LETTERA ALL’ESERCITO DEI SOGNATORI IN MARCIA VERSO GENOVA
Da qualche parte nel mondo, giugno 2001
Italiani, europei, abitanti del pianeta Terra, che vi accingete a muovere verso Genova
Salute a voi tutti!
Sono stato assente per molti anni, durante i quali ho viaggiato in lungo e in largo per questo nostro malandato mondo. E ho potuto rendermi conto di come le ingiustizie proseguono e si moltiplicano, e sono ancor più violente e grandi di quando noi ci sollevammo in armi per un paese unito e migliore. Dopo la delusione per l’impresa tramutata in farsa che si accaniscono a chiamare “Risorgimento”, e l’esilio in una piccola isola del Tirreno, ho attraversato ancora l’Italia. Prima come Comandate Supremo ad honorem delle Brigate Partigiane che portarono il mio nome, tra il 1943 e il 1945. Poi, qualche anno dopo, come simbolo del proseguimento di quella lotta nello scontro elettorale del 1948. All’indomani di quell’ultima sconfitta, di quell’ultima delusione, decisi di andarmene, di lasciare il paese e il continente. Ero sfiduciato e frustrato, non mi aspettavo più niente dal Vecchio Mondo.
Così ho ripreso i miei viaggi. Sono tornato in America Latina, dove ho conosciuto molti fratelli e sorelle che lottano con grinta contro il dispotismo e lo sfruttamento. Ho conosciuto i Sem Terra brasiliani, gli indigeni Uwa in Colombia e gli Zapatisti messicani, con quel loro buffo subcomandante poeta. E’ gente semplice, di cuore, che mi ha ricordato di quando anch’io a quelle latitudini combattevo per la libertà, la giustizia e la democrazia, nella libera Repubblica di Rio Grande e in Uruguay. Quanto tempo è passato! E quante cose sono irrimediabilmente cambiate! Ma la lotta è sempre la stessa: gli umili, i diseredati, gli uomini e le donne che vogliono essere liberi, contro i tiranni e gli sfruttatori, i politicanti corrotti e i padroni della terra.
Ma ho viaggiato anche nel Karnatak e perfino nel cuore profondo dell’Asia ho incontrato contadini, studenti, perfino religiosi che lottavano per i loro diritti e progettavano un mondo diverso. Ho attraversato il cuore nero dell’Africa e ho incontrato preti missionari che si battevano con più coraggio, fede e intelligenza dei più accesi rivoluzionari.
In questi miei lunghi viaggi ho parlato con genti differenti per cultura e ideali, ma tutte accomunate dallo stesso spirito, dalla stessa rabbia e dalla volontà di battersi in un modo nuovo ed efficace contro l’ingiustizia planetaria.
Poi, sul finire del 1999, dagli Stati Uniti mi è giunta una buona notizia, inaspettata a dir la verità. Nel paese più ricco e forte del mondo il popolo si era sollevato contro il vertice dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Anche nel mondo ricco e che si dice “democratico”, il popolo si ribellava.
Ho così cominciato a seguire le vostre imprese. Vi ho osservati in Svizzera, in Italia, nella Repubblica Ceca, in Francia (nella mia Nizza), in Giappone, in Australia e in Canada. E adesso in Svezia, dove la polizia ha sparato a un giovane di vent’anni lasciandolo in fin di vita.
In Brasile, a Porto Alegre, dove sono giunto in incognito su un cargo uruguayano, ho ascoltato le vostre parole e mi sono sembrate giuste e sensate.
A Città del Messico, travestito da contadino, ho visto i vostri striscioni in mezzo al mare di gente che accoglieva gli zapatisti in piazza.
In queste occasioni e in tutti questi anni di lungo peregrinare, ho avuto modo di imparare molte cose. Soprattutto ho imparato ad ascoltare, una cosa che in passato, sempre mosso dall’istinto e dalla forza delle certezze, avevo colpevolmente sacrificato. Ho riflettuto a fondo sugli sbagli della mia vita. I miei tanti errori sono stati oscurati dai meriti che la leggenda ha stagliato sulla storia, ma questo non può assolvermi davanti a Dio e agli uomini. Ho riposto la mia fiducia in soci e alleati che non la meritavano, ho sacrificato l’efficacia al mio accanimento, mi sono lasciato corteggiare, ho voluto spingere il mio spirito fino all’estremo, a volte ignorando tutto e tutti. Ebbene, non posso annullare la mia caparbietà e determinazione, ma posso evitare di ripetere gli sbagli del passato.
Per questo ringrazio quelli di voi che mi hanno rivolto un invito esplicito a venire a Genova, per partecipare all’assedio dei Grandi della Terra.
Ringrazio anche coloro che in Italia stanno utilizzando i monumenti a me dedicati per incitare la gente a venire.
E ancora per questo, per la prima volta nella mia vita, non pretenderò il comando generale. Questa volta, fratelli e sorelle ribelli, vi seguirò. Sarò tra voi, non alla testa, ma una parte della moltitudine che saremo.
Oggi nel mondo c’è un esercito che ha le parole come moschetti, le idee come baionette e i sogni come artiglieria pesante. La sottoscrizione è qui, nel cuore, e qui, nella mente, e quando uno si arruola alza lo sguardo in faccia ai tiranni per non abbassarlo più. E giacché non ho mai preso congedo dai miei ideali, di questo esercito io sento di fare parte.
A Genova, dunque!
Per la giustizia, la libertà e la democrazia!
Giuseppe Garibaldi, soldato semplice dell’Esercito dei Sognatori
Ke palle.......
Qualkuno puo' riassumere plz ?
Qualkuno puo' riassumere plz ?
Uhmmmmm
basta proclami di stampo attivista perfavore.
Qui mi pare che piu' che parlare di G8 e globalizzazione si continuino a postare manifesti e bandi.
Non mi pare questo il luogo.
Chiudo questo topic e chiedo a tutti: cosa ne pensate?
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