Periodo problematico - consigli

Ciao ragazzi vorrei condividere con voi un pò della mia storia recente, magari potete aiutarmi in qualche modo.

Ho da 2 mesi un grosso problema di ansia ed insonnia di base, scaturiti da un cambio lavorativo (dico così perché prima non c'erano).

Prima lavoravo per una grossa industria farmaceutica italiana, clima frenetico, molto lavoro e straordinari forzati (dovevo discturere con il capo per non andare pure il sabato mattina). Con i colleghi comunque mi trovavo bene, ed anche se la mansione non mi piaceva riuscivo ad andare avanti con la mia vita (pur lamentandomi spesso del lavoro).

Poi ho fatto un mezzo passo falso (dico ora con il senno di poi).

Lascio l'azienda per entrare in una start-up, periodo covid colloquio solo via telefono etc etc. Insomma arrivo lì e scopro che siamo in totale 5 (2 colleghi e 2 capi + me) e le rogne escono subito fuori. Di base è un porto di mare da cui scappano tutti come possono (dove ero prima invece la gente cercava di restare). Ambiente estremamente tossico, non mi dilungo sulla descrizione degli eventi, dico semplicemente molto tossico, perenne litigiosità, screditamento continuo etc etc.

Da qui inizio a star male psicologicamente e fisicamente dopo il primo mese.

Un perenne stato di ansia ed agitazione (durante la giornata lavorativa e soprattutto la domenica), insonnia quotidiana da 2 mesi (crollo a letto alle 22 e mi sveglio mediamente alle 4 in condizioni pietose, sono celebralmente agitato (preda di pensieri ossessivi secondo il mio psicologo).

Inizio dopo il primo mese ad andare da uno psicologo, volevo capire se stessi impazzendo io o se oppure il mio malessere fosse scaturito da condizioni oggettive e quindi normale che ci fosse. Sicuramente ansia/insonnia/agitazione rimangono anzi stanno pure peggiorando. Spero che avendo iniziato terapia subito li abbia almeno in parte frenati...

Da qui mille pensieri, avrei solo voglia di scappare e licenziarmi...posso farlo? Ovviamente si, ma lo psicologo dice che sarebbe una pazzia.
Lo è? Probabilmente. Non avrei una fonte di reddito previo nuovo lavoro, ho molte spese in vista da sostenere (matrimonio a settembre) oltre alle canoniche (affitto etc etc). Ho chiesto al mio psicologo se dovessi vedere uno psichiatra, lui dice che la mia condizione non è così invalidante ma sinceramente su questo non concordo con lui. A breve andrò dal mio medico di famiglia e gli spiegherò la situazione, mi farò dire da lui se prendere farmaci o no (almeno per dormire).

Confesso che ho anche un pò paura di cambiare lavoro, questa esperienza mi ha un pò bruciato, nel primo lavoro mi ero abituato anche se non mi piaceva e speravo di fare altro nella vita (e non è stato facile accettarlo) qui invece mi sono dato la zappa sui piedi e dopo questo ho paura a tornare a fare quello che facevo prima ma anche a cambiare e reinventarmi (30 sono giovane ma non è che sia facile essere assunti e cambiare così in Italia) in NON SO COSA.

Insomma ragazzi qualsiasi commento/storia simile di chi c'è già passato o ci sta passando in cose analoghe mi farà solo che bene.
Brutta situazione.

Non so che dirti riguardo alla questione lavorativa se non tieni duro e intanto cerca altro. Il problema è che di questi tempi non è facile.

Mi sembra strano che il tuo psicologo non sia concorde nel prendere dei medicinali per dormire sinceramente, vista la tua insonnia. Riuscire a dormire è tipo la base del benessere psicologico.


Qui rileggendo non sono stato chiaro nel primo post.

Ho un famigliare che ha avuto dei disturbi di ansia e pensieri ossessivi che sono sfociati in disturbi ossessivi compulsivi seri (terapia psichiatrica).
Allo psicologo ho detto che avevo paura potessi anche io sviluppare quella condizione invalidante, lui mi ha rincuorato dicendomi che il mio caso per gravità non è paragonabile a quello.
Non gli ho ancora chiesto esplicitamente se sia il caso di prendere psicofarmaci o sonniferi, sicuramente a breve lo chiederò alla mia dottoressa.

Con lui per ora mi trovo bene (8 sedute da 1 ora). Però devo dire sarebbe molto più utile in generale se gli psicologi fossero un pò più diretti nella guida dei pazienti verso certe tematiche. Ci vuole anche un pò di coraggio a chiedere certe cose. Non so perché ma alla dottoressa non mi farei problemi ad esporre il mio caso ed a chiederle aiuto medicinale mentre chiedere a lui se sia il caso mi crea un pò di remore.

