Facciamo sto esperimento. Questo topic sarà una serie a puntate\radio-documentario sulla microscena musicale creatasi tra metà e fine 90s. Per capire bene una scena musicale per me vale la pena fare le giuste introduzioni e i giusti deep-dives. Per evitare di dare troppo informazioni tutte in una una botta sola, proviamo a fare qualcosa di semi-interattivo ad episodi. In una scena musicale ci sono diverse cose che vale la pena ascoltare e qui ci sono 4-5 album che vale la pena approfondire. Inoltre non sarebbe male vedere non solo il pre, il durante ma anche il post, quindi vedere anche qualche pezzo che è stato influenzato dalla scena sul quale puntiamo i riflettori.
*Una volta a settimana circa avviso e aggiorno il post iniziale con un nuovo episodio. Voi siete liberi di ascoltare o no, siete liberi di discutere tranquillamente, spammare e insultarvi con le vostre hot take tossiche etc come in qualsiasi altro topic. Anzi se qualcuno vuole dirigere un episodio sarebbe fighissimo @OverLoK *
Questa che posto ora è l’introduzione, poi vedrò di fare dei deep dives sugli album prodotti dai Soulquarians, così anche per spirito documentaristico internettiano troviamo tutto organizzato in un singolo mega wottone devastante. Nell’intro non ci sono album da ascoltare ma singoli che ci porteranno a capire i punnti di arrivo
Vediamo come va, al massimo cambiamo le cose in corso d’opera
EPISODIO 1. PRELUDIO:
KILLER BEAT
La nostra storia inizia con una band alternative hip-hop di Los Angeles: The Pharcyde.
Tra il '94 e il '95, i 4 membri della band, rinchiusi in una casa-studio chiamata “labcab”, si scannano con il loro produttore, J Swift. Fa tutto lui, compone, produce, direzione e fa da baby sitter ai 4, insomma praticamente indistinguibile dai moderatori della sezione Musica. Gli ego si scontrano quando comincia a chiedere riconoscimenti e compensi più elevati > kickato.
Qtip, che mette i soldi per produrre l’album dei The Pharcyde, infila su un aereo un omino che osserva da tempo, James Dewitt in arte Jay Dee o J Dilla. Sto ragazzino è un fan dei nuovi gingilli elettronici e comincia a diventare famoso nella scena underground per le sue produzioni un po strambe. Potremmo definirlo un batterista anche se la sua abilità non è sul drum kit ma sulle drum machine, sul suo akai mpc. La sua idea di “feel” è talmente caotica e rivoluzionaria che non appena applica i suoi beat su alcuni pezzi dei The Pharcyde questi finiscono in rissa tra di loro.
Questlove, batterista dei The Roots, ascolta l’album “labcabincalifornia” ed entra in crisi. Ha speso tutta la vita per diventare preciso come un metronomo ma i beat di J Dilla gli rompono il cervello. I The Roots sono nati come un progetto hip-hop che mette una jamband con veri strumenti tra un MC e un DJ, ma l’avvento di questo nuovo senso ritmico è così rivoluzionario che potrebbe segnare la fine di questa idea. Il feel non somiglia a niente che abbia mai ascoltato, non è straight, non è swing, e allora che stracazzo è? E’ J Dilla! Dopo l’ascolto di Running lo definirà “a new music God”. Gli era stato anche presentato da Q-tip, ma Quest non se l’era cagato.
Le drum machine, il sampling ed il microlooping permettono la possibilità di creare ritmiche che un essere umano non potrebbe creare. Il kick è random, gli snare sono spesso in anticipo, i loop ritmici sono tagliati a caso e nonostante tutto il senso del tempo non viene mai meno…? Questlove ha una nuova quest da inseguire, diventare una drum-machine sciolta ed un microlooper umano.
SOURCE AWARDS '95, SPLIT-HOP
E’ ancora il 1995 quando vengono organizzati i “noti” Source Awards, una specie di Grammy gretti della musica Hip-Hop. Succede un casino. Evento visto come occasione per raffreddare le ostilità tra East e West Coast, finisce invece per inasprire le rivalità concatenando una serie di eventi violenti che porteranno alla demonizzazione del genere. Insulti pesantissimi in diretta tra rappers, minacce di morte, fischi, e anche qui i confronti con NGI si sprecano. Questlove in quel momento non si sente più parte della scena, del gangsta, e, forse un po per paura, decide di andarsene in corso d’opera. Dirà che quello a cui ha assistito è il funerale dell’hip-hop quando una figura misteriosa gli lascia in mano la cassetta di un artista emergente. Brown Sugar, D’Angelo.
