Mi trovo in una situazione un pò incresciosa: lavoro da novembre per un ristorante pizzeria...già da principio la situazione non era delle migliori, il contratto offerto era un part time base (non realistico) e la paga era decisamente bassa, ma complice il periodo e la fiducia nel nuovo progetto e del possibile futuro, sposai la causa e mi arruolai insieme al mio chef/mentore, anch'esso senza lavoro all'epoca.
L'ambiente lavorativo poi non aiutava, screzi tra i vari reparti, gestione ordini e fornitori pressapochista, inculerie varie giusto per screzio.
Ciliegina sulla torta di merda, importanti ritardi nei pagamenti (al momento 4 mesi)...
Ma veniamo al dunque: giovedì scorso il mio chef decide che ne ha abbastanza, sclera malamente, si dimette in tronco (adducendo la giusta causa per i pagamenti arretrati) e si presenta con lettera firmata da avvocato e piano di rientro abbastanza rapido, cosa che spaventa non poco il padrone (le casse del ristorante al momento non sono messe benissimo).
Ora io, vuoi perchè sono stronzo, vuoi perchè sono stupido, o per un semplice senso della professionalità e del dovere, ho deciso di rimanere finchè non avesse trovato un rimpiazzo in cucina; ho comunicato comunque in maniera chiara e precisa che la mia intenzione è quella di levare le tende asap e di non volermi sobbarcare nel lungo periodo tutte quelle responsabilità che erano sul groppone del mio chef.
Arriviamo quindi alla domanda: quale strada mi conviene prendere per ottenere a)un licenziamento senza gravami in mio capo
b)la naspi, che almeno nel breve periodo mi darebbe una certa sicurezza mentre studio la prossima mossa
c)che non vi siano penali o pagamenti addizionali eccessivamente onerosi in capo al datore di lavoro, per cui comunque nutro, quanto meno dal punto di vista umano, un certo rispetto.
Dimissioni per giusta causa + piano di rientro ad hoc O concordato di licenziamento + medesimo piano?
Grazie dell'attenzione