Critiche costruttive e community online: perché non conviene essere famigerati
di Alessio Saitta – aka “Prikedelik” / “spam”
Introduzione
Negli ultimi anni ho vissuto una lunga e difficile vicenda con la community di OGame, lo storico browser game gestito da Gameforge, che molti ricorderanno come uno dei primi giochi intergalattici multiplayer del web.
La mia esperienza, durata oltre vent’anni, è stata tanto appassionata quanto tormentata, in particolare per via di un approccio alla moderazione che mi ha escluso da ogni forma di dialogo pubblico.
Nonostante ciò, continuo a credere che i forum, i giochi e le community digitali debbano essere spazi di confronto, dove la critica costruttiva abbia un ruolo e non venga confusa con il dissenso fine a sé stesso o con l’insubordinazione.
Quando la moderazione diventa censura
Nel corso del tempo, ho più volte ricevuto ban temporanei e poi permanenti dal forum ufficiale di OGame. La mia “colpa”? Aver espresso opinioni critiche, ma fondate, su certe meccaniche del gioco che ritengo poco trasparenti e potenzialmente dannose per i giocatori più giovani o inesperti.
Il mio intento non è mai stato quello di “attaccare” il gioco o la sua community, bensì proteggerla, specie nei confronti di utenti fragili o facilmente influenzabili dalle dinamiche di acquisto e dipendenza digitale.
Ho cercato di portare consapevolezza, suggerendo soluzioni migliorative e promuovendo un’esperienza di gioco più equa e accessibile.
Ma la risposta non è stata un dialogo, bensì l’allontanamento sistematico.
E, col tempo, il mio nickname storico “spam” – scelto ironicamente quando la community era molto più piccola – è diventato il pretesto perfetto per mettermi da parte, senza neanche concedere la possibilità di cambiarlo.
Perché a Gameforge non conviene essere famigerata
La mia riflessione oggi è semplice:
a nessuna azienda, tanto meno a una legata a una community, conviene essere temuta o famigerata.
In un ambiente come quello del gaming online – dove il successo si misura in partecipazione, affezione e fidelizzazione – una reputazione autoritaria o chiusa al confronto è un danno, non una strategia.
Anziché isolare le voci critiche, sarebbe molto più utile accoglierle come risorse.
Chi gioca da anni, chi contribuisce con suggerimenti tecnici, chi ha a cuore l’equilibrio del gioco… è proprio quel tipo di utente che ogni community dovrebbe valorizzare, non respingere.
Non serve essere “amici di tutti”, ma ignorare sistematicamente i giocatori più attivi e informati significa sabotare il potenziale stesso del gioco.
Il paradosso della voce che disturba
Non è un caso che molti collaboratori, specialmente italiani, abbiano abbandonato le file dello staff volontario negli anni. La gestione di alcune figure chiave, come quella del Community Manager “Lord Syrio”, è stata vissuta da molti come ostile, opaca, verticale.
Questo approccio, per quanto “funzionale” nel breve periodo, logora le basi di una community sana.
Chi porta una voce fuori dal coro, chi invita a riflettere su certe dinamiche, viene percepito come “disturbante” e quindi eliminato, piuttosto che coinvolto in un dialogo aperto.
E così, lentamente, si perdono valore, confronto, idee, passione. Tutto ciò che rende un gioco vivo.
Un appello al dialogo
Io, con tutti i miei limiti e le mie particolarità – incluso il fatto di essere una persona con invalidità riconosciuta – ho sempre considerato OGame un luogo importante, non solo per svago, ma anche come strumento di connessione, concentrazione, e interazione sociale.
Quello che chiedo oggi non è “essere riamesso” per orgoglio, ma perché credo nel valore del confronto, nella possibilità di un gioco più inclusivo, e nella forza delle community che sanno ascoltare e migliorare anche attraverso la critica.
È proprio questo che fa la differenza tra un gioco che resiste e uno che cresce.
Conclusione
Gameforge, OGame, e tutte le realtà simili dovrebbero interrogarsi seriamente su questo:
preferite utenti silenziosi e passivi, o una community che partecipa, osserva, suggerisce, migliora?
Nel dubbio, scommettere sull’ascolto è sempre la scelta più intelligente.
Il resto è solo orgoglio aziendale mascherato da efficienza.
Alessio Saitta
Conosciuto anche come “spam” – Prikedelik.com