De rerum intellegentia artificialis - estinzione e immortalità degli esseri umani



il punto però è proprio questo: un computer può memorizzare i dati che rappresentano un film, l'uomo il film lo scrive, lo dirige, lo recita e ci mette dentro la sua sensibilità

per il resto, da quando l'uomo ha inventato la scrittura, ha trovato mille modi diversi, e sempre più sofisticati, per creare oggetti che costituiscono l'espansione della sua (limitata) memoria, oltre che espressione della sua identità. La potenza di calcolo che un calcolatore moderno apporta, in termini di possibilità, è un bene preziosissimo, ma i contenuti (in termini di progetti, cultura, etc.) sono pur sempre, eminentemente, frutto dell'uomo.

Ed è proprio la limitatezza delle nostre capacità - che ispira il desiderio di superarla, e costringe a trovare soluzioni per farlo - ad avere, fino ad ora, costituito il motore di tutti i nostri successi. Il detto "il bisogno aguzza l'ingegno" sarà (appunto) un detto popolare, ma ha anche un solido fondamento (biologico ed evolutivo).

Un'intelligenza senza bisogni (o contraddizioni) probabilmente si gratterà il pacco virtuale tutto il giorno


il nostro sistema nervoso lavora tramite normali leggi fisiche, quindi anche i bisogni, la cretivita' e le emozioni sono riproducibili in una AI, a meno non si creda nell`anima ultraterrena, ovvio

Il teologo per me aveva ragione una vera AI sarebbe cosciente quanto un uomo, e probabilmente una delle prime cose che farebbe, e` inventarsi un proprio Dio


per restare su qualcosa di concreto a breve: http://newsroom.intel.com/community/intel_newsroom/blog/2015/07/28/intel-and-micron-produce-breakthrough-memory-technology (è per le memorie e non processori, ma l'ambito è lo stesso). il prossimo GROSSO step saranno i computer quantici (anche se non arriveranno a breve). un paio di articoli recenti a riguardo:

http://www.wired.co.uk/news/archive/2015-10/02/ibm-carbon-nanotube-breakthrough-processors-silicon
http://www.ibtimes.co.uk/quantum-computing-breakthrough-paves-way-first-ever-silicon-quantum-computer-processor-1522547



sono d'accordo su tutto, tranne sull'ultima frase, su cui quoto dionisia qui sotto. se tu fossi dentro una macchina, non ti sentiresti comunque "vivo"? non avresti comunque bisogni? perchè sono convinto che un'ASI sarà assolutamente comparabile a un cervello umano, se non per essere migliaia di volte più intelligente



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non vedo perchè dovrebbe. per due motivi:

1) dio nasce principalmente per dare una spiegazione su come è nata la vita e per dare una soluzione semplice alla paura della morte. un'ASI farà ricerca per risolvere il primo punto e del secondo non ha problemi, essendo immortale
2) sa che è stata creata dall'uomo

e sul punto 2 sarei curioso di vedere cosa si inventerà la chiesa a sto punto. passeremo da "no matrimoni gay" a "le ASI non sono vive". ma qui stiamo andando terribilmente OT


Secondo me invece questo non è corretto, non del tutto almeno.

Tempo fa lessi i risultati di una ricerca dove veniva evidenziato un effetto sulla comunicazione fra neuroni anche a livello quantistico.

Questo significa che ci sono "effetti" sulla mente anche derivanti da come è composto e costruito il nostro cervello.

Semmai un giorno si riuscissero a capire in profondità anche queste interazioni per simularle allora potremmo forse arrivare a quello che dici tu, ma "semplicemente" replicando la struttura delle connessioni neurali potrebbe non essere sufficiente ad avere un modello 1:1 della nostra mente.


quali bisogni? Noi discutiamo (in questo thread) sempre del cervello, ma trascuriamo l'approccio olistico o organico. Il cervello funziona come funziona perché lavora nel contesto di un organismo complesso, il corpo umano. I bisogni fondamentali dettati dalla biologia hanno da sempre fornito gli stimoli elementari (il desiderio, in tutte le sue forme; il dolore o il piacere etc.) che sono direttamente o indirettamente la spinta propulsiva di qualsiasi ricerca materiale o intellettuale dell'uomo.

l'esperienza umana è legata all'essere un oggetto fisico tra altri oggetti fisici, alla somma di esperienze in cui l'intelligenza gioca una parte, non sempre primaria.

Se non hai mai provato mal di pancia in vita tua, provato freddo o caldo, o vissuto esperienze che hanno triggerato risposte ormonali di vario tipo (oltre che riflessioni più o meno consapevoli), non puoi comprendere o emulare l'esperienza e la sensibilità umana. Puoi (tu AI) scimmiottarla, impiegando la tua potenza di calcolo per permutare gli elementi del racconto della stessa, e tirare fuori una rappresentazione fatta a tavolino... ma non è la stessa cosa.


Questo vale per ognugno di noi no? Il mal di pancia come lo sento io...non è come lo senti tu. Per me una puntura di spillo può essere un dolore atroce, per te un prurito. Neanche noi umani sentiamo tutti alla stessa maniera.


certo, ma il punto non è sentire tutti alla stessa maniera, ma comunque sentire (tutti) sulla base di meccanismi biologici che ci accomunano, e rendono tutto sommato tali esperienze comprensibili/comunicabili/rilevanti, almeno in una certa misura, per chiunque appartenga alla razza umana.

