*la MIA opinione*
prima la testa (e il cuore), poi lo strumento.
nasce nella teoria, è troppo limitante "girare" sullo strumento e aspettare che arrivi l'intervallo che fa sospirare. L'intervallo, gli intervalli, la linea melodica principale, quella della voce, prima la pensi, poi la applichi allo strumento.
è difficile, a volte frustrante... perchè se per un attimo, per qualche secondo in un minuto di qualche giorno di un anno solare trovi la melodia che ti appaga, la perdi se non la ingabbi nella memoria. ed è facile che non ritorni più. ma se rimane, se la passi nella mente in loop, stai passeggiando con il cane, stai guidando, stai lavorando, portala fino a casa e stoccala fra le corde, sviscera gli accordi base, riarrangiala.
la partenza dagli accordi (la via del lato oscuro

), a meno che tu non sia un iper-teorico nonché iper-pratico dello strumento, porta alla banalità, o peggio a forzature armoniche e d'intervallo quasi innaturali.
se poi la melodia che hai nel cerebro si svilupperà su un innocuo e "banale" giro di DO o su una scala diminuita quello non importa: sei arrivato al risultato solo con te stesso, senza partire da nessuna nota "fisica".
le parole di un testo non hanno regole (e nemmeno quello che ho scritto finora!!!). i testi che io adoro sono quelli che parlano di sè stessi; perchè sebbene personali, anzi direi intimi, verranno sicuramente interpretati da altri secondo la loro ottica soggettiva.
*/la MIA opinione*