ( (1) “Le Mie Sconfitte”, Virginio Raffaelo 2019, edizione del Porto)
sei pesante, non mi piaci, hai rotto il cazzo, l’hai capito o no?
Ritorna la cantilena: “sei pesante”, già espresso poc’anzi, ci traghetta nuovamente nel percorso passato → generale → personale (di vegeth). E’ il momento di passare al personale (di Oath).
Non mi piaci - tre parole che scatenano l’inferno nel cuore d’ogni uomo.
veramente, non mi piaci, mi fa cagare come posti, come scrivi, quello che dici, come ti poni, come piagnucoli, basta, hai rotto il cazzo, e’ chiaro?
E l’Oath ci tiene a precisare - è tutto vero quel che dice, non è più un gioco di Manicomio come spesso si tende a pensare. NO. Questa è la realtà.
Non mi piaci, ripete, e il ritmo si fa serrato di dittonghi:
NON MI PIA-CI, MI FA cagare CO-ME PO-STI, CO-ME SCRI-VI, QUEL-LO CHE DI-CI, CO-ME TI PO-NI, CO-ME piagnucoli BA-STA, HAI ROT-TO IL CAZ-ZO, E’ CHIA-RO
Un capolavoro di prosa in cui gli unici due termini composti da più di due sillabe sono CAGARE e PIAGNUCOLI - ancora un rimando all’infanzia, al cervello non sviluppato di un lattante, il cui unico potere nel mondo e nella vita è questo: piangere e cagare.