N.B.: questa è una storia di cui mi è venuta l'ispirazione di recente, non centra niente con Storia di un jedi. La pubblicherò a puntate, visto che a scriverla tutta di fila ci metterei ore, e non ho voglia di skazzarmi . Un avviso, questa storia è ambientata nell'universo di Star Wars ma ho intenzione di cambiare alcuni particolari (tipo il sistema politico, vedrete in seguito ), quindi non statemi a rompere xke non è fedele ai film e ai libri originali .
Ah, e niente spam qui dentro
Lo schianto fu impressionante. La piccola astronave, con i motori danneggiati, entrò nell'atmosfera del piccolo pianeta come una freccia di fuoco, attraversandone l'atmosfera in pochi attimi, per sfracellarsi su di una catena di monti. Subito dopo, cinque astronavi da ricerca con il marchio dell'imperatore sulle fiancate atterrarono attorno al cratere. I portelli si aprirono, e un gruppo di guerrieri armati di lightsaber scesero e si sparsero nell'area. A prima vista, niente e nessuno era sopravvissuto allo schianto. Non c'era traccia del pilota.
Nessuno notò una figura che scivolò nel fiume vicino e si allontanò a nuoto.
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Quando il sole si alzò sull'orizzonte, il contadino era già sulla riva del fiume che attingeva acqua. Aveva già fatto tre viaggi prima dell'alba, e gliene mancavano ancora cinque per finire di irrigare il suo campo. Poi gli sarebbe toccato ripetere il tutto a mezzogiorno e alla sera. Poco male, con il raccolto dell'anno avrebbe potuto permettersi di scavare un canale d'irrigazione.
Di ritorno dal campo, immerse il secchio nel rapido torrente. Mentre il secchio si riempiva sentì un tonfo sordo, come se qualcosa avesse sbattuto contro il recipiente. Si sporse oltre l'argine per guardare cosa fosse, e trovò un uomo disperatamente aggrappato al secchio.
"Cosa ti porta da queste parti, straniero?" lo saluto il contadino.
Lo straniero rispose con una voce che era poco più di un grugnito: "Mi sto facendo il bagno. Fa bene alla salute fare un bagno freddo alla mattina presto, non lo sapevi?"
"No."
Seguì qualche momento di silenzio, poi lo straniero sbottò: "Insomma, vuoi aiutarmi o no?"
"Naturalmente", rispose il contadino con voce pacata. "Non sia mai che Janus rifiuti di auitare qualcuno in difficoltà."
Non senza fatica, il contadino issò il robusto straniero sulla riva, dove giacquero sfiniti per un paio di minuti. Alla fine, il contadino si alzò e disse: "Sei zuppo. Vieni a casa mia, così potrai asciugarti e riscaldarti."
Lo straniero accettò di buon grado.
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"Ah, adesso si che sto meglio" disse con soddisfazione lo straniero, seduto davanti a un allegro fuoco scoppiettante. "Sarebbe stato meglio avere un generatore di calore, ma anche questo va bene".
"Mi spiace di non poterti offrire di più, ma questo è un povero villaggio. Anche se questo pianeta è vicino al centro imperiale nessuno si è mai preoccupato di costruire strutture adeguare per i coloni. Come vedi ci siamo dovuti arrangiare con legno, fango e paglia. A proposito, cosa ti porta qui?"
"La mia astronave" rispose l'uomo con amarezza. "Mi sono schiantato ieri nelle montagne."
"Ah, eri tu quella scia luminosa ieri notte. E di chi erano le altre cinque astronavi?"
Lo straniero restò in silenzio per un momento, incerto su cosa raccontare al contadino. "Pirati spaziali" disse alla fine. "mi hanno attaccato mentre stavo portando un carico di spezie a Coruscant. Spezie pregiate, destinate alla cucina dell'imperatore. Ma, ora che sono qui, non ho modo di andarmene, dico bene?"
"Dici bene" confermò Janus. "Qui non abbiamo astronavi o mezzi di comunicazione. C'è uno spazioporto nell'altro emisfero, ma non vedo possibilità di raggiungerlo senza un landspeeder. E, no, non ho un landspeeder. Ogni tanto una pattuglia imperiale passa a raccogliere i tributi, ma è passata giusto ieri e tornerà tra tre mesi. Sei bloccato qui per almeno tre mesi, quindi."
"Fantastico." La voce dell'uomo era piena di sarcasmo. "Suppongo allora che farei bene a trovarmi un lavoro."
"Io avrei bisogno di un po' di aiuto nei campi" disse Janus. "Sono disposto a offrirti vitto e alloggio fino all'arrivo della pattuglia imperiale."
"Accetto, visto che non ho di meglio da fare."
"Bene. Vieni, ti presento agli altri."
Uscirono dalla piccola stanzetta, attraversarono un paio di stretti corridoi e sbucarono in un piccolo cortile. Lì trovarono un uomo mingherlino che stava giocando assieme a due bambini.
"Hey, voi, venite qui" chiamò Janus. Subito i tre smisero di inseguirsi e si avvicinarono. "Straniero ti presento Marcus, il mio migliore amico. E questi sono Alex e Daniel, i figli di mia sorella, morta l'anno scorso. Marcus, Alex, Daniel, questo è... come hai detto che ti chiami?"
L'uomo parve esitare. "Straniero. Per il momento potete chiamarmi così."
Janus parve perplesso, ma non fece domande. "Bene. Questo è Straniero. Si fermerà con noi fino all'arrivo della prossima pattuglia imperiale." Si rivolse a Straniero: "Benvenuto tra noi. Ti troverai bene."
So che non è molto, ma accontentatevi per stasera, sono in scazzo
che bel, ora me siedo con i miei e me leggo man mano che posti (non spammo e' solo un commentino
carina, ma anche se unoi non partecipa al gdr può postare storie?
Si teocrazia....
Puntata 2:
"...e così, il jedi raccolse la saber del suo maestro, agonizzante a terra, e si avventò sul sith. Fu una battaglia senza esclusione di colpi, e alla fine il jedi ebbe la meglio: la saber verde del suo maestro tranciò a metà il sith, che precipitò nello scarico del plasma con un terribile urlo." Straniero finì la sua storia e osservò Alex e Daniel, completamente rapiti dal suo discorso.
"Raccontacene un'altra, Straniero, ti prego!" disse Alex con voce supplicante.
"Forse la prossima volta. Ora devo andare al lavoro. Devo guadagnarmi il vitto e l'alloggio, sapete."
Mentre camminava verso i campi, Straniero fu affiancato da Janus. Fecero un po' di strada assieme, poi il contadino disse: "Non mi dispiace che tu racconti storie ai miei nipoti, straniero. Ti chiedo solo di evitare i racconti di guerra e di guerrieri e, soprattutto, non parlare loro di jedi o sith."
Straniero fu sorpreso da questa uscita. "E perchè mai, se mi è dato saperlo?"
"Ho avuto brutte esperienze con i jedi e i sith, e non voglio correre il rischio che i miei nipoti le ripetano. Per il momento non chiedermi nient'altro. Se ne avrò voglia, forse più avanti ti racconterò di me." rispose Janus, e si allontanò diretto ai campi. Si fermò dopo pochi passi, e si voltò per parlare di nuovo, ma il rumore di un'astronave lo interruppe prima ancora che potesse aprire bocca.
Subito Janus si gettò a terra, trascinando con sè nell'erba alta Straniero. Alle sue domande stupefatte, rispose con un sibillino "Riconosco il suono di questa astronave. Faresti meglio a rimanere nascosto." Soggiunse, alzandosi e dirigendosi verso lo spiazzo al centro del villaggio.
L'astronave, nera con il simbolo dell'impero sulle fiancate, atterrò nel momento esatto in cui Janus si fermò al di fuori dello spiazzo. Il portello nero si aprì, e ne scese una pattuglia imperiale capeggiata da un uomo incappucciato dall'aria minacciosa. Mentre camminavano giù dalla rampa, l'uomo non smetteva di lanciare occhiate a destra e a sinistra, come se si aspettasse un agguato.
Arrivato davanti al contadino, l'uomo si fermò.
"Ci incontriamo di nuovo, Janus." disse con voce minacciosa.
"Come ogni volta che senti il bisogno di maltrattare qualcuno. A cosa devo questa visita?"
"Lo sai benissimo, non fare il finto tonto. Stiamo cercando un uomo."
Janus simulò molto efficacemente la sorpresa. "Un uomo? E chi, di grazia? Non vedi che ci siamo solo noi del villaggio qui, come sempre del resto?"
"Questo lo vedremo" disse l'uomo incappucciato, prima di rivolgersi alle truppe: "CERCATE DAPPERTUTTO!" urlò. "MI RACCOMANDO, LO VOGLIO VIVO!". Subito le truppe si sparpagliarono nei campi e nel villaggio, calpestando senza alcuna cura il raccolto.
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Straniero si sentiva perduto. Le truppe stavano avanzando rapidamente verso di lui, e non sapeva dove nascondersi. Si stava preparando a combattere per raggiungere l'astronave e fuggire, quando si sentì battere su di una spalla. Voltatosi, vide una delle donne del villaggio che gli faceva cenno di seguirlo. Non avendo niente di meglio da fare, Straniero la seguì in mezzo all'erba alta, fino ad arrivare a una radura dove si trovava un pozzo.
La donna lo guardò e disse: "Non ho idea di chi tu sia, ma Janus sembra fidarsi di te. Nel pozzo, svelto!"
Straniero non se lo fece ripetere. Si sedette il più comodamente possibile nel secchio, che fu subito calato nel pozzo dalla donna.
Non erano passati due minuti, che subito arrivarono due imperiali e fare il loro controllo.
"Donna, perchè non sei al villaggio con gli altri?" domandò uno dei due, con i gradi da comandante sulla spallina.
"Sto lavando i panni" rispose la donna, e gli mostrò una tinozza piena di acqua saponata in cui erano immersi numerosi panni sporchi.
"Ho capito. Bene, sembra che il fuggitivo non sia qui. Prima di tornare all'astronave, però, ho proprio voglia di un bel sorso di acqua fresca" disse il comandante, e si avviò verso il pozzo.
"No!" la donna si mosse per fermarli.
"No? E perchè 'no', di grazia?" chiese il capitano.
La donna si trovò in difficoltà. "Err... L'acqua del pozzo non è abbastanza fresca."
"Fatti in là." Comandò l'imperiale, e la spinse via dalla strada. Arrivato al pozzo, il soldato cominciò a issare il secchio con la carrucola.
La donna chiuse gli occhi, in attesa delle urla che sarebbero sicuramente seguite.
"Bugiarda di una donna, la tua acqua è freschissima!" disse il comandante.
La donna aprì gli occhi, e vide il comandante e il suo sottoposto che si dissetavano prendendo lunghe sorsate dal secchio. In neanche un minuto ebbero finito. "Bene, possiamo andare" disse l'imperiale, e lui e il suo compagno si allontanarono.
La donna rimase per un po' a fissare la direzione in cui si erano allontanati, fino a quando una voce proveniente dal pozzo non la scosse "Hey, lassù, butta il secchio!"
Ancora più scossa, la donna si sporse oltre il bordo del pozzo, e vide Straniero aggrappato alle rocce che spuntavano dal bordo.
"Forza, che aspetti, non riuscirò a reggere ancora per molto!" sbraitò Straniero.
"Su... Subito." rispose la donna, e calò il secchio.
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"Visto? Non c'era nessuno" disse Janus con tono sarcastico. "Ora, visto che i tributi li ho pagati il mese scorso, fammi il piacere di togliere il disturbo,"
L'uomo incappucciato era furioso, e i suoi occhi fiammeggiavano da sotto il cappuccio. "Non finisce qui, Janus! SO che lui è qui, e lo troverò la prossima volta!"
Detto questo, marciò imperiosamente su per la rampa dell'astronave, seguito dalle sue truppe. Non appena furono tutti a bordo, il vascello nero decollò e si allontanò nel cielo del pomeriggio.
Non appena fu fuori vista, Janus emise un sospiro di sollievo, appena percettibile.
Puntata 2:
"...e così, il jedi raccolse la saber del suo maestro, agonizzante a terra, e si avventò sul sith. Fu una battaglia senza esclusione di colpi, e alla fine il jedi ebbe la meglio: la saber verde del suo maestro tranciò a metà il sith, che precipitò nello scarico del plasma con un terribile urlo." Straniero finì la sua storia e osservò Alex e Daniel, completamente rapiti dal suo discorso.
"Raccontacene un'altra, Straniero, ti prego!" disse Alex con voce supplicante.
"Forse la prossima volta. Ora devo andare al lavoro. Devo guadagnarmi il vitto e l'alloggio, sapete."
Mentre camminava verso i campi, Straniero fu affiancato da Janus. Fecero un po' di strada assieme, poi il contadino disse: "Non mi dispiace che tu racconti storie ai miei nipoti, straniero. Ti chiedo solo di evitare i racconti di guerra e di guerrieri e, soprattutto, non parlare loro di jedi o sith."
Straniero fu sorpreso da questa uscita. "E perchè mai, se mi è dato saperlo?"
"Ho avuto brutte esperienze con i jedi e i sith, e non voglio correre il rischio che i miei nipoti le ripetano. Per il momento non chiedermi nient'altro. Se ne avrò voglia, forse più avanti ti racconterò di me." rispose Janus, e si allontanò diretto ai campi. Si fermò dopo pochi passi, e si voltò per parlare di nuovo, ma il rumore di un'astronave lo interruppe prima ancora che potesse aprire bocca.
Subito Janus si gettò a terra, trascinando con sè nell'erba alta Straniero. Alle sue domande stupefatte, rispose con un sibillino "Riconosco il suono di questa astronave. Faresti meglio a rimanere nascosto." Soggiunse, alzandosi e dirigendosi verso lo spiazzo al centro del villaggio.
L'astronave, nera con il simbolo dell'impero sulle fiancate, atterrò nel momento esatto in cui Janus si fermò al di fuori dello spiazzo. Il portello nero si aprì, e ne scese una pattuglia imperiale capeggiata da un uomo incappucciato dall'aria minacciosa. Mentre camminavano giù dalla rampa, l'uomo non smetteva di lanciare occhiate a destra e a sinistra, come se si aspettasse un agguato.
Arrivato davanti al contadino, l'uomo si fermò.
"Ci incontriamo di nuovo, Janus." disse con voce minacciosa.
"Come ogni volta che senti il bisogno di maltrattare qualcuno. A cosa devo questa visita?"
"Lo sai benissimo, non fare il finto tonto. Stiamo cercando un uomo."
Janus simulò molto efficacemente la sorpresa. "Un uomo? E chi, di grazia? Non vedi che ci siamo solo noi del villaggio qui, come sempre del resto?"
"Questo lo vedremo" disse l'uomo incappucciato, prima di rivolgersi alle truppe: "CERCATE DAPPERTUTTO!" urlò. "MI RACCOMANDO, LO VOGLIO VIVO!". Subito le truppe si sparpagliarono nei campi e nel villaggio, calpestando senza alcuna cura il raccolto.
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Straniero si sentiva perduto. Le truppe stavano avanzando rapidamente verso di lui, e non sapeva dove nascondersi. Si stava preparando a combattere per raggiungere l'astronave e fuggire, quando si sentì battere su di una spalla. Voltatosi, vide una delle donne del villaggio che gli faceva cenno di seguirlo. Non avendo niente di meglio da fare, Straniero la seguì in mezzo all'erba alta, fino ad arrivare a una radura dove si trovava un pozzo.
La donna lo guardò e disse: "Non ho idea di chi tu sia, ma Janus sembra fidarsi di te. Nel pozzo, svelto!"
Straniero non se lo fece ripetere. Si sedette il più comodamente possibile nel secchio, che fu subito calato nel pozzo dalla donna.
Non erano passati due minuti, che subito arrivarono due imperiali e fare il loro controllo.
"Donna, perchè non sei al villaggio con gli altri?" domandò uno dei due, con i gradi da comandante sulla spallina.
"Sto lavando i panni" rispose la donna, e gli mostrò una tinozza piena di acqua saponata in cui erano immersi numerosi panni sporchi.
"Ho capito. Bene, sembra che il fuggitivo non sia qui. Prima di tornare all'astronave, però, ho proprio voglia di un bel sorso di acqua fresca" disse il comandante, e si avviò verso il pozzo.
"No!" la donna si mosse per fermarli.
"No? E perchè 'no', di grazia?" chiese il capitano.
La donna si trovò in difficoltà. "Err... L'acqua del pozzo non è abbastanza fresca."
"Fatti in là." Comandò l'imperiale, e la spinse via dalla strada. Arrivato al pozzo, il soldato cominciò a issare il secchio con la carrucola.
La donna chiuse gli occhi, in attesa delle urla che sarebbero sicuramente seguite.
"Bugiarda di una donna, la tua acqua è freschissima!" disse il comandante.
La donna aprì gli occhi, e vide il comandante e il suo sottoposto che si dissetavano prendendo lunghe sorsate dal secchio. In neanche un minuto ebbero finito. "Bene, possiamo andare" disse l'imperiale, e lui e il suo compagno si allontanarono.
La donna rimase per un po' a fissare la direzione in cui si erano allontanati, fino a quando una voce proveniente dal pozzo non la scosse "Hey, lassù, butta il secchio!"
Ancora più scossa, la donna si sporse oltre il bordo del pozzo, e vide Straniero aggrappato alle rocce che spuntavano dal bordo.
"Forza, che aspetti, non riuscirò a reggere ancora per molto!" sbraitò Straniero.
"Su... Subito." rispose la donna, e calò il secchio.
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"Visto? Non c'era nessuno" disse Janus con tono sarcastico. "Ora, visto che i tributi li ho pagati il mese scorso, fammi il piacere di togliere il disturbo,"
L'uomo incappucciato era furioso, e i suoi occhi fiammeggiavano da sotto il cappuccio. "Non finisce qui, Janus! SO che lui è qui, e lo troverò la prossima volta!"
Detto questo, marciò imperiosamente su per la rampa dell'astronave, seguito dalle sue truppe. Non appena furono tutti a bordo, il vascello nero decollò e si allontanò nel cielo del pomeriggio.
Non appena fu fuori vista, Janus emise un sospiro di sollievo, appena percettibile.
Puntata 3:
"Caldo.... Tanto, troppo caldo...." Straniero si rivoltava nel suo letto di paglia, cercando di prendere sonno. Faceva caldo. Era notte, ma sembrava fosse pieno giorno su Tattoine. Si stava quasi sciogliendo.
"Un bagno fresco... ecco cosa ci vuole... il fiume...." Quasi incoscientemente si alzò, uscì dalla baracca che gli faceva da casa e si avviò verso il fiume. Arrivato sulla riva, si tolse tutti i vestiti, si infilò il costume da bagno e si tuffò nelle fresche acque.
"Ah, che refrigerio" mormorò estasiato.
Dopo un paio di minuti di nuotata, si stese sulla schiena e si mise a fare il morto. I suoi pensieri cominciarono a vagare. Pensò al tempo che aveva passato nel villaggio, allo schianto della sua astronave, a come era stato costretto alla fuga...
I suoi pensieri furono interrotti da un familiare ronzio.
Sulla riva opposta c'era Janus che si esercitava con una lightsaber arancione, compiendo salti e giravolte e abbattendo mucchi di canne di palude.
Straniero, sorpreso, si arrampicò sulla riva e raccolse la sua lightsaber dal mucchio dei vestiti. Accarezzò per un attimo il manico intarsiato prima di accenderla, poi al suo tocco il raggio azzurro si materializzò, vibrante e pulsante di energia.
Janus lo stava osservando dalla riva opposta. Straniero riusciva a leggere lo stupore nei suoi occhi.
Si mossero contemporaneamente. Spiccarono tutti e due un salto verso il centro del fiume, le due saber si incontrarono a mezz'aria, scintillanti di energia.
Atterrarono entrambi in perfetto equilibrio sulla cima di delle canne di palude. Sotto di loro si stendeva il fiume.
Passando da una canna all'altra, le loro saber si incontrarono molte volte, non con l'intento di ferire o uccidere, ma con quello di vedere chi dei due fosse il più forte.
Il duello durò parecchi minuti, senza che nessuno dei due riuscisse a prevalere sull'altro.
Alla fine, quasi si fossero messi d'accordo, saltarono tutti e due verso il centro del fiume. Le loro lame si incontrarono un'ultima volta, e si agganciarono in un turbine di energia. Incapaci di proseguire il loro salto, caddero ancora agganciati nel fiume.
Le loro saber fumarono a contatto con l'acqua, poi si spensero. Ridendo, Janus e Straniero si aiutarono l'un l'antro a salire sulla riva del fiume.
Restarono per un bel po' di tempo seduti sulla riva a osservare le stelle, poi Straniero parlò: "Lo sai, mi hai sorpreso. Non ti credevo capace di usare una lightsaber. Tutti quei discorsi sulla guerra, sui jedi, sui sith..."
"Lo so. Se ti può consolare, neanch'io ti credevo capace di usare una saber." Janus fece una lunga pausa, poi aggiunse: "Mi sono divertito stanotte."
"Si, anche io. Possiamo rifarlo una di queste sere."
"Certo. Ti chiedo solo un favore."
"Tutto quello che vuoi."
"Non dire niente ad Alex e a Daniel."
ora vado a letto, ho sonno
postate pure i commenti... ma vi avverto niente discussioni o spam, sennò chiamo Darthalex e vi faccio castigare
"Caldo.... Tanto, troppo caldo...." Straniero si rivoltava nel suo letto di paglia, cercando di prendere sonno. Faceva caldo. Era notte, ma sembrava fosse pieno giorno su Tattoine. Si stava quasi sciogliendo.
"Un bagno fresco... ecco cosa ci vuole... il fiume...." Quasi incoscientemente si alzò, uscì dalla baracca che gli faceva da casa e si avviò verso il fiume. Arrivato sulla riva, si tolse tutti i vestiti, si infilò il costume da bagno e si tuffò nelle fresche acque.
"Ah, che refrigerio" mormorò estasiato.
Dopo un paio di minuti di nuotata, si stese sulla schiena e si mise a fare il morto. I suoi pensieri cominciarono a vagare. Pensò al tempo che aveva passato nel villaggio, allo schianto della sua astronave, a come era stato costretto alla fuga...
I suoi pensieri furono interrotti da un familiare ronzio.
Sulla riva opposta c'era Janus che si esercitava con una lightsaber arancione, compiendo salti e giravolte e abbattendo mucchi di canne di palude.
Straniero, sorpreso, si arrampicò sulla riva e raccolse la sua lightsaber dal mucchio dei vestiti. Accarezzò per un attimo il manico intarsiato prima di accenderla, poi al suo tocco il raggio azzurro si materializzò, vibrante e pulsante di energia.
Janus lo stava osservando dalla riva opposta. Straniero riusciva a leggere lo stupore nei suoi occhi.
Si mossero contemporaneamente. Spiccarono tutti e due un salto verso il centro del fiume, le due saber si incontrarono a mezz'aria, scintillanti di energia.
Atterrarono entrambi in perfetto equilibrio sulla cima di delle canne di palude. Sotto di loro si stendeva il fiume.
Passando da una canna all'altra, le loro saber si incontrarono molte volte, non con l'intento di ferire o uccidere, ma con quello di vedere chi dei due fosse il più forte.
