[Politica estera] It's a brave new world, stacce. (Part 1)


ok, probabilmente io sono un coglione, ma è letteralemnte quello che ha scritto Arkler.

abbozzo che non mi costa niente ma davvero la seconda interpretazione non c'è in quell che lui ha scritto, almeno non per me.
Secondo me l'errore è pensare che sia una questione economica, è palesemente una questione ideologica.








A me sembrava chiaro da quanto avesse scritto che qui


Boh parla per te, per me fan benissimo.


Per ora non mi sembra proprio, e il governo di Xi Jingping è rivolto proprio a prendere i ricchi a schiaffoni.

https://www.forbes.com/sites/raykwong/2011/07/25/friends-dont-let-friends-become-chinese-billionaires/?sh=e5a32f92ddae



praticamente se sei miliardario in cina entri nel cast di game of thrones


sta proprio lì il problema: se li togli di mezzo, prima o poi si rompe il giochino. Il miliardario e proprietario di grandi aziende serve per interfacciarsi con l'occidente, che si è fatto ampiamente fregare finora spostando in Cina produzioni e know how.

Però quando i milionari finiscono oppure scappano all'estero (molti investimenti cinesi fatti negli ultimi anni sospetto siano per mettere al riparo un po' della loro fortuna dal governo), non rimane nessuno per portare avanti le baracche, e subentra il governo.

E direttamente con il governo le aziende americane ed europee (e non solo) avranno più di qualche remora a dialogare. Da lì alla rilocalizzazione interna di alcune produzioni non è che ci voglia molto, se è più conveniente pagare i lavoratori con i diritti che stare ogni giorno sotto il rischio di confisca di tutti i capannoni e attrezzature... (non che il rischio non ci sia oggi, ma che di fatto ci sia un'azienda con una proprietà parzialmente privata ha funto da garanzia, per quanto labile)

La Cina stava giocando bene: ti blandisco, ti porto qua, ti impongo di fare una joint venture con le aziende locali, tu condividi il know how, io poi ti faccio concorrenza di prezzo. Ed i grandi capitalisti occidentali si sono fatti infinocchiare alla grandissima, o sono stati convinti da fior di milioni.

E ora che la loro qualità comincia a farsi davvero competitiva, si stanno rendendo conto che se hai dentro una classe sociale con tanti soldi, quella gente poi vuole più libertà, e potrebbe persino arrivare a comprarsela. Quindi o li togli di mezzo, o la stabilità del regime comincia a risentirne. Sarà interessante capire come vogliono venirne fuori, anzi, come vuole venirne fuori Jinping: non mi sorprenderebbe se un'eventuale incapacità di gestire la questione potesse portare alla fine della sua leadership.
Il fatto è che economia cinese e occidentale sono legate a doppio filo, non è che l'Europa può permettersi di dire "con voi non facciamo affari perché non ci va a genio la vostra politica". E' il sogno bagnato di Trump, ma non è fattibile, anche perché basta vedere il trend degli ultimi 20 anni per capire che il commercio con la Cina cresce sempre, anno dopo anno, e stanno diventando il primo partner commerciale di chiunque.

Quanto al comprarsi la politica, ovviamente non è che il Partito sia impenetrabile alla corruzione, ma le accuse di corruzione sono weaponizzabili in ottica di competizione politica interna, e l'accesso al partito è un gatekeep mica da ridere. In ogni caso, lo scopo primario del partito è il mantenimento del potere e del controllo politico e sociale.


Ma è stato possibile solo dopo che hanno adottato un modello "finto" alla occidentale, con imprenditori che hanno aziende che hanno fabbriche. Perché è un mondo familiare agli imprenditori dell'altra parte del globo, con cui credono di poter giocare ad armi pari. Non è stato così e si è visto, i cinesi hanno fagocitato tutto.

Però togli dall'equazione gli intermediari e magicamente io azienda devo parlare con un rappresentante del governo cinese. E le cose diventano più complesse, anche col mio stesso governo che potrebbe persino impedirmelo per ragioni di sicurezza.

Non è che il reverse-shift delle produzioni debba o possa avvenire dall'oggi al domani. Ma un tipping point potrebbe essere rappresentato dalla scomparsa della casta dei para-imprenditori orientali. Scomparsa dettata dal bisogno di non alterare la stabilità del regime, come dici giustamente qui:




è per quello che dovevano prima o poi far abbassare la cresta ai loro ricchi: più la ricchezza si concentra, più è in grado di corrompere. Persino per la Cina può esistere un punto in cui ci sono abbastanza soldi per comprare gente abbastanza in alto. E sospetto che quel punto sia piuttosto vicino, e stanno cominciando con le contromisure.
Nel frattempo i talebani si sono già presi 5 città dell'Afghanistan, conquistando territori sia a nord che a sud di Kabul
Non è che sia legata a doppio filo, ci tengono proprio per le palle.
Basta guardare come si puliscono il culo dal day one con la dichiarazione "universale" dei diritti umani.


INB4: "tutti gli stati violano allo stesso modo, anzi peggio della Cina, i diritti umani. Stai resettando il thread con pensiero anti-cinese", ok...

non ho capito bene, intendi che le aziende occidentali non vorranno più delocalizzare le loro fabbriche dei suicidi in cina *coff*apple*coff* e saranno costrette a concedere più diritti ai lavoratori? Grazie al governo che fa sparire i ricconz? Mi pare un win win



È solo una teoria, o quasi una speculazione se vogliamo, ma bisogna guardare all'essenza del capitalista imprenditore occidentale: cosa vuole? Soldi. Quando? Prima possibile. Come? Nel mondo che lo tenga più possibile lontano dai guai.

Finchè in Cina ci sta l'imprenditore fantoccio o comunque legato, è con lui che si rapporta, e i problemi in sostanza se li becca l'imprenditore fantoccio.

Ma se gli imprenditori fantoccio cominciano a sparire o a disinteressarsi dagli affari interni cinesi perché una volta che la carota dei soldi smette di sventolare l'imprenditore non esiste più, la Cina non lascerà certo che le fabbriche spariscano.

Semplicemente le gestirà il governo in prima persona (beh tramite funzionari). Inizialmente ipotizzo che formalmente verranno definiti come imprenditori, ma la realtà dietro ci starà poco a venire fuori.

Una volta che io imprenditore occidentale so che sto facendo gestire le mie fabbriche e facendo fare i miei prodotti e facendo applicare il mio marchio direttamente al governo cinese, il mio risk assessment cambia un attimo:
Problemi di immagine probabili, problemi di zero garanzie quasi sicuri.
Basta il primo della mia "specie" (imprenditore occidentale) che si vede mandato sul lastrico da un'operazione unilaterale cinese (confisca fabbriche tipo. Oppure sequestro dell'intera produzione e inizio nuova produzione col mio brand senza riconoscermi più un centesimo) e crolla tutto.

Il mio governo non può lasciare che questo avvenga, ma non è che può dichiarare guerra alla Cina: "si costerna, s'indigna, s'impegna" e alla fine getta la spugna e prende la strada più corta e sensata: consigliare a tutti di rilocalizzare la produzione e mettere in campo stimoli economici a che ciò accada nel lungo termine.

"Io e i miei colleghi" ci facciamo due conti: se cominciamo a rilocalizzare faremo meno soldi, ma sulla carta non rischiamo che qualcuno ci faccia sparire tutto.

Sulla parte dei diritti però non sarei così sicuro sicuramente un lavoratore occidentale ne ha di più, ma pur di stimolare la ricolalizzazione non vedo mica tanto difficile che ulteriori diritti dei lavoratori vengano smontati con qualche operazione di facciata


ampiamente previsto finita la guerra i talebani sono rimasti in attesa con ciclici attentati per ricordare alla popolazione la loro presenza.
Americani e nato in generale non hanno fatto tabula rasa, hanno coltivato i loro interessi nella zona, diciamo più interessi di singole entità, si sono fatti detestare dalla popolazione e ora i talebani riprendono facilmente tutto con il benestare di popolazione, le forze armate di Kabul sono ridicole per contrastarli.
L'afghanistan tornetà ad essere un enclave islamico in cui vige la sharia com'era prima della guerra e il mondo se ne dimenticherà
a parte l'ultimo paragrafo, il resto mi sembra utopia (in senso buono)


Gli USA hanno mandato qualche B52 e C130 per rallentare un pochino i talebani così sembrerà che almeno ci hanno provato a fermarli.
Sarà interessante vedere una volta che i talebani avranno ripreso il potere come si svilupperanno i rapporti coi vari vicini, sono curioso di vedere come andrà , soprattutto coi cinesi.


i cinesi hanno già tessuto qualche rapporto ma non credo abbiano molti interessi in zona, si terranno sul non cagatemi il cazzo e io nn vi rompo.
Per il resto l'Afghanistan è stato un disastro completo, 20 anni di addestramenti, spese morti per ottenere la capitolazione dello stato in un paio di settimane da coloro che avevi cacciato well done proprio.
Sarebbe interessante vedere in tutto questo tempo chi ha guadagnato per bene da questa situazione
Le mie previsioni iniziali erano che i talebani avrebbero riconquistato Kabul 6 mesi dopo l'abbandono degli Usa.
Qui gli Usa ancora neanche se ne sono andati (ritiro completo nelle prime settimane di settembre) e già questi sono a due passi da Kabul con l'esercito afgano che quando va bene batte in ritirata dopo qualche ora di resistenza