[LSC] Late Stage Capitalism: thread lollino, depressino e rageino (Part 1)


What?
Sending Hospitals Into Bankruptcy
The lockdowns are doing great unintended harm to medical providers.





Il punto di vista è argomentato nell’articolo (ovviamente non intendo l’articolo in questo post)


Scusa ma i nostri debiti di governo sono denominati in euro. Che fai, traduci i valori in euro nella nuova moneta? Con qualsiasi tasso di cambio non fai altro che portare via ai cittadini una moneta comunitaria in favore di carta straccia. Quella nuova moneta non sarebbe accettata dai creditori internazionali come mezzo di pagamento.

Che poi il problema del debito è esploso magicamente con la crisi del credito 2007 e la mancanza di strutture europee contenitive, i restanti pigs ora vanno meglio, siamo noi rimasti al palo per mancanza di capacità di trattativa politica nella ue.


Quando si acquista un tds italiano diventando creditori, i tassi d’interesse sono completamente fuori mercato rispetto al resto d’Europa, appunto perché quei tassi d’interesse sono associati a dei rischi, uno dei quali è esattamente che l’Italia esca dalla moneta comunitaria con conseguente ridenominazione dei titoli in una nuova moneta nazionale, aka come hai detto tu, carta straccia.
Quando la percezione del rischio aumenta, si alzano i tassi, che oltretutto se non fossero manipolati dalla BCE che interviene sul libero mercato con acquisti in moneta creata dal nulla, sarebbero molto più alti a rispecchiare il reale rischio di investimento sullo stato italiano.

Di fatto siamo schiavi di un debito che può solo crescere, anche a fronte di enormi sforzi che vedono tagli sul pubblico e aumento della pressione fiscale non sembra esserci via d’uscita se non sperare in interventi che vedono gli Stati dell’Europa del nord andare pesantemente contro i loro interessi. Si tutelano i risparmi ma si condannano lentamente sia gli apparati a tutela dei cittadini che le generazioni future alle quali spetterà per diritto di nascita pagare col proprio lavoro la pressione dei debiti fatti da altri.
L’alternativa è appunto uscire dall’euro, tornando ad una moneta nazionale, rilasciando lo shock della tensione accumulata nell’arco di tre crisi in una volta sola, con quello che ne conseguirebbe a livello di risparmi ed economia, con la speranza che a seguito dello shock segua una situazione di normalizzazione e non una simil Argentina (che a differenza dell’Italia non può contare su un sistema produttivo adeguato a sostenere l’economia in uno scenario normale).

Il punto però è che se non si trova un metodo per regolamentare adeguatamente la capacità delle amministrazioni di ricorrere al debito come risorsa, il rischio è che si ritorni sempre alla medesima situazione, cioè a condizioni in cui amministrazioni incompetenti o semplicemente corrotte creino danni irreparabili con situazioni che nel migliore dei casi portano a strascichi della durata di decenni, nel peggiori a spirali da cui non si può uscire.

Bonus:
per caso qualcuno riesce a trovare quell'immagine dove si comparavano gli stipendi dallo studente al CEO e il lavoro che facevano realmente, tipo il phd student faceva algoritimi di machine learning e il CEO i grafici a torta?

non riesco a trovarla


In America cmq, dove la crisi della sanità è una market failure.


penso che per qualsiasi europeo un titolo del genere, che associa l'assenza di malati ad un fallimento di mercato, sia abbastanza fuori di testa. è il paradosso di un sistema che considera la salute unicamente dal punto di vista del business, e secondo me il secondo più grosso problema degli stati uniti dopo il conflitto di interessi radicato nella cultura del lobbismo.


ma il debito pubblico italiano si è impennato nei 60' e negli 80', non negli ultimi anni. Il problema non è il debito in sé, è la non crescita economica, perché se continui ad avere i tassi di interesse più alti del tasso di crescita non ne uscirai mai.

Siamo in criticità sul debito semplicemente perché non cresciamo, poi è un discorso estremamente elaborato e complesso da smaltire perché a lato abbiamo le politiche nazionaliste in seno alla ue, anche tedesche, che ci daneggiano in termini di rischio.


l'esplosione del debito è iniziata sotto il governo dei socialisti con craxi


siamo in criticità col debito semplicemente perchè c'è stata la volontà, e ci è stata data la possibilità, di creare questo livello di debito in moneta forte, di cui non possiamo liberarci.
è inutile girarci intorno e dire che il debito pesa perchè non cresciamo, se è il debito stesso a creare i presupposti perchè non possa esserci nessuna crescita.