EDIT: lo spicologo dice che la mia insonnia sia dovuta ad un principio di depressione


*questo direi di sicuro

poi, capisco che è anche una questione di carattere, ma dovresti un attimo capire perchè prendi "male" le tue situazioni lavorative e le carichi pesantemente su te stesso, perchè anche dalla descrizione che hai fatto del lavoro precedente e di come la prendevi, mi sa che prima o poi arrivavi a questa situazione.


scusami, una domanda per capire meglio.
Vai da uno psicologo o da un terapeuta? perchè leggo che parli anche di terapia (e c'è una grossa differenza)


Forse perchè in ufficio ci trascorri 8 ore al giorno, e quindi quasi la maggior parte del tuo tempo da sveglio?

Per come sono fatto io, empatizzo appieno con il ts: ho sempre preferito la qualità dell'ambiente di lavoro rispetto al lavoro stesso, motivo per cui tra l'altro non ho accettato un paio di possibilità che mi venivano proposte (avrei aumentato il reddito ma certamente peggiorato l'ambiente lavorativo).

Pertanto, se il clima in ufficio è tossico e provante, cambiare subito. Magari anche tornando in veste supplice presso la vecchia azienda e spiegando che uscirne ha messo in luce quei lati positivi che, da dentro, non si riusciva a vedere...

Insomma, venditi un po' bene e fai il paraculo, ma non lasciarti rovinare la vita e la salute mentale da un posto di lavoro.
Io ci sono passato - per lavoro - e mi era già successo un'altra volta per via dell'università.

Il mio consiglio?

Scappa, perchè non c'è rimedio a quelle situazioni se non lo scappare.
Sono eventi "esterni" che non puoi gestire e se, come me, non lo sopporti adesso, non lo sopporterai mai.

Per chi parla di medicine per dormire, non servono o sono comunque un palliativo; anche se dormi non riposi mai veramente.

m2c, da uno che ci è passato.


*

E mi fa specie leggere dello psicologo che ti da del pazzo a voler mollare quel lavoro.
non puoi chiedere la malattia al tuo medico causa stress? e vai avanti così, fino a quando non ti licenziano. almeno hai il sussidio di disoccupazione.

non so se funzioni esattamente così, non mi sono mai informato a riguardo
Vi ringrazio per i consigli e mi dispiace per chi sia passato per 'sto calvario.

Ho parlato con il mio medico di base, descritto i sintomi e la situazione e mi ha prescritto un ansiolitico a basso dosaggio da prendere al mattino per stare calmo durante la giornata e poi un certo quantitativo di melatonina prima di andare a dormire. I problemi di sonno sono legati allo stato ansioso incontrollato e non ad insonnie varie anche se il caldo certamente non aiuta.

Riguardo lo spicologo da cui sto andando vari commenti

1) Lui mi dice che cambiare lavoro va bene ma abbandonarlo senza averne trovato uno prima è da pazzi. Ovviamente io vorrei dare le dimissioni domani, il problema è la questione economica come vi ho detto. Ho un sacco di spese a breve termine NON rimandabili (matrimonio) con cui eroderò il grosso dei miei risparmi per cui non credo di poter semplicemente permettermi di essere inattivo mentre cerco altro (fosse facile trovare altro velocemente poi...). Seconda cosa che mi da pensiero è cambiare ora prima della luna di miele, iniziare un lavoro e poi dire "ok ciao io parto e sto via due settimane" non mi sembra la mossa migliore per iniziare

2) Lavoro in un luogo di merda ed è normale stare male per questo. Il problema sta nella misura giusta. Volersene andare è giusto, andare a lavoro con il "madò che palle che succederà oggi" anche, arrabbiarsi pure. Non dormire la notte e rovinarsi il tempo libero sicuramente no, e temo che questa problematica di forte sensibilità che ho si possa portare anche in altri ambienti futuri se non l'affronto. Spero che con il percorso iniziato con lo psicologo possa riuscire a dare un giusto peso a questi eventi esterni. Se aveste feedback su questa parte mi farebbe piacere.
Dio mio la gabbia borghese all'opera, uno si deve sposare perché se no sta brutto, quindi deve lavorare per forza, ma i lavori fanno cacare, ci perde la salute anche mentale e quindi gli andrà a puttane pure il matrimonio ecc...