Il duello durò parecchi minuti, senza che nessuno dei due riuscisse a prevalere sull'altro.
Alla fine, quasi si fossero messi d'accordo, saltarono tutti e due verso il centro del fiume. Le loro lame si incontrarono un'ultima volta, e si agganciarono in un turbine di energia. Incapaci di proseguire il loro salto, caddero ancora agganciati nel fiume.
Le loro saber fumarono a contatto con l'acqua, poi si spensero. Ridendo, Janus e Straniero si aiutarono l'un l'antro a salire sulla riva del fiume.
Restarono per un bel po' di tempo seduti sulla riva a osservare le stelle, poi Straniero parlò: "Lo sai, mi hai sorpreso. Non ti credevo capace di usare una lightsaber. Tutti quei discorsi sulla guerra, sui jedi, sui sith..."
"Lo so. Se ti può consolare, neanch'io ti credevo capace di usare una saber." Janus fece una lunga pausa, poi aggiunse: "Mi sono divertito stanotte."
"Si, anche io. Possiamo rifarlo una di queste sere."
"Certo. Ti chiedo solo un favore."
"Tutto quello che vuoi."
"Non dire niente ad Alex e a Daniel."
ora vado a letto, ho sonno
postate pure i commenti... ma vi avverto niente discussioni o spam, sennò chiamo Darthalex e vi faccio castigare
Non male tigrotto.
Puntata 4:
"Straniero! Svegliati, straniero!"
Straniero aprì gli occhi e si trovò davanti Alex.
"Nnnngh... Che c'è, Alex?"
"Mi manda lo zio. Ha detto che i soldati imperiali stanno tornando, e questa volta sono molti di più."
"Cosa? Stai scherzando?"
Alex fece cenno di no con la testa. "Dice anche che se riesci a raggiungere il bosco sei salvo. Corri!"
Straniero balzò in piedi dal letto, e si catapultò fuori dalla baracca in direzione del bosco. Alex lo guardò allontanarsi, poi si diresse verso la piazza del villaggio.
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"Salve, Janus" disse l'uomo incappucciato.
"Salve a te" rispose freddamente Janus. "Sono molto sorpreso di questa visita. A cosa devo l'onore?"
L'uomo incappucciato cominciò a camminare su e giù per la piazzola di atterraggio. Guardò Janus fisso negli occhi, poi fece un cenno con la mano. Immediatamente tutti i soldati imperiali circondarono Janus e alzarono i blaster.
"Avevi calcolato tutto, Janus" disse con voce crudele l'uomo incappucciato. "Tutto per non farmi scoprire il ricercato che nascondi nel tuo villaggio. Ma non hai calcolato che sono sospettoso di natura, e prima di atterrare ho rilevato le tracce termiche di tutte le persone a terra con i sensori della mia nave. E sai che ho scoperto, Janus?" la figura sorrise minacciosamente. "Ho scoperto che nel tuo villaggio abitano trentasette persone. Ora, se non ti dispiace, chiama tutti gli abitanti nella piazza, così faremo un rapido conteggio."
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"Trentaquattro... trentacinque... trentasei. Signore! Ci sono trentasei persone nel villaggio." disse il comandante delle truppe.
L'uomo incappucciato si voltò verso Janus, con un'espressione di trionfo sul volto.
"Bene." disse, con voce crudele. "Soldati, ne siete tutti testimoni. Il qui presente Janus, professione contadino, sta nascondendo nel suo villaggio un ricercato, e si rifiuta di consegnarlo." Si rivolse a Janus. "Ho distrutto interi pianeti per molto meno, Janus. Ma, visto che sei un semplice contadino, ho intenzione di essere più clemente con te."
L'uomo prese in mano un bastone di legno e lo mise sul fuoco che ardeva in mezzo allo spiazzo. Poi, con la torcia fiammeggiante in mano, si diresse verso la casa di Janus.
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Straniero era arrivato al limitare del bosco, quando vide una strana luce salire nella direzione del villaggio. Incuriosito, si avvicinò strisciando tra i campi. Arrivato al limitare del terreno coltivato, guardò fuori.
L'intero villaggio era in fiamme.
"No..."
Straniero sentì una rabbia fortissima montargli dentro, rabbia contro quegli imperiali che l'avevano costretto a fuggire da Coruscant, e che ora avevano bruciato il villaggio solo perchè Janus l'aveva aiutato...
"NO!"
Si slanciò fuori dal campo, avventandosi contro il primo imperiale che vide sulla sua strada. La sua arma si accese, e un arco di luce azzurra tranciò in due il soldato.
"Straniero, no!" urlò Janus, angosciato, ma Straniero sembrava non sentirlo. Gli imperiali cadevano uno sopra l'altro, orribilmente mutilati dalla furia della saber azzurra.
L'uomo incappucciato si fece avanti, e trasse dalle sue vesti un cilindro nero intarsiato d'argento. Un rapido tocco, e una mortale lama argentata si sprigionava da quel cilindro, per incontrarsi con quella di Straniero.
"Ci incontriamo di nuovo, 'Straniero'." disse il guerriero. "O forse preferisci che ti chiami con il tuo vero nome, Tawnos?"
"Tawnos?" Janus si fece avanti. "Sei davvero Tawnos il Sith, colui che ha ucciso metà dei membri del consiglio Jedi da solo?"
Straniero non sapeva cosa dire. "...si, sono io. Ma sono cambiato. Ho capito di essere in errore, che la lightsaber e la Forza non vanno usate per attaccare se non in casi estremi. Per questo mi hanno scacciato e inseguito fin qui da Coruscant."
"Per questo, devi pagare!" urlò l'uomo incappucciato, avventandosi contro Straniero. Il duello durò solo pochi secondi, tanto impegnò il guerriero a sbalzare la saber dalla mano di Tawnos.
"Non preoccuparti, non morirai ora. Ti devo riportare a Coruscant per giustiziarti in pubblico. Non sei fiero? Diventerai un esempio di quello che succede ai traditori." L'uomo si allontanò, e fene un cenno ai pochi soldati rimasti. "Prendetelo."
Subito quattro imperiali afferrarono Straniero/Tawnos per le braccia, mentre un quinto raccoglieva la sua saber. Salirono tutti su di una astronave, e partirono, lasciando due navicelle a terra per mancanza di piloti.
Janus le guardò scomparire nel cielo notturno.
bene, questa è la terzultima puntata
commentate pure, potete anche chiedere chiarimenti se qualche passaggio della storia non vi è chiaro.
[edit: corretto nn è la penultima puntata ma la terzultima]
"Straniero! Svegliati, straniero!"
Straniero aprì gli occhi e si trovò davanti Alex.
"Nnnngh... Che c'è, Alex?"
"Mi manda lo zio. Ha detto che i soldati imperiali stanno tornando, e questa volta sono molti di più."
"Cosa? Stai scherzando?"
Alex fece cenno di no con la testa. "Dice anche che se riesci a raggiungere il bosco sei salvo. Corri!"
Straniero balzò in piedi dal letto, e si catapultò fuori dalla baracca in direzione del bosco. Alex lo guardò allontanarsi, poi si diresse verso la piazza del villaggio.
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"Salve, Janus" disse l'uomo incappucciato.
"Salve a te" rispose freddamente Janus. "Sono molto sorpreso di questa visita. A cosa devo l'onore?"
L'uomo incappucciato cominciò a camminare su e giù per la piazzola di atterraggio. Guardò Janus fisso negli occhi, poi fece un cenno con la mano. Immediatamente tutti i soldati imperiali circondarono Janus e alzarono i blaster.
"Avevi calcolato tutto, Janus" disse con voce crudele l'uomo incappucciato. "Tutto per non farmi scoprire il ricercato che nascondi nel tuo villaggio. Ma non hai calcolato che sono sospettoso di natura, e prima di atterrare ho rilevato le tracce termiche di tutte le persone a terra con i sensori della mia nave. E sai che ho scoperto, Janus?" la figura sorrise minacciosamente. "Ho scoperto che nel tuo villaggio abitano trentasette persone. Ora, se non ti dispiace, chiama tutti gli abitanti nella piazza, così faremo un rapido conteggio."
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"Trentaquattro... trentacinque... trentasei. Signore! Ci sono trentasei persone nel villaggio." disse il comandante delle truppe.
L'uomo incappucciato si voltò verso Janus, con un'espressione di trionfo sul volto.
"Bene." disse, con voce crudele. "Soldati, ne siete tutti testimoni. Il qui presente Janus, professione contadino, sta nascondendo nel suo villaggio un ricercato, e si rifiuta di consegnarlo." Si rivolse a Janus. "Ho distrutto interi pianeti per molto meno, Janus. Ma, visto che sei un semplice contadino, ho intenzione di essere più clemente con te."
L'uomo prese in mano un bastone di legno e lo mise sul fuoco che ardeva in mezzo allo spiazzo. Poi, con la torcia fiammeggiante in mano, si diresse verso la casa di Janus.
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Straniero era arrivato al limitare del bosco, quando vide una strana luce salire nella direzione del villaggio. Incuriosito, si avvicinò strisciando tra i campi. Arrivato al limitare del terreno coltivato, guardò fuori.
L'intero villaggio era in fiamme.
"No..."
Straniero sentì una rabbia fortissima montargli dentro, rabbia contro quegli imperiali che l'avevano costretto a fuggire da Coruscant, e che ora avevano bruciato il villaggio solo perchè Janus l'aveva aiutato...
"NO!"
Si slanciò fuori dal campo, avventandosi contro il primo imperiale che vide sulla sua strada. La sua arma si accese, e un arco di luce azzurra tranciò in due il soldato.
"Straniero, no!" urlò Janus, angosciato, ma Straniero sembrava non sentirlo. Gli imperiali cadevano uno sopra l'altro, orribilmente mutilati dalla furia della saber azzurra.
L'uomo incappucciato si fece avanti, e trasse dalle sue vesti un cilindro nero intarsiato d'argento. Un rapido tocco, e una mortale lama argentata si sprigionava da quel cilindro, per incontrarsi con quella di Straniero.
"Ci incontriamo di nuovo, 'Straniero'." disse il guerriero. "O forse preferisci che ti chiami con il tuo vero nome, Tawnos?"
"Tawnos?" Janus si fece avanti. "Sei davvero Tawnos il Sith, colui che ha ucciso metà dei membri del consiglio Jedi da solo?"
Straniero non sapeva cosa dire. "...si, sono io. Ma sono cambiato. Ho capito di essere in errore, che la lightsaber e la Forza non vanno usate per attaccare se non in casi estremi. Per questo mi hanno scacciato e inseguito fin qui da Coruscant."
"Per questo, devi pagare!" urlò l'uomo incappucciato, avventandosi contro Straniero. Il duello durò solo pochi secondi, tanto impegnò il guerriero a sbalzare la saber dalla mano di Tawnos.
"Non preoccuparti, non morirai ora. Ti devo riportare a Coruscant per giustiziarti in pubblico. Non sei fiero? Diventerai un esempio di quello che succede ai traditori." L'uomo si allontanò, e fene un cenno ai pochi soldati rimasti. "Prendetelo."
Subito quattro imperiali afferrarono Straniero/Tawnos per le braccia, mentre un quinto raccoglieva la sua saber. Salirono tutti su di una astronave, e partirono, lasciando due navicelle a terra per mancanza di piloti.
Janus le guardò scomparire nel cielo notturno.
bene, questa è la terzultima puntata
commentate pure, potete anche chiedere chiarimenti se qualche passaggio della storia non vi è chiaro.
[edit: corretto nn è la penultima puntata ma la terzultima]
Daii spicciati voglio vedere come và a finire!
(Ma queste storie non si possono riprodurre con il motore grafico del gioco?
(Ma queste storie non si possono riprodurre con il motore grafico del gioco?
k mi hai convinto....
penultima puntata:
"Si è salvato qualcosa?" chiese Janus.
"No, niente." Marcus appariva sconsolato.
Ci fu una pausa di silenzio, mentre i due sedevano sulle macerie del villaggio. Alex e Daniel stavano scavando nelle ceneri poco più in là, nella speranza di ricuperare qualcosa.
Janus li guardò. Da quando la loro madre era morta lui era stato come un padre per loro, ma Alex e Daniel non sapevano niente del suo passato.
Era il momento di dirgli tutta la verità.
"Alex, Daniel, venite qui per favore."
"Arriviamo, zio."
Si sederono il più comodamente possibile in mezzo alle rovine fumanti, e Janus cominciò la tua storia.
"Sapete cosa sono i jedi?" chiese, ricevendo risposta positiva dai due nipoti. "Bene. Io una volta ero un jedi. Uno dei migliori. Ero molto temuto sia dai miei nemici che dai miei alleati. Mi chiamavano 'la tigre nella notte', un soprannome molto famoso."
"TU eri la tigre nella notte, zio Janus?" lo interruppe Daniel.
"Certo" disse Marcus. "Io ero il suo padawan."
"E perchè hai smesso di combattere?" domandò Alex.
"Adesso ci arrivo. Dovete sapere che, come uno dei jedi migliori, mi venivano affidati vari tipi di missioni. Aiutare l'evacquazione di una colonia in pericolo e cose del genere, ma anche compiti molto meno gradevoli, alcuni dei quali prevedevano l'assassinio. Io, fedele al mio dovere, compivo tutto quello che mi ordinavano, anche se non era di mio gradimento."
Lo sguardo di Janus si fece scuro. "Ma un giorno mi fu ordinato di prendere parte in una guerra. Era una brutta guerra, come tutte del resto. Molti innocenti potevano rimanere uccisi, e molti lo erano già stati. Non volevo avere sulle spalle il peso di tutte quelle vite, e quindi fuggii. Scappai dalla battaglia, e per questo fui cacciato con disonore dall'ordine dei jedi. Mi ritirai su questo pianeta sperduto, giurando di non avere più niente a che fare con qualsiasi cosa accadesse al di fuori del villaggio. Non sono intervenuto quando la guerra raggiunse il culmine, causando la distruzione di un sistema stellare e la morte di miliardi di persone. Non sono intervenuto quando i sith massacrarono il consiglio jedi. Non sono intervenuto quando una bomba piazzata al senato ha spazzato via la democrazia dalla galassia. Non sono intervenuto quando il jedi più forte di tutti, il mio maestro, l'uomo incappucciato che avete visto ieri, ha preso il potere e si è autoproclamato imperatore. Non sono intervenuto quando ha sterminato i jedi, risparmiando solo me perchè inoffensivo."
Gli occhi di Janus erano pieni di rabbia. "Ma adesso... adesso si è superato ogni limite."
"Marcus, conservi ancora la mia tuta da combattimento?"
fine penultima puntata, ora non so se lasciarvi in sospeso per uno o due giorni oppure scrivere subito il finale....
penultima puntata:
"Si è salvato qualcosa?" chiese Janus.
"No, niente." Marcus appariva sconsolato.
Ci fu una pausa di silenzio, mentre i due sedevano sulle macerie del villaggio. Alex e Daniel stavano scavando nelle ceneri poco più in là, nella speranza di ricuperare qualcosa.
Janus li guardò. Da quando la loro madre era morta lui era stato come un padre per loro, ma Alex e Daniel non sapevano niente del suo passato.
Era il momento di dirgli tutta la verità.
"Alex, Daniel, venite qui per favore."
"Arriviamo, zio."
Si sederono il più comodamente possibile in mezzo alle rovine fumanti, e Janus cominciò la tua storia.
"Sapete cosa sono i jedi?" chiese, ricevendo risposta positiva dai due nipoti. "Bene. Io una volta ero un jedi. Uno dei migliori. Ero molto temuto sia dai miei nemici che dai miei alleati. Mi chiamavano 'la tigre nella notte', un soprannome molto famoso."
"TU eri la tigre nella notte, zio Janus?" lo interruppe Daniel.
"Certo" disse Marcus. "Io ero il suo padawan."
"E perchè hai smesso di combattere?" domandò Alex.
"Adesso ci arrivo. Dovete sapere che, come uno dei jedi migliori, mi venivano affidati vari tipi di missioni. Aiutare l'evacquazione di una colonia in pericolo e cose del genere, ma anche compiti molto meno gradevoli, alcuni dei quali prevedevano l'assassinio. Io, fedele al mio dovere, compivo tutto quello che mi ordinavano, anche se non era di mio gradimento."
Lo sguardo di Janus si fece scuro. "Ma un giorno mi fu ordinato di prendere parte in una guerra. Era una brutta guerra, come tutte del resto. Molti innocenti potevano rimanere uccisi, e molti lo erano già stati. Non volevo avere sulle spalle il peso di tutte quelle vite, e quindi fuggii. Scappai dalla battaglia, e per questo fui cacciato con disonore dall'ordine dei jedi. Mi ritirai su questo pianeta sperduto, giurando di non avere più niente a che fare con qualsiasi cosa accadesse al di fuori del villaggio. Non sono intervenuto quando la guerra raggiunse il culmine, causando la distruzione di un sistema stellare e la morte di miliardi di persone. Non sono intervenuto quando i sith massacrarono il consiglio jedi. Non sono intervenuto quando una bomba piazzata al senato ha spazzato via la democrazia dalla galassia. Non sono intervenuto quando il jedi più forte di tutti, il mio maestro, l'uomo incappucciato che avete visto ieri, ha preso il potere e si è autoproclamato imperatore. Non sono intervenuto quando ha sterminato i jedi, risparmiando solo me perchè inoffensivo."
Gli occhi di Janus erano pieni di rabbia. "Ma adesso... adesso si è superato ogni limite."
"Marcus, conservi ancora la mia tuta da combattimento?"
fine penultima puntata, ora non so se lasciarvi in sospeso per uno o due giorni oppure scrivere subito il finale....
Finale? Di già?? ALLUNGAAAA
Dai dai ti prego, poi puddino fà il filmino col motore di JK2 ok? daiiiiii
Dai dai ti prego, poi puddino fà il filmino col motore di JK2 ok? daiiiiii
se volete, appena prendo jk2, giriamo un filmato (se le demo funzionano come halflife) e lo montiamo tipo film
welaz lettori
adesso scrivo la (forse) ultima puntata. dico forse xke nono ho deciso se spezzarla in 2 oppure postarla tutta in un colpo. cmq mi sta già venendo l'ispirazione per il seguito, nn temete
Dalla finestra poteva vedere il patibolo.
Approntato in pochissimo tempo, era stato eretto prorpio davanti alla cella di Straniero/Tawnos, probabilmente con l'intenzione di intimorirlo e costringerlo a chiedere pietà.
Da due giorni languiva ormai in quella cella nel palazzo imperiale a Coruscant, sorvegliato notte e giorno dalle guardie del corpo dell'imperatore: un gruppo di sith.
Lui li conosceva bene, visto che era stato uno di loro. Erano circa una cinquantina, ma addestrati male e troppo rapidamente. Se solo avesse avuto la sua lightsaber sarebbe riuscito ad evadere senza problemi, ma al momento era nelle mani degli imperiali.
Non poteva fare altro che attendere l'esecuzione, sperando che gli capitasse un'occasione per fuggire durante la cerimonia.
+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+
Lo spiazzo davanti al palazzo imperiale, di solito vuoto, pullulava di spettatori, in attesa dell'imminente esecuzione. Più di un quarto della popolazione di Coruscant era in quella immensa piazza, e tramite le telecamere olografiche l'evento sarebbe stato trasmesso in tutta la galassia. Tutti avrebbero visto cosa succedeva a chi tradiva l'Impero.
Dopo diverse ore di attesa, finalmente la cerimoia cominciò.
Il prigioniero fu portato fuori sulla pedana rialzata, incatenato mani e piedi. Lottando per liberarsi, Tawnos venne trascinato verso il ceppo per la decapitazione. Fu legato su di esso, e le catene gli vennero tolte. Solo un cavo di metallo lo teneva in posizione, con una guancia appoggiata su di un freddo blocco di metallo pesante diverse tonnellate.
L'Imperatore camminò fuori dalla porta del palazzo, con indosso la tunica cerimoniale. In mano teneva la lightsaber di Tawnos.
"Popolo della galassia" annunciò con una voce amplificata da altoparlanti nascosti. "Siamo qui oggi per porre fine alla vita di Tawnos, un criminale e un traditore. L'esecuzione, come da rituale, comincerà con la distruzione della sua lightsaber."
Appoggiò l'arma su di un ceppo di metallo, uguale a quello a cui era legato Tawnos.
L'imperatore sollevò una mazza, e la folla cadde nel silenzio.
"Ora io distruggo quest'arma, secondo i principi della giustizia!" proclamò.
"Dell'ingiustizia, vorrai dire!" urlò una voce nella folla.
"CHI HA OSATO?" tuonò l'imperatore.
La folla si diradò in un punto, formando un cerchio attorno a un uomo la cui faccia era coperta da un cappuccio. Una mossa rapida, e il mantello della figura cadeva a terra, rivelando una tuta da combattimento jedi.
"Janus!" la voce dell'imperatore era piena di sorpresa. "Tu qui?"
Janus si mosse verso il palco delle esecuzioni, e con un movimento fluido ci saltò sopra.
"Fammi un favore, 'imperatore'..." disse con voce roca. "Chiamami Tigre nella notte!"
Detto questo, sollevò una mano e la lightsaber di Tawnos ci volò dentro, come attratta da una calamita invisibile. La accese, e si fece strada verso il ceppo a cui era legato il suo amico.
Un colpo rapido, e Tawnos era libero.
"Questa ti sarà utile" disse Janus, tirandogli la lightsaber blu ancora accesa. Tawnos la prese al volo, e si voltò falciando due sith nel movimento. Questione di secondi, e la saber arancio di Janus splendeva alta, colpendo i sith senza pietà.
"Uccideteli! Non lasciateli fuggire!" urlò l'imperatore.
"Fuggire? E chi ha intenzione di fuggire?" disse Janus. "Il tuo impero del terrore finisce qui e oggi, maestro."
+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+
Fu una battaglia come non se ne erano mai viste. Due compagni, da soli, tenevano indietro le guardie imperiali con parate e affondi.
L'imperatore si era ritirato nelle sue stanze, convinto che i suoi sith sarebbero bastati a fermare Tawnos e Janus. I due però non sembravano impensieriti dalla forza dei sith quanto dal loro numero.
Con un'abile mossa, Tawnos sbalzò la saber di mano a un sith, che cadde in mezzo alla folla.
Continuarono a combattere, ma i sith erano troppo numerosi. Li spinsero sempre di più verso le immense porte del palazzo imperiale, dove si trovarono con le spalle al muro.
"Arrendetevi! Non avete scampo!" urlò il capitano dei sith.
"Oh, no." rispose una voce dietro di loro. I sith si voltarono, e si trovarono davanti a Marcus, con una lightsaber dorata in mano.
Dietro di lui, il popolo di Coruscant avanzava minacciosamente.
"Ne abbiamo abbastanza di questo regime del terrore!" gridò una donna nella folla.
"Ha ragione! Abbasso l'Impero!" riprese una voce maschile.
I sith si guardarono l'un l'altro. Erano rimasti una ventina circa, ma anche così non potevano sperare di affrontare un pianeta da soli. Uno ad uno abbassarono le spade e le gettarono per terra.
"Ottimo lavoro, Marcus." disse Janus. "Resta qui ad assicurarti che tutto vada bene." Fece un momento di pausa, poi riprese: "Tawnos, vieni con me. Dobbiamo trovare l'imperatore. E' l'ora della resa dei conti."
+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+
"Fermo!" urlò Tawnos.
Stavano inseguedo l'imperatore nei corridoi del palazzo imperiale. Già diverse decine di minuti prima lo avevano scoperto intento a preparare una nave per la partenza. L'imperatore non aveva potuto far altro che scappare, ma Janus e Tawnos lo avevano inseguito.
L'imperatore svoltò in una stanza, e la porta si chiuse dietro di lui.
Tawnos e Janus non furono minimamente rallentati da quell'ostacolo, che abbatterono con le lightsaber riducendolo a una massa di metallo fuso.
Entrati nella stanza, si accorsero di trovarsi in una specie di arena, circondata da vetrate che davano sulla città e di forma circolare.
L'imperatore era fermo in mezzo all'arena, la sua arma pulsante di energia argentata stretta in mano.
Janus si schiarì la voce e disse: "Arrenditi. Il palazzo è circondato da una folla inferocita che certamente non ti lascierà scappare. La disfatta dei tuoi sith è stata vista in tutta la galassia, grazie alle olocamere piazzate per seguire l'esecuzione. Sono sicuro che, mentre parliamo, c'è una rivoluzione in corso. Tutti si stanno ribellando al tuo regime."
"Lo so benissimo." rispose l'imperatore. "So anche che questo è lo scontro finale. Il maestro contro i due allievi."
"Se vuoi che sia lo scontro finale, ti accontenteremo." rispose Tawnos.
Come a un segnale stabilito, i due balzarono in avanti. L'imperatore rimase fermo sul posto, aspettando l'attacco dei due avversari. All'ultimo momento alzò la saber, parando i due attacchi con un unico movimento fluido del braccio.
Il duello si spostò sempre di più verso il centro dell'arena, con due saber arancio e blu che attaccavano e una argentata che difendeva. Colpi si sostituivano ai colpi, ma l'imperatore non sembrava risentire degli attacchi dei due jedi.
"Dovete ancora allenarvi molto per essere alla mia altezza, se questo è il massimo che sapete fare" disse, e passò al contrattacco. Colpiva velocemente, costringendo i due jedi a indietreggiare verso le vetrate.
Improvvisamente, l'imperatore cambiò la sua posizione di attacco e si lanciò contro Tawnos. Tawnos cercò di difendersi, ma la lama dell'imperatore tranciò la parte superiore della sua spada, facendola diventare un mucchio di componenti fusi. Continuando il suo attacco, l'imperatore colpì Tawnos in fronte con l'impugnatura della saber, facendolo collassare a terra privo di sensi.
Subito rivolse la sua attenzione a Janus, attaccandolo senza pietà. Non passarono neanche due minuti, e Janus era con la schiena premuta contro una vetrata, difendendosi si difendeva disperatamente. L'imperatore diede un ultimo colpo, e la vetrata si infranse, facendo turbinare l'arma di Janus nel vuoto, fino a che non cadde sulla pavimentazione della piazza, un centinaio di metri più sotto.
"Ho vinto io, Janus" disse l'imperatore ridendo, e sollevò la lightsaber per dare l'ultimo colpo, il colpo di grazia.
Janus non pensò neanche a quello che fece. Mentre la mortale lama di energia calava, afferrò il braccio del suo vecchio maestro, gli mise uno stivale sullo stomaco e usò la sua potenza fisica e la Forza per scagliarlo fuori dalla vetrata.
L'imperatore lanciò un urlo terribile mentre precipitava, sfracellandosi sulla pavimentazione della piazza cento metri più sotto. Janus, dalla sua posizione, vide una macchia rossa allargarsi da sotto il cadavere di quello che un tempo era stato il migliore dei jedi. Disgustato, distolse lo sguardo.
+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+
"Bene, sembra che abbiamo vinto." disse Tawnos, appena ebbe ripreso conoscenza.
"Si, abbiamo vinto." rispose Janus.
Ci fu un momento di silenzio, lungo un'eternità, mentre i due amici guardavano fuori dalla vetrata infranta. Poi Janus riprese a parlare.
"Tawnos, ho deciso di prendermi carico delle mie responsabilità, di prendere il posto dell'imperatore al comando della galassia finchè non si sarà formato un nuovo senato. Speravo che tu volessi aiutarmi."
Tawnos era sorpreso. "Ma, lo sai che non potrai fidarti di me? Sono stato un Sith, e non so se e quando il Lato Oscuro potrà riprendere il controllo della mia vita."
"Non importa, mi fido di te."
"Questo mi basta. E ora forza, andiamo, mi sembra di vedere che laggiù si preparano a festeggiarci. Non facciamoli attendere."
Appena uscirono dal palazzo, infatti, furono sommersi da una marea di gente urlante, presi di peso e portati in trionfo in giro per Coruscant. Tutti volevano ringraziarli per averli salvati dall'incubo dell'impero.
Tutti erano felici. La galassia era libera. Il lato oscuro era stato sconfitto.
E tutto grazie a un contadino e a un sith.
bene... FINE.
non disperatevi sto già lavorando al seguito
adesso scrivo la (forse) ultima puntata. dico forse xke nono ho deciso se spezzarla in 2 oppure postarla tutta in un colpo. cmq mi sta già venendo l'ispirazione per il seguito, nn temete
Dalla finestra poteva vedere il patibolo.
Approntato in pochissimo tempo, era stato eretto prorpio davanti alla cella di Straniero/Tawnos, probabilmente con l'intenzione di intimorirlo e costringerlo a chiedere pietà.
Da due giorni languiva ormai in quella cella nel palazzo imperiale a Coruscant, sorvegliato notte e giorno dalle guardie del corpo dell'imperatore: un gruppo di sith.
Lui li conosceva bene, visto che era stato uno di loro. Erano circa una cinquantina, ma addestrati male e troppo rapidamente. Se solo avesse avuto la sua lightsaber sarebbe riuscito ad evadere senza problemi, ma al momento era nelle mani degli imperiali.
Non poteva fare altro che attendere l'esecuzione, sperando che gli capitasse un'occasione per fuggire durante la cerimonia.
+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+
Lo spiazzo davanti al palazzo imperiale, di solito vuoto, pullulava di spettatori, in attesa dell'imminente esecuzione. Più di un quarto della popolazione di Coruscant era in quella immensa piazza, e tramite le telecamere olografiche l'evento sarebbe stato trasmesso in tutta la galassia. Tutti avrebbero visto cosa succedeva a chi tradiva l'Impero.
Dopo diverse ore di attesa, finalmente la cerimoia cominciò.
Il prigioniero fu portato fuori sulla pedana rialzata, incatenato mani e piedi. Lottando per liberarsi, Tawnos venne trascinato verso il ceppo per la decapitazione. Fu legato su di esso, e le catene gli vennero tolte. Solo un cavo di metallo lo teneva in posizione, con una guancia appoggiata su di un freddo blocco di metallo pesante diverse tonnellate.
L'Imperatore camminò fuori dalla porta del palazzo, con indosso la tunica cerimoniale. In mano teneva la lightsaber di Tawnos.
"Popolo della galassia" annunciò con una voce amplificata da altoparlanti nascosti. "Siamo qui oggi per porre fine alla vita di Tawnos, un criminale e un traditore. L'esecuzione, come da rituale, comincerà con la distruzione della sua lightsaber."
Appoggiò l'arma su di un ceppo di metallo, uguale a quello a cui era legato Tawnos.
L'imperatore sollevò una mazza, e la folla cadde nel silenzio.
"Ora io distruggo quest'arma, secondo i principi della giustizia!" proclamò.
"Dell'ingiustizia, vorrai dire!" urlò una voce nella folla.
"CHI HA OSATO?" tuonò l'imperatore.
La folla si diradò in un punto, formando un cerchio attorno a un uomo la cui faccia era coperta da un cappuccio. Una mossa rapida, e il mantello della figura cadeva a terra, rivelando una tuta da combattimento jedi.
"Janus!" la voce dell'imperatore era piena di sorpresa. "Tu qui?"
Janus si mosse verso il palco delle esecuzioni, e con un movimento fluido ci saltò sopra.
"Fammi un favore, 'imperatore'..." disse con voce roca. "Chiamami Tigre nella notte!"
Detto questo, sollevò una mano e la lightsaber di Tawnos ci volò dentro, come attratta da una calamita invisibile. La accese, e si fece strada verso il ceppo a cui era legato il suo amico.
Un colpo rapido, e Tawnos era libero.
"Questa ti sarà utile" disse Janus, tirandogli la lightsaber blu ancora accesa. Tawnos la prese al volo, e si voltò falciando due sith nel movimento. Questione di secondi, e la saber arancio di Janus splendeva alta, colpendo i sith senza pietà.
"Uccideteli! Non lasciateli fuggire!" urlò l'imperatore.
"Fuggire? E chi ha intenzione di fuggire?" disse Janus. "Il tuo impero del terrore finisce qui e oggi, maestro."
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Fu una battaglia come non se ne erano mai viste. Due compagni, da soli, tenevano indietro le guardie imperiali con parate e affondi.
L'imperatore si era ritirato nelle sue stanze, convinto che i suoi sith sarebbero bastati a fermare Tawnos e Janus. I due però non sembravano impensieriti dalla forza dei sith quanto dal loro numero.
Con un'abile mossa, Tawnos sbalzò la saber di mano a un sith, che cadde in mezzo alla folla.
Continuarono a combattere, ma i sith erano troppo numerosi. Li spinsero sempre di più verso le immense porte del palazzo imperiale, dove si trovarono con le spalle al muro.
"Arrendetevi! Non avete scampo!" urlò il capitano dei sith.
"Oh, no." rispose una voce dietro di loro. I sith si voltarono, e si trovarono davanti a Marcus, con una lightsaber dorata in mano.
Dietro di lui, il popolo di Coruscant avanzava minacciosamente.
"Ne abbiamo abbastanza di questo regime del terrore!" gridò una donna nella folla.
"Ha ragione! Abbasso l'Impero!" riprese una voce maschile.
I sith si guardarono l'un l'altro. Erano rimasti una ventina circa, ma anche così non potevano sperare di affrontare un pianeta da soli. Uno ad uno abbassarono le spade e le gettarono per terra.
"Ottimo lavoro, Marcus." disse Janus. "Resta qui ad assicurarti che tutto vada bene." Fece un momento di pausa, poi riprese: "Tawnos, vieni con me. Dobbiamo trovare l'imperatore. E' l'ora della resa dei conti."
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"Fermo!" urlò Tawnos.
Stavano inseguedo l'imperatore nei corridoi del palazzo imperiale. Già diverse decine di minuti prima lo avevano scoperto intento a preparare una nave per la partenza. L'imperatore non aveva potuto far altro che scappare, ma Janus e Tawnos lo avevano inseguito.
L'imperatore svoltò in una stanza, e la porta si chiuse dietro di lui.
Tawnos e Janus non furono minimamente rallentati da quell'ostacolo, che abbatterono con le lightsaber riducendolo a una massa di metallo fuso.
Entrati nella stanza, si accorsero di trovarsi in una specie di arena, circondata da vetrate che davano sulla città e di forma circolare.
L'imperatore era fermo in mezzo all'arena, la sua arma pulsante di energia argentata stretta in mano.
Janus si schiarì la voce e disse: "Arrenditi. Il palazzo è circondato da una folla inferocita che certamente non ti lascierà scappare. La disfatta dei tuoi sith è stata vista in tutta la galassia, grazie alle olocamere piazzate per seguire l'esecuzione. Sono sicuro che, mentre parliamo, c'è una rivoluzione in corso. Tutti si stanno ribellando al tuo regime."
"Lo so benissimo." rispose l'imperatore. "So anche che questo è lo scontro finale. Il maestro contro i due allievi."
"Se vuoi che sia lo scontro finale, ti accontenteremo." rispose Tawnos.
Come a un segnale stabilito, i due balzarono in avanti. L'imperatore rimase fermo sul posto, aspettando l'attacco dei due avversari. All'ultimo momento alzò la saber, parando i due attacchi con un unico movimento fluido del braccio.
Il duello si spostò sempre di più verso il centro dell'arena, con due saber arancio e blu che attaccavano e una argentata che difendeva. Colpi si sostituivano ai colpi, ma l'imperatore non sembrava risentire degli attacchi dei due jedi.
"Dovete ancora allenarvi molto per essere alla mia altezza, se questo è il massimo che sapete fare" disse, e passò al contrattacco. Colpiva velocemente, costringendo i due jedi a indietreggiare verso le vetrate.
Improvvisamente, l'imperatore cambiò la sua posizione di attacco e si lanciò contro Tawnos. Tawnos cercò di difendersi, ma la lama dell'imperatore tranciò la parte superiore della sua spada, facendola diventare un mucchio di componenti fusi. Continuando il suo attacco, l'imperatore colpì Tawnos in fronte con l'impugnatura della saber, facendolo collassare a terra privo di sensi.
Subito rivolse la sua attenzione a Janus, attaccandolo senza pietà. Non passarono neanche due minuti, e Janus era con la schiena premuta contro una vetrata, difendendosi si difendeva disperatamente. L'imperatore diede un ultimo colpo, e la vetrata si infranse, facendo turbinare l'arma di Janus nel vuoto, fino a che non cadde sulla pavimentazione della piazza, un centinaio di metri più sotto.
"Ho vinto io, Janus" disse l'imperatore ridendo, e sollevò la lightsaber per dare l'ultimo colpo, il colpo di grazia.
Janus non pensò neanche a quello che fece. Mentre la mortale lama di energia calava, afferrò il braccio del suo vecchio maestro, gli mise uno stivale sullo stomaco e usò la sua potenza fisica e la Forza per scagliarlo fuori dalla vetrata.
L'imperatore lanciò un urlo terribile mentre precipitava, sfracellandosi sulla pavimentazione della piazza cento metri più sotto. Janus, dalla sua posizione, vide una macchia rossa allargarsi da sotto il cadavere di quello che un tempo era stato il migliore dei jedi. Disgustato, distolse lo sguardo.
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"Bene, sembra che abbiamo vinto." disse Tawnos, appena ebbe ripreso conoscenza.
"Si, abbiamo vinto." rispose Janus.
Ci fu un momento di silenzio, lungo un'eternità, mentre i due amici guardavano fuori dalla vetrata infranta. Poi Janus riprese a parlare.
"Tawnos, ho deciso di prendermi carico delle mie responsabilità, di prendere il posto dell'imperatore al comando della galassia finchè non si sarà formato un nuovo senato. Speravo che tu volessi aiutarmi."
Tawnos era sorpreso. "Ma, lo sai che non potrai fidarti di me? Sono stato un Sith, e non so se e quando il Lato Oscuro potrà riprendere il controllo della mia vita."
"Non importa, mi fido di te."
"Questo mi basta. E ora forza, andiamo, mi sembra di vedere che laggiù si preparano a festeggiarci. Non facciamoli attendere."
Appena uscirono dal palazzo, infatti, furono sommersi da una marea di gente urlante, presi di peso e portati in trionfo in giro per Coruscant. Tutti volevano ringraziarli per averli salvati dall'incubo dell'impero.
Tutti erano felici. La galassia era libera. Il lato oscuro era stato sconfitto.
E tutto grazie a un contadino e a un sith.
bene... FINE.
non disperatevi sto già lavorando al seguito
stupendo!!!!!!!!
:cool2:
SIGH, SNIFF ....ADORO I LIETO FINE..SIGH
edit: ricordati di schiacciare edit e non quote, ricordati di schiacciare edit e non quote, ricordati di schiacciare edit e non quote, ricordati di schiacciare edit e non quote, ricordati di schiacciare edit e non quote....