Mi risulta che in parte ci abbiano provato, ad esempio imponendo la chiusura di facoltà palesemente in perdita con 1-2 studenti e 20 docenti, ma qualcuno (su tavoli più generali) non vuole saperne di toccare
1) art 18 (per licenziare/spostare gli incapaci, gli inadatti e i problematici)
2) diritti acquisiti
3) inamovibilità
4) meritocrazia
5) processi incrociati di controllo
Quindi, come fai?
L'università dall'aspetto ammortizzatore sociale ancora un po' si salva, ma ad alto livello il baronato (inamovibilità, incriticabilità, ameritocrazia) è la faccia della stessa medaglia.
Questo vale per qualsiasi contesto, ma ho fonti di prima mano robuste tra miei amici diretti, tra cui una prof di liceo llinguistico, un professore ordinario, un'assistente, un ricercatore senior e un tecnico senior a supporto dei progetti di ricerca (oltre ad essere stato personalmente ai tempi 2 anni al CNR a fare la tesi).
La testimonianza più interessante è quella di quest'ultimo, che è passato da un lavoro privato di buon livello all'università, pensando semplicemente di "abbassare il ritmo" visto che aveva problemi di salute, e si è ritrovato dopo manco un mese in un inferno dantesco dove manco sanno dirgli che lavoro fa o deve fare, basta che taccia e vada in sciopero quando glielo dice la segretaria amministrativa (!) perchè "se ci tagliano i fondi andiamo a casa".
E' l'unica cosa di cui si parla e per cui qualcuno/qualcosa si muove in modo strutturato, per il resto è anarchia più totale, e se non ti allinei alla militanza sei emarginato... il solo scopo del tutto è l'automantenimento della struttura, mesi e mesi di fare nulla, al limite dell'esaurimento nervoso (perchè far niente stressa più che lavorare troppo).
E noi paghiamo...
L'associata vessata dall'ordinario.
Il ricercatore senior che pur avendo lavorato per il CERN all'LHC viene scavalcato sistematicamente da concorsi pilotati fatti su misura per il raccomandato di turno che nel curriculum ha una inutile tesi di dottorato sui pigmenti della merda dei piccioni o poco più.
La prof di liceo obbligata a promuovere merde umane che non aprono mai un libro che sia uno "per evitare guai con TAR e genitori".
Sarà anche erba e non il fascio ma è davvero inquietante, ne conoscessi uno che parla bene dell'ambiente accademico/universitario/scolastico, tra quelli che ci lavorano; e non danno la colpa alla mancanza di soldi, ma alla gestione interna.
se non erro la ristrutturazione e' stata accompagnata da tagli.
Inoltre i soldi destinati alla privata potrebbero essere usati per far si' che non cadano altri tubi in testa ai ragazzi, uccidendoli.
Inoltre i soldi destinati alla privata potrebbero essere usati per far si' che non cadano altri tubi in testa ai ragazzi, uccidendoli.
Infatti si continua a confondere la "razionalizzazione" con i tagli.
Classico di un paese meschino che supporta meschini che generano meschini peggiori di loro.
Classico di un paese meschino che supporta meschini che generano meschini peggiori di loro.
Ue ue calma eh, c'è qualcuno che potrebbe offendersi

Già.
Però dipende troppo dal preside e dai professori più che da altro.
Fino a che son rimasto dentro al mio liceo, le capre venivano buttate fuori per non far marcire chi rimaneva dentro e per attirare sempre più gente, tanto che avevamo superato i mille iscritti.
E' cambiato preside e, dall'anno successivo al mio, hanno iniziato a smembrare classi e bocciare gente a tonnellate e si son raddrizzati tutti.
In ogni caso il problema della mia scuola era solo in basso. Ovvero che venivano promosse troppe persone che non lo meritavano e che non avevano acquisito alcuna conoscenza, ma venivano al liceo solo perché era da fighetti e da gente bbene.
Per prendere voti alti, invece, dovevi lavorare e sudarti tutto.
C'erano professori da incubo che pretendevano moli incalcolabili di lavoro e, soprattutto all'inizio, si esultava per un 6/7-- (voti realmente assegnati

Chi è uscito con voti alti, sta facendo egregiamente l'università, mentre chi è uscito con un calcio nel sedere, fa fatica quasi alla LIUC (spero che qualcuno la conosca).
Inoltre ci son troppi ragazzi che si fanno la triennale a casa (a Roma o a Palermo) e poi arrivano al polimi a cercare di fare la specialistica (parlo di aeronautica, non di altro).
Inutile dire che incontrano difficoltà mostruose e un esame che, oramai, per noi è routine, per loro risulta un incubo.
Non perché siano stupidi, ma perché non sono stati abituati a studiare come muli e con livelli di precisione esagerati.