IL DILEMMA DI UN ROSSO

Caro Beppe, un bel dilemmone ...

Cercando di rispondere al quesito originale ti dico quello che penso.

E' chiaro che, se sei di sinistra, ritieni che globalmente le persone che militano nel centro destra non ti rappresentino. Come media statistica, intendo. Poi sono possibili eccezioni come quella del tuo amico.

Votando il tuo amico ottieni due effetti contemporaneamente:
- da un lato un'effetto positivo immediato e locale (mandare in circoscrizione una persona che stimi e di cui sei sicuro che opererà secondo idee vicine alle tue);
- dall'altro, dando un voto a Forza Italia, rafforzi il centro destra e quindi, indirettamente, mandi al potere anche tutte quelle persone che sicuramente non ti rappresentano (che, ripeto, essendo tu di sinistra, sono per te la maggioranza).

Quanto sopra è indirizzato non tanto a te, Beppe, che, ne sono certo, ben conosci il problema, quanto a coloro che insistono sull'importanza di votare la persona, indipendentemente dal partito.

Votando una specifica persona per una determinata carica ed un determinato luogo, indirettamente si votano TUTTE le persone che fanno parte dello stesso partito. Queste ultime, non possono che essere in maggioranza persone in cui non ci si riconosce (altrimenti si sarebbe di centro-destra e non di centro-sinistra o viceversa ).

Qual'è il male peggiore?
La questione è soggettiva, ovviamente.
Per me il male peggiore è l'effetto indiretto.

Ci sono poi un'altro paio di considerazioni da fare.

La prima è la questione affettiva, di rapporto fra te e l'amico. Qui ovviamente, nessuno tranne te può avere un'opinione precisa.

La seconda riguarda la possibilità di influenzare, non votandolo, non solo le possibilità di vittoria del centro-destra, ma anche le dinamiche interne al centro-destra stesso, in particolare Forza Italia.

Mi pare di capire che uno degli elementi che hanno messo fortemente in difficoltà il tuo amico sia costituito dal confronto interno con Forza Italia. Per quel che mi riguarda, considero tale atteggiamento (quello del partito azienda, che non ricerca il dialogo neanche, anzi soprattutto, al proprio interno) come uno dei meno "corretti" nel vivere politico (vedi nota).

Se il tuo amico dovesse essere riconfermato potrebbe forse vincere la battaglia interna, ma non riuscirebbe a passare un messaggio corretto all'esterno.

Al contrario, se se ne andasse sbattendo la porta darebbe un chiaro messaggio all'esterno, agli elettori.

Riassumendo, io non lo voterei. Cercherei di convincerlo che cambiare lato non è essere un voltabandiera ma una decisione di coscienza (che ci resta a fare in FI se è in disaccordo?). Anzi cercherei di convincerlo ad andarsene facendo rumore, portando allo scoperto le contraddizioni interne che lo spingono a tale gesto.

Baci, Palta.

[nota]: simili dinamiche avvengono in tutti i partiti, inutile negarlo. Il PCI di vent'anni fa ne era un esempio classico, ed anche la scelta del candidato sindaco di Bologna alle ultime elezioni rientra in tale tipo di atteggiamento (che ci ha fatto perdere la roccaforte, cazzo! ).
Forza Italia, però, è l'unica che assume tale atteggiamento non come una devianza inevitabile da una linea corretta ma come principio guida. Il che è decisamente contrario ai miei principi.
Una piccola osservazione sulla polemica iniziale fra Yuri e Nemo.

In effetti, Nemo, la tua risposta c'entrava pochino col topic iniziale ...
Si, ma volevo porre l'accento sulla stessa contraddizione a cui hai fatto meglio riferimento tu.
Pensavo che il dire che sono per il maggioritario facesse capire senza dilungarmi tanto. . Evidentemente ho sbagliato.
Anche qui a Napoli abbiamo candidata a sindaco la Jervolino .
Ma intanto per chi devo votare? Per Martusicello? Uno che non è mai entrato nella stanza dei baroni? Meno male che in FI c'è la meritocrazia!