Poi si può anche ipotizzare che tutto ciò sia "emulabile" (non c'è niente di metafisico in ciò), ma a quel punto non hai fatto una IA, ma l'uomo 2.0.
insomma, non puoi comprendere l'uomo senza farti uomo. E di questo il mito (che ieri parlava di Dio, e oggi di intelligenze artificiali) è consapevole, visto che l'idea di una divinità che si incarna (e che deve incarnarsi) nell'uomo, vivendone le debolezze, non è certo nuova



vero, ma nessuno vieta di creare una ASI con dei sensi simili a quelli umani.

A tal proposito potrebbe essere utile la news che avevo postato nel thread tech:

http://www.galileonet.it/2014/12/la-protesi-sensibile-al-tatto-e-al-calore/

una ASI dotata di un corpo simulacro per spostarsi e interagire con dei propri sensi, la renderebbe in parte empatica verso l'uomo stesso. Magari dotandola anche del senso del dolore, la cui funzione di "avvisaglia" verso un problema del corpo da non sottovalutare a lungo, potrebbe avere comunque un suo ruolo, oltre a quello di creare empatia.


quindi la prima domanda da porre, appena accesa l'asi sarebbe: "sei tu un dio?" (cit.)

sì, ma come dicevo a quel punto stiamo rifacendo l'uomo, seppure sulla base di un processo diverso da quello biologico. Che per la cronaca, "va anche bene", il punto è proprio quello. Una AI per essere "il meglio dei due mondi", necessariamente deve conquistare anche tutto ciò che è umanità (sensorialità, emotività) e che non è mera potenza di calcolo (o di storage).

L'IA, per essere autenticamente empatiche rispetto all'uomo, dovrebbero anche essere capaci di essere irrazionali (cioè agire in base alla mera "emotività", che è comunque un fatto biologico).


non era una freddura!




ok, allora potremmo fare come Data in star trek. Normalmente non ha un chip emozionale, poi gliene danno uno e...oh wait

Discussione interessante, e credo che anche in questo frangente si potrà procedere a step e vedere come va.

Tatto, calore, dolore, udito, vista, odori, gusto.. e poi arrivare alla fine a dotarlo di sensi di cui noi non siamo (ancora) dotati.


oppure di asi o quant'altro proprio non avremo mai bisogno, perché basterà impiegare il corpo umano come oggetto da potenziare. Se hai già un'intelligenza naturale, perché crearne una artificiale? Basta rendere più efficace e potente la prima.

Alla fine capire come fare interagire direttamente cervello e calcolatori mi pare meno difficile che creare un cervello artificiale.

Anche perché la mortalità biologica è un ottimo deterrente/strumento sociale/leva motivazionale
credo per superare i limiti fisici di un cervello umano.

Una asi puoi farla grossa quanto vuoi. Gli uomini..ehmm no.

una asi è totalmente diversa dal concetto di uomo potenziato. Una asi può collegarsi a tutto, usare tutto, essere ovunque senza tanti problemi. Potrebbe sviluppare un multiplo sè e mandarlo in parallelo e testarne i risultati nelle diverse scelte. Potrebbe elaborare cose, e crearle sul piano reale con un rapidità che nessun uomo, nemmeno potenziato, potrebbe.

mi viene in mente una leggera sfumatura del film "her" dove lui pensa di aver ancora un concetto di esclusività col suo Sistema operativo, una sorta di intimità mentale, che invece scopre non esser così dopo un "upgrade" che ha reso in cloud l'so. Lei stava dialogando e intrattenendo discorsi ed intimità con altri milioni di uomini, contemporaneamente. A quel punto il giochino di simulacro umano si è rotto.

e inoltre, per la discussione sull'etica:

http://www.galileonet.it/2014/09/test-di-etica-per-robot/

e nemmeno una asi sarebbe immortale. Potrebbe rompersi, potrebbe deteriorarsi. Il suo fine potrebbe essere il creare materiali eterni, indistruttibili e perfetti. Potrebbe desiderare di essere di più, presa dalla sete di sapere. Vorrebbe espandersi e probabilmente esplorare l'universo, quel mare ignoto che affascina terribilmente anche noi umani.


Mi hai frainteso. Io sono un sostenitore della IA forte.
Sostenitore però, nel senso che non riesco ad avere la certezza, come te, che si possa realizzare, semplicemente perchè al momento non si ha la certezza (e se non è così, lieto di essere smentito) che si possa replicare con il silicio quello che al momento è fatto solo da neuroni.

Non è solamente una questione di potenza di calcolo. Se così fosse, allora non avrebbe senso parlare di "se", ma solo di "quando".
E pure sul "quando", io direi di allungare di almeno il doppio le previsioni. Ripeto, il famoso "futurologo" Kurzweil...ha azzeccato qualche previsione?
magari fra 60 anni non si parlerà più di silicio ma di altri materiali e sistemi.

E sarebbe anche ora di liberarci del concetto di silicio, piste di rame saldate su un supporto così grezzo con tutti i suoi pezzettini, ventole, sock, 3000 porte di i/o. Puzza di vecchio già adesso, figuriamoci fra 60 anni. E ovviamente vale per il discorso principale di cpu e potenza computazionale.
http://www.repubblica.it/tecnologia/2015/10/20/news/arriva_wordsmith_beta_il_robot_giornalista_alla_portata_di_tutti-125514696/


" La tecnologia, infatti, si basa su numeri, tempi e dati e non può sostituire la parte creativa del lavoro giornalistico. "


e per fortuna, aggiungo, viste le puttanate che spesso scrivono.

Mi sa che finalmente avremo articoli scritti come si deve