Ciao a tutti,
sono uno che solitamente su Addio preferisce leggere anziché scrivere, ma questa volta sono arrivato a una saturazione tale che ho bisogno di una valvola di sfogo, di un confronto esterno, e questo posto forse è il più immediato.
Penso che il titolo del post introduca bene come mi sento da molto tempo: un insieme di pezzi che faticano a stare insieme, dove gli incastri sono sempre forzati o poco stabili, quando non addirittura rotti o mancanti.
Ho una bella famiglia, una casa e un lavoro a tempo indeterminato che mi permette di mettere via qualche risparmio e fare la spesa senza comprare per forza solo le cose scontate. Eppure sono in cura da uno psicoterapeuta da un paio d’anni, per diversi fattori, tra cui ansia, insoddisfazioni e paure varie. Se vi dicessi che la psicoterapia sta dando buoni risultati, vi mentirei. Non sto bene.
Da bambino era tutto diverso, c’erano un sacco di sogni e altrettante possibilità. Poi è come se col tempo queste possibilità me le fossi precluse, e oggi ho sempre una scusa per rimandare a domani un qualsiasi tipo di cambiamento.
Fatta eccezione per la mia famiglia, vivo costantemente un insieme di rimpianti, disagi, sensazioni di inadeguatezza che spesso sono pesantissime da sostenere. E’ bello rientrare a casa la sera e avere il calore di una moglie e un figlio che ti vogliono bene (pur con i problemi di tutte le famiglie, per carità) ma questa cosa pare non mi basti, e mi dispiace ammetterlo perché mi sento pure in colpa.
Il lavoro, dopo oltre dodici anni nello stesso posto, mi ha rotto i coglioni. Non ho prospettive di crescita, non ci sono particolari stimoli e ho pure (l’ho scelta io, le ho fatto io il colloquio, cazzo) una collega megalomane che da “aiutante” è diventata quella che mi fa sentire una merda perché lei è dio e io non so fare bene le cose quanto lei. E questa cosa lei me la sbatte in faccia ogni santo giorno, tanto che ora ci credo davvero e inizio a dimenticarmi le cose o a farle male. Sarei un creativo, ma ho perso lo stimolo.
Allora penso di cambiare posto, ma i miei genitori superficiali a suo tempo hanno avuto fretta di mandarmi a lavorare, quindi niente lauree, ma soprattutto niente supporto o orientamento su cosa cazzo essere nella vita ora che ho superato i trenta da qualche anno.
Restano in mano ancora un pugno di sogni che, non si sa come, sono sopravvissuti tutti questi anni, ma puzzano di merda e sono ricoperti di muffa. Non so nemmeno io in che modo ripristinarli. Una volta nel tempo libero facevo “l’artista”, lavoravo con le fotografie ed era bello, ora non ne ho più tanto il tempo, o la voglia, o semplicemente ho paura di riconfrontarmi con un mercato che fa vomitare. Sono pieno di paure, di insicurezze e di ansie, e di "vorrei ma non posso".
Quindi mi ritrovo la sera a giocare su Steam, un po’ per rilassarmi e un po’ per staccare la spina, e a maledirmi perché non sto dando una svolta alla mia vita, o perché non sto ancora prendendo un martello per rimettere a forza tutti i pezzi al loro posto.
Mi sono un po’ messo a nudo in questo sfogo, e tra le righe ho perso pure le domande che volevo farvi.
Spero valga lo stesso, non è detto che da uno scambio di pensieri possa nascere qualcosa di buono.
Grazie se avete letto fin qui.
magari prova a leggere qualche cosa di filosofia o comunque che ti aiuti a cambiare il come pensi e affronti la vita, "trovare" il tuo posto nel mondo o a conoscerti meglio in generale e lavorare su quello. molti dei tuoi problemi a naso mi sembra nascano dalla base; per dire, rimpianti e sensi di inadeguatezza partono dal valore che dai tu a determinate cose. se io sono una persona che affronta la vita in modo X allora avrò un certo tipo di senso di inadeguatezza, se invece cambio mentalità a lungo termine quello che ieri mi causava problemi oggi non importerà più, o importerà sempre ma il modo in cui mi influenza.
o magari prima di cambiare carriera/studiare prova a fare anche altri cambiamenti; forse stai semplicemente cercando una soluzione al tuo disagio generale, (pensi) che tornare a fare X possa darti felicità ma magari tempo 6 mesi e sei da capo a 12. magari poniti come obiettivo a lungo termine il migliorare la situazione lavorativa ma vedilo come obiettivo non come risoluzione a tutti i tuoi problemi in generale. tipo il problema con la tua collega può essere gestito meglio nel breve termine, sia nelle interazioni che hai tu con lei che in termini di quanto le sue azioni possano poi andare a farti soffrire internamente. ma non basta che qualcuno ti "spieghi" come farlo/perchè farlo, deve esserci un cambiamento dove veramente comprendi il perchè e percome le lamentele della collega rompicazzo possano essere stancanti ma non devono abbatterti a tal punto dove si cerca una via di uscita drastica. così poi puoi affrontare e risolvere il problema più serenamente, se acquisisci più prospettiva/controllo di te stesso.