The ’95 Source Awards was a funeral in hip hop’s history, and I don’t say that in hindsight. I knew it walking into the Paramount Theater in New York City that day on August 3, 1995, and I knew it running away. And when I say running, I’m not exaggerating. I was running for my life—it felt like the creative version of Apocalypse Now .
Ascoltando la cassetta, si rende conto che non solo le influenze della band A Tribe Called Quest (love Quest > Questlove) accomunano lui e D’Angelo, ma anche l’amore per i beat a-la J Dilla. Dopo la forte delusione provata verso il mondo hip-hop durante gli eventi del Source Award, Questlove è in disperata ricerca di artisti con i quali sentirsi affine e D’Angelo sembra il punto di partenza. Quest però è un coglione, D’Angelo provò a mettersi in contatto con lui diverse volte proprio durante la produzione di Brown Sugare, ma Love declinò perché quel giorno aveva da scopare.
Come farsi perdonare?
Quest è furbo e conosce la musica black. In Brown Sugar sente il sample di un brano esoterico preso da un side-project di Prince e durante un live, sapendo che D’Angelo è lì tra il pubblico, lo suona durante un assolo di batteria, cercando di infilarci dentro come meglio può un feel Dilla-esco.
D’Angelo tra gli spalti si alza e urla “YO!”
E’ amore, D’Angelo si fa avanti e invita Questlove ancora una volta a suonare per il suo prossimo album. Quest-a volta non c’è scopata che tenga perché anche i The Roots vogliono produrre qualcosa di nuovo, quindi perché non unire gli sforzi e vedere cosa ne esce fuori?
BACK TO 70s
Il tempio scelto da D’Angelo sarà lo studio Electric Lady, fatto costruire da Hendrix. Lo studio è leggendario, c’è mojo, c’è vibe, c’è voodoo, c’è la strumentazione dove hanno inciso molti dei loro eroi ma soprattutto costa poco.
L’equipaggiamento infatti è vecchio e non è curato perché lo studio da molti anni non è più considerato cool. E’ l’occasione perfetta allora per trasformarlo in un vero e proprio appartamento dove Questlove e D’Angelo mangiano, dormono e passano intere giornate ad ascoltare i loro idoli degli anni '70. Entrambi spendono migliaia di dollari in album per cercare nuove ispirazioni e Quest comincia così la sua collezione di vinili vintage (secondo lui ammontano ormai a oltre 20.000, per i quali ha dovuto comprare un magazzino dedicato dove stiparli).
Ascoltano, rubano, remixano Prince, Al Green, Marvin Gaye, Sly & the Family Stone, Stevie Wonder, Curtis Mayfield, James Brown, Hendrix, Joni Mitchell etc… ma serve nuova linfa, nuove idee e decidono così di chiamare il loro idolo J Dilla per dare un tocco assurdo alla produzione ed il pianista James Poyser dei The Roots per curare le composizioni.
Nascono i Soulquarians, un collettivo di musicisti che hanno in comune la passione per il Soul e il segno zodiacale dell’acquario.
Aveavmo lasciato Questlove in cerca di anime affini e nel giro di pochi mesi lo ritroviamo al centro di una nuova scena. Di li a poco lo studio diventerà infatti crocevia e casa di altri artisti, come il bassista funk Pino Palladino, la cantante ed attivista Erykah Badu, Common, Bilal, il trombettista jazz Hardgrove, Talib Kweli, Mos Def e, l’uomo ispirazione per tutti, Q-Tip.
In questa orgia di energie creative tutti partecipano alla produzione musicale di tutti. Si sfidano a fare sampling di beat impossibili, si compete per scrivere il pezzo migliore, ci si scambia i pezzi, ci si droga e tra i fumi del soul, del funk, dell’rnb, dell’hip-hop vengono fuori alcuni tra i migliori album degli ultimi anni
NEL PROXIMOH EPISODIO COMINCEREMO A VEDERE NEL DETTAGLIO GLI ALBUM PRODOTTI DAL COLLETTIVO