*Ho guardato tutto il sondaggio e mi dà l'impressione che ci sia proprio un approccio sbagliato e ignorante al problema.
Stare online è ormai parte integrante delle nostre vite, oserei dire fondamentale almeno quanto l'automobile, il telefono, il riscaldamento o la corrente elettrica, l'impressione che mi dà il sondaggio è che internet sia percepito come una entità aliena che al massimo può essere un hobby pericoloso. C'è un macello di gente che "sta online" per studiare e lavorare, "stare online" è come stare fuori casa, può essere di tutto. Individuate attività specifiche o dei "luoghi virtuali", giocare, comunicare, studio, lavoro, cazzeggio, come minimo...
Pretendere di capire il fenomeno della dipendenza senza un approccio organico alla vita dell'individuo, è ridicola.
Il sondaggio sembra tarato per persone che hanno una dipendenza forte, passa il messaggio: giochi -> hai una dipendenza, e infatti le domande sembrano partire dall'assunto che hai un certo tipo di problemi... a che campione statistico mirate?
Per una persona che non ha dipendenza non c'è una domanda che abbia senso, e io, che credo di aver abusato grandemente del videogioco in un certo periodo della mia vita, pensando al passato non penso comunque siano le domande giuste...
Il sondaggio mi sembra una specie di studio sulla sintomatologia della dipendenza di questo generico "online" e questo generico "multiplayer", quando è ben noto che è la dipendenza stessa sintomo di altri problemi, alcuni endemici della nostra società (alienazione, solitudine, mancanza di appartenenza, frammentazione identitaria, tanto per dire qualche cosa a caso), e sono questi problemi quelli che vanno affrontati, anzi spesso il videogioco è medicina rispetto a queste sofferenze, e non credo di dire una cazzata affermando che per alcuni soggetti privare la persona di questa ancora di salvezza significa condannarla all'abuso di sostanze (droghe o psicofarmaci che sia), fenomeno molto più pericoloso.
C'è questa assurda percezione da chi non conosce i media in oggetto, che siano i videogiochi a ridurre le persone in questo stato (in soldoni "era normale poi ha cominciato a giocare..."), quando in realtà è la situazione esterna che induce la persona ad aggrapparsi ai videogiochi e alle online communities come unico scopo di vita.
Poi certo molti videogiochi favoriscono la dipendenza by design (vedi i vari MMO, e vedi i vecchi browser game e i giochini di facebook, il cui unico aspetto di valore è la community, perché le meccaniche sono pensate per tenerti online e spillarti i soldi), ma il problema principale non è qui.