sicuramente non aiuta anche la visione della società che una volta ottenuto lavoro/casa/famiglia hai tutto e devi essere felice, così il naturale senso di vuoto che naturalmente hanno gli umani da colmare non solo di causa senso di inadeguatezza, ma ti fa anche dubitare della tua sanità e diventare poi veramente pazzo imho per stare "tranquilli" bisogna cercare una sorta di pace con la propria mortalità/vita, quello che importa quello che non importa e come, una prospettiva generale, cose che poi cambiano nel tempo ma comunque che se si trascurano poi se ne risente pesantemente, focalizzarsi solo su cose esterne come lavoro/famiglia etc. può darti solo fino ad un tot, alla fine abiti nella tua testa, non a casa o in ufficio
poi io parlo a vanvera e razzolo malissimo quindi prendi tutto con le pinze
o magari prima di cambiare carriera/studiare prova a fare anche altri cambiamenti; forse stai semplicemente cercando una soluzione al tuo disagio generale, (pensi) che tornare a fare X possa darti felicità ma magari tempo 6 mesi e sei da capo a 12. magari poniti come obiettivo a lungo termine il migliorare la situazione lavorativa ma vedilo come obiettivo non come risoluzione a tutti i tuoi problemi in generale. tipo il problema con la tua collega può essere gestito meglio nel breve termine, sia nelle interazioni che hai tu con lei che in termini di quanto le sue azioni possano poi andare a farti soffrire internamente. ma non basta che qualcuno ti "spieghi" come farlo/perchè farlo, deve esserci un cambiamento dove veramente comprendi il perchè e percome le lamentele della collega rompicazzo possano essere stancanti ma non devono abbatterti a tal punto dove si cerca una via di uscita drastica. così poi puoi affrontare e risolvere il problema più serenamente, se acquisisci più prospettiva/controllo di te stesso.
sicuramente non aiuta anche la visione della società che una volta ottenuto lavoro/casa/famiglia hai tutto e devi essere felice, così il naturale senso di vuoto che naturalmente hanno gli umani da colmare non solo di causa senso di inadeguatezza, ma ti fa anche dubitare della tua sanità e diventare poi veramente pazzo imho per stare "tranquilli" bisogna cercare una sorta di pace con la propria mortalità/vita, quello che importa quello che non importa e come, una prospettiva generale, cose che poi cambiano nel tempo ma comunque che se si trascurano poi se ne risente pesantemente, focalizzarsi solo su cose esterne come lavoro/famiglia etc. può darti solo fino ad un tot, alla fine abiti nella tua testa, non a casa o in ufficio
poi io parlo a vanvera e razzolo malissimo quindi prendi tutto con le pinze
Età?
Ciao Doug, grazie, ci sono un sacco di spunti interessanti in quello che hai scritto.
Ci sono anche alcune cose da precisare, giusto per evitare qualsiasi fraintendimento. Io sono assolutamente dell'idea che non esista una ricetta della felicità e soprattutto che non ci siano delle tappe obbligate nel corso di una vita.
L'insoddisfazione, la frustrazione, l'inadeguatezza e altri pensieri negativi o ansiogeni accumulati negli anni mi stanno veramente logorando. E' su questi pensieri che devo fare qualcosa e tra i colpevoli ci metto sicuramente il lavoro, o comunque il non riuscire a essere così disciplinato e rigoroso da portare avanti qualche progetto che possa, nel tempo lavorativo o extra lavorativo, portare nuovi frutti e nuove strade. Se mi penso ancora qui così in stallo, esattamente come sono ora, ma tra dieci anni, mi viene male.
33, se può aiutare.
Ci sono anche alcune cose da precisare, giusto per evitare qualsiasi fraintendimento. Io sono assolutamente dell'idea che non esista una ricetta della felicità e soprattutto che non ci siano delle tappe obbligate nel corso di una vita.
L'insoddisfazione, la frustrazione, l'inadeguatezza e altri pensieri negativi o ansiogeni accumulati negli anni mi stanno veramente logorando. E' su questi pensieri che devo fare qualcosa e tra i colpevoli ci metto sicuramente il lavoro, o comunque il non riuscire a essere così disciplinato e rigoroso da portare avanti qualche progetto che possa, nel tempo lavorativo o extra lavorativo, portare nuovi frutti e nuove strade. Se mi penso ancora qui così in stallo, esattamente come sono ora, ma tra dieci anni, mi viene male.
33, se può aiutare.
puoi anche trovare una soluzione per andare avanti (lavorativamente) e allo stesso tempo imparare a non torturarti continuamente con insoddisfazione, rammarico, e una serie di autoflagellazioni che servono solo a farti stare male e non risolvere nulla.
va bene che suona il tuo campanello di allarme e che noti il bisogno di fare altro/cambiare, ma tenta di ridurre al minimo i comportamenti che ti danneggiano senza portare nulla di buono. un conto è rendersi conto di un certo tipo di insoddisfazione ed usare questo per apportare miglioramenti (costruttivo), ed un conto è lasciare questa insoddisfazione prendere il controllo della tua psiche e controllarti, lasciandoti in balia dei pensieri negativi dai quali poi è difficile uscire. cerca di essere vigile e di non lasciare prendere il controllo a questi pensieri ed essere uno spettatore passivo che subisce.
anche perchè poi la mente ci mette poco ad ingigantire; quello che può nascere come un sano senso di insoddisfazione/bisogno di fare altro se lasciato incontrollato ci mette poco a diventare un tormento costante. almeno assicurati di fare dei "check" di routine su quello che hai nella testa con prospettiva e valutando l'utilità/senso di ogni pensiero.
Per dire, può avere senso fino ad un certo punto il sentirti preoccupato oggi perchè non trovi la costanza per fare un cambiamento che vuoi apportare ora (esempio stupido: lavorare due ore ogni sera su linguaggio di programmazione X), ma è un altro conto poi creare scenari (anche se verosimili) immaginari nel tuo cervello come l'idea di te tra dieci anni e soffrirci adesso. Non per dire non pensare al futuro, ma se devi stare male minimizza e non stare male per la serie di scenari negativi che la mente va creando
va bene che suona il tuo campanello di allarme e che noti il bisogno di fare altro/cambiare, ma tenta di ridurre al minimo i comportamenti che ti danneggiano senza portare nulla di buono. un conto è rendersi conto di un certo tipo di insoddisfazione ed usare questo per apportare miglioramenti (costruttivo), ed un conto è lasciare questa insoddisfazione prendere il controllo della tua psiche e controllarti, lasciandoti in balia dei pensieri negativi dai quali poi è difficile uscire. cerca di essere vigile e di non lasciare prendere il controllo a questi pensieri ed essere uno spettatore passivo che subisce.
anche perchè poi la mente ci mette poco ad ingigantire; quello che può nascere come un sano senso di insoddisfazione/bisogno di fare altro se lasciato incontrollato ci mette poco a diventare un tormento costante. almeno assicurati di fare dei "check" di routine su quello che hai nella testa con prospettiva e valutando l'utilità/senso di ogni pensiero.
Per dire, può avere senso fino ad un certo punto il sentirti preoccupato oggi perchè non trovi la costanza per fare un cambiamento che vuoi apportare ora (esempio stupido: lavorare due ore ogni sera su linguaggio di programmazione X), ma è un altro conto poi creare scenari (anche se verosimili) immaginari nel tuo cervello come l'idea di te tra dieci anni e soffrirci adesso. Non per dire non pensare al futuro, ma se devi stare male minimizza e non stare male per la serie di scenari negativi che la mente va creando
Il lavoro, essendo una attività che da un certo punto della nostra vita ci assorbe prepotentemente, è meglio sceglierlo con tutti i criteri del caso. Purtroppo viviamo in una società figlia della "crisi", figlia dei sogni imprenditoriali, dei possessori di rolex danarosi. I nostri genitori, per lo più, si preoccupano solo che i figli "arrivino", che abbiano la sicurezza economica, sperano di vederli arrivare sotto casa con i macchinoni.
La scelta professionale pilotata si scontra poi inevitabilmente con le realtà personali di chi la vive. Sotto stress continuo, 8 ore al giorno, moltiplicata per X anni di vita, non vedo come possa non ridurre ai minimi termini qualsiasi essere umano che non ha mai avuto la possibilità di dire la sua e fare una scelta ponderata.
Per quanto riguarda la terapia, a che indirizzo appartiene il tuo terapeuta? La terapia è comunque un percorso. Anche solo il fatto di scrivere qui, condividere e quindi rendere concreta la tua insofferenza, è un passo avanti nel riconoscimento del tuo "problema", soprattutto in vista di una futura realizzazione ponderata sul da farsi. E' normale che se continui a fare terapia senza eradicare gli elementi della sofferenza è come se andassi lì con la speranza di essere ipnotizzato per imparare finalmente ad amare ciò che ti distrugge
Ti serve un obbiettivo sul lungo termine che sia completamente egoista: un corso di fotografia, una iscrizione all'univeristà. Ovviamente, sempre parlando della società in cui viviamo, a 33 anni sei già da definire carne morta. Tutti vogliono il ragazzino a 18 anni poco sveglio ma che lavora un sacco, fresco, cresciuto con l'idea di fare quanti più soldi possibili e da sfruttare fino all'osso. Per quello ti serve uscire da questi meccanismi sociali e cominciare, in maniera poco drastica per il momento, a rivoluzionare la tua vita facendo qualcosa per te che vada oltre qualsiasi aspettativa\statistica\salcazzo.
