Da titolo, in questi giorni iniziano le paraolimpiadi.
Purtroppo diversi giornali scrivono articoli pietistici, dicono che vanno a “partecipare” anziché gareggiare, come se gli atleti paraolimpici non facessero fatica tanto quanto i campioni olimpici.
O meglio, spesso di disabili che gareggiano nelle paraolimpiadi fanno anche molta più fatica dei campioni olimpici per prepararsi, allenarsi, competere.
Purtroppo qui in Italia, e in certe nazioni “arretrate”, si continuano a usare linguaggi pietistici, inspiration-porn, “nonostante sia disabile”, dire “gareggiare per vincere” anche con i disabili come fanno con gli atleti normodotati anziché usare la frase “partecipare per giocare alle paraolimpiadi”, non discriminare con il pietismo usando frasi “nonostante sia disabile è riuscito\a ad arrivare in finale” ed altre forme di comunicazione abiliste.
Frasi che fanno venire il ribrezzo.
Anzi, sono pure saltati fuori personaggi vari sotto le testate a scrivere pure frasi abiliste, persino a dire alle persone disabili che devono “volare basso” se non grotteschi che danno ai disabili dei “fascisti” perché pretendono di essere trattati alla pari con i normodotati nell’uso delle terminologie.
(E’ capitato pure a me di sentirmi dare del fascista perché domando che vengano rispettati i miei diritti da cittadino, e a quanto pare non posso pretenderlo “perché sei handicappato”)
Atleta trans partecipa alla paraolimpiadi.
La merda nel cervello abbiamo
Gazzetta e’ pieno di puttanate sul calcio. Quante volte va a pisciare ancelotti? Lukaku dove andra’?a mignotte o gangbang? La prostata di inzaghi sta bene?
Io non capisco come facciano ad avere così poco risalto, per me sono fonte inesauribile di motivazione, in più di un’ occasione un atleta paraolimpico mi ha dato l’incipit per fare qualcosa.
Persone incredibili che fanno cose incredibili.
Anzi, aggiungo che in un atleta olimpico, para o non, vedo le stesse fatiche, obiettivi e rinunce. Diverse, ma come sono diverse le fatiche di un centometrista e di un maratoneta.
Compagna, che è più attenta di me a queste tematiche, qualche settimana fa leggeva questo articolo:
Il rischio è quello di concentrarsi sulla disabilità invece che sulla performance atletica. Non si tratta di persone dotate di superpoterie, ma di atleti che, grazie a impegno, determinazione e allenamento, sono riusciti a eccellere nel loro sport, non sono superumani perché hanno ottenuto un certo risultato “nonostante la loro disabilità”. Questo approccio rischia di oscurare il duro lavoro, la disciplina e la dedizione che stanno dietro ogni successo sportivo, aspetti che sono comuni a tutti gli atleti, indipendentemente dal fatto di avere una disabilità o meno.
Contro intuitivo rispetto alla narrazione che sentiamo spesso ma, insomma, per questo molto interessante
Comunque io sarei propenso a unificarle invece di farne una a parte, se dopo 1 100m uomini fai i 100m paralimpici dai più visibilità e la stessa vetrina.
Mi son soiegato male, scusa. Era piu’ che altro uno sfogo contro alcuni giornali e giornalisti idioti
Neanche io vedo il problema. Pero’ storpiano la realta’ e vogliono togliere le notizie su quello che e’ importante: le peraolimpiadi con atleti che gareggiano
io ogni volta che vedo un qualsiasi sport delle paralimpiadi rimango a bocca aperta e penso che 'sti ragazzi siano una specie di supereroe per fare quelle cose che fanno la mascella mi cade sempre di più…
Ci sta, conta però che la narrazione che gli atleti e il comitato paralimpico sta cercando di dare di sé negli ultimi anni cerca proprio di andare oltre al tema “supereroi”
Un articolo interessante al riguardo, sopra invece postavo un’intervista ad hoc: