Ogni tot sbuca fuori una Peel Session che non conoscevo, e ogni volta rimango stupito da quanto suonino cazzuti tutti gli artisti che sono passati da Peel, con alcuni pezzi che suonano pure in maniera più interessante che non su disco
Oggi ad esempio sono finito su questa versione di Raisans dei Dinosaur Jr. di cui ero totalmente all’oscuro, sentite che pacca che hanno
Poi vabbe’, delle Peel c’è la mia versione preferita di Love Will Tear Us Apart, con il charlie in levare che spacca tutto
E un paio di versioni molto belle dei Cure, tipo Play for Today col basso più nasale di sempre e Siamese Twins con la chitarrina affilatissima
Alor, ho iniziato a leggere un bel libro su John Peel e sui suoi anni alla BBC per ora ho letto i capitoli sul decennio '70-'80
È super interessante perché fa capire bene che amore avesse per la musica e che fiuto per le band. Di base era avanti di mesi e/o anni: ha fatto passare Bob Marley prima che uscisse Catch a Fire, ha fatto suonare Bowie prima che registrasse Ziggy Stardust, ha fatto suonare il punk prima che i Sex Pistols andassero in TV alla famosa intervista.
From punk on, the sessions were not only rare and exclusive early recordings of later superstars. Peel, Walters and Lycett were not picking winners. They were giving space and time, fairly cheaply, to whoever seemed to have something to say at any particular moment.
Alcuni esempi:
Cioè i Cure qui suonano meglio che sui primi dischi
Nel libro ci sono interviste a diversi artisti che confermano queste tue impressioni molti si dicono più soddisfatti della versione registrata per le Peel che di quella su disco.
Di base gli ingegneri della BBC non interferivano col suono delle band ma si limitavano a registrarlo al meglio, e questo può essere un motivo. L’altro è che si trattava di registrazioni live con un minimo (ma minimo) di overdub, quindi per forza di cose più dirette di un lavoro in studio
Sì infatti, il bello delle Peel sessions è il suono più grezzo e diretto, libero dai vincoli delle etichette dell’epoca che in fase di produzione spingevano appunto per un risultato finale sul disco da mettere in vendita più pulito ed addomesticato.
Nella session dei Sisters si nota al contrario come fossero dei musicisti piuttosto scarsi, tranne qualche apprezzabile fraseggio di chitarra in più direi che suonano meglio su disco, e quelle controvoci sotto fanno abbastanza pietà.
Anche a me è piaciuta quella degli OMD
Colpisce poi il coraggio (e l’intuizione) che ha avuto Peel a passare per radio certa roba in certi tempi.
Ve ne propongo un’altra dei Chameleons, con l’invito a recuperare almeno i loro primi due album che sono dei cazzo di capolavori, immensi
Ho sempre immaginato di poter sentire musica così come esce, senza trattamenti, e trovarla bella, non fastidiosa, non stancante, come essere sul posto mentre suonano per pochi amici senza bisogno di strafare.
Compito che mi arriva estremamente impegnativo, per chi deve metterla su un supporto, dove le abilità artistiche sono li con i pregi e i difetti, dove le parti non si pestano i piedi, una voce non trattata che sa dosare ad arte l’esecuzione, un microfono che non toglie e non mette, un ambiente già bello di suo, con il riverbero naturale, non so manco se esistono posti così, come dire, veri dal punto di vista di un esperienza di ascolto.
Questi peel mi sembrano la cosa più vicina al concetto, forse penalizzati dall’algoritmo di compressione di youtube.
Ancora ho nelle orecchie una esecuzione di 3 chitarre che ho avuto la fortuna di sentire live nel secolo scorso.
Uno nato nello Utah, uno nato in Belgio e uno nato a Tokio, in un locale del medioevo tutto di marmo, pieno di riverberi che chiunque sarebbe diventato pazzo o sarebbe scappato urlando, con un pubblico a malapena di venti persone ma tutta gente con cui passeresti ore a chiacchierare di musica.
Questi tre riuscirono a creare un fronte sonoro magistrale alle mie orecchie, praticamente era come se il riverbero della sala fosse diventato parte dell’esecuzione, una roba di un bello.
Certe volte la semplicità chiaramente unita a una tecnica non fine a se stessa, alla padronanza assoluta dei mezzi, e a una poesia esecutiva fuori dal comune fa nascere delle perle assolute.
Questi Artisti che sentii quando ancora erano giovani, agli inizi degli anni 90, dove poi a fine esecuzione vendevano il loro cd, che comprai instant dalle loro mani su un banchetto a latere, quando per dare merito a gente in gamba non esisteva spotify, oggi hanno 120 milioni di streams sulle piattaforme, 21 album, e la NASA usò la loro musica per svegliare l’equipaggio dello Space Shuttle Endeavor.
non saprei proprio, in realtà i tempi erano anche giusti, forse sono rimasti piccoli e local anche per scelte sbagliate loro o delle etichette per cui hanno lavorato…
Nel mondo dark hanno sempre goduto di un culto di nicchia, secondo me avevano i numeri per fare anche i soldoni ma credo che intorno al 95- 97 il cantante vendesse hot dogs fuori dallo stadio di Manchester, appunto il loro home turf dove hanno avuto l’unica altra bolla di successo oltre al circuito dark/ goth/ post-punk e via dicendo.
Per dire la loro unica menzione in TV non è una apparizione ma una maglietta indossata da un tizio in una sit com ambientata a Manchester, mentre ai tempi tra Grey Whistle e Top of the Pops facevano suonare la qualunque
Alorz, io il libro l’ho finito, per inciso è questo
Cioè ho finito la parte di racconto, perché il resto del libro è un tentativo di rendicontare pezzo per pezzo tutte le Peel Sessions mai registrate Il libro in sé comunque ve lo consiglio perché è davvero molto interessante, è scritto bene e si vede che chi l’ha scritto era un grandissimo ammiratore di JP
Per ascoltare le Sessions invece mi pare che il canale più fornito e semplice da accedere sia quello di Vibracobra:
Rilancio con un un lieve OT visto che non c’entra nulla con Peel, ma a proposito di gemme postpunk sconosciute ai più, sarebbe delittuoso non ricordare gli In Camera, per me questo è uno dei miei pezzi preferiti del periodo, darkitudine estrema.