Ho avuto compagni di università di 50 anni che ci davano le piste nello studio, avevano capito cosa fare davvero e nessuno poteva più fermarli. Te li immagini a casa quei 50enni a dire alla moglie che tornano a studiare? Quante occhiate sminuenti "" da parte degli amici che sottointendevano "eh ma ormai dove devi andare più a quell'età".
Comincia da questo e poi chi lo sa dove andrai? Chi lo sa che tra qualche anno non apri uno studio fotografico o ti inventi un nuovo lavoro. Comincia comunque a fare qualcosa PER TE, in modo tale da non arrivare a fine giornata e sentire di aver sprecato ore che sarebbero potute essere investite in una crescita personale in altri modi.
La scelta professionale pilotata si scontra poi inevitabilmente con le realtà personali di chi la vive. Sotto stress continuo, 8 ore al giorno, moltiplicata per X anni di vita, non vedo come possa non ridurre ai minimi termini qualsiasi essere umano che non ha mai avuto la possibilità di dire la sua e fare una scelta ponderata.
Per quanto riguarda la terapia, a che indirizzo appartiene il tuo terapeuta? La terapia è comunque un percorso. Anche solo il fatto di scrivere qui, condividere e quindi rendere concreta la tua insofferenza, è un passo avanti nel riconoscimento del tuo "problema", soprattutto in vista di una futura realizzazione ponderata sul da farsi. E' normale che se continui a fare terapia senza eradicare gli elementi della sofferenza è come se andassi lì con la speranza di essere ipnotizzato per imparare finalmente ad amare ciò che ti distrugge
Ti serve un obbiettivo sul lungo termine che sia completamente egoista: un corso di fotografia, una iscrizione all'univeristà. Ovviamente, sempre parlando della società in cui viviamo, a 33 anni sei già da definire carne morta. Tutti vogliono il ragazzino a 18 anni poco sveglio ma che lavora un sacco, fresco, cresciuto con l'idea di fare quanti più soldi possibili e da sfruttare fino all'osso. Per quello ti serve uscire da questi meccanismi sociali e cominciare, in maniera poco drastica per il momento, a rivoluzionare la tua vita facendo qualcosa per te che vada oltre qualsiasi aspettativa\statistica\salcazzo.
Ho avuto compagni di università di 50 anni che ci davano le piste nello studio, avevano capito cosa fare davvero e nessuno poteva più fermarli. Te li immagini a casa quei 50enni a dire alla moglie che tornano a studiare? Quante occhiate sminuenti "" da parte degli amici che sottointendevano "eh ma ormai dove devi andare più a quell'età".
Comincia da questo e poi chi lo sa dove andrai? Chi lo sa che tra qualche anno non apri uno studio fotografico o ti inventi un nuovo lavoro. Comincia comunque a fare qualcosa PER TE, in modo tale da non arrivare a fine giornata e sentire di aver sprecato ore che sarebbero potute essere investite in una crescita personale in altri modi.
Ciao Duch,
raramente rispondo su Addio perchè anche io, come te, preferisco leggere o, se rispondo, lo faccio per sdrammatizzare o metterla sul ridere dopo commenti idioti da parte di personaggi caratterizzati dal medesimo aggettivo.
Però il tuo sfogo mi tocca quasi personalmente. Il motivo è questo tuo passaggio iniziale:
siamo nella stessa situazione di base.
Ma allora perchè io vado al lavoro fischiettando e tu invece dal terapeuta?
(che non serve ad una cippa, come tu stesso ammetti: risparmia quei soldi e fatti i weekend fuori col piccolo e la muliera. Ti servirà molto di più)
Credo che la differenza sia nel salto che ho fatto, nella mia vita recente, dal punto uno al punto due. Eccoli:
Punto 1)
Lavoro sicuro e ben retribuito nel più solido gruppo bancario italiano -> nessuna incertezza per il futuro.
Sgobbare fino alle 18.30 tutti i santi giorni -> incarico di responsabilità.
Da qui ne viene fuori una vita di mail lavorative su notebook e cellulare sette giorni su sette -> poco poco tempo per me e, di riflesso, per mia moglie.
Eeeeh ma il lavoro... eeeeeh ma la carriera e con questo giustifichi tutto.
Non mi svegliavo la mattina fischiettando.