Al che dovrà riniziare ma con una gabbia più stretta ecc...
Ma anche a me fa storcere il naso; premesso che non so nulla della tua situazione, e immagino che siano già state fatte considerazioni per quanto riguarda il matrimonio, ma mi chiedo semplicemente: non sarebbe meglio rimandare il matrimonio, o non lo so, tagliare le spese il più possibile? Mi immagino che anche tua futura moglie sia preoccupata per il tuo stato di salute, mi domando se valga la pena questa "tirata lavorativa", evidentemente sofferta, e con evidenti ripercussioni sulla tua salute psicologica e fisica, solamente per qualcosa di non -vitale-, ecco.

Mi scuso se posso sembrare insensibile, non è mia intenzione, e ripeto, non so che piani ci siano dietro (e davanti) a quella decisione, quindi il mio ragionamento potrebbe essere ben distante dalla realtà dei fatti.


si però quello che dicevo io è che lui somatizza troppo, tanto da arrivare alle soglia di una malattia psichiatrica (non dico che è una sua scelta, magari per vari fattori gli succede e basta)

e anche l'ufficio dove diceva di stare prima, per come lo descrive, prima o poi secondo me lo avrebbe fatto ammattire

quindi si da una parte ci sono posti di merda dove non stare, ma l'ufficio è comunque un ambiente stressante con tanti input esterni e interni che ti bombardano costantemente, anche nei posti "migliori".

nel breve se è più tossico, o nel lungo se è un posto più accettabile, lo farebbe ammattire comunque

magari per come è fatto lui il suo impiego perfetto sarebbero sculture di legno con musica tibetana in sottofondo
Inb4 alla moglie sta piu a cuore causare l'invidia di amici e consocenti con la festa di matrimonio che la salute mentale del marito
Commenti vari:

Il matrimonio mi dispiacerebbe molto rimandarlo, lo vivrei come una sconfitta personale. Non vorrei che il malessere generatosi in questi ultimi due mesi riesca a sputtanaremi una cosa bella della mia vita... Oltre al danno di perdere tutte le caparre ovviamente...

Riguardo il lavoro precedente si, non mi piaceva e spesso mi arrabbiavo ma non ho mai mostrato così grave malessere. È una cosa nata dallo stare qui. Ora spero che a settembre riesca a cambiare lavoro e tornare un po' più sereno. Ovviamente continuerò le sedute con lo psicologo, l'unico vero modo per imparare a gestire meglio le mie ansie (giustificato il non volere stare qui, esagerato quanto ci stia male) probabilmente. Sono titubante a prendere medicinali sinceramente...


*

se l'ambiente è tossico devi andartene, però non ha senso dare le dimissioni quando puoi farti licenziare e prendere la disoccupazione

piu' che altro inizia già a mandare cv in giro
piuttosto vai a fare il panettiere per 6 mesi mentre cerchi altro, rimanere incastrato in una roba simile è insano


Prendere medicinali per resistere in un posto di lavoro per te orrendo per non rimandare il matrimonio.
Scusa se te lo dico, mi baso unicamente su quanto hai scritto finora ma se ragioni così problemi li avrai sempre.
Rimanda il matrimonio, stoppa il lavoro, limita le spese al minimo, fai cose rilassanti nel mentre cerchi altro impiego.

Secondo me devi prendere una decisione che ti rassereni. Sapere che te ne andrai renderà meno soffocante la situazione. Parla con la donna e decidete, starai subito meglio, soprattutto se lei si dimostrerà comprensiva. Non aver paura di sembrare debole con lei, non è, come dici tu, una sconfitta personale, è solo un banale errore di valutazione come ne fanno tutti, e hai expato duro, difficile ti ricapiti in futuro :)

Brutta situazione, ti sono vicino.
Farsi rovinare la vita per il lavoro è la cosa più deleteria che ci possa essere..Mi fanno incazzare quelli che dicono "che sarà mai, è solo lavoro c'è altro nella vita!111!" quando magari sono statali che non fanno un cazzo da mattina a sera.

Il lavoro è parte integrante, purtroppo, della nostra esistenza. Ci dobbiamo passare un terzo della nostra vita praticamente e se ti trovi male sei fottuto perchè ti rovina l'esistenza complessiva.

Io ho vissuto un periodo simile al tuo: scazzo perenne, ambiente di lavoro che con i colleghi è bellissimo ma con i superiori una merda. Non dormivo la notte, litigavo sempre con mia moglie e mi stavo rendendo conto che stavo buttando la mia vita nel cesso...
Sono ancora qui ma mi sto guardando in giro e spero a breve di cambiare.