È sempre colpa di qualcuno, mai una volta che ci si guarda dentro.

È un momento triste.

Le cose accadono e stai li a prenderne atto.

Si corre come dannati guardando sempre fuori e quando accade qualcosa dentro è sempre colpa di qualcuno.

Come si fa a evolvere nel rispetto di tutti, senza mai giudicare chicchessia, cercare di capire in primo luogo dove si è sbagliato, mostrare le proprie debolezze, tanta gente che soffre che cerca riparo puntando i diti.

Ci si arriva a questo stadio di autoconsapevolezza sincera, ma cazzo se ce ne vuole di tempo, e nel mentre le macerie, tanta fatica per nulla fomenta rabbie ingestibili, il senso della perdita forma metastasi, e dove basterebbe poco diventa un molock.

Gesti amorevoli che diventano da crocifiggere sull’altare di fatti i cazzi tuoi.

Il non interferire per il quieto vivere, l’insondabilità dell’intimo, la paura di aprirsi. E poi a vagare a cercare appigli effimeri.

Ogni tanto fermatevi raga, guardatevi dentro, se è il caso registratevi quando fate gli stronzi, quando mostrate espressioni facciali di disagio, di insofferenza, servirebbe un ssd in testa, ogni tot anni uno se lo riguarda e vede come è uscito in esterna, spesso usciamo di merda, sono pochi i momenti buoni, nel tempo si fanno rarefatti, quasi dando per scontato tutto e tutti.

Ma non è così, serve molta più carota e possibilmente niente bastoni.

I bastoni fanno solo danni e basta, che poi se uno si rivede con il bastone è un miracolo se non si finisce dentro un bidone di acido.

E se non ci finisce, è diventato il bastone.

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ti chiedo scusa se ho usato tua figlia ad esempio. volevo farti capire che la risposta gia’ la conoscevi. non pensavo ti saresti rinchiuso nell’universo onanistico mentale…

strites,

non ti devi scusare, ci mancherebbe, non hai detto nulla di sbagliato. Lo so pure io, quello è un topic anche ironico.

Questo topic è un altra cosa, una vicenda in real life che mi sta procurando tristezza, una di quelle cose dove vorresti aiutare qualcuno ma la situazione è a uno stadio già delicato da maneggiare.

Semplicemente solo porti il quesito riguardo la forma più consona di parlarne già evidenzia un livello di sensibilità non scontato, talvolta, non frequentemente purtroppo però, la sola delicata presenza di una percepita e rispettosamente distante comprensione può essere d’aiuto per la controparte afflitta; deciderà l’altro poi se lasciarti avvicinare o meno, ma un baluginio nella tenebra è sempre tale.

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