Sto veramente giù per le vicessitudini famigliari.
A me non dispiace stare in famiglia, per ora studio in un'altra città, conto di rimanerci alla fine della magistrale, trovando lavoro.
Ora sono dai miei per le vacanze estive, ed ho ritrovato i problemi che mi avevano fatto cambiare la città anni fa, approfittando di una borsa di studio.
Mia madre vorrebbe che vivessi come dice lei, che in realtà è come dice nonna. Tipo andare a salutare i parenti del cazzo di secondo/terzo grado, e facendomi pesare il successivo rifiuto, come se io fossi ignorante e fuori dal mondo. Sono parenti che hanno sempre vissuto in paese, il pomeriggio si mettono in cerchio a sparlare di quello o di quella persona, e a me stanno sul cazzo.
Poi essendo abituato a vivere da solo, da quando sono tornato fanno a gara per impormi comportamenti consoni.
Il brutto è che si aspettano che una volta finito lo studio, io torni qui. Cosa che non ho proprio voglia di fare.
Ora c'era in ballo un'offerta di lavoro, avevo fatto colloquio e sono in attesa di risposta.
ogni tanto una litigata fa bene, eh.
comunque l'unica è che quando ti sistemi col lavoro la smetti di dormire a casa dei tuoi e ti levi dalle palle.
comunque l'unica è che quando ti sistemi col lavoro la smetti di dormire a casa dei tuoi e ti levi dalle palle.
Aggiungo che mia nonna sembra tipo godere quando litigo con mia madre per i miei comportamenti.
Il tutto è nato da lei che gli va a dire che i miei comportamenti non vanno bene.
Tipo poco fa non gli stava bene dove avevo messo la borsa, l'ha messa in mezzo la stanza e poi ha detto a mia madre che non metto a posto niente.
Io ho detto che non l'avevo messa li, allora è intervenuta nonna dicendo che l'aveva spostata lei per farmi capire che non andava bene li dov'era.
Il tutto è nato da lei che gli va a dire che i miei comportamenti non vanno bene.
Tipo poco fa non gli stava bene dove avevo messo la borsa, l'ha messa in mezzo la stanza e poi ha detto a mia madre che non metto a posto niente.
Io ho detto che non l'avevo messa li, allora è intervenuta nonna dicendo che l'aveva spostata lei per farmi capire che non andava bene li dov'era.
infatti ci ho appena discusso per via dei parenti. mia madre ora è andata da mio padre a sbraitare.
Per ora sono nella casa in campagna di famiglia, di norma sono fuori casa per mesi per studio.
la cosa che mi preoccupa è che loro si aspettano che io torni in città da loro.
tempo fa mia nonna mi faceva: sbrigati a tornare, ci servi qui. Nel senso come presenza, in generale io non sto male con loro, ma a piccole dosi. A natale, qualche weekend, no problem.
Pensare di passare una vita così, proprio no.
Mio padre ancora oggi fa quello che dice nonna, per lo più. Hanno sempre vissuto in famiglia, anche mia zia. L'unico che ha una visione del mondo più aperta è mio zio, ma non è mio padre e più di tanto non può fare. Però quando è qui anche lui di solito mi prende le parti, almeno non mi sento troppo merda.
La tu sembra una di quelle famiglie anni 50, da dove vieni? Comunque fondamentalmente sei già autosufficiente e fuori di casa. Se ti aggrada cerca lavoro nella città dove studi e saluta tutto il parentame. Btw non so che rapporto hai con la nonna ma dovresti farle capire che non conta un cazzo nella tue scelte di vita.
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Nessuno ti obbligherà a tornare o potrà decidere per te della tua via tranquillo I tuoi genitori hanno una visione della vita che è la loro, è normale. Incazzati, litiga pure, ma cerca di capirli. Vai a salutare tua nonna, falli contenti che ti costa. Poi puoi anche tornare alla tua vita e ciao
Si è quello che sto facendo.
La nonna conta, almeno per mio padre.
Mia madre da giovane ci litigava sempre, io ero piccolo e mi ricordo certi urli, perché mia madre voleva farmi vivere in un certo modo e mia nonna in un altro.
Un episodio che mi è rimasto impresso, avrò avuto 7-8 anni, mia nonna mi ha detto di lavare due volte i denti, io li ho lavati e mia madre ha cominciato ad urlare con nonna perché non era giusto lavarli due volte.
Oggi vanno abbastanza d'accordo in apparenza. Siccome io non mi cago mia nonna, poi nonna va a lamentarsi da mia madre e io ci litigo.
Quando mia madre non c'è dice spesso "ma come ti hanno educato/nessuno te lo ha insegnato?"
Ad oggi resto dipendente dai miei, appunto non faccio troppi casini, sarebbero capaci di non pagare più l'affitto. Ora lo pagano pensando che poi tra pochi mesi mi laureo e torno giu. E' da poco che pagano l'affitto, tra lavoretti e borsa di studio me lo pagavo da me. Se non avessi avuto la borsa non sarei mai potuto andare via a 19 anni.
