Seraknis

io e seraknis stavamo facendo come nostro solito una manovra radente sbirovski-kruggman con flip 360.


I ragazzi della torre di controllo ci odiavano quando facevamo queste stronzate.

Facevano cadere spaventati le loro calde tazze di caffé, quando sentivano il boom sonico del nostro f-a112 infrangere la barriera del suono, e quella delle regole.

affanculo alle regole!

In fondo, eravamo i due migliori piloti dello squadrone "darklords666", potevamo permettercelo.

Gigio "Seraknis" Grattamaroni era il mio co-pilota.
Il migliore co-pilota, e un grande amico.
Un tipo tosto, il cui unico difetto - a mio modo di vedere - era uno zelo religioso assurdo.

Sempre ad invocare il nome di nostro Signore, manco fosse un predicatore dell'iowa.

Comunque, stavamo facendo la nostra solita manovra colora-mutande (degli altri), quando sentii seraknis urlare con voce stridula "o, signore beatissimo, creatore di tutto ciò che è buono e giusto (lodatissimo tu sia), stiamo perdendo potenza verticale.... cazzocazzo anche orizzontale!! riprendi il controllo Vengeance, riprendi il controllo!"

Con freddezza e calma spietata, usando un preciso gergo tecnico, gli risposi "non ti preoccupare, adesso porto l'aereo un po' su e a sinistra".

Avevo appena finito di pronunciare questa frase, quando l'aereo andò in uno spin carrefour brakovski. per i non addetti ai lavori vuol dire: cazzi da cagare.

Odiavo l'idea di perdere un aereo, ma c'era solo una cosa da fare.
Dovevamo saltare fuori da quella trappola mortale.

Seraknis, come tutti i copiloti messi di fronte ad un' emergenza, era terrorizzato. Diamine! Pareva che alla scuola di volo insegnassero "istituzioni di cagamento addosso" a questi ragazzi.

"tira la cosa per ejectarsi, Ser... tira la cosa per ejectarsi!", urlai. Guardando nello specchietto retrovisore vidi le mani goffe e grassocce di Seraknis riacquistare vigore e determinazione, mentre si avvicinavano al meccanismo del pumpum di emergenza.

Poi fu questione di un attimo.

La canopia dell'aereo che salta troppo lentamente, il testone di seraknis che vi cozza contro. I paracadute che si aprono.

E poi l'atterraggio, brusco, a terra.

Quando arrivarono i soccorsi, stavo stringendo il corpo paffuto e sudaticcio di seraknis, come se fosse mio figlio. come se fosse colpa mia.


Seguii l'ambulanza con la mia moto gasavaki 656, impennando furiosamente per placare la mia rabbbia, in direzione del centro militare di primo soccorso per copiloti che hanno picchiato forte la testa.


Solo l'arrivo della mia fidanzata, la biondissima fotomodella ed istruttrice di fisica quantistica applicata a jet veloci, Candy Lullapovski, riuscì a calmarmi.

"oh, mi spiace vengeance, mi dispiace! ma dobbiamo aspettare vengeance... possiamo solo aspettare".

Indossava una minigonna, tacchi a spillo e una maglietta di playboy che le lasciava scoperto l'ombelico.

Adoravo vederla vestita in maniera formale.

Sedemmo nella sala di attesa, dopo avere fatto l'amore sul tavolo di una sala operatoria.


Una profonda sensazione di impotenza gravava su di me. Maledizione Seraknis, dovremmo essere lassù ora!, pensai.

Un medico impacciato, ed intimidito dallo sguardo selvaggio che intuiva sotto gli occhiali a specchio modello superaviator che indossavo, arrivò dopo qualche ora a darci l'annuncio; "da-da-dateteci veeee....ve-ventiquattro ore per tentare di saaaa- salll-salvarlo".

Potevamo davvero solo aspettare, quindi?

Guardai l'orologio. Ventiquattro ore, Seraknis; tra ventiquattro ore sarai fuori di qui, te lo prometto, pensai.