Enterprise, ultima missione

Sembra che prima di smantellare l'enterprise gli facciano fare l'ultima missione proprio nel golfo......



http://www.9abc.net/index.php/archives/72617

Poi mi è capitato fra le mani questo video:



Abbiamo quindi questi fattori:
- nave vecchia da smantellare (costi)
- situazione di stallo con l'Iran, non si fanno coinvolgere e minacciano solo a parole
- forte carica emotiva nel pubblico se succedesse qualcosa a questa vecchia signora
- precedenti storici terribilmente simili

Non l'ho postato in Agorà perchè vorrei capire se si sta parlando di qualcosa che ha senso (quindi un pericolo in tal senso c'è, che sia un'operazione pianificata per un false flag) oppure se sono tutte minchiate, e qui bazzicano sicuramente persone con un pò più di conoscenza specifica.

Cosa ne pensate?
La cosa ha ovviamente senso.

L'idea di affondare un'intera flotta con una singola bomba nucleare è vecchia quanto Einstein (letteralmente...) e di sicuro l'Iran lo considera molto attentamente tra i suoi piani.
In questo senso, schierare i pezzi migliori a "portata di bomba" sarebbe un grossolano errore strategico... Ed anche questo sicuramente gli Stati Uniti lo considereranno molto attentamente tra i loro piani!

L'idea che, affondando la Enterprise, il mondo si stringerà solidale attorno alle vittime di questa nave storica è un FATTO che l'Iran dovrebbe attentamente valutare, prima di pensare qualsiasi attacco.

Il fatto che sia più economico affondare una nave e sacrificarne l'equipaggio che reciclare la prima e reimpiegare il secondo mi sembra invece una minchiata.
Una false flag con una portaerei da 90.000 tonnellate (considerando che la nave in sé sarà pure un ferro vecchio, ma velivoli e dotazioni no)? Hm, mi pare improbabile. Per avere un casus belli basta una qualsiasi fregata da 4.000 tonnellate.
Equipaggi e piloti sono degli asset importantissimi di un esercito.
Pensate ai costi dell'addestramento e dell'esperienza, in paricolare per quanto riguarda militari molto specializzati.
Dopotutto perchè credete abbiano inventato i seggiolini eiettabili?
Molti piloti valgono molto di più dell'aereo che portano, pensate solo al carburante per addestrarli.

Ps.: le immagini da dove vengono? sembra un film

IMHO c'è di sicuro una prova di forza, ma c'è anche la volontà di essere minacciosi e sarebbe la terza portaerei usa nella zona, il che metterebbe l'iran in una brutta posizione vista la pistola alla tempia che si ritroverebbero, la possibilità di un affondamento esiste, anche se remota, ma come dice qfwqf tanto vale mandarci un destroyer qualsiasi se fosse l'obbiettivo primario.


http://www.youtube.com/watch?v=OSPYtlWxmho
Stando a questa fonte,
http://gonavy.jp/CVLocation.html,
le portaerei nel Golfo Persico sono comunque attualmente 2: la Carl Vinson e la Abramo Lincoln (che dovrebbe essere sostituita a breve dalla Nimitz, la seconda portaerei più vecchia della flotta USA).
La terza "CVN" più prossima è la John C. Stennis, nel Mar Cinese Meridionale (MA NON PENSO LA TOLGANO DI LI'... !!).


Tanto più che qui non stiamo parlando della necessità di procacciarsi un casus belli tanto forte da portare all'invasione in forze di un paese, come nel caso dell'Iraq per cui, guarda caso, si son dovuti inventare un'enormità come un pericolo NBC proveniente dal regime di Saddam Hussein; nessuno sta pensando ad un'invasione dell'Iran. Il filmato cita Pearl Harbor, dimenticando che anche in quel caso si trattava di giustificare l'ingresso USA nella seconda guerra mondiale, non nell'ultima delle guerre coloniali. Troverei più pertinente, al massimo, un parallelismo storico con il caso della USS Maine del 1898, ma rimane il fatto che per delle semplici azioni di bombardamento circoscritte agli impianti nucleari iraniani non serve davvero far silurare una portaerei da 90.000 tonnellate; basta orchestrare un incidente di portata di gran lunga minore.
Non dimentichiamoci però di tutto il resto del mondo in queste piccole analisi.

Per come è globalizzato il mondo oggi, dobbiamo valutare anche l'impatto comunicativo di certe scelte ed eventi, e alle loro conseguenze.

Legittimare le proprie azioni davanti al popolo è diventato l'obiettivo primario ed imprescindibile per le cosidette democrazie occidentali, è l'unico modo per fare progressi nelle proprie campagne militari.

In questo contesto quindi bisogna confrontare gli eventi probabili che potrebbero accadere rispetto agli eventi del nostro passato.

Sbaglio?
Un pretesto che legittimi un attacco all'Iran lo si sarebbe potuto trovare ogni giorno da 2 anni a questa parte...
A parer mio si facendo di tutto per EVITARE il conflitto, nonostante le imbeccate iraniane.