il debito è sotto controllo quando il paese cresce con un certo ritmo, oppure quando sta sotto il 60% del pil. non è di certo a causa sua se siamo in stagnazione: il debito in termini di valori assoluti conta poco o niente, va commisurato alla capacità di produzione del paese. La 'crisi del debito' è una sciocchezza, il vero problema è stata la crisi del credito bancario del 2007 che ha portato alla stagnazione economica. La volatilità della fiducia sui titoli italiani è diretta conseguenza delle nostre politiche (e anche di quelle ue, castrate dai campanilismi), e non emergeva di certo pre 2007 (non con questa violenza). Il tuo grafico ne è la perfetta fotografia.
Pensare di risolverlo cambiando moneta, per quanto io sono anche d'accordo che l'euro è una moneta troppo forte per noi, è impensabile.
e che ti devo dire, meno male che " il debito in termini di valori assoluti conta poco o niente"
poi magari vallo a spiegare anche a chi deve varare le politiche fiscali per contenere il debito e pagare gli ineterssi su quello esistente, o ai mercati sempre più riluttanti a finanziare l'italia.
Pericolo spread, sale anche con aiuti Bce
Beh, il problema principale generato dal debito sono ovviamente gli interessi, il cui pagamento, in un regime di spesa pubblica corrente particolarmente inelastica come quello italiano, prevengono la possibilita' di un rilancio degli investimenti nell'indesiderabilita' generale di produrre una restrizione del perimetro d'intervento statale; ad oggi il problema principale dell'economia italiana e' l'aver a che fare con un tasso di crescita inferiore al costo di servizio del debito, non ha importanza dunque l'Italia possa vantare strutturalmente un surplus fiscale, ad ogni anno il debito contratto aumenta progressivamente per pagare gli interessi di quello pregresso.


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il valore assoluto non conta, ciò che conta è il suo peso sul pil. Se gli stai dietro, il debito pubblico crea pruriti principalmente per il suono della parola. Se non gli stai dietro per colpa di una crisi senza precedenti a cui aggiungi politiche dementi la musica cambia.
che se il pil cresce si abbassa il rapporto debito pil lo capiscono tutti, è aritmetica di base.
secondo me stai dicendo cose allucinanti, ma magari sbaglio io.
Da un certo punto di vista è vero che finché sei solvibile lo stock di debito non è un problema.

Problemi: tra poco rischiamo di non esserlo più e poi ci sta costando troppo in termini di interessi.


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No, forse mi sono spiegato male, non c'è niente di allucinante, il tema è che il debito è storicamente sostenibile e non di certo responsabile delle problematiche degli ultimi anni. Il senso è che non c'è una crisi del debito come spesso si sente dire a caso (specialmente negli anni a cavallo del 2010), ma che i problemi sul debito attuale derivano precisamente dalla crisi del credito bancario, direttamente responsabile.
poi ci abbiamo messo del nostro noi ovviamente.
Il debito è uno strumento, il suo valore nominale preso da sè non ha nessun valore.
Più che il debito, sono le politiche di austerity ad aver affossato il paese post 2007.


Ma cosa stai dicendo



E nel secondo dopoguerra le uniche variabili che hanno permesso la ripresa dal debito ( che era comunque molto inferiore a quello odierno, intorno al 100% del pil ) sono l’inflazione mostruosa e la ripresa economica.

Al momento siamo vicini ad un nuovo massimo storico, sostenibilissimo.
edit: aggiungo senza più avere sovranità monetaria e senza nessuna prospettiva di crescita o di ripresa.
Il fulcro delle considerazioni di mercato riguardante la fruibilita' d'investimento riguardo i suoi titoli obbligazionari non ha direttamente a che fare con la dimensione del debito, tranne rare occasioni quell'ammontare non e' mai per nessuna entita' immediatamente liquidabile ed infatti non e' richiesto, cio' che ha importanza e' la capacita' di venir incontro alle richieste di accertamento dei propri doveri finanziari sotto forma di interessi, l'Italia sotto questo aspetto e' e rimarra' solvibile anche con 160% di debito perche' ha risorse per, ancorche' dolorosamente, soddisfare le esigenze dei creditori. Per evitare che queste divengano eccessive si puo' procedere appunto attraverso piani che sviluppino la percezione di prospettive future migliori o mettendo bene in chiaro la volonta' di apportare interventi di natura fiscale, non importa quanto dannosi, che abbiano i pagamenti degli interessi quali prioritari.

Successivamente alla crisi finanziaria del 2007 in Italia, complice una scarsa qualita' nella selezione della classe politica, si persegui' la seconda opzioni quando vi erano risorse in abbondanza per operare la prima, fu fatto per mediocrita', la scelta piu' ovvia e banale legata pure a questioni ideologiche; appunto l'altro percorso, il rilancio, dipende principalmente da fondamentali, forza istituzionale ed alleati. Fortunatamente l'Italia rimane membro a pieno titolo dell'Unione Europea e commercialmente ancora sufficientemente interconnessa da poter essere considerata indispensabile, il suo fato legato ad essa e da questa correlazione nasce la necessita', ancor prima dell'opportunita', per lo stato italiano di nutrire uno strategia politica e diplomatica filo-europea, perche' l'Italia ha la dimensione giusta per poter negoziare anche senza poter imporre niente, puo' alimentare la rete di alleanze economiche fino a quando possa vantare voce in capitolo nelle istituzioni comunitarie.

Detto esplicitamente l'Italia fuori dal perimetro delle istituzioni europee farebbe la fine dell'Ucraina post-1992, senza appello. Avere una banca centrale serve a poco se la tua valuta non e' considerata valida nelle transazioni internazionali per un paese privo di risorse ed incentrato su esportazioni e trasformazione.