Punto 2)
In poco meno di due anni mi nascono due topette meravigliose -> raggio di sole nella mia vita.
Continuo col solito tram tram del punto 1, fino a quando per opportunità lavorative mia moglie deve andare all'estero per qualche settimana e, col cuore che sanguina, prende l'aereo -> mi metto in aspettativa e faccio il papà full-time giostrandomi con skill tra pannolini, parchi e pappette in cucina.
Rivelazione: me la godo. Cazzo, se me la godo! Avevo già capito che essere padre mi divertiva, ovviamente, ma questa consapevolezza era comunque annacquata dai ritmi lavorativi del punto uno.
Torna a casa la muliera -> le parlo, le racconto ciò che ho maturato nel corso delle settimane trascorse.
Torno al lavoro, rinuncio all'incarico di responsabilità (adducendo motivi familiari: con quelli puoi giustificare circa quel cazzo che vuoi tranne l'invasione aliena), chiedo la riduzione della pausa pranzo per uscire prima, rendo noto a tutti che non potrò più fare straordinari per i motivi familiari di cui sopra -> ora entro al lavoro fottendomene di ogni cosa; lavoro come sempre con serietà e competenza ma mi lascio scivolare ogni cosa addosso perchè non raggiunge il mio cuore.
Esco alle 16.25, corro a fare il giro delle scuole per raccattare le tope, me le godo fino a cena quando rientra anche la loro mamma.
Appena ho un attimo di tempo libero (notte, mattina presto, nei weekend a pranzo perchè chi se ne frega di mangiare) faccio sport come ho sempre fatto perchè mens sana in corpore sano (lo sport vale molto più dello strizzacervelli, se posso dirlo dopo una trentennale esperienza nel mondo sportivo e dell'insegnamento sportivo).
Ora mi sveglio la mattina fischiettando.
Con questo breve excursus della mia vita recente non voglio dirti che devi darti alla tua famiglia a tutti i costi perchè ti salverà la vita; quello è stato il mio modo.
E' uno dei modi.
La ricetta è: tempo per te. E fottitene del lavoro.
Vuoi investire nella fotografia? Fallo.
Vuoi rimetterti sui libri? Fallo.
Convinciti che il tuo lavoro è quell'attività che ti permette di pagare le bollette e mandare tuo figlio in vacanza e nient'altro; lascia che la tua collega faccia lo sborona tutto il giorno perchè indovina un po'?, la tua vita comincia quando esci di lì.
Con me questa ricetta ha funzionato alla grande.
Solo: molla il terapeuta. E fai sport. E' più economico del primo e dà maggiori risultati.
Ti auguro di fischiettare presto
raramente rispondo su Addio perchè anche io, come te, preferisco leggere o, se rispondo, lo faccio per sdrammatizzare o metterla sul ridere dopo commenti idioti da parte di personaggi caratterizzati dal medesimo aggettivo.
Però il tuo sfogo mi tocca quasi personalmente. Il motivo è questo tuo passaggio iniziale:
siamo nella stessa situazione di base.
Ma allora perchè io vado al lavoro fischiettando e tu invece dal terapeuta?
(che non serve ad una cippa, come tu stesso ammetti: risparmia quei soldi e fatti i weekend fuori col piccolo e la muliera. Ti servirà molto di più)
Credo che la differenza sia nel salto che ho fatto, nella mia vita recente, dal punto uno al punto due. Eccoli:
Punto 1)
Lavoro sicuro e ben retribuito nel più solido gruppo bancario italiano -> nessuna incertezza per il futuro.
Sgobbare fino alle 18.30 tutti i santi giorni -> incarico di responsabilità.
Da qui ne viene fuori una vita di mail lavorative su notebook e cellulare sette giorni su sette -> poco poco tempo per me e, di riflesso, per mia moglie.
Eeeeh ma il lavoro... eeeeeh ma la carriera e con questo giustifichi tutto.
Non mi svegliavo la mattina fischiettando.
Punto 2)
In poco meno di due anni mi nascono due topette meravigliose -> raggio di sole nella mia vita.
Continuo col solito tram tram del punto 1, fino a quando per opportunità lavorative mia moglie deve andare all'estero per qualche settimana e, col cuore che sanguina, prende l'aereo -> mi metto in aspettativa e faccio il papà full-time giostrandomi con skill tra pannolini, parchi e pappette in cucina.
Rivelazione: me la godo. Cazzo, se me la godo! Avevo già capito che essere padre mi divertiva, ovviamente, ma questa consapevolezza era comunque annacquata dai ritmi lavorativi del punto uno.
Torna a casa la muliera -> le parlo, le racconto ciò che ho maturato nel corso delle settimane trascorse.
Torno al lavoro, rinuncio all'incarico di responsabilità (adducendo motivi familiari: con quelli puoi giustificare circa quel cazzo che vuoi tranne l'invasione aliena), chiedo la riduzione della pausa pranzo per uscire prima, rendo noto a tutti che non potrò più fare straordinari per i motivi familiari di cui sopra -> ora entro al lavoro fottendomene di ogni cosa; lavoro come sempre con serietà e competenza ma mi lascio scivolare ogni cosa addosso perchè non raggiunge il mio cuore.
Esco alle 16.25, corro a fare il giro delle scuole per raccattare le tope, me le godo fino a cena quando rientra anche la loro mamma.
Appena ho un attimo di tempo libero (notte, mattina presto, nei weekend a pranzo perchè chi se ne frega di mangiare) faccio sport come ho sempre fatto perchè mens sana in corpore sano (lo sport vale molto più dello strizzacervelli, se posso dirlo dopo una trentennale esperienza nel mondo sportivo e dell'insegnamento sportivo).
Ora mi sveglio la mattina fischiettando.
Con questo breve excursus della mia vita recente non voglio dirti che devi darti alla tua famiglia a tutti i costi perchè ti salverà la vita; quello è stato il mio modo.
E' uno dei modi.
La ricetta è: tempo per te. E fottitene del lavoro.
Vuoi investire nella fotografia? Fallo.
Vuoi rimetterti sui libri? Fallo.
Convinciti che il tuo lavoro è quell'attività che ti permette di pagare le bollette e mandare tuo figlio in vacanza e nient'altro; lascia che la tua collega faccia lo sborona tutto il giorno perchè indovina un po'?, la tua vita comincia quando esci di lì.
Con me questa ricetta ha funzionato alla grande.
Solo: molla il terapeuta. E fai sport. E' più economico del primo e dà maggiori risultati.
Ti auguro di fischiettare presto
Buco, rapido, veloce (sto anche io a lavoro ): lo sport aiuta. tantissimo. No ma chi non lo fa non ha idea di quanto. Scegli qualsiasi cosa che ti piaccia e falla ogni tanto. Che sia entrare in una squadra di x o farti una corsetta prima di cena quando cala la sera.
E' tempo per te, è tempo per pensare, una botta di endorfine e di ormoni non indifferente.
non concordo invece sul mollare il terapeuta. non così a caso almeno.
Appena ho tempo, anche se non ti conosco, provo a scrivere qualcosa di più complesso e ragionato: qualche analogia tra la mia vita e la tua la vedo. Nel frattempo in bocca al lupo & goditi il benessere che ti guadagni!
E' tempo per te, è tempo per pensare, una botta di endorfine e di ormoni non indifferente.
non concordo invece sul mollare il terapeuta. non così a caso almeno.
Appena ho tempo, anche se non ti conosco, provo a scrivere qualcosa di più complesso e ragionato: qualche analogia tra la mia vita e la tua la vedo. Nel frattempo in bocca al lupo & goditi il benessere che ti guadagni!
Ignora questi messaggii come la peggio peste
Al massimo sarebbe più sensato dire di cambiare terapeuta, uno che abbia frequentato una scuola che può aiutarti più nel tuo caso. Non abbiamo comunque nessuna informazione a riguardo sulla terapia che stai effettuando per poter dire se sta avendo efficacia o no, quindi continua.
consigliare così su due piedi senza conoscere a pieno la situazione di mollare un terapeuta per rimpiazzarlo con la partita a calcetto è un consiglio criminale anche se in buona fede
Quante risposte, grazie a tutti
Tiro insieme le idee e provo ad aggiornarvi.
Tiro insieme le idee e provo ad aggiornarvi.
mi sembri molto alla ricerca di uno "scopo" dopo aver scoperto che uno scopo questa vita non c'è l'ha cit.
a meno che tu non sia depresso e allora ok, vai da uno specialista, ma se sei semplicemente insoddisfatto, sta solo a te prendere il coraggio a 2 mani e decidere di cambiare.
Se il problema è il lavoro cambialo, non hai titoli di studio, ma con 10 anni di esperienza non dico che non contano ma passano quanto meno in secondo piano.
Muoviti con cautela avendo una famiglia "da mantenere" ma a 33 anni con 10 di esperienza non dovresti avere particolari problemi se te lo poni come obbiettivo.
l'altra cosa che mi sembra mancarti molto è un vero "hobby", un qualcosa che ti permette di canalizzare le tue energie positive, rilassarti e darti i tuoi momenti con te stesso che per una persona sono fondamentali.
Per i rimpianti, bhe non ci puoi fare nulla, per definizione il passato è immutabile. Puoi lavorare e porti obbiettivi per non avere nuovi rimpianti in futuro (anche se con il senno di poi tutto è sempre migliorabile) .
Per i sogni, se quelli vecchi "puzzano", createne di nuovo, nuovi obbiettivi, nuove mete, l'unico limite a questa cosa sei tu stesso.
Hai 33 anni, mica 90, tieni vivo il "bambino/ragazzo" che c'è in te.
a meno che tu non sia depresso e allora ok, vai da uno specialista, ma se sei semplicemente insoddisfatto, sta solo a te prendere il coraggio a 2 mani e decidere di cambiare.
Se il problema è il lavoro cambialo, non hai titoli di studio, ma con 10 anni di esperienza non dico che non contano ma passano quanto meno in secondo piano.
Muoviti con cautela avendo una famiglia "da mantenere" ma a 33 anni con 10 di esperienza non dovresti avere particolari problemi se te lo poni come obbiettivo.
l'altra cosa che mi sembra mancarti molto è un vero "hobby", un qualcosa che ti permette di canalizzare le tue energie positive, rilassarti e darti i tuoi momenti con te stesso che per una persona sono fondamentali.
Per i rimpianti, bhe non ci puoi fare nulla, per definizione il passato è immutabile. Puoi lavorare e porti obbiettivi per non avere nuovi rimpianti in futuro (anche se con il senno di poi tutto è sempre migliorabile) .
Per i sogni, se quelli vecchi "puzzano", createne di nuovo, nuovi obbiettivi, nuove mete, l'unico limite a questa cosa sei tu stesso.
Hai 33 anni, mica 90, tieni vivo il "bambino/ragazzo" che c'è in te.
Quindi se non sei "depresso" non conviene andare dal terapeuta?
Allora, per prima cosa davvero grazie a tutti.
Fa un immenso piacere poter condividere e parlare di queste cose con gente che ci è passata, che capisce, o che semplicemente sa dare buoni consigli.
Questo è un po' il cuore del problema "lavoro".
Una volta non era così, ma negli anni il problema secondo me si è cronicizzato. Spiego meglio un po' sotto.
Nel paio d'anni di terapia (questo ormai è il terzo) ho comunque fatto dei passi avanti, a volte molto piccoli e a volte un po' più grandi. Devo dire che, a discolpa del terapeuta, ho buttato sul tavolo una serie di problematiche molto diverse tra loro, non è tutto focalizzato sul lavoro, ma anche alcune paure e ansie, come dicevo nel primo post. Per un certo periodo con un cambio di prospettiva le cose sembravano andare meglio, poi si sono capovolte alcune condizioni al lavoro e ci sono ricaduto peggio di prima. Il problema è che a lungo andare il cambio di prospettiva, se non è radicale e convinto, è solo un mangiare merda fingendo che sia un piatto di spaghetti al ragù.
Non so più fare questa cosa di porre degli obiettivi. Sai cosa mi frena? La paura.
Sono arrivato a un punto in cui ho riempito pagine e pagine in google drive di idee e di progetti, anche molto diversi tra loro, che richiedono impegno e tempo libero (che avrei, a giorni alterni, solo la sera dalle 22 in poi). Quando mi trovo a dover davvero scegliere un progetto però, vado completamente in crisi. Allora per non pensarci gioco, con l'alibi di aver comunque già lavorato per otto ore. Il fatto è che alla fine vado a letto frustrato per aver "buttato" via il tempo. E il giro di giostra ricomincia l'indomani, uguale uguale.
Mi è piaciuto moltissimo il tuo post, ma non riesco a fottermene del lavoro.
Sono otto ore al giorno, fare qualcosa che possa migliorare il tuo benessere, o la tua cultura, o che possa portare a qualcosa nel tempo, mi sembra doveroso. Altrimenti è tempo buttato.
Vado in palestra a fare una sorta di crossfit/allenamento funzionale (inutilmente, perché sono magro e a breve entrerò nel periodo delle paranoie estive su quanto mi faccia schifo fisicamente.) Comunque sì, allenarsi fa bene, ma è solo un due/tre ore a settimana.
Fa un immenso piacere poter condividere e parlare di queste cose con gente che ci è passata, che capisce, o che semplicemente sa dare buoni consigli.
Questo è un po' il cuore del problema "lavoro".
Una volta non era così, ma negli anni il problema secondo me si è cronicizzato. Spiego meglio un po' sotto.
Nel paio d'anni di terapia (questo ormai è il terzo) ho comunque fatto dei passi avanti, a volte molto piccoli e a volte un po' più grandi. Devo dire che, a discolpa del terapeuta, ho buttato sul tavolo una serie di problematiche molto diverse tra loro, non è tutto focalizzato sul lavoro, ma anche alcune paure e ansie, come dicevo nel primo post. Per un certo periodo con un cambio di prospettiva le cose sembravano andare meglio, poi si sono capovolte alcune condizioni al lavoro e ci sono ricaduto peggio di prima. Il problema è che a lungo andare il cambio di prospettiva, se non è radicale e convinto, è solo un mangiare merda fingendo che sia un piatto di spaghetti al ragù.
Non so più fare questa cosa di porre degli obiettivi. Sai cosa mi frena? La paura.
Sono arrivato a un punto in cui ho riempito pagine e pagine in google drive di idee e di progetti, anche molto diversi tra loro, che richiedono impegno e tempo libero (che avrei, a giorni alterni, solo la sera dalle 22 in poi). Quando mi trovo a dover davvero scegliere un progetto però, vado completamente in crisi. Allora per non pensarci gioco, con l'alibi di aver comunque già lavorato per otto ore. Il fatto è che alla fine vado a letto frustrato per aver "buttato" via il tempo. E il giro di giostra ricomincia l'indomani, uguale uguale.
Mi è piaciuto moltissimo il tuo post, ma non riesco a fottermene del lavoro.
Sono otto ore al giorno, fare qualcosa che possa migliorare il tuo benessere, o la tua cultura, o che possa portare a qualcosa nel tempo, mi sembra doveroso. Altrimenti è tempo buttato.
Vado in palestra a fare una sorta di crossfit/allenamento funzionale (inutilmente, perché sono magro e a breve entrerò nel periodo delle paranoie estive su quanto mi faccia schifo fisicamente.) Comunque sì, allenarsi fa bene, ma è solo un due/tre ore a settimana.
Ciao Feror, no, mi manca una direzione, ho perso un po' l'orientamento.
Non sono gli hobby a mancarmi, anzi, al contrario, ne ho troppi e spesso vorrei che tutti insieme diventassero qualcosa di più vicino a un vero lavoro.
la vigoressia e tutte le paranoie correlate ce le porteremo nella tomba mi sa
Bene, allora senti:
lavoro ✓
moglie ✓
figli ✓
sport ✓
salute ✓ (suppongo)
tranquillità economica ✓
eppure stai male. Evidentemente ci sono delle spunte che non sono veramente così. Per esempio il lavoro, dici che non ti piace. Bene impegnati anche a lungo termine per cambiare qualcosa (cambio di modo di vivere quelle ore, cambio dell'ambiente di lavoro, cambio di lavoro, provare a cambiare progetti). Dipende da un sacco di variabili e ok.
Quello che dovresti chiederti, ma se anche la spunta del lavoro diventasse "vera". Cioè se domani ti offrissero la posizione lavorativa dei tuoi sogni (!) staresti bene? o ti sentiresti comunque incompleto? I pezzi si ricomporrebbero?
Perchè se la risposta è "no" significa che devi prendere in considerazione qualche altro elemento da spuntare. Non ne hai? eh.. benvenuto nel club .
Cosa intendo? Che magari devi ancora trovare il tuo oggetto d'amore. Per qualcuno sono i figli, per qualcuno sono i viaggi e le esperienze, per qualcuno è amare, per qualcuno è essere amato, per qualcuno è scattare foto etc etc.
Non è facile, io per esempio ancora devo capire nella mia vita cosa "mi rende davvero completo". Certo vorrei sposarmi e avere dei figli [sono più giovane di te] ma non so se questo mi renderà "felice e completo".
Continuo a vivere, cercare, sperare (perchè si, un po' spero anche nel caso),esplorare ed esplorarmi per capire cosa voglio. Spero di sentire nuovi obiettivi nascere, nuovi achievement da collezionare.
Credo che anche tu ne abbia bisogno, almeno, dalle poche righe scritte mi sembra di aver capito questo
edit: avevo scritto un wall of text assurdo sul lavoro ma me\te\ve lo risparmio
I know, potresti cominciare da questo punto e parlarne col terapeuta. Magari intraprendere un percorso, sotto tua sollecitazione ovviamente, con l'obiettivo di cominciare, a piccoli passi, un progettino tuo personale.
MASSI DUCHSOUL, ALTRO CHE TERAPIA, UN BUON LIBRO E UN POMERIGGIO AL PARCO E VEDI CHE PASSA xDDDDD
Visto che altri ti han già detto di ignorare totalmente sti consigli che definirò anacronistici per essere gentile, valuta di cambiare terapeuta. Se ti sembra che non serva a niente.... generalmente non serve a niente. Non è mai facile trovare lo specialista giusto, prova ad andare da qualcun altro e vedi se ti trovi meglio. E' molto importante per la terapia. GL!
Visto che altri ti han già detto di ignorare totalmente sti consigli che definirò anacronistici per essere gentile, valuta di cambiare terapeuta. Se ti sembra che non serva a niente.... generalmente non serve a niente. Non è mai facile trovare lo specialista giusto, prova ad andare da qualcun altro e vedi se ti trovi meglio. E' molto importante per la terapia. GL!
La risposta é “no”
Non ho letto a lungo ma prova la meditazione