Ecco, questa e' una domanda assai interessante. Perche' l'iran sta cercando il conflitto?
Non credo che l'Iran stia "cercando il conflitto".
Più che altro gioca sul filo del rasoio, cercando di fare la voce grossa quanto più gli è permesso.
Appena esagera, infatti ("caga fuori dal vasino", se preferisci...), usa i canali ufficiali per cercare di ritrattare immediatamente (vedi Hormutz).
Ha anche un grosso alleato, la Cina, che ogni tanto intercede in suo favore, magari (e probabilmente) con giochi di potere e accordi che noi nemmeno immaginiamo.

Sul nucleare, comunque, l'Iran pare disposto a rischiare tutto.


L'Iran non sta cercando il conflitto ed il suo è molto meno un azzardo di quanto possa sembrare. Anzi, è un gioco diplomatico che hanno buonissime possibilità di aggiudicarsi. Tutti sanno che un'invasione in forze del paese non è un'opzione percorribile, lo sa Teheran quanto lo sanno Israele e gli USA. E tutti sanno che bombardamenti mirati sui siti nucleari iraniani non sono una soluzione: significherebbe, nel migliore dei casi, ritardare il programma nucleare iraniano di quattro-cinque anni, per poi ritrovarsi a fronteggiare lo stesso problema di un quinquennio prima ma in un clima internazionale estremamente più esacerbato dai precedenti bombardamenti e, probabilmente, nell'impossibilità sia politica, sia pratica, di ripetere l'azione.
Impossibilità politica perché l'Iran ha alleati determinanti: la Russia, che non dimentichiamo è stata la prima a fornire materiale fissile e know-how a Teheran per l'avvio del suo programma nucleare; e la Cina, sempre più affamata di risorse energetiche (si veda, ad esempio, il programma di penetrazione politica e commerciale in Africa in paesi chiave, per risorse primarie, come il Congo) ed estremamente interessata allo sfruttamento del petrolio iraniano. Ambedue i paesi si sono avvalsi e si avvarranno del diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza; si è visto nel caso dell'Iraq che una guerra unilaterale, aggirando il veto degli altri membri del Consiglio, è fattibile e questo vuol dire che una campagna di bombardamento, se si vuole fare, si può comunque fare. Ma, e questa è la condizione determinante, non costituisce un'opzione ripetibile. Se fallisce nella pratica, mancando la distruzione di tutti i siti nucleari, o se viene vanificata dalla volontà dell'Iran di andare avanti, a quel punto nessuno potrà farci nulla. Quindi, attualmente, Israele e USA fanno la voce grossa, brandendo un grosso spadone, solo perché sanno che la spada è stagliata.
Impossibilità pratica perché se si distruggono ora i siti nucleari iraniani, e l'Iran dimostra comunque (come pare) la volontà di andare avanti, una nuova campagna di bombardamento fra un quinquennio, oltre a configurarsi come politicamente insostenibile, si ritroverebbe ad avere a che fare con siti nucleari ancora più decentrati, nascosti, protetti.
Guarda caso sono quasi dieci anni che, ad intermittenza, Israele minaccia di avviare campagne di bombardamento unilaterali contro l'Iran, e son quasi dieci anni che si ferma alla sola minaccia, dimostrando chiaramente che si tratta di semplice pressing diplomatico e nulla di più; tutto si gioca sulla plausibilità della minaccia, ricordando quello che gli israeliani fecero nel 1981 bombardando e distruggendo il reattore iracheno di Osirak, dimenticando però che l'Iraq non era e non sarebbe più stato in grado di provvedere ad una ricostruzione dell'impianto e ad un rilancio del proprio programma nucleare (e si trattava, peraltro, di una sola installazione), mentre l'Iran sì. Ed il fatto che sia un bluff lo dimostra il fatto che Israele, quando intende attaccare, lo fa senza troppi complimenti e senza troppa pubblicità; qualche mese fa l'aviazione israeliana, sfruttando il fatto che la Siria sia oramai sul baratro del collasso interno, ha bombardato e distrutto un reattore nucleare in costruzione nel paese con l'assistenza nord-coreana; senza annunci, senza campagne propagandistiche a mezzo stampa, anzi nel più rigoroso silenzio. Tant'è vero che la notizia, che forse nemmeno vi è balzata all'occhio, sui principali media non è proprio passata.
Mi par di capire dalla tua analisi, che c'è un sostanziale equilibrio nella situazione che non permette a nessuno di fare niente, tranne all'Iran di continuare nel suo programma nucleare.

L'unica cosa che potrebbe accadere è un imprevisto, un colpo di testa fatto senza lucidità e lungimiranza, che scateni una reazione a catena che liberi dai blocchi attuali.

Un colpo di testa che potrebbe essere però un'azione ponderata e voluta, per generare una destabilizzazione semiglobale.

Secondo me è plausibile.


Ottima risposta