No non mia nonna, lei vive qui. Dovrei andare a casa del fratello di nonna a salutare. Magari mettermi anche in cerchio con loro a parlare, cosi sarebbero felici.
ma che minchia di problemi sono?
Allora. Torna a casa una bello brillo con una donzella/amica. Sbattitela violentemente sul tavolo della cucina e urla libero. Il tutto mentre sorseggi da una mano una birra fresca a canna e nell'altra fumi una sigaretta.
Magicamente la costellazione figlioletto nipote vs mamma nonna nel quale sembri essere intrappolato si romperà e niente sarà più uguale a prima.
Magicamente la costellazione figlioletto nipote vs mamma nonna nel quale sembri essere intrappolato si romperà e niente sarà più uguale a prima.
prima però lavati i denti (tre volte)
questa è una grande idea
Comunque direi che ti stai comportando nel modo giusto già da solo, forse a me spiacerebbe per tua mamma che sembra vivere in una situazione non proprio idilliaca.
Scommetto che la nonna è la proprietaria di casa...
hai due opzioni:
o torni al paesello e ti infili a forza in una situazione in cui
tu non puoi decidere della tua vita ma è già tutto deciso
oppure:
scappi da quel nido castrante, segui quel fastidio, segui quella sana rottura di coglioni che provi quando stai con persone con cui non hai nulla in comune se non un ottavo ( o meno ) del tuo patrimonio genetico ( che poi chisse-ne-frega? ) e te ne vai !
diventa uomo, diventa indipendente, tieni i buoni rapporti e vai per la tua strada ( puoi sempre andare a trovarli ogni tanto, nel caso, no? ).
che poi se mio nonno avesse ascoltato suo nonno e così via, staremmo ancora tutti spingendo dei carri a cavallo perché mio bis bis nonno faceva così
(vedi gli amish ).
ovviamente c'è sempre il problema del lavoro, devi trovarne uno, questo è fondamentale (sì lo so non è facile, ma non ti sto dando la soluzione facile, ma quella giusta). Hai già fatto lavoretti, hai vinto borse di studio, quindi sei uno che sa impegnarsi, coraggio.
o torni al paesello e ti infili a forza in una situazione in cui
tu non puoi decidere della tua vita ma è già tutto deciso
oppure:
scappi da quel nido castrante, segui quel fastidio, segui quella sana rottura di coglioni che provi quando stai con persone con cui non hai nulla in comune se non un ottavo ( o meno ) del tuo patrimonio genetico ( che poi chisse-ne-frega? ) e te ne vai !
diventa uomo, diventa indipendente, tieni i buoni rapporti e vai per la tua strada ( puoi sempre andare a trovarli ogni tanto, nel caso, no? ).
che poi se mio nonno avesse ascoltato suo nonno e così via, staremmo ancora tutti spingendo dei carri a cavallo perché mio bis bis nonno faceva così
(vedi gli amish ).
ovviamente c'è sempre il problema del lavoro, devi trovarne uno, questo è fondamentale (sì lo so non è facile, ma non ti sto dando la soluzione facile, ma quella giusta). Hai già fatto lavoretti, hai vinto borse di studio, quindi sei uno che sa impegnarsi, coraggio.
bo ma sticazzi? che fai stai con loro fino a 50 anni? stai facendo una vita tua, bene. se non gli sta bene affari loro
E' il problema di tutte le famiglie di paese italiane. Non si tratta di "famiglia difficile", quanto di cultura retrograda molto comune in tutta la nostra nazione.
In pratica chi vive in piccole comunità isolate dalla città è estremamente conservatore, non accetta il progresso e mantiene una grezza filosofia da "formicaio", nella quale tutti devono tenere la testa bassa fino alla morte, e sparlare degli altri è l'unico sfogo.
Stai facendo esattamente la cosa giusta. Stattene fuori, rimani nel mondo moderno e vai avanti. Purtroppo per i tuoi non c'è speranza, sono fermi nella loro comunità simil-hamish e non ne usciranno mai, è il loro retaggio culturale.
In pratica chi vive in piccole comunità isolate dalla città è estremamente conservatore, non accetta il progresso e mantiene una grezza filosofia da "formicaio", nella quale tutti devono tenere la testa bassa fino alla morte, e sparlare degli altri è l'unico sfogo.
Stai facendo esattamente la cosa giusta. Stattene fuori, rimani nel mondo moderno e vai avanti. Purtroppo per i tuoi non c'è speranza, sono fermi nella loro comunità simil-hamish e non ne usciranno mai, è il loro retaggio culturale.
Pensano di dover gestire la tua vita perché sei ancora uno studente, quindi sei ancora il ragazzo di casa, non sei una persona autosufficiente e quindi non ti puoi porre, nella loro mente, sullo stesso piano. Attenzione, le critiche al comportamento ti vengono mosse per il tuo bene, sempre dal loro punto di vista.
