Settimana scorsa sono finalmente tornato al Roadburn in Olanda, dopo un'edizione saltata e una fatta in streaming.
Quattro giorni di distorsioni, gente che urla, disagio, droni, sintetizzatori stuprati.
Solita qualità organizzativa assoluta: audio sempre perfetto, concerti puntualissimi (uno solo è iniziato con 5 minuti di ritardo: al banco avevano sbagliato un routing e invece che far partire l'intro, mandavano il metronomo dall'impianto
raramente ho visto dei fonici muovere le mani così velocemente sulla console
).
Ho visto roba che mi è piaciuta molto: Full of Hell (un concerto al giorno, mai sopra alla mezz'ora
grind-core-death-quelchevuoi, suonano da paura), Arabrot (tra i pochi al festival a cantare bene
), Cloud Rat, Duma (industrial-noise-grind dal Kenya, estremi), Liturgy (avantgarde post-sexual black metal?
il primo concerto non faceva per me, ma il secondo con l'orchestra tanta roba), Ulver (tamarrismo
), Slift (trio francese space-rock, che bravi!)
Roba che non mi è piaciuta granché: Big Brave, Lingua Ignota (miglior cantante del festival, ma di diverse lunghezze; lo show sul palco grande però è carente; nel 2019 cantava in mezzo al pubblico, tutto un altro impatto), Vile Creatures
Roba che ti fa venir voglia di chiedere indietro i soldi: Perturbator+uno dei Culf of Luna (senza lo show di luci e l'impianto gigante del Roadburn, sta roba sarebbe una smarronata epocale. Non succede niente in nessuno dei pezzi); Jo Quail con l'orchestra (non so perché abbia tutto sto successo; a me è sembrato un pastiche di Stravinsky\Mussorgsky a tratti disneyano; ho retto fino a quando non è entrata una cantante camminando lentissima con fare serio e i fiati hanno letteralmente fatto "perepé" ); Emma Ruth Rundle (sono prevenuto io, ma sono entrato al main stage e c'era lei da sola col pianoforte a coda; ha fatto un vagito vibrato con tanto di sospiro romantico finale e sono uscito
a mia discolpa, su quel palco e con quel setup ho visto
Diamanda Galas, ho degli standard )
La cosa incredibile che mi fa tornare ogni anno è che questo festival evolve: la mia prima volta è stata nel 2010, l'ondata attuale erano ancora Neurosis, SunnO))) e stoner o post-metal. Ho visto John Garcia suonare i Kyuss, c'erano gli Orange Goblin e un sacco di band rock anni 70.
Verso il 2014 ha iniziato a virare, lo stoner è sparito in favore di molto black metal moderno e reunion di band di megaculto (i Coven
), la psichedelia è rimasta ma centrata verso suoni più industriali e alienanti.
Nel 2019 hanno dato un'altra sterzata, culminata nell'edizione di quest'anno intitolata "Redefining heaviness": molte musiciste, età media dimezzata, queer a go-go. E si riflette nel pubblico, si è passati da freak hippie e col giubbino di jeans a freak con hot pants, petto villoso e maglietta delle spice girls
D'altronde una delle band più importanti quest'anno erano i Liturgy.
Avevano già suonato al festival, 10 anni fa: avevano uno slot su uno dei palchi più piccoli e nel frattempo sono cambiati tutti i membri del gruppo (nel senso che basso chtiarra e batteria sono stati sostituiti, e voce+chitarra solista ha cambiato sesso). Per tornare all'argomento "Come cambia il festival", si è passati dalle moto e giacca con le frange a lei che si mette letteralmente a nudo nelle proiezioni durante il concerto e proietta concetti tratti dalla sua cosmogonia
E come cazzo suonano, il batterista è fantastico, l'orchestra è stata usata alla grande (altro che Jo Quail). Il vero difetto per me è la voce, che è troppo monocorde e restringe le possibilità degli arrangiamenti, che sono molto variegati.
Qualche altro video a caso da youtube se qualcuno avesse voglia:
