Pizza

Ma che flame, stiamo cercando di risolvere un problema.

La Pizza dovrebbero insegnarla alle Elementari :snob:

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Io per caso sono riuscito a fare il primo impasto decente l’altro giorno.

Forse ho capito dov’era il problema

Questa è una mia scimmia dall’anno scorso, voglio prenderla :madsaw:
Recensione, spiega, fai, di qualcosa, modello comodità, aarrrrrgh dimmi!

Antefatto: ho sempre e solo usato il fornetto ferrari a conchiglia, starato come il garelli di un 13enne che pensa solo alla faiga e come impressionarla con le sgommate davanti alla cumpa. Il povero ferrari da 60 euri su amazon mi ha accompagnato tipo per 10 anni e 200 pizze, e l’ho portato al limite del ragionevole con riflettore di alluminio, sostituzione piastrone in terracotta, ma comunque ci sono limiti alle temperature che puo’ raggiungere (circa 400-430 gradi a seconda di come girano alla Madonna Della Pala Cascata Di Punta Sull’Alluce, protettrice dei pizzaioli). Inoltre limite panielli da 220g, perchè se no la pizza crescendo tocca le resistenze e le conseguenti maledizioni assiro-babilonesi si sentono fino a Bitonto.

Allora quest’anno compio i 40, e la Pia Donna Che Mi Sopporta™ decide di organizzarmi il regalone. Mi avvisa prima, e io dico che a occhio per divertirmi ha senso l’Ooni Koda 16. Comodo un cazzo, l’idea non è di avere un’affidabile ed elegante Bentley (magari a cambio automatico), ma una Testarossa dal carburatore incazzato e ostile che devi imparare a governare.

Bruciatore a L, il che vuol dire che c’è una zona interna bollente, una diagonale caldissima e un angolo in bocca di forno a temperature normali. Per cuocere bene una pizza devi:

  1. giostrare il bilanciamento di temperatura dal basso e dall’alto (cosa che sta facendo smadonnare @Matricola_107)
  2. imparare a girare quella maledetta pizza, e farlo anche abbastanza presto, oppure l’angolo infernale della L ti sputtana 1/4 di cornicione
  3. osservare e manipolare continuamente la suddetta finché tutto non è cotto uniformemente
  4. evitare di distrarti a guardare la scollatura della PDCMS™ citata sopra, se no brucia

La questione è che quel bruciatore è davvero potente, dal “cielo” si vedono temperature ben superiori ai 600 gradi, anche perché è nuovo e l’acciaio riflette bene gli infrarossi che arrivano dalle fiamme. Detto questo, a seconda dell’idratazione dell’impasto (io ho testato bene sia 65% che 70%) si deve mettere la fiamma al massimo per scaldare la pietra il più possibile. Poi durante cottura pizza, se si fanno calzoni o alte idratazioni bisogna moderare le fiamme fin sotto il minimo, e si hanno ottimi risultati.

:lode:

ora ci speghi il coefficente del biscotto saputo e del biscotto non saputo
senno sei il :joker: della pizza :sisi:

che poi c’è un 3d apposta su cucina
@Feror è ora di una magia

@Feror per la puttana, avevo scritto lo spiegone a @llamazz ed è sparito tutto!

Ah no. è ricomparso:

non è quello sopra ? io ho solo spostao i post :duh:

Allora, una questione è come si misura la temperatura.

I termometri normali mettono in contatto una piccola quantità di materiale con l’oggetto da misurare, e derivano il valore della temperatura dal cambiamento di una quantità fisica (esempi: volume in un termometro a mercurio, resistenza in una sonda PT100, voltaggio sviluppato in una termocoppia…).

I pirometri invece, sfruttano la misurazione dell’irraggiamento infrarosso da una certa superficie per stimare la temperatura della stessa. La relazione che le lega è la legge di Stefan-Boltzmann:

P/A = c * T^4

dove P/A è la potenza totale per unità di area, T è la temperatura della superficie considerata e c è un’opportuna costante che dipende dalla superficie. In particolare

c = σ ε

dove σ ~ 57 nW / m^2 / K^4 è la costante di Stefan-Boltzmann e ε è il coefficiente di emissività, e assume valori tra ε=0 (specchi perfetti) e ε=1 (corpo nero, ovvero emettitore perfetto).

Qui il problema è che non sappiamo il valore di ε per le pietrazze che andiamo a misurare. La maggior parte dei pirometri stima la temperatura ipotizzando ε=0.95, ma è un’ipotesi totalmente campata in aria. A seconda del materiale, della sua rugosità e del suo colore l’emissività puo’ variare da ε=0.5 a ε=1.0, vale a dire potenzialmente un errore del 50%.
Se non si conosce il valore di ε, la stessa P/A misurata dal pirometro, potrebbe quindi corrispondere temperature abbastanza diverse, fortunatamente in uno span relativo del 15% (per via dell’esponente =4). Pero’ intorno a 300C ~ 573K, il 15% vale uno span di 86 gradi!

Quindi, magari uno punta il pirometro sulla pietra X e legge 400C, e in realtà fisicamente la pietra è a 450C, solo che emette poco perché è chiara e pulita.

A me fa ridere perché tutti si sperticano su calore di qui, calore di là e alla fine non sono manco sicuri della temperatura fisica dato che NON CAPISCONO UN CAZZO DI COME FUNZIONANO GLI STRUMENTI CHE ADOPERANO.

Discorso numero due vale sulle proprietà termiche della pietra, e relative costanti.
I conduttori termici sono caratterizzati in sostanza da due cose: quanto bene conducono (rapporto tra flusso di calore e gradiente di temperatura) e quanto calore possono accumulare per unità di massa o volume.

I metalli conducono bene e contengono molto calore. Questo alla grossa vuol dire che quando appoggiamo roba fredda su un pezzo di metallo caldo, l’intero volume del metallo partecipa al trasferimento di calore verso la roba fredda. La temperatura del metallo rimane uniforme.
Poi uno puo’ comunque vedere differenze nei metalli che conducono in modo eccellente (alluminio) rispetto a quelli che conducono abbastanza male (ghisa).

Le pietre, sia che sia cordierite che biscotto saputo, sono materiali quasi refrattari. Questo vuol dire che sebbene abbiano una certa inerzia termica (=trattengono calore), fanno schifo al cazzo a redistribuirlo internamente quando cambiano le condizioni a contorno. Quando si mette una roba fredda a contatto con esse, la pietra perde velocemente calore in uno strato molto sottile nelle vicinanze della roba fredda, e (diversamente dai metalli) il flusso di calore dall’interno caldo della pietra verso la superficie procede molto più lentamente.

Questo è il fottuto motivo di sfaccimm’ che scassa la guallera al povero @Matricola_107, che si trova col fondo della pizza crudo e il sopra bruciato. Il cazzo di biscotto saputo probabilmente è molto refrattario e non fa a tempo a spostare la merda infame porca del calore che ha accumulato in quei ventordici millimetri di spessore. Sicuramente, non riesce a competere con la violentissima cottura a 600 gradi del Koda 16 verso la parte superiore della pizza.

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io la scimmia prima o poi la killo con uno di questi:

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Grazie, mi stavo già strappando i pochi capelli dato che ci avevo messo 30 minuti a scrivere lo spiegone.

qui nulla viene perso, il forum è come la casa, al massimo nascone :unsisi:

A volte mi fate paura.

Veramente non ci sono certezze nella vita, manco il pirometro. Mi sento demoralizzata.

‘a volte’

Tu hai uno spaccato del mondo maschile che il 99% delle donne si sogna, sei privilegiata :asd:

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Che culo :asd:

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Molto bene, sono le soddisfazioni che cerco.

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si ma quindi, il fondo di sto forno, in che lo dobbiamo fa?