Tu vivi fuori casa, e nella tua mente sei già una persona autosufficiente, ma loro non conoscono quel lato di te, perché sei distante.
La tua insofferenza secondo me nasce primariamente da questo conflitto di visioni di te.
In realtà non è escluso che in parte possano avere ragione.. credo di capire che sei molto giovane e non è detto che tu sia effettivamente una persona "con la testa sulle spalle".
Purtroppo devi un po' sopportare in questo periodo e cedere alle loro richieste, finché avrai bisogno del supporto familiare. Andare a trovare i parenti a 20 anni è effettivamente fastidioso, ma pensandoci c'è quasi sempre la possibilità di volgere la situazione a tuo beneficio, ad esempio quando vai dal parente X, invece che passare il tempo a chiaccherare di cazzate potresti farti coinvolgere da lui in qualcosa di interessante; non lo so, ad esempio se il parente sa coltivare l'orto ti fai spiegare un po' di cose, se fa un lavoro interessante lo fai parlare di quello. Usalo come un momento di arricchimento personale, i tuoi parenti non vedono l'ora di parlare di se stessi e della propria vita, è sempre così.
Quando avrai una vita tua, una casa ed un lavoro, non potranno più ricattarti o importi il loro volere, perché sarai un loro pari.
A quel punto potrai guardarli negli occhi, e con tutta la calma e la tranquillità del mondo perché avrai il coltello dalla parte del manico, gli potrai dire "io ho scelto di vivere così e voi signori non potete farci più nulla. Se accettate ME e rispettate il mio modo di essere, pur non essendo uguale al vostro, allora andremo d'accordo, vi verrò a trovare, vi vorrò bene, vi sarò di supporto quando ne avrete bisogno.
Se voi non accettate me, io non accetterò voi, il vostro comportamento nei miei riguardi e non mi sentirò in dovere di nulla nei vostri confronti.
Ovvio, un genitore non smette di essere genitore quando arrivi ai 20 anni.
Ponendo la migliore delle ipotesi ovvero che lo facciano esclusivamente per il tuo bene (non per loro tornaconto) tenteranno sempre e comunque di aiutarti, anche criticando le tue scelte nel momento in cui secondo loro non sono ottimali; tenteranno sempre di tenerti vicino a loro, perché sei la cosa più preziosa che hanno e su cui hanno investito anni di fatiche, quindi vogliono continuare ad aiutarti ad essere una persona migliore.
Succederà anche a te se avrai figli.
Tu di contro devi superare il tuo senso di colpa e farti la tua vita, non puoi vivere in funzione dei tuoi genitori altrimenti, che tu lo voglia o meno, finirai per vivere questa cosa come una forzatura che te li farà odiare invece che volergli bene,
Quando capiranno che non tornerai sarà un po' dura, dovrai aiutarli a superare il momento, magari facendogli un paio di telefonate in più.
Loro la vita che hanno scelto se la sono fatta, ora è tempo che tu scelga la tua e percorra la tua strada, senza dimenticarti dei tuoi genitori, possibilmente.
Ti ringrazio per il lungo post.
Non ho problemi con tutti i parenti, il problema è che alcuni sono delle merde che se incontrassi nella mia vita terrei a distanza, e quindi il doverci avere a che fare a forza, un po' mi crea fastidio.
Per la vita non ho detto niente loro, perché ho paura possano mettere i bastoni fra le ruote. Già il fatto di dover tornare da laureato, la vivo non benissimo.
Famiglia più o meno di quel tipo li, ma vivono in città, in campagna ci passano 3 mesi l'estate. Quindi se tornassi loro si aspettano che io cerchi lavoro li, e cercarlo in un'altra città potrebbe essere difficoltoso (colloquio, spostamenti) una volta tornato a casa.
Da settembre cercherò di trovare lavoro, sto aspettando una risposta da un'azienda dove ho già fatto stage, non c'era troppa concorrenza, potrebbero richiamarmi, ho buone speranze. (conosco il lavoro da fare e l'ambiente, non hanno per ora messo annunci per quella posizione)
Sono famiglia di paese a metà. Vivono in città, ma mio padre ad esempio deve andare un paio di volte a mangiare da nonna, altrimenti si offende.
Stessa cosa io quando torno, se torno il giorno X, nell'intervallo [X, X+2] sicuro devo andare a mangiare da nonna, pena conflitti famigliari, si offenderebbe.
Per il resto sono buone persone, come detto le volte che torno per lo più si vive bene. Quando c'è mio zio ancora meglio.
Per capire meglio il topic, consiglio quello aperto un anno fa, sempre temi simili, forse si capisce meglio la situazione.
Non ho mai detto siano cattive, anzi, persone di quel tipo sono meno corrotte dalla bolgia cittadina.